L’Eurozona è soddisfatta degli impegni presentati dall’Italia e chiede a Roma di presentare urgentemente un ambizioso calendario per la realizzazione delle riforme.
Per quanto riguarda le pensioni, i leader prendono nota delle intenzioni italiane e chiedono che entro dicembre venga presentato un piano dettagliato su come raggiungere l’obiettivo. L’Italia rientra nel piano dell’Eurozona per arginare la crisi dei debiti: gli impegni che ha preso vengono inseriti nelle conclusioni del summit, che plaude alle misure annunciate ma incalza sulla loro applicazione, guardando subito alla prossima tappa, ovvero un piano pensioni definito entro dicembre.
Presentate all’Unione europea le misure anti deficit
Previsto un piano di dismissioni del patrimonio pubblico da cinque miliardi di euro all’anno.
L’Ue: “Buone impressioni dalla lettera dell’Italia”. Il premier polacco Donald Tusk al termine del vertice Ue, ha dichiarato: ”I leader Ue hanno avuto un’impressione ”molto buona” della lettera inviata dall’Italia e dell’agenda molto dettagliata allegata, documenti che sono stati illustrati loro dal presidente Herman van Rompuy”.
Pensioni anzianità, Bossi non cede
Il leader della lega nord Umberto Bossi: “Sulle pensioni il governo ancora rischia ma alla fine una strada l’abbiamo individuata”.
”Ora bisogna vedere cosa dice l’Europa. Le pensioni di anzianità non si toccano. Sono sempre stato contrario a far pagare dieci volte chi ha già pagato. Non è possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza. Io le pensioni a 67 anni non le tocco. Posso trattare, ma fin lì non posso arrivare. Non posso toccare le pensioni che sono a posto e portarle a 67 anni per far piacere ai tedeschi, che hanno un sistema pensionistico sballato. Mentre il nostro sistema pensionistico è in vantaggio rispetto a tutti gli altri europei”.
Berlusconi ribatte a Merkel-Sarkozy: ”Nessuno ci dia lezioni”
Il presidente del Consiglio replica a Merkel e Sarkozy: “Nessuno nell’Unione può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner”.
Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha subito spiegato: “La Germania ha grande fiducia nella conduzione italiana della crisi dell’euro. Francia e Germania considerano l’Italia un paese economicamente molto forte, un importante membro Ue e uno dei nostri partner più stretti. Germania e Francia considerano l’Italia un Paese dalle prestazioni economiche molto alte che ha, tuttavia, un alto debito. Le allusioni italiane sul sorriso scambiato in conferenza stampa tra Merkel e Sarkozy sono basate su un malinteso“.
Merkel: urgono misure, abbiamo fiducia in Berlusconi
Dalla Ue ultimatum all’Italia: la Merkel e Sarkozy vogliono impegni concreti.
La Merkel ha detto di avere fiducia in Berlusconi: ”Spero che tutte le decisioni necessarie saranno prese, perché la fiducia ha bisogno di prospettive chiare. L’Italia ha una forza economica notevole, ma ha un debito pubblico molto elevato che deve essere ridotto in modo credibile”.
Confindustria incalza il governo: “Subito il dl sviluppo”
Emma Marcegaglia: ”Facciamo bene e subito le cose che dobbiamo fare con il dl sviluppo piuttosto che farcele imporre dall’Ue”.
Il presidente di Confindustria incalza: ”Da quello che sappiamo fino ad oggi, le cose di cui si parla sono deludenti. Non possiamo farci commissariare continuamente. Qui rischiamo che l’Europa ci imponga delle scelte, noi siamo un grande Paese, non possiamo farci commissariare continuamente dall’Europa o dagli altri Paesi. Quindi chiediamo che il decreto sviluppo venga varato nel più breve tempo possibile, che abbia all’interno riforme serie e non piccole cose. Chiediamo al governo di non fare piccole cose e avere il coraggio di fare grandi riforme e non farsi bloccare da fini elettoralistici”.
Berlusconi: i cittadini devono scegliere i candidati
Il presidente del Consiglio, parlando del governo, si dice sicuro della sua stabilità.
E precisa: ”Sono riuscito a durare cinque anni la prima volta e penso anche questa volta. Semplicemente grazie alla mia personale autorevolezza e anche con il vostro aiuto”. Poi ha rivolto un complimento esplicito a Giorgio Napolitano: ”Quando c’è un Capo dello Stato intelligente e puntuale, come quello che abbiamo oggi, firma la legge che arriva dal Parlamento”.
Gheddafi ucciso, chiusa una pagina drammatica della storia
Si era nascosto in una buca a Sirte. Il suo ultimo grido ai ribelli: “Non mi sparate”
Il ”Leader della rivoluzione” si faceva chiamare Muammar Gheddafi, da quando nel 1969 salì al potere. E se una rivoluzione lo portò al potere, oggi è stata ancora una rivoluzione a fermare la fine di 42 anni del suo potere assoluto, della sua dittatura. Il premier del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico, Mahmoud Jibril così ha confermato la fine del rais: ”Gheddafi è stato ucciso. Aspettavamo da molto tempo questo momento”.
Monito Napolitano: subito riforme per la crescita
Giorgio Napolitano: ”Chiedo una netta assunzione di responsabilità. E sottolineo la necessità di mettere al centro la disoccupazione e le frustrazioni dei giovani. Non posso tacere la mia angustia poiché le condizioni non si sono finora verificate. È il momento di abbattere a ritmo sostenuto il muro del debito pubblico. Le riforme sono impellenti, ciascuno faccia la sua parte, anzitutto il governo”.
Decreto Sviluppo, imprese a Berlusconi: sì dl, ma niente soldi
Le associazioni delle imprese in una lettera al premier Silvio Berlusconi: “L’Italia ha mezzi e risorse per risalire la china ma il tempo è scaduto”.
Il nuovo appello firmato da Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative, Abi e Ania: “La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell’Italia. È stato presentato un ‘Manifesto delle Imprese’ con proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese. Ad oggi, nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e nessun dialogo è stato aperto. Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese”.