Governo Meloni e le promesse non mantenute

Prima di salire al Governo, Giorgia Meloni e compagnia avevano lanciato promesse che ancora non sono state mantenute e che probabilmente rimarranno proprio infrante. Diciamo che in ogni caso è

Senato, ok fiducia Monti

 Mario Monti ottiene la fiducia al Senato e dà il via alla manovra economica. Anche se con un calo statistico del 10 per cento dei consensi al governo da parte del Parlamento, Monti dichiara: “Il decreto è legge e ne sono lieto. Può partire così la cosiddetta “fase due”, una serie di interventi già preannunciati dall’esecutivo e con obiettivo primario alla crescita e allo sviluppo”.

Berlusconi a Monti: ”Basta tasse”

 Ribadisce ancora Berlusconi: ”Se si prosegue con questa imposizione fiscale e se sinistra e sindacati sono rigidi si arriverà alle elezioni”. Ribadisce anche la sua lealtà e quella del suo partito al Governo Monti, ma chiarisce anche che il governo dovrà prendere decisioni ed agire in sintonia con le forze politiche che lo sostengono. Chiede, quindi, a Monti un maggiore coinvolgimento degli esponenti dell’esecutivo, dei segretari dei partiti della maggioranza e magari anche dei capigruppo.

Scontro governo e sindacati, Fornero: ”Pronti a dialogo”

 Articolo 18, la norma dello Statuto dei lavoratori del 1970 che disciplina il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo: è bagarre. Scontro tra governo e sindacati, ma anche tra i sindacati e le imprese, prima ancora che si apra il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia cerca di sdrammatizzare. Ma il leader della Cgil, Susanna Camusso, replica duramente: “È una norma di civiltà”, mentre il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si dice ”rammaricata, ma anche dispiaciuta e sorpresa per un linguaggio di un passato del quale non possiamo certo andare orgogliosi. La reazione dei sindacati non la capisco, e mi preoccupa anche molto non sul piano personale, ma per le sue implicazioni per il Paese”.

Passera a Tremonti: ”Nessun altra manovra”

 Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, riferendosi a quanto affermato da Giulio Tremonti a proposito delle troppe tasse imposte dalla manovra, ribatte: ”Non c’è nessun altra manovra in arrivo. Non è che il governo funzioni solo di manovre. Abbiamo l’intenzione di vendere le azioni di Intesa Sanpaolo per risolvere la questione del conflitto di interesse che comunque non c’è. Li vendiamo e basta. È una disgrazia, è sbagliato, ma così ci togliamo il dubbio”.