Silvio Berlusconi: “Per votare bastano i capigruppo”. Fini lo stoppa

 Il premier ha pensato di animare l’ assemblea dei parlamentari Pdl e aprire un nuovo fronte polemico con Gianfranco Fini. Per tutto il giorno, infatti, la riunione era andata avanti sonnolenta a discutere del nuovo partito che debutterà al congresso del 27 marzo. Alle cinque di pomeriggio è arrivato il Cavaliere: “Qualcuno qui ha il mal di pancia”, ha detto guardando alcuni deputati e senatori di An che devono ammainare la bandiera del loro partito e immergersi nel calderone del Popolo delle Libertà. Poi ha cercato di stringere il discorso perché bisognava tornare a Montecitorio dove si votava per la prima volta con le nuove regole delle impronte anti-pianisti: “Mi raccomando lavatevi bene i polpastrelli…”. La battuta è sembrata una stilettata al presidente della Camera, il quale ha voluto fortemente questo nuovo sistema di voto che nella maggioranza (e anche da parte di Berlusconi) è visto come un pericolo per la tenuta del governo. Spesso in aula sono molti gli assenti che finora si sono fatti coprire dai colleghi-pianisti.

Riforme: scontro sulle nuove regole. Franceschini sfida il premier

 Il voto delegato ai capigruppo e l’ inaugurazione del voto con impronte alla Camera scatenano un vivace dibattito su modi, tempi e valore costituzionale dell’ espressione della volontà del parlamentare. Dario Franceschini ribadisce le critiche alla proposta lanciata ieri dal presidente del Consiglio. “È un pezzo dell’ idea che Berlusconi ha del Parlamento: un ingombro alla sua luminosa azione di governo. Parlamento, regole della democrazia e in qualche caso, purtroppo, anche il ruolo di garanzia del Capo dello Stato. Lui semplificherebbe tutto. Il prossimo passaggio potrebbe essere, invece di 4 capigruppo che votano per 600 deputati, avere un tasto nel suo ufficio così che lo spinga lui e faccia lui per tutti…”. Fin qui il dibattito politico.

Camera dei deputati: addio “pianisti”, ora si vota con le impronte digitali

 Ieri alla Camera dei deputati ci sono state le prime votazioni con il nuovo meccanismo che utilizza le “minuzie” del polpastrello. Il battesimo del nuovo sistema di voto (voto elettronico) c’ è stato alle 18 quando l’ aula di Montecitorio è stata chiamata ad esprimersi con la mozione presentata dal deputato del Pd Matteo Mecacci sul rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet. Poi è stata la volta di altre due mozioni: quella dell’ ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, sulle misure a favore dell’ efficienza e della funzionalità delle Forze armate, e quella del leader del Pd, Dario Franceschini, sulla situazione economico – finanziaria degli enti locali.

De Bortoli rinuncia alla presidenza Rai

 Il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, ha annunciato la rinuncia all’ incarico con una nota in cui spiega: “Ringrazio Dario Franceschini e Gianni Letta per l’ offerta di presiedere la Rai, azienda patrimonio del Paese. Un incarico di grande prestigio per il quale mi ero reso disponibile. Dopo attenta riflessione ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista”. Il Partito Democratico ha proposto la candidatura di Claudio Petruccioli, ma il governo, tramite il sottosegretario Gianni Letta, ha detto no, annunciano i democratici in una nota. “Se c’è un veto di Palazzo Chigi su Petruccioli, deve venire fuori. Non possiamo accollarci noi questa responsabilità», è stato il ragionamento dei vertici democratici, che hanno appreso con un certo fastidio le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, secondo cui ora il nome lo devono fare “i signori della sinistra”.

Gianfranco Fini: “Berlusconi al Colle? Un’ ipotesi”

 Il presidente della Camera, in una lunga intervista che “El Pais” pubblica in prima pagina, ha scattato un’ istantanea della vita politica italiana e della destra che rappresenta e ha affrontato con il quotidiano spagnolo tutti i temi più caldi attualmente sul terreno: dalle riforme alla legge sull’ immigrazione; dalle ronde dei cittadini alla crisi della sinistra: “Walter Veltroni ha salvato il Pd, perché senza di lui le elezioni sarebbero andate molto peggio. Ora il Pd è travagliato da gravi problemi, ma il sistema bipolare dei grandi blocchi, nel quale io credo, sta in piedi solo se il governo è forte e l’ opposizione anche”.

Il nuovo piano di Berlusconi: le licenze sostituite da perizie giurate di un tecnico

 Una norma che da sola sarebbe un volano enorme per l’ edilizia e le attività collegate. Berlusconi ha elaborato un piano in due fasi. Primo: una bozza di progetto di legge da smistare e far approvare a tutte le Regioni del centrodestra, in testa Veneto, Lombardia e Sicilia, per consentire di aumentare la cubatura delle abitazioni esistenti. Secondo: un provvedimento giuridico da varare in Consiglio dei ministri, che riformuli buona parte della normativa nazionale in materia, snellendo le procedure e modificando il rapporto fra imprese, cittadini e pubblica amministrazione in tema di costruzioni. Sta gestendo l’ idea con i suoi più stretti collaboratori, ha coinvolto nel progetto i ministri Tremonti, Sacconi, Matteoli, Fitto e Alfano. L’ intenzione è dare una scossa all’ economia che ricordi quella del Dopoguerra e consenta il rinnovamento edilizio del Paese. A Palazzo Chigi il Cavaliere non ha dato dettagli ma ha detto che “quando l’ edilizia va, tutto il resto va di conseguenza”.

Piano casa, no di Franceschini: il leader del Pd boccia la proposta di Berlusconi

 “C’ è assolutamente bisogno di far ripartire l’ economia e le imprese, rimettere in moto gli artigiani, perché gli italiani non avendo soldi non spendono più – ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini – . Ma la proposta del governo è senz’ altro uno sbaglio, una specie di cementificazione dell’ Italia e per di più campata in aria”. Per Franceschini si tratta di una proposta un po’ sulla luna perché “Berlusconi parla di aggiungere due, tre stanze alle ville e dimostra così di non sapere come vivono gli italiani che stanno in condomini al terzo o quarto piano, dove aggiungono le stanze sul pianerottolo”. Secondo il segretario del Pd perciò questo nuovo piano per l’ edilizia è pericolosissimo soprattutto in Italia perché “quello che ci rende unici nel mondo è il paesaggio, i nostri centri storici. Così, invece, si rovina il territorio, quindi la proposta è bocciata: è come se un paese arabo bruciasse il petrolio”.

Il nuovo piano di Berlusconi: liberalizzare l’ edilizia

“Il piano per l’ edilizia avrà effetti straordinari e non ci saranno abusi”. Silvio Berlusconi ne è convinto: “Se riparte l’ edilizia, riparte tutta l’ economia”. E per questo ha deciso che una delle mosse per dare nuova carica ad un sistema economico ingessato dalla crisi internazionale deve necessariamente passare per maggiori liberalizzazioni nel campo delle nuove costruzioni. Di qui la scelta di varare un piano ad hoc. L’ idea del premier ha subito fatto scattare più di un campanello di allarme tra chi considera l’ allentamento dei vincoli burocratici ipotizzato dal Cavaliere come una sorta di via libera alla deturpazione del paesaggio. Ma è stato lo stesso Berlusconi, nel corso di una pausa di shopping per le vie del centro di Roma, a parlare con i cronisti spiegando che il provvedimento sarà esaminato venerdì dal consiglio dei ministri, che questo avrà “effetti straordinari” ma che non ci saranno abusi.

Il ministro Brunetta: pensioni, la soluzione è vicina

 La riforma delle pensioni, con un innalzamento graduale fino a 65 anni dell’ età pensionabile per le donne, sembra ormai in dirittura d’ arrivo. A fare chiarezza sul tema è stato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. “Nell’ arco di qualche settimana – ha puntualizzato Brunetta – l’ Italia troverà un percorso per la soluzione sulle pensioni delle donne nel pubblico impiego e sarà con tutta probabilità un adeguamento flessibile e progressivo nell’ arco di un decennio”. Con questa soluzione Brunetta punta ad andare incontro in modo morbido alla sentenza della Corte di Giustizia Ue, secondo cui l’ Italia deve innalzare l’ età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a 65 anni. Brunetta cerca la soluzione più equa possibile, visto che, dice il ministro, “la donna è già discriminata sul posto di lavoro, viene discriminata se fa un figlio, fa meno carriera e più lavori. Per tutta ricompensa viene mandata prima in pensione, con un assegno più basso e le si chiede di curare i genitori anziani o assistere i nipoti”.

Bersani. Tre progetti per salvarci dalla crisi

 Pierluigi Bersani, ex ministro nel governo Prodi, non dice no al piano casa di Berlusconi, ma avanza proposte alternative. «Il governo propone una via che può scardinare l’ Italia. Se il punto – col piano casa – è attivare il settore costruzioni ed edilizia, faccio una controproposta: attiviamo una sorta di tridente. Primo: i cantieri locali. Sbloccando un po’ di soldi per le grandi opere e mettendo un po’ di libertà al patto di stabilità dei Comuni, apriamo mille cantieri locali per manutenzione di scuole, strade, sovrappassi, rotonde, qualunque cosa ci sia da fare e che possa partire in sei mesi. Secondo: le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni. Potenziamole. Il governo le aveva stoppate e le ha comunque complicate, ma sono la prova che si può attivare l’ edilizia senza stravolgere le regole. Terzo: fare finalmente il piano casa pubblico. Questo governo ha bloccato soldi che avevano stanziato Prodi e Di Pietro, assieme alle Regioni: sono sempre lì, aspettano di essere investiti».