Silvio Berlusconi: “Per votare bastano i capigruppo”. Fini lo stoppa

 Il premier ha pensato di animare l’ assemblea dei parlamentari Pdl e aprire un nuovo fronte polemico con Gianfranco Fini. Per tutto il giorno, infatti, la riunione era andata avanti sonnolenta a discutere del nuovo partito che debutterà al congresso del 27 marzo. Alle cinque di pomeriggio è arrivato il Cavaliere: “Qualcuno qui ha il mal di pancia”, ha detto guardando alcuni deputati e senatori di An che devono ammainare la bandiera del loro partito e immergersi nel calderone del Popolo delle Libertà. Poi ha cercato di stringere il discorso perché bisognava tornare a Montecitorio dove si votava per la prima volta con le nuove regole delle impronte anti-pianisti: “Mi raccomando lavatevi bene i polpastrelli…”. La battuta è sembrata una stilettata al presidente della Camera, il quale ha voluto fortemente questo nuovo sistema di voto che nella maggioranza (e anche da parte di Berlusconi) è visto come un pericolo per la tenuta del governo. Spesso in aula sono molti gli assenti che finora si sono fatti coprire dai colleghi-pianisti.

Gianfranco Fini: “Berlusconi al Colle? Un’ ipotesi”

 Il presidente della Camera, in una lunga intervista che “El Pais” pubblica in prima pagina, ha scattato un’ istantanea della vita politica italiana e della destra che rappresenta e ha affrontato con il quotidiano spagnolo tutti i temi più caldi attualmente sul terreno: dalle riforme alla legge sull’ immigrazione; dalle ronde dei cittadini alla crisi della sinistra: “Walter Veltroni ha salvato il Pd, perché senza di lui le elezioni sarebbero andate molto peggio. Ora il Pd è travagliato da gravi problemi, ma il sistema bipolare dei grandi blocchi, nel quale io credo, sta in piedi solo se il governo è forte e l’ opposizione anche”.

Bersani. Tre progetti per salvarci dalla crisi

 Pierluigi Bersani, ex ministro nel governo Prodi, non dice no al piano casa di Berlusconi, ma avanza proposte alternative. «Il governo propone una via che può scardinare l’ Italia. Se il punto – col piano casa – è attivare il settore costruzioni ed edilizia, faccio una controproposta: attiviamo una sorta di tridente. Primo: i cantieri locali. Sbloccando un po’ di soldi per le grandi opere e mettendo un po’ di libertà al patto di stabilità dei Comuni, apriamo mille cantieri locali per manutenzione di scuole, strade, sovrappassi, rotonde, qualunque cosa ci sia da fare e che possa partire in sei mesi. Secondo: le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni. Potenziamole. Il governo le aveva stoppate e le ha comunque complicate, ma sono la prova che si può attivare l’ edilizia senza stravolgere le regole. Terzo: fare finalmente il piano casa pubblico. Questo governo ha bloccato soldi che avevano stanziato Prodi e Di Pietro, assieme alle Regioni: sono sempre lì, aspettano di essere investiti».

Umberto Bossi mette i paletti agli aiuti alle banche

 Perfetta sintonia sulle banche tra il ministro delle Riforme e il responsabile dell’ Economia. Bossi è d’ accordo per gli aiuti a condizione che servano alle imprese. Anche per Tremonti è necessario un sistema di controllo: “Non salveremo i banchieri falliti, ma le famiglie”, dice. Intanto è in programma per mercoledì prossimo l’ incontro tra il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, e i prefetti per l’ istituzione degli Osservatori periferici per il controllo del credito. “Lo Stato incoraggia e tutela il risparmio, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Tremonti cita testualmente l’ articolo 47 della Costituzione, parlando a proposito del provvedimento per l’ istituzione dei bond patrimoniali a favore delle banche.

Casini: riserve sulla politica del nuovo segretario del Pd

 Pier Ferdinando Casini può essere considerato un osservatore imparziale visto che occupa quel segmento elettorale che divide il Pdl e il Pd. Egli nutre più di una riserva sulla politica del nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini. E ne spiega i motivi. Casini è convinto che quelli del Pd pensino che, se si arrivasse alla rivolta sociale, Berlusconi sarebbe spazzato via, ma si sbagliano, dice, perché un’ ondata del genere spazzerebbe via l’ intera classe politica e Casini, D’ Alema, Franceschini sono parte della classe politica come, se non più, di Berlusconi. A parte il battage mediatico, sembra che il “rimedio” Franceschini serva a poco. L’ ultimo sondaggio arrivato lunedì sulla scrivania di Berlusconi è impietoso. Si tratta di quei sondaggi che hanno centrato le previsioni nelle due ultime elezioni politiche e quest’ ultimo assegna al Pdl quasi il doppio dei voti del Pd: il partito del Cavaliere è al 42% (il premier ha un indice di gradimento del 64%), quello di Franceschini è al 22%.

Silvio Berlusconi: “l’ assegno per i disoccupati sarebbe una licenza a licenziare”

 Il governo boccia la proposta del Pd di un fondo attraverso cui erogare sussidi per coloro che perdono il lavoro a causa della crisi economica, ma il premier illustra i motivi della sua contrarietà all’ assegno di disoccupazione e lo definisce una misura che equivarrebbe alla “libertà di licenziare”. Le aziende, cioè, in presenza di un “ombrello” protettivo garantito dal governo, potrebbero affrontare con maggiore leggerezza i ridimensionamenti dei propri organici in un periodo non particolarmente facile. A questo proposito, tuttavia, il capo del Pdl ha spiegato che la crisi esiste, ma è vissuta sui media in maniera più drammatica della realtà. “Considero dannoso, dice, che i media continuino a presentare la crisi come qualcosa di definitivo e tragico. È una crisi pesante, ma l’ aggettivo tragico è esagerato”.

Le famiglie non giocano più: promesse non mantenute hanno spento entusiasmo e fiducia

 “Oltre che sul nucleare il premier Berlusconi avrebbe fatto bene ad accordarsi con Sarkozy anche sulle politiche di sostegno alla famiglia che vedono la Francia molto più avanti. Nessun paese in assoluto riserva ai nuclei un trattamento di favore come quello applicato dai nostri dirimpettai”. Così dice Paola Soave, vice presidente del Forum delle associazioni familiari, che con numeri alla mano dimostra i vantaggi tributari che quel paese riserva alla famiglia. In Francia una famiglia di quattro persone, con coniuge e due figli a carico e un unico reddito di 25.000 euro, non paga praticamente nessuna imposta, appena 52 euro. Insomma, sul quoziente famiglia non c’ è partita. Anche perché qui da noi il quoziente famiglia si è smarrito per strada, in modo del tutto incomprensibile e irragionevole a nostri occhi.

Crisi al vertice Ue: “Nessun piano per l’ Est, ma nessun Paese verrà abbandonato”

 Con un appello all’ unità dell’ Unione europea, il premier ceco, Mirek Topolanek, presidente di turno dell’ Ue, cerca di evitare che il vertice straordinario europeo dei 27 capi di Stato e di governo, convocato per oggi allo scopo di arrivare a regolamentare la finanza continentale, possa naufragare prima del previsto. L’ appello è accorato: “L’ Europa supererà la crisi solo se agiremo insieme”. In effetti, il rischio spaccatura è reale. Perché 9 Paesi dell’ Est, tra cui Ungheria e Lettonia, che sono al limite della bancarotta, salvati in extremis dalle istituzioni finanziarie, si riuniranno, per iniziativa del premier polacco Donald Tusk, prima che abbia luogo il summit internazionale. La preoccupazione dei vertici europei per una divisione tra Est e Ovest è grande.

Berlusconi stoppa l’ assegno anti crisi

 Reduce dal vertice europeo sulla crisi. il premier stoppa la proposta di un assegno mensile a chi è rimasto senza lavoro fatta dal segretario del Pd, Dario Franceschini. Il rifiuto di Berlusconi arriva senza troppi giri di parole: “Il costo equivarrebbe ad oltre un punto e mezzo di Pil, non è sostenibile per le finanze pubbliche: una scelta del genere innalzerebbe il debito pubblico, cosa che non possiamo fare per i vincoli di Maastricht”. Franceschini, a sua volta, suggerisce che le risorse per l’ assegno si possono ricavare dal taglio della spesa pubblica nello spreco. ma soprattutto dall’ evasione fiscale”. Dello stesso parere Cesare Damiano, fresco di nomina alla guida del settore Lavoro del Pd: “Il governo sbaglia a sottovalutare la proposta del segretario. È sconcertante l’ atteggiamento di supponenza di alcuni ministri che sono stati generosi nel togliere l’ Ici sulla prima casa a chi percepisce alti redditi, con un costo di 3 miliardi di euro, e molto avari quando si tratta degli ammortizzatori sociali. Come mai del debito pubblico ci si ricorda soltanto quando si tratta di aiutare i più deboli?”.

Ronde per la sicurezza. Maroni: “No ai dilettanti”

 Nelle ronde non ci saranno dilettanti allo sbaraglio, ma verrà attuato un controllo fortissimo da parte degli organi di polizia su chi vi partecipa. Mentre Vaticano ed opposizione continuano ad attaccare la novità introdotta dal decreto legge sulla sicurezza, il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, tiene duro. Chi è “contro la proposta del Governo – sostiene Maroni – è a favore della ronda “fai da te”. Questo bisogna dirlo con grande chiarezza. E bisogna svelare l’ ipocrisia di chi vuole essere per la legalità e chi invece sostiene o favorisce iniziative che sono al di fuori di ogni controllo”. Per mettere a punto le caratteristiche che devono avere le associazioni di volontariato per la sicurezza, il ministro si è “procurato le delibere e i regolamenti più significativi delle città che già utilizzano questo sistema, tra cui Verona”.