Censura su Internet: in Cina, ma non solo. Rischio anche in Occidente

 Campagna dell’ organizzazione internazionale Reporter senza Frontiere: Cina in testa ma anche Australia e Corea del Sud esercitano un controllo rigido sulla comunicazione via web. Un tasto speciale, “ctrl”, ovvero “control”, riprodotto in maniera ossessiva su tutta la tastiera del computer. Reporter senza Frontiere presenta con questa immagine la nuova campagna contro la censura su Internet. Il “controllo” è quello totale e assoluto esercitato dai regimi dittatoriali sulle informazioni circolanti in rete. Ma, secondo quanto denuncia l’ organizzazione internazionale per la difesa della, anche alcuni paesi democratici hanno adottato misure preoccupanti. Per questo Rsf, oltre a denunciare le gravissime violazioni della libertà da parte dei dodici “nemici di Internet” (Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam), ha deciso di mettere “sotto vigilanza” altri undici governi, nel timore che gli abusi si possano estendere in altre aree del mondo.

Estero. Obama: oltre la politica, le lettere dei bambini

 Le guerre, la crisi, l’ ambiente, l’ immigrazione. Ma anche una lunga lista di desideri impossibili e curiosi. “Meno compiti, pace nel mondo, gelati per tutti”. Una Ong ha raccolto 826 lettere scritte da piccoli americani al nuovo presidente degli Stati Uniti. Il risultato è un libro da Mario Calabresi, corrispondente di Repubblica. Ne citiamo qualcuna.

Staminali, la svolta di Obama: “Via i limiti alla ricerca”

 Si apre una nuova era per la ricerca sulle staminali negli Stati Uniti. Il presidente americano Barack Obama ha rimosso i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, decisi nel 2001 dal suo predecessore George W. Bush e ribaditi in un ordine presidenziale il 20 giugno 2007. Ribadendo, nello stesso tempo, un fermo no alla clonazione umana per fini riproduttivi. Una decisione che trova la ferma contrarietà della Chiesa. “L’ America guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire” ha detto Obama, annunciando la decisione nel corso di una cerimonia alla Casa Bianca. “Ma il nostro governo non aprirà la porta all’ uso della clonazione per la riproduzione umana. È pericoloso, profondamente sbagliato, e non ha un posto nella nostra società, o in alcuna società”.

Estero. Braccio di ferro Iran – Usa: gli ayatollah iraniani contro Obama

 Duro attacco del leader supremo iraniano, l’ ayatollah Ali Khamenei, all’ indirizzo di Barack Obama, accusato di non rispettare le promesse di cambiamento e comportarsi come i suoi predecessori nel conflitto tra israeliani e palestinesi. Con un bellicoso discorso d’ apertura alla Conferenza internazionale sulla Palestina voluta dal regime di Teheran, Khamenei ha detto che Obama è avviato sulla stessa strada sbagliata di George W. Bush nel suo appoggio a Israele e ha definito lo stato ebraico un “tumore canceroso”. “Anche il nuovo presidente dell’ America, arrivato al potere con slogan che promettevano il cambiamento delle politiche di Bush, sta difendendo il terrorismo di Stato parlando di impegno incondizionato per la difesa di Israele”, ha attaccato l’ ultra – conservatore Khamenei, l’ uomo più potente nel regime degli ayatollah.

Conflitto Israele – Palestina: Hillary Clinton a Gerusalemme. Incontri con Peree, Netanyahu e Livni

 Israele e Palestina devono essere due stati: secondo Hillary Clinton, segretario di Stato Usa, è questa la soluzione al conflitto. Lo ha sottolineato in una conferenza stampa a Gerusalemme, definendo quella dei due Stati una soluzione inevitabile. “Gli Stati Uniti vogliono arrivare a una soluzione del conflitto israelo – palestinese secondo la formula dei due Stati, israeliano e palestinese. L’ Amministrazione Obama perseguirà con forza l’ obiettivo della creazione di uno Stato palestinese. Gli Stati Uniti invieranno due alti funzionari americani in Siria per colloqui: un rappresentante del Dipartimento di Stato ed uno della Casa Bianca per esaminare con la Siria questioni bilaterali”, ha detto la Clinton durante la conferenza stampa con la collega israeliana Tzipi Livni.

Piano anticrisi: Obama dichiara guerra alle lobby

 “Il sistema attuale può funzionare per gli interessi dei potenti che hanno governato Washington troppo a lungo. Ma io lavoro per il popolo americano”, ha detto il presidente americano Barack Obama nel suo intervento settimanale alla radio e su internet, nel corso del quale ha ribadito che la sua finanziaria – una manovra economica da 3.600 milioni di dollari – potrà aiutare milioni di americani, ma solo se il Congresso supererà la resistenza delle lobby che cercano di influenzare i deputati. “So che questi progetti si scontrano con gli interessi particolari e con i lobbisti che fanno business alla vecchia maniera e so che si stanno preparando a combattere, ha detto ancora Obama, e il messaggio che invio loro è questo: Anche io».

Per rilanciare l’ economia Obama promette: “Lotterò per il mio progetto di bilancio”

 Affonda il Pil Usa nel quarto trimestre 2008, rivisto al ribasso rispetto alla precedente stima, passando da una contrazione del 3,8% a un calo del 6,2%. Il dato risulta peggiore anche rispetto alle attese degli analisti che avevano stimato un ribasso del 5,2%. E il presidente americano Barack Obama ha assicurato che lotterà (contro le prevedibili lobbies) per mantenere le promesse fatte riguardo al suo progetto di bilancio, che spazia dagli investimenti per l’ energia pulita all’ assistenza sanitaria, dichiarando che farà di tutto per portare avanti le misure al Congresso.

Barack Obama: un piano per rilanciare l’ economia

 Per Obama è la prima, grande scommessa. Per giocarla, chiederà il voto dei leader del Partito Repubblicano per quel pacchetto da 825 miliardi di dollari con il quale il presidente spera di evitare il baratro della recessione e rilanciare l’ economia statunitense. Il consenso dei rappresentanti del Grand Old Party non è indispensabile: i democratici hanno la maggioranza assoluta alla Camera dei Rappresentati e al Senato. Potrebbero fare passare il provvedimento senza preoccuparsi dei voti repubblicani. Ma Barack Obama vuole che i primi passi della sua amministrazione, specialmente su un terreno così delicato come quello economico, siano all’ insegna dello spirito bipartisan e ottengano il massimo del gradimento anche da parte dell’ opposizione.