L’ appello del Quirinale. Napolitano perplesso per i ritardi dei lavori per l’ Unità d’ Italia

 Il governo si muove, dopo il richiamo del capo dello Stato, che chiede di recuperare in fretta i ritardi per il centocinquantesimo anniversario dell’ Unità d’Italia. Il Capo dello Stato: “Ho scritto una lettera al governo, attendo risposte”.

Il richiamo del Capo dello Stato sui tempi stretti per la preparazione delle celebrazioni dei 150 dell’ Unità d’ Italia, previste per il 2011, non è caduto nel vuoto: lo assicurano diversi esponenti del governo, a cominciare dai ministri La Russa e Matteoli. Mentre prendono le distanze alcuni esponenti della Lega. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso le sue preoccupazioni in un colloquio con il quotidiano La Stampa: “Siamo a fine agosto, la scadenza comincia a non essere lontana e se in autunno non si accelera i tempi sono stretti”, ha detto il Capo dello Stato.

Napolitano ha anche rivelato di aver inviato qualche settimana fa una lettera su questo tema al governo, “per conoscere gli intendimenti e gli impegni dell’ esecutivo per le celebrazioni del centocinquantenario”, una lettera che attende ancora risposta. Anche se è stato annunciato che, nel prossimo Consiglio dei ministri, il ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi illustrerà i progetti per le celebrazioni. “Magari interverrò allora – ha concluso Napolitano – sulla base di quello che verrà o non verrà fuori”.

Il tema è diventato particolarmente complesso in seguito alle recenti polemiche sui simboli dell’ unità d’ Italia e della stessa Repubblica, per via delle contestazioni della Lega. Ma pesa anche il silenzio del governo: “Attendo – ha detto Napolitano alla Stampa – una risposta ormai improrogabile dal governo, affiché chiarisca i suoi intendimenti e i programmi in vista del nostro anniversario”.

Le gabbie salariali vanno fatte. Proviamo a dire perché

 La necessità di commisurare il reddito dei lavoratori al costo della vita delle loro comunità non dovrebbe apparire uno scandalo, ma potrebbe, anzi, essere il segno di una grande riscossa delle regioni meridionali, qualunque cosa ne pensi il Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che, evidentemente, non ha compreso lo spirito del federalismo.

Il mondo del lavoro con il quale ho modo di confrontarmi più direttamente è, per ovvie ragioni, quello dell’ agricoltura. Ebbene, il contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti, che è stato firmato il 6 luglio 2006, prevede la possibilità di ulteriori contrattazioni a livello provinciale.

Infatti a seguire sono stati firmati ulteriori contratti su base provinciale che normano la parte retributiva a partire dai minimi nazionali. Si tratta di 365.000 lavoratori dipendenti. Dunque una retribuzione diversa tra le varie zone del Paese esiste già, e non solo nel settore agricolo. La Lega vuole razionalizzarla. E con gli altri alleati di governo lo farà.

Del resto le riforme federaliste fin qui approvate sono state, in modi diversi, condivise da una larga maggioranza. Ricordo che il Partito Democratico si è astenuto sul federalismo fiscale.

Il presidente del Consiglio: “A settembre termineremo la riforma del processo penale”

 Così, in una intervista al Gr Rai, ha affermato Silvio Berlusconi, che traccia un bilancio dei primi 14 mesi di governo e indica gli obiettivi prioritari per l’ esecutivo. “Fino ad oggi, abbiamo avuto risultati concretissimi di cui siamo veramente orgogliosi. Per quanto riguarda la ripresa, continueremo la realizzazione delle case ai trentamila sfollati de L’ Aquila, apriremo molti cantieri per le opere pubbliche sia a Nord che al Sud, aumenteremo la difesa dei cittadini contro la criminalità singola e organizzata anche con l’ utilizzo delle forze armate, metteremo a punto il piano per il Sud che chiede maggiori infrastrutture, fiscalità di vantaggio, misure per il turismo”.

Entrando nel dettaglio su alcuni temi particolarmente caldi in questi giorni: “Sulla Rai ho avuto modo di dire quello che pensano la maggioranza degli italiani e cioè che è inaccettabile che la televisione pubblica, che è pagata con i soldi di tutti, sia l’ unica tv pubblica ad essere sempre contro il governo” ha detto Berlusconi, tornando ad affrontare la questione dell’ informazione fornita, che, a parere del premier, ha costantemente un orientamento critico nei riguardi dei governi di centro destra, riferendosi in particolare alle affermazioni fatte sul Tg3 venerdì passato nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi: “L’Italia è prima nella ripresa, la Rai non mi può attaccare”

 Il presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, garantisce che l’ Italia sta lavorando al massimo per uscire dalla crisi e attacca la tv di Stato che, dice, “attacca il governo con i soldi di tutti. Siamo maggioranza, non vogliamo fare quello che ha fatto la sinistra quando era al Governo e la Rai continuava ad attaccare l’ allora opposizione. C’ è una sinistra che attacca l’ avversario, e una maggioranza democratica che non attacca la sinistra. Il mandato che vorrei per la Rai è che faccia il servizio pubblico”.

La risposta, a strettissimo giro di posta, arriva dal Pd. Nel “nostro paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile” dice Merlo in una nota. “Se i Tg della Rai, tutti compresi, devono obbligatoriamente tessere l’ elogio del governo e di chi sta in maggioranza, cessano le ragioni dell’ esistenza stessa”.

Ma il Berlusconi attacca anche Paolo Guzzanti, che aveva parlato di intercettazioni piccanti. “È infondato e vergognoso: non ci sono mai state telefonate, né intercettazioni, come può dimostrare la magistratura, c’ è solo la vergogna per chi mette in circolo certe cose». E sull’ intervista della figlia Barbara, che auspica più sobrietà per la politica, dice: “Suo papà non ha nulla di cui vergognarsi e di cui scusarsi, nemmeno con i propri familiari”.

Berlusconi nega che il Pdl abbia bisogno di un cambio ai vertici e promuove il primo anno del governo: “La maggioranza è coesa e forte. Il governo sarà un governo forte che durerà per i prossimi quattro anni. C’ è chi ha cercato di metterci in difficoltà, ma il presidente del Consiglio non ha scheletri nell’ armadio, non è ricattabile da nessuno e non si lascia demoralizzare da nessuno e da nulla”.

Manovra estiva. Il decreto anticrisi è diventato legge

 Il Senato ha convertito definitivamente in legge il decreto anticrisi con 166 voti a favore, 109 contro e nessun astenuto. Il governo ha varato il nuovo decreto che contiene le correzioni al testo su Corte dei Conti, ministero dell’ Ambiente e scudo fiscale.

La tassa sull’ oro resta invece confermata: il prelievo del 6% sulle plusvalenze (cioè sul ricavato) delle riserve auree della Banca d’ Italia e degli altri istituti di credito è ancora lì, nonostante le obiezioni di Palazzo Koch e i dubbi di Giorgio Napolitano.

Tuttavia, subito dopo la conclusione del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi ha fatto alcune precisazioni riguardo alla norma: il prelievo si potrà eseguire solo con il parere favorevole della Banca Centrale Europea e l’ assenso di Bankitalia. Altrimenti la norma non potrà essere applicata. Dunque non ci sarà nessun prelievo forzoso sull’ oro conservato nel caveau di Via Nazionale.

“È evidente – dice il presidente del Consiglio – che, nella lettera e nello spirito, la norma è pienamente rispettosa dell’ indipendenza istituzionale e finanziaria della Banca d’ Italia e del tutto coerente con i principi del Trattato e del sistema europeo delle Banche Centrali”.

Silvio Berlusconi impone una tregua per il Piano Sud

 “Viviamo un divario profondo nel Paese e la svolta che chiediamo ancora non la vedo, sebbene molti ne parlino”. Il dossier Sud è ancora aperto, almeno per il presidente della Regione Sicilia Lombardo. E il leader Mpa prosegue nella sua azione di pressing sul governo: “La svolta? Il presidente del Consiglio se l’ è intestata, ha dato rassicurazioni e, come dire, non vedo l’ ora di prendere atto di questa svolta virtuosa”.

Intanto è iniziato a Palazzo Grazioli il vertice di governo che dovrà cominciare a definire i contorni del Piano per il Sud annunciato la scorsa settimana dal presidente del Consiglio Berlusconi. Nella residenza romana del premier sono presenti il ministro dell’ Economia, Tremonti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e i ministri degli Affari regionali Fitto, dello Sviluppo economico Scajola, delle Infrastrutture Matteoli oltre al ministro della Giustizia, il siciliano Angelino Alfano. Assente invece il ministro dell’ Ambiente, anche lei siciliana, Stefania Prestigiacomo perché pare che nessuno l’ abbia invitata.

La Lega contraria ai fondi per il Sud: troppo “piagnone” per Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture

 Berlusconi ha fatto sapere che il governo si appresta a destinare più fondi al Sud, e la maggioranza continua ad agitarsi per la questione meridionale e la possibile nascita di nuovi movimenti politici con una specifica connotazione territoriale. La Lega è contraria e con il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, accusa il Sud di essere troppo piagnone.

“Ben venga una Lega del Sud, ma non credo che i meridionali si possano lamentare. C’ è una questione: devono imparare anche loro a fare le opere come le facciamo noi”. Dal governo Matteoli afferma intanto di avere la coscienza tranquilla “perchè al Ministero delle infrastrutture abbiamo fatto la migliore operazione possibile”. Il ministro sottolinea che “non poco è stato fatto da questo governo per il Sud. Bastano i fatti per contestare queste affermazioni. Mi permetto di replicare che il Sud non è solo la Sicilia e che non si può ridurre tutto al ponte sullo Stretto”.

L’ Mpa di Lombardo saluta positivamente l’ annuncio di Berlusconi ma incalza l’ esecutivo: “Dopo le parole attendiamo che il governo passi ai fatti. Ci aspettiamo che provveda rapidamente al reintegro dei fondi Fas e all’ effettivo varo di un piano straordinario per il Sud”, afferma Arturo Iannaccone, parlamentare e responsabile nazionale del dipartimento welfare e sanità del Mpa.

“La creazione di un dicastero per il Mezzogiorno – aggiunge – costruirebbe un segnale importante e potrebbe consentire di coordinare meglio le misure che si andranno ad adottare a sostegno dell’ economia meridionale”. Ma l’ ipotesi di un ministero ad hoc non convince tutti iribelli.

Afghanistan, un nuovo handicap del governo. Umberto Bossi: “Sarebbe opportuno tornare a casa”

 E quindi, mentre la Lega chiede il ritiro delle truppe, il Pdl parla di una presenza “irrinunciabile” dei soldati italiani a Kabul. Calderoli chiede di ragionare sulla missione in Afghanistan, pur andando avanti fino in fondo, e di lasciare Libano e Balcani.

“Sull’ Afghanistan – dice il ministro – la stragrande maggioranza degli italiani la pensa come Bossi. Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perchè la democrazia non si esporta e non si impone». In un’ intervista a Repubblica, l’ esponente leghista ammette di essere stato un tempo interventista, ma di avere fatto poi il mea culpa.

Arriva con La Russa la risposta del Pdl. “La presenza dei nostri militari in Afghanistan è imprescindibile. Lasceremo il Paese solo quando saranno garantite le condizioni di sicurezza, dice il ministro della Difesa. Il governo non pensa né può pensare al ritiro della missione. E le parole di un ministro di peso come Umberto Bossi (io li porterei a casa tutti) sono state dettate da uno slancio affettivo, un sentimento paterno”.

Frattini sottolinea come in Afghanistan servono elezioni credibili, e quindi con una reale partecipazione del popolo afghano. Quanto alla situazione nel Paese, il ministro ha aggiunto che “è noto che i nemici della democrazia cercheranno di colpire maggiormente durante il periodo di preparazione del voto. Tuttavia, continueremo a lavorare in Afghanistan per la sicurezza anche dell’ Italia e di Calderoli”.

Ma le affermazioni del leader della Lega e di Calderoli mettono in difficoltà il governo. Sia perché per la prima volta mostrano possibilità di spaccature sulle missioni militari all’ estero, sia perchè scoprono il fianco all’ opposizione: il Partito democratico invoca sicurezza per i militari e l’ Italia dei valori chiede di ridiscutere in Parlamento il senso della missione.

La manovra estiva del governo supera la prova della Camera fra molte polemiche

 Protesta l’ opposizione per il primo via libera del Parlamento al nuovo pacchetto di misure anti – crisi. L’ Mpa lascia l’ Aula in segno di protesta contro la politica per il Sud, Dario Franceschini attacca il ricorso alla fiducia: “È un abuso, uno svuotamento del sistema parlamentare”. Dure le critiche da Idv e Udc sia alla fiducia sia ai contenuti del provvedimento piovono.

Il decreto andrà al Senato dove dovrebbe essere ulteriormente ritoccato sul ruolo del ministero dell’ Ambiente sull’ energia, come chiesto dal ministro Stefania Prestigiacomo. Per il disco verde definitivo, quindi, bisognerà attendere la prima settimana di agosto quando le novità saranno finalmente legge dopo un ritorno a Montecitorio.

Molte le misure introdotte nel passaggio alla Camera. Modifiche che arricchiscono un testo già di per sé corposo. Tra le principali novità delle commissioni e del maxiemendamento per l’ Aula, l’ introduzione dello scudo fiscale – ter, la miniriforma delle pensioni con l’ allungamento dell’ età di pensionamento delle donne nel pubblico impiego, la regolarizzazione di colf e badanti, la moratoria sui debiti delle Pmi, gli sgravi alle imprese per il rafforzamento patrimoniale, e le modifiche alla golden tax e la Tremonti – ter.

Numerose anche le misure contenute nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri lo scorso 26 giugno: bonus alle imprese che non licenziano alla proroga per gli sfratti, nuovo rinvio per la class action, aumento dei rimborsi per i piccoli azionisti e obbligazionisti Alitalia, norme sul massimo scoperto, velocizzazione dei pagamenti della P.A. e la stretta sulle compensazioni Iva.

Verso un maxiemendamento al decreto anticrisi. Fini: “Lo valuteremo”

 Il governo porrà la fiducia su un maxiemendamento al decreto anticrisi. Il testo messo a punto dal governo è stato presentato ed è al vaglio della presidenza della Camera per l’ ammissibilità, mentre già circola una bozza che contiene modifiche sulle riserve auree, che elimina la sanatoria sulle slot machine e le modifiche al testo originario sulle banche.

I deputati hanno deciso ieri mattina di interrompere in anticipo il dibattito generale e iniziare la discussione sul complesso degli emendamenti per accelerare i tempi, visto che il passaggio parlamentare del dl 78 si sta confermando piuttosto complicato. Il vaglio che attende il maxiemendamento sarà molto rigido da parte del presidente della Camera Gianfranco Fini che anche stamani ha ribadito l’ intenzione di sottoporre l’ eventuale maxiemendamento a un rigoroso e attento esame. Nel caso Fini bocciasse alcune delle richieste, l’ esecutivo potrebbe solo introdurre le modifiche in Senato, ma si prospetterebbe per Montecitorio una terza lettura agostana.