Estero. Washington: incontro di Barack Obama e il leader dell’ Anp, Abu Mazen

di isayblog4 20 views0

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“Basta violenze contro lo Stato ebraico. Ma stop all’ espansione in Cisgiordania”. Il presidente Usa rilancia l’ avvertimento degli Stati Uniti a Israele perché interrompa l’ espansione degli insediamenti in Cisgiordania, ma nello stesso tempo ammonisce i palestinesi a non tollerare alcun ricorso alla violenza. In un incontro alla Casa Bianca con il presidente dell’ Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, Obama si è detto comunque fiducioso sul futuro del processo di pace e sull’ accettazione da parte di Israele della soluzione dei due Stati.

Il presidente americano ha respinto l’ idea di fissare qualsiasi “calendario artificiale” per il cammino del processo di pace, sottolineando però la necessità di non sprecare tempo. Un’ esigenza ribadita anche da Abu Mazen, che alla Casa Bianca ha ribadito l’ impegno palestinese a rispettare gli obblighi previsti dalla Road Map per il Medio Oriente.

L’ incontro è avvenuto in un periodo di sforzi americani nel tentativo di far ripartire il processo di pace in Medio Oriente, ormai in stallo da mesi, e sullo sfondo di una insolita tensione tra Stati Uniti e Israele. Il colloquio di dieci giorni fa alla Casa Bianca tra Obama e il nuovo premier israeliano Benjamin Netanyahu, il primo tra i due leader, ha mostrato infatti un ampio solco nelle posizioni di Washington e Tel Aviv sulla questione dei due Stati e su quella dello stop agli insediamenti ebraici in Cisgiordania.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha sottolineato che l’ accettazione israeliana dei due Stati e il blocco immediato degli insediamenti costituiscono le condizioni indispensabili per poter riavviare i colloqui di pace, di fatto interrotti dal dicembre scorso.

Obama ha fatto della pace in Medio Oriente un problema ad alta priorità del suo mandato alla Casa Bianca e fin dal primo giorno nello Studio Ovale, con una serie di telefonate ai leader della regione, ha mostrato di voler passare dalle parole ai fatti.

“Credo fortemente nella soluzione dei due Stati”, ha detto al termine dell’ incontro con Abu Mazen, facendo pressioni su Israele sul tema degli insediamenti all’ indomani di una presa di posizione analoga del segretario di Stato Hillary Clinton.

Le dichiarazioni della Clinton sulla necessità di bloccare subito “ogni tipo” di nuovo insediamento, avevano però ricevuto nel giro di poche ore una secca replica da Tel Aviv. Secondo le autorità israeliane il futuro degli insediamenti dovrà essere deciso al tavolo dei negoziati e nel frattempo “bisogna assicurare normali condizioni di vita” alle colonie israeliane consentendo cioè la “crescita naturale” di questi nuclei.

Il presidente Obama ha avviato un’ ampia revisione della politica americana sul Medio Oriente e ha programmato un’ ampia serie di contatti: oltre ai colloqui con Netanyahu e Abu Mazen, vedrà la prossima settimana a Riad il sovrano saudita Abdullah e al Cairo il presidente egiziano Hosni Mubarak. Previsto anche un colloquio tra Abu Mazen e Mubarak a pochi giorni dall’ atteso discorso al mondo islamico che Obama pronuncerà il 4 giugno prossimo nella capitale egiziana. Un discorso, ha detto Obama, che servirà a rafforzare il dialogo tra gli Usa e il mondo musulmano.

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