Gianfranco Fini per il referendum: “Io vado certamente a votare. E auspico che gli italiani facciano altrettanto”

 “Quando Berlusconi decide una cosa è quella: il Pdl non conta nulla e ancora meno Fini che continua con questa menata del governo a trazione leghista”. Era il ministro leghista Calderoli a fare queste considerazioni, mentre i suoi compagni di partito Giorgietti e Salvini ridevano, pregustando l’ apoteosi della Lega alla manifestazione di Pontida del 14 giugno.

Il Cavaliere non ha avuto bisogno di riunire nessun organo del Pdl per decidere che il referendum elettorale è una roba archiviata. Lo ha deciso con Bossi e in una nota di Palazzo Chigi ha scritto che non appare opportuno un sostegno diretto al referendum del 21 giugno.

In cambio Bossi si impegnerà personalmente nei ballottaggi delle amministrative, senza avere più il timore di far scattare il quorum. Ma Fini non ci sta. “Io vado certamente a votare – è stata la reazione della terza carica dello Stato – e lo faccio convintamente. Ed è ovvio che auspico che gli italiani facciano altrettanto”.

Fini ha confidato ai suoi di essere sconcertato del dietrofront di Berlusconi che un mese fa aveva sposato la causa referendaria. Durante un viaggio a Varsavia, infatti, il premier aveva detto che sarebbe stato un masochista se non avesse votato. Visto che la vittoria del referendum porterebbe al bipartitismo, costringendo la Lega a presentarsi alle elezioni con il Pdl. Ciò che ha ulteriormente irritato Fini è che la decisione di Berlusconi non sia stata discussa nell’ ufficio di presidenza del partito.

Nel suo intervento al congresso fondativo del Pdl aveva invitato Berlusconi, che annuiva seduto in prima fila, a prendere una posizione chiara a favore del referendum. E il premier lo aveva accontentato, garantendo che tutte le decisioni sarebbero state prese in maniera collegiale, come si conviene in un partito democratico.

Riforma del Parlamento. Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi: due opinioni a confronto

 Ancora una volta il presidente della Camera ribadisce il suo punto di vista: “È una questione che non si pone, dice a proposito della possibilità di fare proposte di legge di iniziativa popolare, come annunciato dal premier, e sostiene che la strada indicata da Berlusconi, anche nel caso di argomenti da lui citati (come la riduzione del numero dei parlamentari), non produce da sé il risultato auspicato.

“Una proposta di legge di iniziativa popolare – spiega infatti Fini – non sostituisce il Parlamento. È una delle modalità previste dai costituenti per l’ avvio dell’ iter legislativo. Chi può dare il via a una legge? I cittadini, i parlamentari o il governo. Ma è sempre il Parlamento che decide”.

E poco dopo anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, interviene sulla questione: “Ci sono sono tante altre riforme da fare, con un Parlamento più snello si potrebbe procedere a passo più veloce. Il governo in un anno ha già riformato la scuola, ha tagliato migliaia di leggi inutili, ridotto sprechi e lentezze burocratiche, ha avviato un’ autentica rivoluzione nella pubblica amministrazione”.

Immigrazione. Ancora polemica tra l’ Italia e le Nazioni unite sui rimpatri dei clandestini

 Continua la polemica tra l’ Italia e le Nazioni unite sul tema dei rimpatri dei clandestini. Questa mattina l’ Alto commissariato Onu per i Rifugiati, Antonio Guterres, ha definito negativi e infondati i commenti rivolti all’ Unhcr e a singoli funzionari da un esponente del governo italiano.

“Attacchi immotivati e personali sono inaccettabili, ha scritto Guterres, non mutano e non muteranno l’ impegno dell’ Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria. L’ agenzia Onu ha una responsabilità globale nella protezione dei diritti dei rifugiati e per questo continueremo a esercitare questo mandato in Europa così come lo facciamo in altre parti del mondo”.

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa non sembra però cedere: il governo è compatto nel dire che l’ Unhcr sbaglia nel criticare l’ Italia sui riaccompagnamenti. “Comunque – ha aggiunto nel corso di una intervista radiofonica – concordo con il ministro degli Esteri nel dire che dobbiamo sempre rispettare gli organismi internazionali, anche quando sbagliano. In cosa sbaglia l’ Unhcr? Nel ritenere non adeguato il comportamento dell’ Italia in generale e, dico io, dei marinai italiani nel riaccompagnare in Libia i clandestini che vengono intercettati sui barconi”. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Dovremmo sforzarci di affrontare una questione così complessa e importante per la società italiana senza cadere nella tentazione di dare vita ad un confronto tutto finalizzato unicamente al voto europeo”.

Formigoni con Fini: “Sia, l’ Europa, la patria della sussidiarietà”

 L’ Europa come grande laboratorio della sussidiarietà portata a tutte le sue conseguenze operative. “Sussidiarietà vuol dire democrazia, diritti, libertà, ma anche efficienza”, ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, alla quarta edizione delle assise delle Regioni d’ Europa sulla sussidiarietà, svoltasi a Milano.

La Lombardia ha volutamente ospitato questa edizione del summit europeo per rilanciare con forza un messaggio, non a caso alla vigilia delle elezioni del Parlamento di Strasburgo: la governance dell’ Europa non può essere una burocrazia piramidale, ma una rete di soggetti in cui le persone, le identità territoriali, le associazioni, la società civile sono protagonisti dei processi democratici e decisionali.

La Regione Lombardia si è affermata in questi 14 anni di governi Formigoni come la regione della sussidiarietà per antonomasia, avendola applicata in numerosi settori, a cominciare da quello chiave della sanità con la sua storica riforma del ’97. Ma non era solo la Lombardia, oggi, a sostenere questo ruolo di spinta: accanto si è trovata le massime istituzioni nazionali: la Camera dei Deputati, con il presidente Gianfranco Fini; il Senato con la presidente della Commissione Affari costituzionali, Rossana Boldi; il Governo, con il ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi; il Comitato delle Regioni d’Europa, con il suo presidente Luc Van den Brande. Una linea alla fine fortemente condivisa dall’ assemblea che ha approvato una dichiarazione congiunta nella quale appunto si parla di centralità della persona, della sua espressione sociale, del suo diritto di iniziativa.

Fiducia e partecipazione
“La sussidiarietà – ha affermato il presidente Formigoni introducendo i lavori – è il principio sul quale la Regione imposta, da 14 anni, la propria politica. Sussidiarietà come una nuova idea di Stato, che supera la concezione dell’ esercizio del potere come controllo, per un nuovo modello ispirato alla fiducia e alla responsabilità di tutta la società civile: donne e uomini, singoli e associati che porta con sé istanze e ipotesi di soluzione e che non ha bisogno di concessioni ma di riconoscimento. Sussidiarietà, in questo senso, vuol dire anche più efficienza, non solo più libertà, democrazia e responsabilità”.

“Proprio perché riconosce e valorizza le competenze e le responsabilità di tutta la società civile – ha proseguito Formigoni – la sussidiarietà può essere un’ ottima risposta alla crisi in cui ci troviamo; può essere il migliore antidoto alla crisi di fiducia verso le istituzioni. Sfiducia e distanza confermata anche dalle recenti indagini che indicano un calo nella partecipazione al voto”.

Il messaggio di Napolitano per i 64 anni della Liberazione: “La Costituzione è fondamentale per tutti”

 “Il messaggio, l’ eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’ Italia, vive nella Costituzione, carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale”. Così il 25 aprile il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a ribadire il valore delle Festa della liberazione legata a quello della Costituzione.

Di fronte ai rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’ arma, e delle associazioni partigiane, il Capo dello Stato ha sottolineato che “nella Costituzione possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni ’43 – ’45, quanti ne hanno una diversa memoria ed esperienza personale o per giudizi acquisiti”.

Referendum. Il Pdl dice no all’ election day

 Berlusconi converge sulla posizione della Lega: niente accorpamento tra la consultazione sulla legge elettorale e le elezioni europee e amministrative. Il referendum sulla legge elettorale non si svolgerà insieme a amministrative e europee, ma il Pdl sonderà il Pd sulle date del 14 o 21 giugno. È l’ accordo raggiunto a Palazzo Grazioli tra i vertici del Pdl e della Lega.

Lasciando la riunione, i capigruppo Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, hanno spiegato che la maggioranza “chiederà una consultazione alle opposizioni per verificare se l’ ipotesi migliore per svolgere il referendum sia il 14 o il 21 di giugno. Se si vuole risparmiare, il 21 è l’ ipotesi più percorribile”.

Sulla “soluzione 21 giugno” c’ era stato un primo disco verde dal leghista Angelo Alessandri: “Abbiamo valutato con il segretario – dice ad Affaritaliani.it – diverse ipotesi e quella del 21 giugno ci sembra quella più congeniale, una buona soluzione per evitare di mandare la gente a votare tre volte di fila. Poi c’ è da guardare al discorso dei costi e ci ragioniamo”.

Apertura dai lumbard che Maurizio Gasparri aveva valorizzato subito: “È un chiaro segnale di distensione – dice il presidente dei senatori Pdl – che potrebbe presto sciogliere questo nodo ed avviare con la necessaria chiarezza e tranquillità la campagna elettorale”.

Ad ogni modo, Anna Finocchiaro ricordava che “non esiste un problema di incostituzionalità. Fa sinceramente sorridere che oggi la Lega, che non sempre ha avuto tanta sensibilità, si scopra così attenta alla nostra Costituzione e la tiri in ballo per dire no all’ election day”.

AnnoZero. L’ indignazione di Fini per una trasmissione televisiva che ha definito semplicemente indecente

 Il presidente della Camera Gianfranco Fini critica duramente l’ ultima puntata di Anno Zero di Santoro dedicata al sisma in Abruzzo. “L’ unica cosa stonata in questa tragedia – ha detto Fini, visitando la tendopoli di Villa Sant’ Angelo – è stata una trasmissione televisiva, voi sapete quale, semplicemente indecente. Non si può speculare sulla tragedia solamente per l’ indice di ascolto”.

A chi gli chiedeva come si potesse rispondere al problema del servizio pubblico, il presidente della Camera ha sottolineato: “Non spetta a me dirlo, io esprimo l’ indignazione profonda di tutti coloro che l’ hanno visto. Me l’ hanno detto tutti”, ha concluso Fini dopo aver anche ascoltato le storie dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime.

Berlusconi: “La crisi? Un virus americano”

 Per uscire dalla crisi, gli italiani devono avere voglia di reagire, di impegnarsi e magari lavorare anche di più, reagendo a questa influenza americana, a questo virus che viene dall’ America. È questo l’ invito del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il viaggio di prova della linea ad alta velocità sulla tratta Bologna – Firenze (il nuovo servizio dal 13 dicembre collegherà Milano con la capitale in tre ore).

La nascita del Pdl. Berlusconi: “È un traguardo storico”

 Il Cavaliere in un messaggio inviato al congresso di An letto da Denis Verdini alla platea della Fiera di Roma. Berlusconi ha voluto salutare uno per uno tutti gli iscritti di An. “Storico” è l’ aggettivo più ricorrente nel breve ma significativo messaggio che Silvio Berlusconi ha fatto pervenire al congresso di AN. Un aggettivo che serve a descrivere la portata della nascita ufficiale, con le Assise della prossima settimana, del partito unico del centrodestra.

Fini: “La norma su medici e clandestini non mi convince”

 Fini si è detto contrario anche alla norma che rende impossibile registrare un bambino nato da stranieri irregolari in Italia. «No a norme che ledono i diritti fondamentali dell’ uomo: i clandestini sono persone prima che irregolari”. Il presidente della Camera è molto critico rispetto al pacchetto sicurezza attualmente all’ esame di Montecitorio e già approvato dal Senato: “Dobbiamo stare attenti a non dare vita a provvedimenti che nei confronti degli stranieri ledano i diritti fondamentali della persona umana. In Italia ci deve stare chi ha il permesso di soggiorno – ha sottolineato Fini ospite di Porta a porta – ma il clandestino è una persona, con una dignità in quanto uomo che non può essere lesa”.