Strategie comuni per affrontare la crisi economica mondiale, presenza dei “Quattro Motori per l’Europa” a Expo 2015, creazione di una task force dei rappresentanti di Lombardia, Rhone Alpes, Baden – Wurttemberg e Catalogna e azione di lobby in sede di Unione europea. Queste le decisioni assunte durante l’ incontro a Palazzo Pirelli per il passaggio di presidenza dei “Quattro Motori per l’ Europa” dal Baden – Wurttemberg alla Regione Lombardia. Il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, durante l’ incontro era affiancato dall’ assessore all’ Industria, Pmi e Cooperazione, Romano La Russa, dal delegato per le relazioni internazionali, Robi Ronza, e dal delegato per i rapporti con gli Stati dell’ Unione europea, Claudio Morpurgo. Durante il passaggio di testimone della guida dei “Quattro Motori”, Formigoni si è confrontato con i presidenti del Baden – Wurttemberg, Gunther H. Oettinger con il presidente del Rhone Alpes, Jack Queyranne, e con il vice presidente della Catalogna, Josep-Lluìs Carod – Rovira.
Unione Europea
Polonia e Lombardia insieme contro la crisi
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha ricevuto sabato 28 febbraio, a Palazzo Pirelli, il presidente del Senato della Polonia, Bogdan Borusewicz. A fianco del presidente Formigoni, il delegato per le Relazioni internazionali, Robi Ronza, e il delegato per i Rapporti con gli Stati dell’ Unione europea, Claudio Morpurgo. Con il presidente del Senato polacco, anche i senatori Stanislaw Zajac, Jan Wyrowinski e Marek Trzcinski. All’ incontro erano presenti anche l’ ambasciatore polacco a Roma, Jerzy Chmielewski, e il neo console generale a Milano, Krzysztof Strzalka. Con la Polonia la Lombardia ha una forte collaborazione e due protocolli d’ intesa siglati col Voivodato di Slark e con il Voivodato di Masovia. La Lombardia è la regione italiana più grande, più industrializzata e più agricola d’ Italia e ha un tessuto di piccole e medie imprese di quasi 900.000 unità molto vivace e tecnologico.
Ronchi: Grazie ad accordo UE sul clima, salvaguardati i lavoratori italiani
“L’accordo che i leader dei Ventisette hanno trovato sul pacchetto clima-energia è motivo di grande soddisfazione per tutti noi”. Lo ha affermato il ministro delle Politiche Europee, Andrea Ronchi, che ha parlato di “un grande successo per l’Europa e per il governo italiano che, fin dall’inizio, si è battuto puntando sul gioco di squadra e su un’azione compatta e coordinata dei suoi ministri. C’e’ un punto molto importante che oggi tengo a sottolineare: grazie all’accordo raggiunto a Bruxelles nessun posto di lavoro italiano verra’ messo a repentaglio e l’industria manifatturiera verra’ pienamente tutelata. Quando a settembre iniziammo a occuparci del pacchetto clima-energia ci eravamo dati il compito di proteggere l’ambiente, riducendo al contempo gli oneri, decisamente sproporzionati, a carico delle imprese italiane.
Alla fine la nostra volonta’ di tutelare l’interesse nazionale si e’ rivelata vincente e oggi riteniamo che gli obiettivi che ci eravamo prefissati siano stati pienamente raggiunti e che sia stato trovato il giusto equilibrio tra una politica ambiziosa a tutela dell’ambiente e la salvaguardia della competitivita’ dell’industria, soprattutto in un momento difficilissimo per l’economia internazionale.
Dalla Ue meno vincoli alle banche
Sul tavolo del vertice europeo che si riunirà a Bruxelles l’11 e 12 dicembre prossimi non ci sarà soltanto il rilancio dell’economia europea da 200 miliardi di euro presentato la settimana scorsa dalla Commissione Barroso. La novità più significativa è che ci sarà quasi certamente anche un nuovo codice Ue, più flessibile, per l’erogazione degli aiuti al settore bancario in difficoltà. La riunione del Consiglio Ecofin dei ministri delle Finanze dei 27, ha dunque tracciato delle linee guida per “una distinzione – come ha detto il ministro dell’Economia francese, Christine Lagarde, presidente di turno della Ue – tra banche in difficoltà e banche fondamentalmente sane”. Vi è stato un ragionevole grado di consenso nelle discussioni, “non un consenso totale, ma piuttosto buono”. Il punto principale della discussione è stato il piano da 200 miliardi di euro proposto alla Commissione Europea. Una discussione che ha portato a una sorta di “annacquatura” del piano di Bruxelles, in modo da renderlo più vago e meno impegnativo, il tutto con uno stop alla riduzione dell’Iva. Il piano arriverà poi sul tavolo dei leader Ue al Consiglio Europeo della prossima settimana.
Ue, via libera al piano da 200 mld contro la crisi
La Commissione europea ha adottato il piano di stimolo dell’economia per affrontare la crisi: 170mld proverranno dagli Stati membri, e 30mld da fondi comunitari.
È quanto ha annunciato il presidente dell’esecutivo Ue José Manuel Barroso , il quale ha ufficialmente confermato che il piano proposto corrisponde all’1,5% del Pil dei Ventisette, e cioé 200mld di euro, dato dunque più elevato rispetto all’1% annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia tedesco Michael Glos. Questa somma è così composta: 1,2% verrà dai bilanci nazionali degli Stati membri, mentre lo 0,3% da fondi comunitari che corrispondono alle cifre indicate.
Vertice dei leader Ue a Bruxelles. Sarkozy: Posizioni forti e comuni
“Il prossimo G20 (che si terrà a Washington il 15 novembre, ndr) non deve essere solo l’occasione per un’analisi della situazione finanziaria, ma tutti i Paesi dell’Ue sono d’accordo sulla necessità che vengano prese subito decisioni forti e operative”: lo ha detto il presidente di turno del Consiglio europeo, Nicolas Sarkozy, al termine del vertice informale dei leader dei paesi europei a Bruxelles. Dedicato, ancora una volta, alla crisi internazionale. E in cui i ventisette hanno trovato, secondo l’inquilino dell’Eliseo, una “posizione comune”: in particolare, sulla necessità di “iniziative per l’economia reale”. Oltre che per “ristrutturare il sistema finanziario europeo”.
“Ho spiegato al presidente Bush – ha proseguito Sarkozy, riferendosi a una conversazione telefonica col presidente americano uscente – che al G20 vengano prese decisioni ambiziose e operative. Gli ho spiegato che da parte nostra non c’è nè aggressività nè rigidità, ma una proposta comune che vuole dare un contributo a questa riforma. Ma d’ora in poi ci si dovrà abituare ad una innovazione politica: che l’Europa ormai parla con una sola voce. E tutti si dovranno abituare a questo”. E il concetto di una rinnovata unità europea sul tema della lotta alla crisi è stato ribadito anche dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso: “A Washington – ha spiegato – l’Ue vuole portare un messaggio forte”.
La Ue verso il taglio delle stime di crescita, rischio recessione
Ue al lavoro per mettere a punto un piano anti-recessione, alla luce delle nuove stime della Commissione che oggi taglierà drasticamente le sue previsioni di crescita per il 2009. Sul tavolo di Eurogruppo ed Ecofin – riuniti oggi e domani a Bruxelles in vista del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue del 7 novembre – ci saranno numeri che ormai parlano di una situazione di sostanziale stasi dell’economia europea. Situazione che, se si dovesse prolungare la crisi dei mercati, potrebbe peggiorare ulteriormente. E il campanello d’allarme arriva soprattutto da alcuni Paesi, con l’Italia, che torneranno ad una crescita sotto lo zero. Mentre i deficit tornano a riavvicinarsi pericolosamente alla fatidica soglia del 3%.
La Bce è pronta a tagliare i tassi
La Bce è disponibile a tagliare i tassi di interesse. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, è stato chiaro e, parlando a Madrid, ha detto che c’è la “possibilità” di una riduzione del costo del denaro in occasione della riunione del consiglio direttivo del prossimo 6 novembre. Sulla stessa linea la Federal Reserve e la Banca d’Inghilterra che si apprestano a varare nuovi interventi per aiutare economia e mercati di fronte all’imminente recessione, anche se appare poco probabile una nuova azione coordinata come accaduto lo scorso 8 ottobre. Si fa comunque più serrato il coordinamento fra i capi di governo europei: il premier britannico Gordon Brown incontrerà oggi il presidente francese, Nicolas Sarkozy, per discutere della crisi finanziaria internazionale, mentre giovedì vedrà la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Al vertice UE l’Italia discute sullo stappo nelle politiche ambientali
Faccia a faccia, oggi a Lussemburgo, tra il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, e il ministro italiano Stefania Prestigiacomo: si riunisce infatti il Consiglio Ambiente dell’Ue che ha in agenda proprio il pacchetto legislativo su clima ed energia, causa di forti tensioni nei giorni scorsi fra Roma e Bruxelles. Il commissario, che ha detto ripetutamente di non volere lo scontro con l’Italia e di voler ascoltare le obiezioni e le richieste di modifica che il governo propone al pacchetto Ue, cercherà probabilmente un chiarimento con Prestigiacomo anche sulle “guerra delle cifre” con Roma sui costi del pacchetto (181 miliardi di euro, con una media di 18 miliardi all’anno dal 2011 al 2020, secondo il governo italiano).