La Ue verso il taglio delle stime di crescita, rischio recessione

di isayblog4 12 views0

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Ue al lavoro per mettere a punto un piano anti-recessione, alla luce delle nuove stime della Commissione che oggi taglierà drasticamente le sue previsioni di crescita per il 2009. Sul tavolo di Eurogruppo ed Ecofin – riuniti oggi e domani a Bruxelles in vista del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue del 7 novembre – ci saranno numeri che ormai parlano di una situazione di sostanziale stasi dell’economia europea. Situazione che, se si dovesse prolungare la crisi dei mercati, potrebbe peggiorare ulteriormente. E il campanello d’allarme arriva soprattutto da alcuni Paesi, con l’Italia, che torneranno ad una crescita sotto lo zero. Mentre i deficit tornano a riavvicinarsi pericolosamente alla fatidica soglia del 3%.

Il quadro delle nuove stime è quanto mai cupo. Eurolandia farà registrare una brusca frenata della crescita già nel 2008 e l’1,3% previsto lo scorso settembre sarà rivisto al ribasso. Ma le cose peggioreranno decisamente nel 2009, con una crescita che si avvicinerà molto più allo 0,2% stimato dall’Fmi che all’1,5% previsto dalla Commissione Ue nella scorsa primavera. L’economia dovrebbe quindi ripartire nel 2010: anche se sulle possibilità di ripresa continueraà a gravare l’incertezza legata alle turbolenze sui mercati.

L’Italia resta il Paese della zona euro nella situazione più critica, vivendo già da mesi una situazione di sostanziale stagnazione dell’economia. La Commissione Ue è pronta a rivedere al ribasso sia il Pil 2008, indicato a settembre allo 0,1%, sia il Pil 2009, fissato la scorsa primavera allo 0,5%. Secondo alcune indiscrezioni, le nuove stime di Bruxelles si avvicinerebbero molto a quelle dell’Fmi: -0,1% quest’anno e -0,2% il prossimo. Sul fronte del deficit il 2008 dovrebbe chiudersi al 2,5%, mentre per il 2009 la precedente stima del 2,4% dovrebbe essere rivista al rialzo, con alcuni rischi per il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2011. In leggera discesa il debito pubblico, me sempre ben al di sopra del 100%.

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