Giornata contro la violenza sulle donne

 In Italia, secondo i dati Istat, sono 6,743 milioni le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale. Per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione si è celebrata ieri la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa. In Italia, la manifestazione nazionale si terrà a Roma il 28 novembre in Piazza della Repubblica e corteo fino a Piazza San Giovanni.

Giustizia. Il presidente della Camera si dice contrario allo scudo salva premier

 Gianfranco Fini manifesta la propria contrarietà al nuovo scudo per Berlusconi a cui sta lavorando Niccolò Ghedini ovvero la legge che accorcia i tempi di prescrizione dei reati. Intervistato da Fabio Fazio a «Che tempo che fa», Fini ha espresso anche dei dubbi sulla reale indipendenza degli attacchi di Vittorio Feltri dallo stesso Berlusconi.

Berlino in festa vent’ anni dopo la caduta del Muro

 Berlino ricorda con una grande festa la caduta del Muro che divideva la città e l’ Europa, ma anche due diverse visioni strategiche del mondo. Gli atti commemorativi del ventesimo aniversario della caduta del Muro, sono cominciati con una messa ecumenica nella chiesa di Gethsemane, alla quale hanno assitito tra gli altri il presidente Horst Kohler e la cancelliera, Angela Merkel.

La Merkel aveva inviato un messaggio ai tedeschi, ricordando però che “la riunificazione non è ancora compiuta, perchè all’ Est la disoccupazione rimane con un tasso doppio di quello dell’ Ovest e restano ancora differenze strutturali ed è su queste che bisogna mettere l’ accento, se si vuole arrivare a condizioni di vita uguali o paragonabili, senza creare gelosie tra le due parti della Germania”.

Poco dopo la messa, il sindaco – governatore di Berlino, Klaus Wowereit, ha visitato la cappella della Riconciliazione, non lontano dall’ antica postazione di frontiera della Bernauer Strasse, dove sono state accese decine di candele in memoria di quelli che persero la vita nel tentativo di attraversare il Muro per scappare in Occidente.

La grande crisi. Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica: “Ripresa lenta, è il momento di riforme condivise”

 Il presidente della Repubblica, nel messaggio inviato a Federica Guidi, presidente dei Giovani imprenditori, in occasione del XXIV Convegno di Capri, Mediterraneo dall’ Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti, promosso dall’ associazione di Confindustria, così si esprime: “In Italia si vedono i primi miglioramenti dopo la crisi, ma la ripresa è ancora lenta e fragile, e andrebbe aiutata con riforme condivise.

All’ assemblea dei Prefetti a Roma Napolitano dichiara: “Da anni non sono più un uomo di parte”

 Così ha esordito Giorgio Napolitano, nell’ intervento all’ assemblea dei Prefetti a Roma. “Consentitemi questo accenno personale: nell’ assumere l’ incarico di ministro dell’ Interno tredici anni fa ero determinato a svolgerlo come uomo ormai delle istituzioni e non di una parte politica. In quella veste ebbi ben presto chiaro che occorreva sgomberare il terreno dalla anacronistica suggestione dell’ abolizione dei prefetti per impegnarsi invece a ridisegnarne le funzioni a sostegno della trasformazione dello Stato, ormai avviata in senso federalista, e comunque con la ferma intenzione di restare uno Stato nazionale unitario”.

Per realizzare il federalismo in Italia occorrono alcune “incisive modifiche costituzionali, specie per dare coerenza, anche sul piano della fisionomia e del funzionamento del Palamento nazionale, alla svolta che è stata avviata in senso autonomistico e federalista”, ha detto Napolitano. Un implicito riferimento al tema della così detta Camera delle Regioni. Il presidente della Repubblica ha ricordato che l’ Italia unita nacque come stato centralizzato, ed il fascismo realizzò la massima centralizzazione autoritaria dello Stato. La Costituzione del 1948 invece aprì ad un riconoscimento nuovo delle autonomie locali e regionali e a un cammino lento e contraddittorio che avrebbe conosciuto una decisa accelerazione ed un balzo in avanti a partire dai primi anni ’90 quando prese a svilupparsi un movimento politico e di opinione federalista.

Dal caso Previti del 2005 alla bocciatura del Lodo Alfano. Così il Quirinale

 La Consulta sul Lodo Alfano continua a suscitare polemiche, subito stoppate dal Quirinale dopo le tensioni con Berlusconi: non sono mai stati stipulati patti su leggi la cui iniziativa, com’ è noto, spetta al Governo, e tantomeno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta.

La nota diramata dalla Presidenza della Repubblica è netta: “Una volta rilevata, da parte del Presidente della Repubblica, la palese incostituzionalità dell’ emendamento blocca processi inserito in Senato nella legge di conversione del decreto 23 maggio 2008 – si legge nella nota -, il Consiglio dei Ministri ritenne di adottare il disegno di legge Alfano in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato. Il Presidente della Repubblica ne autorizzò la presentazione al Parlamento, e successivamente – dopo l’ approvazione da parte delle Camere – promulgò la legge”.

“Tale promulgazione, comunque motivata – prosegue la nota del Quirinale -, non poteva in nessun modo costituire garanzia di giudizio favorevole della Corte in caso di ricorso. Il rispetto dell’ indipendenza della Corte Costituzionale e dei suoi giudici – doveroso per tutti – ha rappresentato una costante linea di condotta per qualsiasi Presidente della Repubblica. La collaborazione tra gli uffici della Presidenza e dei Ministeri competenti è parte di una prassi da lungo tempo consolidata di semplice consultazione e leale cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei ruoli e delle responsabilità”.