Tremonti: “Il sistema economico italiano tiene. L’ Italia non è in declino”

 Il sistema economico italiano va anche meglio rispetto ad altri paesi europei. Questo indica che la scelta di fiducia e prudenza fatta dal governo ha portato buoni risultati. Il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, nel corso della replica in Senato sul Dpef, torna a criticare i teorici del declinismo e sottolinea che l’ Italia ha retto bene l’ urto della crisi.

Ieri mattina la Camera ha votato sì alla risoluzione Pdl – Lega, presentata identica sia alla Camera che al Senato, che impegna il governo ad attuare il Dpef e fissa i saldi della Finanziaria. La risoluzione di maggioranza è stata approvata con soli 10 voti in più della maggioranza richiesta ed appena 21 di scarto dall’ opposizione. I sì sono stati 254 contro la maggioranza richiesta di 244 e a fronte dei 344 deputati di Pdl e Lega che contano a Montecitorio. I voti contrari al Dpef dell’ opposizione sono stati 233: solo 21 in meno di quelli a favore.

Michele Vietti, capogruppo vicario Udc alla Camera dei Deputati, punta il dito: “Evidentemente le crepe politiche tra partito del Nord e partito del Sud stanno minando la granitica autosufficienza del Governo. Così è chiaro perché il decreto Anticrisi non tornerà ad agosto alla Camera”.

Per il Pd il Dpef testimonia l’ assoluto disastro a cui la scellerata gestione del governo Berlusconi ha portato il Paese. Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del Pd, afferma: “Basta guardare lo stato dei conti pubblici e il costante aumento della pressione fiscale, i saldi tutti negativi, una spesa pubblica assolutamente fuori controllo”. “Nel Dpef non ci sono proposte di alcun genere relativamente alle riforme essenziali per il Paese” rincara Alfonso Mascitelli, capogruppo dell’ Italia dei Valori in Commissione Bilancio al Senato.

Afghanistan. Umberto Bossi: “Serve riflettere sul ritiro dei soldati. Ma mi adeguo”

 A Palazzo Madama nessuna presa di posizione ufficiale dal gruppo della Lega. Trapela però una considerazione semplice: dopo il via libera della Camera non c’ è ragione di non ripetere la stessa posizione anche al Senato. In realtà in mezzo alle due votazioni altri scontri sul campo hanno reso ancora più fragile la situazione dei militari italiani e la proposta di ritiro avanzata prima da Umberto Bossi e poi anche da Roberto Calderoli, che pure non hanno messo in discussione la lealtà della Lega alle decisioni della maggioranza.

Il leader della Lega resta convinto che serva riflettere sul far tornare indietro i soldati dall’ Afghanistan, ma assicura che farà quello che decide la maggioranza. La missione costa moltissimo, sta iniziando a fare troppi morti, e non è così facile portare la democrazia. Berlusconi ci crede, ma è un idealista. Quella del ministro delle Riforme Umberto Bossi sull’ Afghanistan è stata solo una battuta fatta così, dice Silvio Berlusconi, che parlando a Montecitorio ha escluso la possibilità che la missione italiana in Afghanistan cambi.

“Non si cambia assolutamente linea per quanto riguarda la missione italiana in Afghanistan. Capisco che in estate bisogna riempire i giornali, ma questa polemica è aria fritta”. Per il presidente del Consiglio quella di Bossi è stata una battuta e non bisogna fare polemiche sul nulla: “Le missioni sono state votate all’ unanimità”, conclude.

La Lega contraria ai fondi per il Sud: troppo “piagnone” per Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture

 Berlusconi ha fatto sapere che il governo si appresta a destinare più fondi al Sud, e la maggioranza continua ad agitarsi per la questione meridionale e la possibile nascita di nuovi movimenti politici con una specifica connotazione territoriale. La Lega è contraria e con il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, accusa il Sud di essere troppo piagnone.

“Ben venga una Lega del Sud, ma non credo che i meridionali si possano lamentare. C’ è una questione: devono imparare anche loro a fare le opere come le facciamo noi”. Dal governo Matteoli afferma intanto di avere la coscienza tranquilla “perchè al Ministero delle infrastrutture abbiamo fatto la migliore operazione possibile”. Il ministro sottolinea che “non poco è stato fatto da questo governo per il Sud. Bastano i fatti per contestare queste affermazioni. Mi permetto di replicare che il Sud non è solo la Sicilia e che non si può ridurre tutto al ponte sullo Stretto”.

L’ Mpa di Lombardo saluta positivamente l’ annuncio di Berlusconi ma incalza l’ esecutivo: “Dopo le parole attendiamo che il governo passi ai fatti. Ci aspettiamo che provveda rapidamente al reintegro dei fondi Fas e all’ effettivo varo di un piano straordinario per il Sud”, afferma Arturo Iannaccone, parlamentare e responsabile nazionale del dipartimento welfare e sanità del Mpa.

“La creazione di un dicastero per il Mezzogiorno – aggiunge – costruirebbe un segnale importante e potrebbe consentire di coordinare meglio le misure che si andranno ad adottare a sostegno dell’ economia meridionale”. Ma l’ ipotesi di un ministero ad hoc non convince tutti iribelli.

Afghanistan, un nuovo handicap del governo. Umberto Bossi: “Sarebbe opportuno tornare a casa”

 E quindi, mentre la Lega chiede il ritiro delle truppe, il Pdl parla di una presenza “irrinunciabile” dei soldati italiani a Kabul. Calderoli chiede di ragionare sulla missione in Afghanistan, pur andando avanti fino in fondo, e di lasciare Libano e Balcani.

“Sull’ Afghanistan – dice il ministro – la stragrande maggioranza degli italiani la pensa come Bossi. Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perchè la democrazia non si esporta e non si impone». In un’ intervista a Repubblica, l’ esponente leghista ammette di essere stato un tempo interventista, ma di avere fatto poi il mea culpa.

Arriva con La Russa la risposta del Pdl. “La presenza dei nostri militari in Afghanistan è imprescindibile. Lasceremo il Paese solo quando saranno garantite le condizioni di sicurezza, dice il ministro della Difesa. Il governo non pensa né può pensare al ritiro della missione. E le parole di un ministro di peso come Umberto Bossi (io li porterei a casa tutti) sono state dettate da uno slancio affettivo, un sentimento paterno”.

Frattini sottolinea come in Afghanistan servono elezioni credibili, e quindi con una reale partecipazione del popolo afghano. Quanto alla situazione nel Paese, il ministro ha aggiunto che “è noto che i nemici della democrazia cercheranno di colpire maggiormente durante il periodo di preparazione del voto. Tuttavia, continueremo a lavorare in Afghanistan per la sicurezza anche dell’ Italia e di Calderoli”.

Ma le affermazioni del leader della Lega e di Calderoli mettono in difficoltà il governo. Sia perché per la prima volta mostrano possibilità di spaccature sulle missioni militari all’ estero, sia perchè scoprono il fianco all’ opposizione: il Partito democratico invoca sicurezza per i militari e l’ Italia dei valori chiede di ridiscutere in Parlamento il senso della missione.

Verso il congresso Pd. Pierluigi Bersani traccia le linee della sua politica basata su “Alleanze, territorio e rinnovamento”

 Pierluigi Bersani, illustrando la sua mozione congressuale, ribadisce la sua fede nel progetto del Pd anche se sottolinea la necessità di ridefinire la rotta, a partire dalla identità del partito, dalla forma – partito e dalle alleanze.

“Questo è un grandissimo progetto, mi ci metto dentro mani e piedi ma indietro non si torna. So che ci sono dubbiosi ma il senso c’ è e resta valido, basta correggere un po’ di cose”. Il candidato segretario ricorda inoltre che “le primarie restano uno strumento valido ma penso vadano corrette perchè non vorrei che un naziskin si candidasse”.

Bersani insiste anche sulla necessità del radicamento sul territorio, polemizza con la scelta fatta da Dario Franceschini di candidare europarlamentari alle segreterie regionali e sul rapporto tra elettori ed iscritti, evidenzia come “sia un errore contrapporre elettori ed iscritti, chiamare gli elettori alle primarie e poi abbandonarli dando poi troppo potere agli iscritti nei processi di scelta”.

Verso un maxiemendamento al decreto anticrisi. Fini: “Lo valuteremo”

 Il governo porrà la fiducia su un maxiemendamento al decreto anticrisi. Il testo messo a punto dal governo è stato presentato ed è al vaglio della presidenza della Camera per l’ ammissibilità, mentre già circola una bozza che contiene modifiche sulle riserve auree, che elimina la sanatoria sulle slot machine e le modifiche al testo originario sulle banche.

I deputati hanno deciso ieri mattina di interrompere in anticipo il dibattito generale e iniziare la discussione sul complesso degli emendamenti per accelerare i tempi, visto che il passaggio parlamentare del dl 78 si sta confermando piuttosto complicato. Il vaglio che attende il maxiemendamento sarà molto rigido da parte del presidente della Camera Gianfranco Fini che anche stamani ha ribadito l’ intenzione di sottoporre l’ eventuale maxiemendamento a un rigoroso e attento esame. Nel caso Fini bocciasse alcune delle richieste, l’ esecutivo potrebbe solo introdurre le modifiche in Senato, ma si prospetterebbe per Montecitorio una terza lettura agostana.

Nuove registrazioni D’ Addario – Berlusconi. Polemica sulla violazione degli atti segreti di indagine

 Seconda puntata delle registrazioni D’ Addario – Berlusconi. Sul sito dell’ Espresso sono infatti state pubblicati altri quattro audio realizzati, si legge, «dalla escort sugli incontri con Berlusconi a Palazzo Grazioli”. In particolare, tre sarebbero conversazioni tra la donna barese e il presidente del Consiglio, relativi a incontri di metà ottobre e alla mattina del 5 novembre 2008. Un’ altra registrazione, invece, avrebbe come protagonisti la stessa D’ Addario e Giampaolo Tarantini.

Sullo sfondo intanto infuria la polemica sulla violazione degli atti segreti di indagine. La procura di Bari si difende. Il procuratore Marzano fa sapere che si tratta di materiale informatico che Patrizia D’ Addario ha consegnato, a seguito delle dichiarazioni rese al pubblico ministero ed alla polizia giudiziaria.

Materiale ritualmente acquisito e adeguatamente custodito in plichi sigillati collocati in una cassaforte blindata di questo ufficio. “La pubblicazione – sostiene il procuratore – di conversazioni asseritamente registrate non è pertanto riferibile in modo alcuno agli uffici di Procura, che non hanno ancora proceduto all’ apertura dei plichi sigillati, all’ ascolto ed alla riproduzione del contenuto del suddetto materiale”.

S’ infiamma anche lo scontro politico. Il Pd attacca Berlusconi sostenendo che “la versione dei fatti data dal premier è stata smentita di nuovo da questi nastri” e pertanto il premier “adesso avrebbe l’ elementare dovere di chiarire davanti all’ opinione pubblica senza esagerare con le polemiche verso i giornali che fanno solo il loro lavoro” spiega Gentiloni.

Beppe Grillo non potrà iscriversi al Pd

 Nel Pd prosegue la corsa precongressuale e mentre il segretario Dario Franceschini e il secondo candidato Pierluigi Bersani preparano i loro appuntamenti di giovedì e venerdì, tiene banco la vicenda Grillo. Il comico genovese, infatti, non molla: annuncia che proverà a prendere la tessera a Nervi, dove risiede, per potersi aggiungere ai primi due e a Ignazio Marino per la corsa alla poltrona di numero uno del Partito democratico.

Anche se in serata arriva il no ufficiale della commissione di garanzia che all’ unanimità ha deciso la non iscrivibilità di Grillo. Franceschini, che oggi alla Camera ha evitato di parlare del caso specifico, lasciando che a fare testo fosse la battuta pubblicata nell’ intervista a Il Foglio (Ci mancava solo Grillo), renderà nota la sua piattaforma programmatica venerdì nel corso di un appuntamento all’ Acquario romano, mentre Bersani e Enrico Letta presenteranno venerdì allo Sheraton le loro Idee per l’ Italia.

Ed è proprio Bersani a rintuzzare apertamente l’ iniziativa di Grillo: “Non si entra da noi per insultarci”. Beppe Grillo non si scoraggia affatto. “Domani andrò a Nervi, dove sono residente, e cercherò di prendere la tessera lì dove sono residente”, dice l’ interessato. Che riceve la risposta di Debora Serracchiani: prendere la tessera di un partito, dice, significa amarne il simbolo, la bandiera e il progetto. Tu sei pronto a farlo?

Il comico, comunque, non molla e dal suo blog annuncia di voler tornare alla carica =Vi dò appuntamento al 25 ottobre. Ci sarò. Sotto forma fisica – scrive – o di ologramma. Magari al congresso del Partito democratico io apparirò in tridimensione mentre parla Bersani. O sarò in rete, in videoconferenza”, dice ancora Grillo, che aggiunge: “Il Pd non è un partito politico, è un partito burocratico. Non hanno un programma. Io ho visto quelli che si stanno candidando. Come si fa a votare Franceschini. Chi è Franceschini? Un programma? Non ce l’ hanno. L’unico che ha un programma di questi candidati alla segreteria, sono io, che sono un comico”.