Il vicedirettore del Tg1 sarà il capolista del Pd alle elezioni europee nella circoscrizione Centro. Dice che lì per lì aveva avuto paura di abbandonare il mestiere sognato fin da piccolo. Ma alla fine ha accettato l’ offerta. Solo che la stessa proposta era stata ventilata un mese e mezzo addietro a Goffredo Bettini, già coordinatore del Pd di Veltroni, ruolo che lo aveva indotto, pur non richiesto, a dimettersi da senatore e da presidente della festa del Cinema, rinunciando anche a ricandidarsi in Parlamento.
Lo ricorda lui stesso in una irrituale lettera al quotidiano romano Il Messaggero in cui, spiegando i motivi della sua attuale rinuncia, racconta come avesse dato la sua disponibilità nel quadro di un sereno e condiviso giudizio da parte del nuovo gruppo dirigente. Poi però, raccontano nel suo entourage, è cominciato uno stillicidio di nomi alternativi a capolista. La cattolica Silvia Costa, il senatore Ignazio Marino, beniamino dei democratici laici nello scontro sul caso Englaro.
Il fatto è che Bettini, prima di essere fra i fondatori del Pd, è stato per un quindicennio un personaggio cardine del centrosinistra romano e laziale, un protagonista in rapporti stretti con la capitale e gli apparati locali. Ma durante la segreteria Veltroni non è un mistero la rivalità fra il Bettini coordinatore del Pd e il Franceschini vicesegretario. Ed è forse proprio questo, raccontano gli uomini più vicini a Bettini, uno dei motivi per cui l’ attuale segretario alla fine ha preferito un volto nuovo e senza passato come Sassoli.