Il federalismo fiscale è legge. Il Senato approva in via definitiva il ddl

 Il ddl istituisce nove città metropolitane con poteri speciali per Roma Capitale, le cui funzioni saranno disciplinate da regolamenti del consiglio comunale che diventa “Assemblea capitolina”.

Con il federalismo fiscale arriva anche un nuovo fisco su misura per le autonomie territoriali. Ogni livello di governo dovrà assolvere a una serie di attività, alcune delle quali considerate fondamentali e per le quali, dunque, va garantito pari livello di servizio in tutto il Paese. Funzioni che Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane copriranno con tributi propri, compartecipazioni al gettito erariale e quote del fondo di perequazione: un mix tributario che consentirà entrate su misura ai diversi compiti ed alle esigenze.

Il ddl istituisce anche una bicameralina per rafforzare il potere di controllo del Parlamento sui decreti attuativi della delega. Una riforma che punta a chiudere in cinque anni con la spesa storica e i relativi trasferimenti statali alle Autonomie per passare al fabbisogno standard con totale responsabilità di entrata e spesa a livello locale.

Alemanno: per Roma si apre una nuova epoca
“Oggi diventa finalmente legge – afferma il sindaco di Roma in una nota – l’ attuazione prevista dall’ articolo 114 della Costituzione e per Roma si apre una nuova epoca che ci permetterà di prendere decisioni più rapide ed efficaci non solo per tutelare Roma Capitale d’ Italia, ma anche per rilanciare il suo ruolo internazionale. Un dato significativo è la condivisione della norma anche da parte del Pd che si è astenuto”.

Il Federalismo Fiscale approvato dalla Camera

 La grande riforma avrà la definitiva lettura a Palazzo Madama nel prossimo mese di aprile. Il disegno di legge delega punta a responsabilizzare i centri di spesa, ad accrescere la trasparenza dei meccanismi finanziari e il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti, superando il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento.
Per l’ attuazione del federalismo fiscale viene istituita una Commissione bicamerale, composta da trenta membri tra deputati e senatori e affiancata da un comitato delle autonomie locali. Il Comitato è composto da dodici membri dei quali sei in rappresentanza delle regioni, due in rappresentanza delle province e quattro in rappresentanza dei comuni.

Formigoni: occorre accelerare i tempi di attuazione del federalismo, in particolare di quello fiscale

 I cinque anni preventivati sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica. “Il sistema Lombardia, al pari del sistema Italia, non può vivere con l’ incognita del federalismo che verrà”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigni, aprendo ieri a Milano i lavori del Seminario – Cenacolo su “Federalismo fiscale, autonomia, organizzazione, responsabilità, solidarietà”, organizzato dal Centro Studi giuridici per l’ integrazione europea “Diritti e libertà”, alla presenza, tra gli altri, di Francesco Verusio, presidente del Centro Studi, Giuseppe Grechi, presidente Corte d’ Appello di Milano, Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione, Antonio Martone, sostituto procuratore generale presso la Cassazione, Giacomo Caliendo, sottosegretario di Stato alla Giustizia.

Alleanza per le amministrative: Pdl e Lega tendono la mano all’ Udc

 Appello a Casini: “Torni con noi. Non c’ è spazio per un terzo polo”. Pdl e Lega fanno a gara nel tendere la mano all’ Udc in vista delle amministrative. Il leghista Roberto Calderoli ha annunciato la volontà di aprire un confronto con i centristi sul ddl per il federalismo fiscale. In un’ intervista al Mattino, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto va anche più avanti, rispondendo al ministro del Carroccio.
“Personalmente – dice Cicchitto – mi spingerei anche oltre con una proposta di alleanza per le amministrative e di confronto su temi quali la giustizia. L’ Udc, infatti – conclude – ha avuto finora un modo di fare opposizione molto diverso dal Pd che va a rimorchio di Di Pietro”. Anche il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, intervistato da Repubblica a proposito del convegno dell’ Udc svoltosi a Todi nel fine settimana, intensifica il pressing sui centristi.

Intercettazioni: Alta tensione Lega-Berlusconi

 La Lega cade dalle nuvole, dalle parti di Bossi non risulta che ci sia un’intesa con Berlusconi sul divieto di intercettare. O meglio: l’accordo raggiunto a suo tempo, dopo non poche discussioni, riguardava il disegno di legge Alfano, che ora si trova all’esame del Parlamento dove segue il suo corso. Altre novità non risultano, per cui vengono lette con stupore le dichiarazioni del premier: «Ne ho parlato con Bossi e con Maroni, che mi hanno dato via libera…». Oggetto del contendere sono i reati contro la pubblica amministrazione. Così numerosi che, teme il Cavaliere, di fatto i pm avrebbero la scusa per intercettare qualunque telefonata. Dunque vorrebbe correggere il testo Alfano limitando l’ascolto delle conversazioni ai soli delitti di mafia, di terrorismo e a quelli con pene edittali superiori a 15 anni di galera. Omicidio sì, corruzione no.

«A noi sta bene il disegno di legge già presentato», aveva sostenuto invece ieri sulla «Stampa» il capogruppo del Carroccio alla Camera, Cota. E Calderoli, lette le esternazioni del premier, scuote perplesso il capo: «Non c’è motivo di scostarsi dal testo Alfano. Ricordiamoci sempre che il meglio è il peggior nemico del bene».

Berlusconi: Presidenzialismo viene dopo. Prima federalismo, poi giustizia

 Sono stati ancora una volta i giornali a «montare la panna»: il presidenzialismo «non è all’ordine del giorno». Lo ha detto Silvio Berlusconi in una intervista a Sky Tg24. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che nella conferenza stampa di fine anno aveva già chiarito che il presidenzialismo non era tra i temi da affrontare in questa fase, e che lo sarebbe stato «eventualmente nella seconda parte della legislatura», ma sempre «con il concorso di tutti». «Ma i direttori dei giornali si sono telefonati e hanno deciso di montare la panna e hanno fatto disinformazione». Tornando alla scala delle priorità il presidente del Consiglio ha aggiunto: «Prima il federalismo poi la giustizià. A seguire – ha aggiunto – faremo le altre importanti riforme».

MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE – «Una parte specifica della Costituzione si può cambiare ma si deve avere il consenso di tutte le forze politiche» ha poi precisato il premier. «Lo faremo da soli se vi saremo costretti per un comportamento irragionevole dell’altra parte» ha concluso.

OTTIMISMO, NESSUN CALO NEI CONSUMI – Per affrontare la crisi, secondo Berlusconi «l’importante è essere ottimisti e far sì che questa annunciata crisi non sia terribile, ma sia una cosa che tutti insieme possiamo superare e bene. E per fare questo dobbiamo avere fiducia e dobbiamo continuare nel nostro stile di vita e casomai aiutare chi può meno». «Ho sentito il presidente dei Carlo Sangalli commercianti – ha aggiunto Berlusconi – e mi ha detto che non c’è stato nessun calo per gli alimentari. E gli altri generi si sono mantenuti sui livelli degli altri anni». Il premier ha anche detto di aver parlato con il presidente dei Commercianti, Sangalli, e di non aver registrato un calo nei consumi, in particolare nel settore degli alimentari.

Cicchitto (PdL): Prima la riforma federale e poi quella della giustizia

 “Il ministro Alfano sta facendo una serie di consultazioni con le forze della maggioranza e dell’opposizione. Poi sarà il ministro della Giustizia a predisporre il testo che dovrà essere approvato dal consiglio dei ministri; quindi si aprirà il confronto in Parlamento”.

Lo ha affermato il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, spiegando “in sostanza, verranno fatte tutte le consultazioni possibili e ci auguriamo che esse ottengano risultati positivi. In ogni caso il Governo e la maggioranza hanno il diritto-dovere di fare approvare dal Parlamento la riforma della giustizia, che costituisce un preciso impegno nei confronti degli elettori”. Guardando poi allo scontro politico che si è concentrato in questi giorni proprio sulla riforma della giustizia e, di riflesso, su quella federalista, Cicchitto – nel ribadire che seguiranno il percorso già previsto, “prima la riforma federale, poi quella della giustizia” – precisa che da parte del premier c’è stata solo una replica agli attacchi ricevuti.

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Bossi ipotizza una Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale

Il ministro delle Riforme Umberto Bossi apre all’ipotesi di una commissione parlamentare per i decreti attuativi del federalismo. ”Entro meta’ gennaio – dice Bossi – il federalismo passera’ al Senato, poi, dopo l’ok della Camera, si trattera’ di mettere in piedi una commissione per l’attuazione del federalismo”. ”E’ sempre stata fatta – ha aggiunto Bossi, parlando di questa commissione – per i decreti legislativi dei provvedimenti importanti, come per la Bassanini o per il fisco”
Mentre sull’ipotesi di far camminare la riforma fiscale insieme a quella della giustizia Bossi spiega che “ognuno cammina con le sue gambe. Il federalismo e’ gia’ in commissione e per forza va avanti prima. Sono i fatti che dicono in commissione c’e’ il federalismo”.