Lunedì di disagi: fermi treni, tram e bus

Lunedì nero per i trasporti. Sarà una giornata di disagi sul fronte dei collegamenti ferroviari e dei trasporti pubblici locali per lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dalle sigle di settore a sostegno della vertenza per il contratto unico della mobilità.
Lo stop, il secondo congiunto in due mesi dopo quello del 9 maggio, partirà alle 21 di domenica sera per i treni, mentre si fermeranno per l’intera giornata del 7 luglio autobus, tram e metropolitane.
Le Ferrovie prevedono “pesanti ripercussioni” sul servizio, soprattutto per il trasporto regionale; nelle fasce di garanzia, cioè tra le 6 e le 9 e le 18 e le 21 saranno a disposizione dei viaggiatori solo i servizi minimi essenziali garantiti per legge.
La paralisi del settore sarebbe stata addirittura più estesa se non fosse arrivata la decisione, solo nelle ultime ore e su invito della commissione di garanzia, di differire al 18 luglio gli scioperi nel trasporto aereo inizialmente proclamati, anche questi, per lunedì.

L’Associazione Nazionale Magistrati proclama lo stato di agitazione

1. L’Associazione Nazionale Magistrati ribadisce il suo impegno per una intransigente difesa dei principi costituzionali posti a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dei magistrati giudicanti e del pubblico ministero. Tra questi in particolare: l’unità dell’ordine giudiziario, composizione e competenze del Consiglio Superiore della Magistratura.

2. Abbiamo indicato la necessità di un impegno comune per interventi che restituiscano efficacia e funzionalità alla giurisdizione, fornendo il nostro contributo attraverso la elaborazione di proposte concrete, con l’esclusivo obiettivo di una efficace tutela dei diritti dei cittadini, attuata, secondo la promessa costituzionale, in tempi ragionevoli.

Berlusconi in Giappone per il Vertice del G8

Dal 5 luglio, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è in Giappone per partecipare al Vertice G8. Dapprima, a Tokyo, successivamente a Hokkaido, l’isola al nord del Giappone luogo del

Veltroni: Un autunno durissimo per le famiglie

 “C’è il rischio di un autunno durissimo per molte famiglie”. Walter Veltroni intervenendo al congresso dei Socialisti a Montecatini Terme torna ad attaccare la manovra economica del governo, inadatta ad affrontare i rincari e la perdita di potere di acquisto delle famiglie.

Un’impostazione sbagliata figlia “dell’egoismo sociale che caratterizza la destra. Lo vediamo anche nella gerarchia delle attività della vita pubblica. Attentissimi su alcuni temi mentre su altri, come la questione sociale, non ce n’è, quando invece queste dovrebbero essere la priorità del governo”. Così nel mezzo della crisi economica internazionale, c’è la “difficoltà tutta italiana, di un Paese che sta dentro una situazione di arretratezza e di una democrazia che non riesce a prendere le decisioni che dovrebbe. Viviamo un tempo nel quale prevale l’insicurezza, la paura. Un tempo nel quale l’insicurezza tende a trasformarsi in arroccamento e in chiusura individuale”.

Veltroni contestato dalla platea congressuale del Partito Socialista

“A differenza di altri, che hanno mandato dei delegati, io sono qui di persona perche’ ho rispetto per il vostro congresso’. Lo ha affermato il segretario del Pd, Walter Veltroni, intervenendo dal palco del congresso socialista. Veltroni ha dovuto aspettare qualche minuto prima di parlare, perche’, come al suo arrivo, la platea ha iniziato a fischiarlo. Il segretario del Pd ha dunque sottolineato ‘che nella storia del centrosinistra italiano ci sono stati molti momenti nei quali ci sono state divisioni e momenti in cui si e’ espresso dissenso: proveniamo da una storia complicata e articolata ma che ha radici comuni’. ‘La nostra storia e’ fatta di lotte sindacali e di esperienze rappresentate dal comandante Ricci, che riguardano la lotta partigiana’. Infine, un omaggio direttamente alla storia socialista: ‘La vostra tradizione – ha aggiunto Veltroni – ha per prima capito le ragioni che legano la giustizia alla domanda di liberta”.

Casini (UDC): Sulle intercettazioni ridicolo il ricorso al decreto; sì al ddl

 “E’ ridicolo pensare di affrontare il tema delle intercettazioni con un decreto. Si può pensare invece a un disegno di legge”.
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini intervistato da Radio24 interviene nelle polemiche degli ultimi giorni e spiega: “Chi ritiene, come Di Pietro, che non bisogna toccare la disciplina sulle intercettazioni è fuori dal mondo”.
“Un ddl è opportuno – insiste.- E l’opposizione deve dare il suo contributo anche con un voto favorevole”, aggiunge.
Quanto al tema delle immunità delle alte cariche dello Stato, l’ex presidente della Camera dice: “Non è un’eresia che si discuta di questo. L’eresia semmai è che per bloccare un processo se ne siano bloccati 100.000, immettendo in un decreto sicurezza qualcosa di estraneo per materia e che non era stato sottoposto al vaglio del capo dello Stato”.

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Finocchiaro (PD): Sulle intercettazioni rispettata la decenza, ora via la salva-premier

 Due passi indietro in meno di 24 ore. Silvio Berlusconi, dopo aver annunciato che non sarebbe andato in tv a farsi intervistare da Enrico Mentana, ha ritirato dall’ordine del giorno dei Consiglio dei ministri il decreto legge sulle intercettazioni telefoniche che lui stesso aveva sponsorizzato nei giorni scorsi in sostituzione al disegno di legge da presentare in Parlamento. Un rigurgito di saggezza da parte del premier, come qualcuno sostiene?

Forse sì, ma dalle motivazioni addotte per giustificare la sua rinuncia a comparire a Matrix traspare qualcosa di paradossale. “Non andò in televisione per non alimentare pettegolezzi e perché i problemi degli italiani sono bene altri”. Come se fosse stato qualcun altro, se non lui stesso, a mettere al centro dell’agenda politica provvedimenti volti a risolvere prevalentemente i suoi problemi con la giustizia.