Pacchetto sicurezza: i dubbi del Presidente della Repubblica

 La lettera di Giorgio Napolitano sulla legge – sicurezza era stata annunciata a grandi linee attraverso il sottosegretario Gianni Letta, ma Palazzo Chigi non si aspettava un contenuto così duro. Silvio Berlusconi non si aspettava, insomma, che il Quirinale sollevasse tanti rilievi, entrando nel merito delle questioni rispetto a una legge appena approvata dal Parlamento.

Ma l’ ordine del premier è di non polemizzare con il Capo dello Stato che in diverse occasioni ha dato una mano al governo: l’ ultima delle quali è stato l’ appello alla tregua prima del G8 e al clima civile tra maggioranza e opposizione. Quindi far finta di niente, perché poteva anche andare peggio, cioè che la legge non venisse firmata e rimandata indietro, viste le osservazioni che erano state fatte nei colloqui riservati e in alcune dichiarazioni pubbliche da parte di Napolitano.

Per Berlusconi la strategia migliore è stata quella di mostrare soddisfazione e apprezzamento per la promulgazione. Aggiungendo in una nota per la stampa che i rilievi del presidente del Consiglio verranno presi in considerazione. Il ministro Maroni ha addirittura chiamato il capo dello Stato per ringraziarlo. “Certo – hanno spiegato fonti del ministero dell’ Interno – rispetto a come era partito il confronto con il Quirinale possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ma non c’ è un precedente di un capo dello Stato che definisce la legge irrazionale, disomogenea, estemporanea e poi la promulga! È fuori dalla prassi costituzionale”.

L’ Aquila. Al via il G8: clima, aiuti all’ Africa e crisi economica gli obiettivi del summit dei Grandi del mondo

 Far uscire l’ economia dalla peggiore recessione degli ultimi decenni, tagliare il 50% delle emissioni globali di gas serra entro il 2050 e raddoppiare gli aiuti all’ Africa e ai Paesi in via di sviluppo entro il 2010. Sono questi gli obiettivi del summit 2009 de L’ Aquila dove ieri si sono riuniti gli otto Grandi per la tre giorni di lavori del vertice.

L’ arrivo dei protagonisti si è completato con l’ atterraggio a Roma dei presidenti americano e russo Barack Obama e Dmitri Medvedev. Mentre i due capi di Stato giungevano a Pratica di Mare, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era in visita con la cancelliera Angela Merkel tra le rovine di Onna, la cittadina distrutta dal devastante sisma del 6 aprile. Anche il primo ministro giapponese Taro Aso ha voluto visitare le zone colpite dal terremoto e si è soffermato nel centro de L’ Aquila davanti alla Chiesa della salute, scioccato dalla vastità dei danni.

Il presidente Obama era al Quirinale per l’ incontro con il presidente Giorgio Napolitano. Entrambi hanno sottolineato il clima di grande intesa e collaborazione tra i due governi. Al vertice, che è cominciato formalmente con un pranzo di lavoro sui temi economici, è stata indirizzata la preghiera di papa Benedetto XVI che ha esortato i leader riuniti a pensare ai più poveri. Ai lavori del G14 di oggi sarà invece assente il presidente cinese Hu Jintao, richiamato in patria per i disordini nello Xingjang. Su quanto scritto dalla stampa straniera, che anche oggi con il Guardian e il New York Times non risparmia critiche alla presidenza italiana, è giunta oggi una smentita dalla Casa Bianca.

Il presidente cinese Hu Jintao ha incontrato a Roma Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi

 Mattinata intensa per il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Hu Jintao che ha incontrato a Roma Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi. Il capo dello Stato ha messo sul piatto la questione del rispetto dei diritti umani, a poche ore dalle notizie degli scontri con la minoranza uigura in cui sono morte 140 persone. Il premier, invece, ha preferito parlare del G8 e affrontare temi prettamente economici. Del resto, hanno precisato fonti di Palazzo Chigi, il tema dei diritti umani era stato già affrontato dal capo dello Stato e per questo motivo il presidente del Consiglio, durante i colloqui a Villa Madama, ha preferito concentrarsi sul summit in programma a L’ Aquila.

“Abbiamo concordato che lo stesso sviluppo e il progresso economico e sociale che si stanno realizzando in Cina pongono nuove esigenze in materia di diritti umani – ha detto Napolitano in una conferenza stampa congiunta con il presidente cinese -, una questione che l’ Italia ha sempre affrontato e intende affrontare nel massimo rispetto delle ragioni cinesi e dell’ integrità e autonomia di decisione della Cina e delle sue istituzioni rappresentative”.

Per il capo dello Stato “occorre il pieno riconoscimento del ruolo internazionale della Cina sviluppando, su un piano di parità, nel rispetto reciproco e con mutuo vantaggio tutte le relazioni bilaterali e globali”. La Cina, ha aggiunto Napolitano, è consapevole del nuovo posto che le spetta nel mondo e delle responsabilità a cui è chiamata di fronte a sfide che richiedono un impegno collettivo.

“Io ho auspicato che in questo quadro – ha sottolineato il presidente della Repubblica – si sviluppino maggiormente le relazioni tra Unione Europea e Cina e per questo è essenziale che l’ Europa riesca, con coerenza e coraggio, a prendere le decisioni per parlare con una voce sola”. Hu Jintao dal canto suo ha espresso soddisfazione per lo sviluppo dei rapporti tra Cina e Italia: “L’ amicizia tra i nostri popoli è radicata nella tradizione e si fonda sulla base dell’ uguaglianza, del mutuo rispetto e della fiducia reciproca”. Quindi ha invitato Napolitano a recarsi in visita in Cina l’ anno prossimo.

L’ appello di Giorgio Napolitano: “Da qui al G8 tregua alle polemiche, in vista del delicato appuntamento internazionale a L’ Aquila

 Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano da Capri, dove sta festeggiando l’ 84esimo compleanno, lancia un appello in vista del G8 dell’ Aquila: “Sarebbe giusto, di qui al G8, data la delicatezza di questo appuntamento internazionale, avere una tregua nelle polemiche”.

“Capisco le ragioni dell’ informazione e della politica – argomenta Napolitano -, ma il mio augurio e il mio auspicio in questo momento sono di una tregua nelle polemiche”. Il Presidente della Repubblica ha anche informato di avere avuto una conversazione telefonica con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in vista del G8 e in vista della conferenza stampa del premier a Napoli.

Le prime reazioni che giungono dal mondo politico accolgono positivamente l’ invito di Napolitano. “Il suo appello per una tregua alle polemiche in vista del G8 è saggio e va raccolto” dice il ministro per l’ Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.

Crisi economica. Nell’ Eurozona segnali di ripresa secondo Joaquin Almunia, commissario Ue agli Affari economici e monetari

 L’ economia dell’ Eurozona è ancora in un “territorio di profonda recessione”, ma i vari indici di fiducia e i mercati finanziari stanno cominciando a inviare primi segnali di un timido miglioramento. Questo il messaggio contenuto nel rapporto trimestrale sulla zona euro, compilato dai servizi del commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Senza timore di passare per gufo la commissione europea ha fatto il punto sulle luci e sulle ombre della fase congiunturale. I segni di stabilizzazione dei mercati finanziari sono cauti (dall’ andamento degli spread al miglioramento delle valutazioni del business e dei consumatori, la propensione al rischio più bassa, le migliori condizioni di finanziamento) e le loro condizioni restano fragili.

La commissione europea conferma che la ripresa arriverà l’ anno prossimo, ma elenca almeno sei ragioni che indicano prudenza rispetto ai facili ottimismi sull’ andamento dell’ economia nei mesi che ci separano dalla (possibile) ripresa della crescita di segno positivo (secondo trimestre 2010 secondo le ultime stime di Bruxelles).

Giorgio Napolitano: “Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia. Servono punti fermi”

 Tenere i piani ben distinti. Non confondere la crisi della politica con quella della democrazia e delle istituzioni. Se la prima c’ è, questo non significa che abbia contagiato anche il resto. “Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia e bisogna trovare un punto di riferimento nelle istituzioni che hanno bisogno del necessario rispetto” dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’ archivio storico del Quirinale.

Guarda al presente il capo dello Stato e osserva che siamo nel momento in cui si discute molto, in Italia e fuori del nostro paese, della crisi e delle difficoltà della democrazia rappresentativa. Un’ ondata di sfiducia che Napolitano vede come un fatto negativo. Ha un’ impressione Napolitano, quella che talvolta si discuta in modo astratto o per formule, cercando una definizione nella fase complessa e senza dubbio difficile che stiamo attraversando. Una generalizzazione che rischia di unire, in un unico calderone, le difficoltà della politica spacciandole anche per quelle delle istituzioni e della democrazia.

Referendum a rischio quorum: gli ultimi appelli alla partecipazione

 “Andiamo tutti a votare per picconare il porcellum, la peggior legge elettorale della storia repubblicana”, si affannano a gridare Antonio Segni e Giovanni Guzzetta. I promotori si sono perfino appellati al presidente Napolitano, perché garantisca la visibilità del referendum come ha fatto con successo per la lista Pannella alle europee.

La moral suasion del presidente Rai Garimberti sui direttori di tg, gr e reti è stata forse tardiva, se a cinque giorni dal voto di domenica a cui in teoria sono chiamati 47,5 milioni di elettori, un italiano su due ignorava che si tratta di un referendum e un numero altissimo non ne conosceva i contenuti. E va bene che in 30 località ci sono i ballottaggi, ma l’ estate è scoppiata. E riuscire a portare alle urne il 50 per cento dei votanti e raggiungere il fatidico quorum appare un’ ardua impresa.

I quesiti
Sono tre, su schede di colore diverso. La legge attuale, proporzionale, prevede un premio di maggioranza da attribuire (su base nazionale alla Camera, regionale al Senato) o alla singola lista vincente o alla coalizione di liste. Il primi due quesiti propongono di eliminare la seconda possibilità. Chiedono infatti di cancellare il collegamento fra liste alla Camera (scheda viola) e al Senato (scheda beige chiaro) e il premio alla coalizione. Il terzo (scheda verde) chiede invece di abrogare le candidature plurime, cioè la possibilità, per la stessa persona, di candidarsi in più circoscrizioni.

Cosa cambia
Se passasse il sì alle prime due domande, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla singola lista vincente. E verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, al 4% alla Camera, all’ 8% al Senato. Il sì alla terza domanda cancellerebbe invece i ripescaggi, che permettono all’ eletto in più circoscrizioni di decidere il destino degli altri, stabilendo dove ritirarsi. La porcata resterebbe però intatta: le liste rimarrebbero bloccate e scelte dall’ alto.

Gheddafi ritarda all’ appuntamento. Gianfranco Fini cancella la visita dopo oltre due ore di attesa

 Il presidente della Camera annulla la visita di Muammar Gheddafi a Montecitorio dopo averlo atteso nel suo studio per due ore. “Un ritardo ingiustificato”, fa sapere Fini, che poi rende noto il discorso che avrebbe dovuto tenere davanti al leader libico: quattro cartelle di critiche sul rispetto dei diritti umani a Tripoli e sul discusso giudizio sugli Stati Uniti pronunciata da Gheddafi al Senato.

I preparativi per accogliere il leader libico alla Camera iniziano alle 15 (l’ incontro con Fini è fissato alle 16.30, il convegno con D’ Alema e Pisanu alle 17): piazza Monte Citorio off limits per passanti e turisti, grande dispiegamento di forze dell’ ordine fuori dal Palazzo, di commessi dentro.

Visti i precedenti (al Quirinale mercoledì si era presentato con oltre mezz’ ora di ritardo, al Senato con 50 minuti, all’ Università La Sapienza dopo due ore), già poco dopo le 16.30 si sparge la voce alla Camera che Gheddafi non arriverà prima delle 17.45. La Sala della Lupa è gremita di persone accreditate al convegno e Fini attende il rais nel suo studio con D’ Alema e Pisanu. Intorno alle 18, si sparge la voce tra i commessi che Gheddafi è ancora in camera.

Allo scoccare delle due ore di ritardo, la decisione. Presa in piena autonomia e assumendosene tutte le responsabilità. Fini comunica l’ annullamento del convegno alla Sala della Lupa che accoglie la notizia con un applauso di approvazione. E la ragione della terza carica dello Stato viene pienamente compresa anche dal premier Silvio Berlusconi, che Fini sente dopo aver raggiunto telefonicamente anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Una decisione giusta anche per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e per il suo predecessore D’ Alema: “Per il decoro delle istituzioni e il rispetto delle personalità invitate la decisione di Fini è ineccepibile”. Prima di lasciare Montecitorio D’ Alema motiva il ritardo di Gheddafi con un malore e annuncia ai cronisti che insieme a Pisanu lo sta andando a trovare a Villa Doria Pamphili.

Il ritardo di Gheddafi assume i contorni di un giallo diplomatico. L’ ex ministro degli Esteri e Giuseppe Pisanu si sono poi recati a Villa Pamphili a trovare il leader libico Muammar Gheddafi.

“Abbiamo avuto con Gheddafi – ha spiegato D’ Alema – uno scambio di opinioni sui rapporti tra la Libia e l’ Italia. Gheddafi ha anche espresso rammarico per il mancato appuntamento organizzato dalle Fondazioni Italianieuropei e Medidea a Montecitorio”. Anche Giuseppe Pisanu ha riferito che il colonnello libico si è scusato.

Al vertice sull’ Ue di Napoli il Capo dello Stato: “Informazione, libertà e pluralismo fondamentali per la democrazia”

 I cittadini europei credono nella “libertà e pluralismo dell’ informazione”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadisce, al termine del vertice informale sull’ Ue di Napoli, uno dei principi portanti del progetto europeo. Nel suo intervento, ha sottolineato l’ attaccamento dei nostri popoli ai principi liberali e democratici. “Sono principi cardine”, ha detto. E sul voto: “Risultati non disastrosi, ma bisogna arginare l’ euroscetticismo”

Napolitano risponde a una domanda dei giornalisti sulla libertà d’ informazione e su quello che l’ Europa può fare per difenderla e promuoverla e, pur sottolineando che ognuno ha i suoi compiti e le sue prerogative, si dice convinto che bisogna avere fiducia nell’ attaccamento dei nostri popoli ai principi liberali e democratici su cui poggia la costituzione europea, non ultimi i principi di libertà e di pluralismo dell’ informazione.

Napolitano ha difeso con forza, pur senza entrare nel merito delle polemiche scatenate dall’ approvazione del ddl intercettazione, la libertà dell’ informazione. Riprendendo lo spunto offerto dalle parole del presidente tedesco Horst Kohler che ha spronato l’ Europa a difendere i principi di libertà e democrazia, Napolitano ha sostenuto che non possiamo aver dubbi sull’ importanza fondamentale dei principi che devono presiedere all’ attività di informazione dei paesi europei. Ma ha precisato di non poter forzare le prerogative che gli vengono attribuite dalla Costituzione.

La visita di Gheddafi a Roma: “Si volta pagina”

 Muammar Gheddafi è arrivato a Roma per la visita di Stato di tre giorni in Italia. L’ Airbus con a bordo il leader libico è atterrato a mezzogiorno all’ aeroporto di Ciampino. Il colonnello, in alta uniforme, è sceso lentamente lungo la scaletta dell’ aereo ed è stato accolto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo ha abbracciato e gli ha detto che con questa visita “si chiude una lunga pagina dolorosa”.

Gheddafi ha ringraziato il coraggio dell’ Italia, per aver voltato pagina. “Salutiamo questa generazione di italiani per aver risolto con estremo coraggio le questioni del passato”. Ha spiegato di avere pronta una chiave per risolvere il problema della pirateria: “Sono in procinto di presentare una bozza di accordo durante l’ assemblea generale delle Nazioni Unite”.

Il primo impegno ufficiale per Gheddafi è stato al Quirinale per la colazione con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha detto di prevedere l’ avvio di una nuova fase nei rapporti con Tripoli. “Abbiamo convenuto con il Colonnello, ha spiegato il presidente della Repubblica al termine del colloquio, sull’obiettivo di rendere il Mediterraneo un’ area di pace, stabilità e benessere intensificando le relazioni politiche e diplomatiche, ma anche rafforzando la cooperazione economica, culturale ed in materia di immigrazione, anche nel contesto dei più stretti legami con l’ Ue”.