No alla secessione leghista: da Nord a Sud, all’ unisono le proteste al nutrito menù agostano del partito di Bossi

 Inno di Mameli, dialetto, bandiera tricolore, gabbie salariali: il ricco menu agostano presentato dalla Lega indigna un po’ tutti nel Pdl, nel Pd e nella società e guadagna al partito padano un nutrito mazzo di altolà. Da Ciampi a Cicchitto, che parla a nome del Pdl e fa l’ elenco del programma di governo, a Flc Cgil: “Ci opporremo alla secessione leghista”.

A cominciare da quello di un ex presidente della Repubblica del calibro di Carlo Azeglio Ciampi, che in un’ intervista a Repubblica risponde senza esitazioni: “Il vero scopo della Lega – dice – è la secessione, ma credo che la maggioranza degli italiani e anche gran parte dell’ attuale maggioranza di governo la secessione non la voglia”.

Ciampi spiega di provare tristezza nel sentire certe frasi che mettono in cattiva luce l’ Italia: “Ripenso a quanti sforzi abbiamo fatto per il Paese. Non voglio fare polemica perché tra me e la Lega c’ è una enorme distanza, ma non posso nascondere il mio disagio. Anche perché sono manifestazioni che vengono da personaggi che rappresentano le Istituzioni. (…) Arrivano dal Governo, che è stato votato dagli italiani. Non c’ è dubbio che esercitano un diritto che viene loro dall’ investitura popolare. Ma questo non mi impedisce di dire che c’ è un senso diffuso di amarezza per questo modo di intendere la funzione di governo”.

“Sarebbe meglio che mi imponessi di non parlare – prosegue l’ ex Capo dello stato – perché l’ amarezza è troppo grande. Ma attenzione: ho quasi 89 anni, possiamo dire che faccio parte della categoria dei vegliardi, eppure mi sento di affermare che i valori fondamentali della nostra Nazione terranno. Sono convinto che le nuove generazioni sono una risorsa ricca di ottimismo e di fedeltà ai valori di base”.

Le gabbie salariali vanno fatte. Proviamo a dire perché

 La necessità di commisurare il reddito dei lavoratori al costo della vita delle loro comunità non dovrebbe apparire uno scandalo, ma potrebbe, anzi, essere il segno di una grande riscossa delle regioni meridionali, qualunque cosa ne pensi il Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che, evidentemente, non ha compreso lo spirito del federalismo.

Il mondo del lavoro con il quale ho modo di confrontarmi più direttamente è, per ovvie ragioni, quello dell’ agricoltura. Ebbene, il contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti, che è stato firmato il 6 luglio 2006, prevede la possibilità di ulteriori contrattazioni a livello provinciale.

Infatti a seguire sono stati firmati ulteriori contratti su base provinciale che normano la parte retributiva a partire dai minimi nazionali. Si tratta di 365.000 lavoratori dipendenti. Dunque una retribuzione diversa tra le varie zone del Paese esiste già, e non solo nel settore agricolo. La Lega vuole razionalizzarla. E con gli altri alleati di governo lo farà.

Del resto le riforme federaliste fin qui approvate sono state, in modi diversi, condivise da una larga maggioranza. Ricordo che il Partito Democratico si è astenuto sul federalismo fiscale.

Nell’ agenda d’ autunno di Berlusconi c’ è già la riforma del processo penale

 Poco prima di andare in vacanza in Sardegna, Silvio Berlusconi annuncia le priorità del governo al ritorno della pausa estiva: la ricostruzione in Abruzzo, il rilancio del Mezzogiorno, l’ apertura dei cantieri per le opere infrastrutturali, la sicurezza e la riforma della giustizia penale. Per farlo sceglie i microfoni del Gr1 da dove rinnova l’ attacco al quotidiano La Repubblica e ribadisce che una Rai più equilibrata sarebbe nell’ interesse anche del centrosinistra.

“Continueremo con la realizzazione delle case per i trentamila sfollati de L’ Aquila, apriremo molti cantieri per le opere pubbliche sia al Nord che al Sud, aumenteremo la difesa dei cittadini contro la criminalità singola e organizzata anche con l’ utilizzo delle forze armate e infine metteremo a punto un piano per il Sud che vede maggiori infrastrutture, fiscalità di vantaggio, misure per il turismo”, ha detto Berlusconi nell’ elencare quelle che saranno le priorità alla ripresa dell’ attività a settembre.

“Infine – ha proseguito – porteremo a termine la riforma del processo penale”. Ad ogni modo, ha aggiunto Berlusconi, sono stati “14 mesi di risultati concretissimi di cui siamo veramente orgogliosi”. Il Presidente del Consiglio è quindi tornato a criticare la televisione pubblica, sostenendo che attacca gratuitamente il governo e difendendo la legittimità della sua posizione.

Manovra estiva: al via nuove proroghe

 È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 179 del 4 agosto 2009 la legge 102 / 2009 di conversione del decreto legge 78 / 2009 (cosiddetto anticrisi), recante “Provvedimenti anticrisi e proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali”.

Fra le disposizioni contenute nel decreto legge e confermate dalla legge di conversione, si segnala l’ art. 23 che tra l’ altro proroga l’ applicazione del regime transitorio per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche fino al 31 dicembre 2009, data a decorrere dalla quale troverà applicazione a pieno regime la disciplina ordinaria di cui all’ art. 146 del D.Lgs. 42 / 2004.

A questo proposito, si ricorda che il procedimento transitorio delineato dall’ art. 159 del Codice prevede che l’ autorizzazione paesaggistica sia rilasciata o negata entro 60 giorni dalla relativa richiesta.

Nel caso in cui l’ autorizzazione venga rilasciata, l’ amministrazione competente deve darne immediata comunicazione alla soprintendenza, la quale avrà a disposizione ulteriori 60 giorni dal ricevimento della relativa documentazione per annullare, con provvedimento motivato, l’ autorizzazione stessa, qualora ritenga che non sia conforme alle prescrizioni di tutela del paesaggio.

Il piano per il Mezzogiorno. Berlusconi a proposito di Sud e salari: “Agganciare le paghe al costo della vita”

 Il presidente del Consiglio Berlusconi annuncia in un’ intervista al Mattino i contenuti principali del piano per il Mezzogiorno, premettendo che “il Sud è sempre stato tra le priorità del nostro governo”, come dimostra l’ impegno sulla questione rifiuti a Napoli, e aggiunge che sarà lui a guidare la Agenzia per il Sud.

“Dobbiamo concepire l’ intervento straordinario come un grande New Deal rooseveltiano, come un piano Marshall per il Sud. Negli Stati Uniti gli squilibri territoriali furono rimossi nel periodo del new deal attraverso un’ agenzia di livello federale, non dei singoli Stati: la Tennessee Valley Authority fu messa in piedi dal governo di Washington e non dal governatore del Tennessee. Anche nel nostro caso il ruolo di guida non può essere che del premier”.

In ogni caso in progetto la concretizzazione di un Istituto molto diverso dalla precedente Cassa per il Mezzogiorno di Gabriele Pescatore, di cui non sarà una riedizione, nonostante in passato abbia ottenuto risultati straordinari, tra cui la cancellazione della malaria, il risanamento di 500mila ettari di palude, la costruzione di circa 30mila km di strade e la possibilità per 12 milioni di persone di uscufruire dell’ acqua potabile. “Fu un ventennio straordinario cui seguì, purtroppo, un periodo di degenerazione”.

Berlusconi lancia poi un’ accusa alla classe dirigente del meridione e sottolinea l’ importanza del federalismo fiscale. “Tra il 1998 (anno di avvio della nuova programmazione) e il 2004 è stata conferita al sud una massa di risorse pari a 120 miliardi di euro di spesa pubblica in conto capitale, di cui poco più di 55 miliardi di euro di spesa straordinaria”.

“A fronte di tante risorse, le distanze fra il Centro – Nord e il Sud del Paese sono rimaste inalterate; anzi l’ economia meridionale è diventata, in questi anni, meno competitiva. Evidente la responsabilità delle classi dirigenti meridionali e del cattivo funzionamento del Titolo V della Costituzione. Solo con il federalismo fiscale che avremo una effettiva assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti delle regioni meridionali”.

Il presidente del Consiglio: “A settembre termineremo la riforma del processo penale”

 Così, in una intervista al Gr Rai, ha affermato Silvio Berlusconi, che traccia un bilancio dei primi 14 mesi di governo e indica gli obiettivi prioritari per l’ esecutivo. “Fino ad oggi, abbiamo avuto risultati concretissimi di cui siamo veramente orgogliosi. Per quanto riguarda la ripresa, continueremo la realizzazione delle case ai trentamila sfollati de L’ Aquila, apriremo molti cantieri per le opere pubbliche sia a Nord che al Sud, aumenteremo la difesa dei cittadini contro la criminalità singola e organizzata anche con l’ utilizzo delle forze armate, metteremo a punto il piano per il Sud che chiede maggiori infrastrutture, fiscalità di vantaggio, misure per il turismo”.

Entrando nel dettaglio su alcuni temi particolarmente caldi in questi giorni: “Sulla Rai ho avuto modo di dire quello che pensano la maggioranza degli italiani e cioè che è inaccettabile che la televisione pubblica, che è pagata con i soldi di tutti, sia l’ unica tv pubblica ad essere sempre contro il governo” ha detto Berlusconi, tornando ad affrontare la questione dell’ informazione fornita, che, a parere del premier, ha costantemente un orientamento critico nei riguardi dei governi di centro destra, riferendosi in particolare alle affermazioni fatte sul Tg3 venerdì passato nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Il Tricolore, simbolo dell’ Italia unitaria, oggetto di polemiche. La Lega vuole bandiere e inni regionali

 L’ articolo 12 della Costituzione, immutato e indiscusso dal 1948, recita: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso”. Ma alla Lega non basta più, vuole le bandiere regionali e anche gli inni. Bisognerebbe aggiungere, secondo la proposta di legge del capogruppo al Senato Federico Bricolo, le parole: “Ciascuna regione ha come simboli la bandiera e l’ inno”. I vessilli regionali sarebbero così equiparati al tricolore. Mentre gli inni lombardo, toscano o campano, supererebbero per rango l’ inno di Mameli, che non è citato dalla Costituzione e cui pure la Lega ha sempre preferito il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi.

Questa iniziativa del Carroccio, che risale al luglio 2008, ma che oggi è stata segnalata dall’ ufficio stampa della Lega al Senato, solleva le aspre polemiche non solo dell’ opposizione, ma anche di alcuni esponenti della maggioranza. Nonostante il tentativo di Bricolo di stopparle sul nascere: “Non è una proposta di legge che va contro qualcosa o qualcuno – sottolinea – ma chiede il riconoscimento delle bandiere e degli inni regionali per valorizzare simboli identitari che sono ricchezza per tutti”.

Il progetto di legge, spiegano i senatori della Lega, è coerente con la riforma federalista. Per di più, non si tratta di una proposta nordista, ma riguarderebbe tutte le Regioni. “Voglio ricordare ai tanti sepolcri imbiancati che credono che la realtà nazionale debba essere un museo – aggiunge il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia – che invece la gente e le culture si modificano”. Ma il messaggio del Carroccio viene capito solo dal movimento autonomista siciliano di Raffaele Lombardo. Il capogruppo alla Camera Carmelo Lo Monte dice che l’ Mpa è d’ accordo con quella che non esita a definire “una felice intuizione”.

Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi: “L’Italia è prima nella ripresa, la Rai non mi può attaccare”

 Il presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, garantisce che l’ Italia sta lavorando al massimo per uscire dalla crisi e attacca la tv di Stato che, dice, “attacca il governo con i soldi di tutti. Siamo maggioranza, non vogliamo fare quello che ha fatto la sinistra quando era al Governo e la Rai continuava ad attaccare l’ allora opposizione. C’ è una sinistra che attacca l’ avversario, e una maggioranza democratica che non attacca la sinistra. Il mandato che vorrei per la Rai è che faccia il servizio pubblico”.

La risposta, a strettissimo giro di posta, arriva dal Pd. Nel “nostro paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile” dice Merlo in una nota. “Se i Tg della Rai, tutti compresi, devono obbligatoriamente tessere l’ elogio del governo e di chi sta in maggioranza, cessano le ragioni dell’ esistenza stessa”.

Ma il Berlusconi attacca anche Paolo Guzzanti, che aveva parlato di intercettazioni piccanti. “È infondato e vergognoso: non ci sono mai state telefonate, né intercettazioni, come può dimostrare la magistratura, c’ è solo la vergogna per chi mette in circolo certe cose». E sull’ intervista della figlia Barbara, che auspica più sobrietà per la politica, dice: “Suo papà non ha nulla di cui vergognarsi e di cui scusarsi, nemmeno con i propri familiari”.

Berlusconi nega che il Pdl abbia bisogno di un cambio ai vertici e promuove il primo anno del governo: “La maggioranza è coesa e forte. Il governo sarà un governo forte che durerà per i prossimi quattro anni. C’ è chi ha cercato di metterci in difficoltà, ma il presidente del Consiglio non ha scheletri nell’ armadio, non è ricattabile da nessuno e non si lascia demoralizzare da nessuno e da nulla”.

Estero. “Un processo incostituzionale” quello di Teheran contro manifestanti e leader riformatori

 Una “farsa”. Così l’ ex presidente riformatore iraniano Mohammad Khatami ha definito il processo di massa in corso da ieri a Teheran contro un centinaio di manifestanti e leader riformatori, arrestati dopo le dimostrazioni seguite alla rielezione del presidente Mohammad Ahmadinejad, il 12 giugno.

Nel contempo – mentre altri dieci oppositori sono andati ad aggiungersi ai cento già ieri portati davanti ai giudici – il capo dell’ opposizione iraniana Mir Hossein Mussavi (uno dei candidati sconfitti alle presidenziali secondo i dati ufficiali) ha alzato il tiro contro il regime affermando che tutte le confessioni fatte ieri da alcuni imputati sono state estorte con la tortura e non hanno quindi alcun valore.

“Le confessioni fanno venire in mente le torture medioevali”, scrive Mussavi nel suo sito e pone una domanda retorica, che non chiede risposta: “Di cosa vogliono convincere il popolo con queste confessioni che ricordano le torture del Medioevo? Dicono che i ragazzini della rivoluzione hanno confessato durante il processo i loro legami con i nemici e un piano per rovesciare la Repubblica Islamica. Tutto quello che io ho sentito, sono i gemiti che fanno capire quello che hanno subito durante questi cinquanta giorni di detenzione”.

Mussavi poi, come l’ ex presidente riformista Mohammad Khatami, afferma che questo è un processo dove tutto è truccato. “Presto vedremo invece finire sotto processo chi ha commesso questi crimini, le torture e gli interrogatori”. In particolare Khatami ha definito il processo contrario alla Costituzione, alla legge e ai diritti dei cittadini. Questo tipo di messa in scena è innanzitutto contraria agli interessi del regime e mina la fiducia dell’ opinione pubblica e le confessioni ottenute in queste condizioni non hanno alcuna credibilità.