Estero. La ricetta di Obama per risolvere la crisi economica: “Così ripartirà l’ America. Mai più schiavi di Wall Street”

 Al New York Times Obama spiega come concepisce la finanza nell’ economia di domani. Innanzitutto pensa che dovremmo distinguere tra la finanza che è linfa vitale della nostra economia e la finanza che è un’ industria importante dove godiamo di un vantaggio comparato.

“Se la questione è semplicemente far crescere la nostra economia, dobbiamo avere credito a sufficienza per finanziare le imprese, grandi e piccole, per dare ai consumatori la flessibilità necessaria per fare acquisti a lungo termine come una macchina o una casa. Questo non cambierà. E sarebbe preoccupante se il mercato del credito si riducesse al punto da non consentire il finanziamento della crescita sul lungo termine”.

“Ciò significa che non dobbiamo soltanto avere un settore bancario sano, ma che dobbiamo cercare di capire che cosa fare con quel settore non bancario che erogava quasi la metà del credito in circolazione nel nostro Paese. E dobbiamo stabilire se riusciremo o no, a seguito di alcune delle misure assunte dalla Fed e dal Tesoro, a ricreare il mercato per i prodotti cartolarizzati. Sono ottimista, penso che alla fine riusciremo a rimettere in moto questa parte del settore finanziario, ma potrebbe volerci del tempo per riconquistare fiducia e sicurezza”.

“Quello che secondo me cambierà, quello che secondo me era un’ aberrazione, era una situazione in cui i profitti delle aziende del settore finanziario hanno rappresentato una parte molto consistente della nostra redditività complessiva negli ultimi dieci anni. Questo secondo me cambierà. E in parte sarà dovuto agli effetti della regolamentazione, che impedirà almeno in parte tutta quella leva finanziaria e quell’assunzione di rischi che erano diventati tanto comuni. Per certi aspetti penso sia importante rendersi conto che una parte di quella ricchezza era illusoria fin dal primo momento”.

Dunque non ne sentiremo la mancanza?

“Ne sentiremo la mancanza nel senso che la conseguenza delle gratifiche milionarie versate a gente di 25 anni era che queste persone poi erano disposte a pagare 100 dollari per una cena con bistecche e il cameriere si portava a casa mance che avrebbero fatto l’ invidia di un professore universitario. E dunque alcune delle dinamiche del settore finanziario avranno delle ricadute, specialmente in un posto come Manhattan. Ma in realtà io penso che ci sia sempre stata una percezione di insostenibilità rispetto a quello che è successo a Wall Street negli ultimi 10 – 15 anni. Wall Street rimarrà una parte significativa e importante della nostra economia, esattamente come lo era negli anni ’70 e ’80. Semplicemente, non rappresenterà più la metà della nostra economia. E questo significa che un maggior numero di talenti e risorse saranno destinati ad altri settori dell’economia. E io questo lo ritengo salutare”.

“Non vogliamo che ogni singolo laureato con il bernoccolo per la matematica vada a fare il trader di derivati. Vedremo un riequilibrio, ma non credo che perderemo gli enormi vantaggi che derivano dalla trasparenza, dall’ apertura e dall’ affidabilità dei nostri mercati. Se non altro, un regime di regole più energico contribuirà a ripristinare la fiducia, e saranno ancora tantissimi i capitali esteri desiderosi di venire a parcheggiarsi negli Stati Uniti”.

Estero. Raid sull’ Afghanistan, aperta un’ inchiesta.

 Un villaggio della provincia di Farah, nell’ Afghanistan occidentale, è stato praticamente raso al suolo in un raid aereo americano nel quale oltre cento civili sarebbero rimasti uccisi in quello che potrebbe risultare il massacro più spaventoso perpetrato dalle forze internazionali.

La Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha reso noto che le vittime del bombardamento, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, sono diverse decine e che tra loro vi sono donne e bambini. Il governatore della provincia di Farah, Rohul Amin, ha parlato di un centinaio di morti. Per il capo della locale polizia, Abdul Ghafar Wantandar, il bilancio potrebbe essere ancora più pesante. L’ attacco è stato confermato da fonti americane a Kabul. Le forze della coalizione, ha spiegato un portavoce, erano state chiamate a dar manforte alle forze afghane.

Il presidente afghano Hamid Karzai è stato raggiunto dalla notizia mentre, a Washington, si preparava al vertice antiterrorismo con il presidente americano Barack Obama e con il presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari. «La perdita di altri vite civili è inaccettabile» ha detto. Nella capitale l’ imbarazzo era palpabile. Il segretario di Stato Hillary Clinton si è detta profondamente dispiaciuta e ha preannunciato l’ apertura di un’ inchiesta. A Geerani, il villaggio colpito, gran parte delle case sono andate distrutte. Gli abitanti vi si erano rifugiati per sfuggire ai combattimenti che da lunedì infuriavano nella zona. Ma le bombe americane hanno trasformato gli edifici nella loro tomba.

Reto Stocker, capo della delegazione del Cicr a Kabul, ha detto che tra le vittime c’ è anche un volontario afghano della Croce Rossa, rimasto ucciso assieme a 13 familiari. Una donna in preda a un pianto irrefrenabile ha raccontato all’ agenzia Reuters di aver perso la figlia e uno dei suoi nipotini. “Con altre vittime sono stati sepolti in una fossa comune, non ho potuto vedere nemmeno il viso del bambino un’ ultima volta, era irriconoscibile”, ha detto. Stando a vari testimoni, il bombardamento è durato circa un’ ora.

Estero. Obama: un piano per combattere l’ evasione fiscale oltreoceano e i paradisi fiscali

 “A nessuno piace pagare le tasse, soprattutto in tempi di crisi. Ma la maggior parte degli americani rispetta gli obblighi. Molti cittadini e imprese adempiono ai loro obblighi ma ci sono altri che non lo fanno”.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato un piano per combattere l’ evasione fiscale oltreoceano e i paradisi fiscali. “Ho chiesto al Congresso di approvare misure di senso comune”, ha detto il presidente, affiancato dal segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner. Nel presentare il proprio piano di riforma, il presidente ha sottolineato che “il codice fiscale (americano) è pieno di scappatoie che agevolano le aziende, e non possiamo premiare quelle società americane che operano oltreoceano e che riescono a trovare il modo di evadere le tasse. Anche perché pagare le tasse è un obbligo legato alla cittadinanza. Per questo, ha ribadito Obama, ho parlato della necessità di chiudere i paradisi fiscali oltreoceano”.

Usa. L’ ex Segretario di Stato Condoleezza Rice autorizzò l’ utilizzo del “waterboarding” a Guantanamo

 Il capitolo oscuro sull’ utilizzo di tortura negli interrogatori da parte di agenti americani si arricchisce di nuovi particolari e di una protagonista illustre, Condoleezza Rice. Nel luglio del 2002 la Rice, allora consigliere per la Sicurezza nazionale, approvò verbalmente la richiesta della Cia di utilizzare la tecnica del waterboarding (annegamento simulato) sul presunto terrorista di al Qaida Abu Zubaydah. Pochi giorni dopo, il Dipartimento di Giustizia approvò l’ utilizzo di questa tecnica, come riportano i memo segreti che l’ amministrazione Obama ha reso pubblici, tra mille polemiche, la settimana scorsa. Il ruolo dell’ ex Segretario di Stato viene descritto in un rapporto mostrato mercoledì dalla Commissione per l’ intelligence del Senato.

In questo documento vengono riportati nel dettaglio i passaggi con cui le pratiche più dure e crudeli utilizzate dalla Cia furono ideate e approvate ai più alti livelli della Casa Bianca nell’ era di George W. Bush. In questa cronologia appare chiaro come il ruolo rivestito dalla Rice fu molto più importante di quello da lei ammesso lo scorso autunno in una testimonianza scritta presentata alla Commissione armamenti del Senato. Nella sua testimonianza l’ ex Segretario di Stato sostiene di aver solo preso parte a riunioni in cui si era discusso sulle richieste di interrogatorio della Cia, ma si era poi deciso di chiedere una valutazione legale al ministro della Giustizia.

La Rice aveva detto di non ricordare i dettagli delle riunioni. Invece, il braccio destro di Bush ebbe un ruolo diretto nella vicenda dando per prima il via libera all’ allora direttore della Cia George Tenet. Pochi giorni dopo, e dopo l’ approvazione del ministero della Giustizia, come si legge nel memorandum segreto del 1 agosto 2002, il detenuto Zubaydah veniva sottoposto a waterboarding almeno 83 volte nel solo mese di agosto. Un portavoce della Rice, contattato dalla Ap, si è rifiutato di commentare la notizia.

La febbre suina terrorizza il Messico e gli Usa: “Il virus potrebbe ritornare più forte”

 Le due nazioni più pesantemente colpite dall’ influenza suina – Messico e Stati Uniti – sono cautamente ottimiste sul fatto che il peggio dell’ epidemia potrebbe essere ormai alle spalle. Ma intanto il virus non si ferma (nuovi casi sono stati accertati in altri Paesi: l’ ultimo il Portogallo); in Spagna, i casi confermati sono saliti da 40 a 54 (è il Paese europeo più colpito) e sono oltre 60 quelli sospetti; in Italia sono stati confermati due nuovi contagi. E l’ Oms avverte che una seconda ondata di epidemia sarebbe più letale della precedente, esattamente come accadde nel 1918 per la spagnola.

Intanto si allunga la lista dei Paesi che hanno messo limiti all’ importazione di carne suina (almeno una ventina, tra cui Russia, Cina, Svizzera). L’ Oms dunque invita a non abbassare la guardia. Anche se gli ultimi dati in arrivo dal Messico e dagli altri Paesi indicano una caduta dell’ indice di mortalità, questo non vuol dire – ha messo in guardia la direttrice generale dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan – che il rischio sia alle spalle.

Una seconda ondata potrebbe essere più letale, esattamente come accadde nel 1918, con la febbre spagnola che uccise 50 milioni di persone in tutto il mondo: il virus comparve in primavera e sparì durante l’ estate per poi ricomparire in autunno come una vendetta. “Speriamo che il virus svanisca, perchè se non lo fa ci troveremo di fronte a un’ esplosione enorme”, ha detto la Chan.

“Non sto dicendo che la pandemia esploderà, ma se non ci prepariamo, sbagliamo. Preferisco errare per eccesso piuttosto che per difetto di preparazione”. Secondo la Chan l’ eventuale innalzamento del livello di allerta dell’ Oms al grado massimo massimo (il 6) non significherà comunque la fine del mondo perchè (altrimenti) si scatenerà un panico non necessario. Ma i virus influenzali sono molto imprevedibili, molto mutevoli. Non dobbiamo cedere a un’ eccessiva fiducia. Non dobbiamo dare all’ H1N1 l’ opportunità di mescolarsi ad altri virus. E questo è il motivo per cui siamo in allerta”.

Intesa Fiat – Chrysler. Obama: “Fiat è la soluzione giusta per la Chrysler”

 L’ accordo inorgoglisce tutta l’ Italia, “fiera del riconoscimento” ottenuto negli Usa, e che, come dice l’ ad Sergio Marchionne, sposta ora il mirino in un’ altra direzione, verso Opel. Il giorno dopo l’ intesa Fiat – Chrysler, che ha avuto l’ imprimatur dello stesso Obama, e mentre a New York cominciano le udienze per la bancarotta Chrysler, è il capo dello Stato Giorgio Napolitano a commentare l’ accordo, definendolo “un riconoscimento straordinario per i dirigenti, i tecnici, le maestranze tutte”.

“Oggi l’ Italia può essere fiera del riconoscimento che una nostra grande impresa ha ottenuto in America e nel mondo», ha detto Napolitano nel corso della celebrazione della festa del lavoro al Quirinale. “È una spinta per uscire dalla crisi“, sottolinea per parte sua il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo il quale l’ intesa dimostra che bisogna “cercare di essere più fiduciosi e avere un sano ottimismo”.

Archiviato il capitolo Chrysler, definito dai vertici del Lingotto prioritario, ora la partita si sposta in Europa: “Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali”, ha detto infatti Marchionne. Secondo i media tedeschi, l’ ad Fiat è oggi a Berlino per parlare con i vertici del governo tedesco. Il Sueddeutsche Zeitung e Focus scrivono che Marchionne discuterà dell’ ipotesi Opel con il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Frank – Walter Steinmeier e con il ministro dell’ Economia, Karl – Theodor zu Guttenberg che in un’ intervista al settimanale Der Spiegel aveva detto che “ilgoverno tedesco esaminerà molto attentamente il piano di Fiat”, ma dal Lingotto non arriva nessuna conferma. In corsa per rilevare l’ azienda tedesca, trascinata in crisi dalla casa – madre General Motors, c’ è anche il fornitore austro – canadese Magna.

Estero. Influenza suina. Obama: “Giusto investire contro il virus. Precauzioni oggi per evitare conseguenze peggiori domani”

 Gli Stati Uniti stanno rispondendo in modo “rapido e aggressivo” al diffondersi dell’ influenza suina, un virus che per la capacità di trasmettersi da uomo a uomo ha creato il “potenziale” rischio di pandemia. È quanto ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel corso del consueto messaggio del sabato.

“A differenza dei vari ceppi di influenze animali emersi nel passato”, ha spiegato Obama, “questa è un’ influenza che si sta diffondendo da uomo a uomo, ciò crea la potenzialità di una pandemia ed è il motivo per cui stiamo agendo in modo rapido e aggressivo”, ha sottolineato il presidente americano. Obama ha elencato alcuni dei provvedimenti decisi dalla sua amministrazione per far fronte alla diffusione del virus, incluse le raccomandazioni di chiudere per due settimane scuole e strutture per bambini nell’ eventualità che si riscontrino casi di influenza A/H1N1.

Il presidente americano ha ricordato che gli Usa hanno inviato ai singoli Stati un quarto della riserva di 50 milioni di dosi di antivirali e ne hanno ordinati altri 13 milioni per rifornire le riserve. “Per un eccesso di cautela, ho anche chiesto al Congresso di stanziare, se necessario, 1,5 miliardi di dollari per acquistare altri antivirali, per attrezzature di emergenza e per lo sviluppo di un vaccino che possa prevenire il virus”.

Il presidente Usa tende nuovamente la mano a Cuba. Ma precisa: “Deve impegnarsi sui diritti umani, libertà e democrazia”

 Barack Obama ha rilanciato da Città del Messico i segnali di apertura nei confronti di Cuba, esprimendo l’ auspicio che Cuba a sua volta “sappia rispondere alla buona fede dei nostri sforzi per arrivare ad una nuova fase delle relazioni tra i due Paesi. Cinquant’ anni di gelo non si risolvono dalla sera alla mattina – ha detto Obama nella conferenza stampa tenuta con il presidente del Messico, Felipe Calderon -. Noi abbiamo preso iniziative importanti. Ma si possono ottenere risultati solo se anche Cuba fa dei passi e si dimostra pronta a rispondere alla buona fede dei nostri sforzi”.

Il governo cubano secondo Obama deve manifestare la volontà di fare passi che vanno al di là di questi ultimi 50 anni. Obama ha chiesto a Cuba di impegnarsi per quanto riguarda i diritti umani, la libertà di stampa, la libertà di opinione, la libertà di movimento. “Spero che i segnali che abbiamo mandato siano chiari: vogliamo essere aperti nei confronti di Cuba e impegnarci per una nuova fase dei rapporti” ha concluso.

Il presidente Usa d’ altronde ha già allentato la morsa nei confronti dell’ isola caraibica: infatti ha ordinato la revoca delle restrizioni ai viaggi e alle rimesse per il milione e mezzo di cubano – americani con parenti a Cuba; e ha spiegato che si tratta di un’ iniziativa di buona volontà perché migliorino non solo le relazioni cubano – statunitensi, ma si mettano in moto la creatività e l’ energia del popolo cubano. Ma il presidente Usa è per ora ancora contrario a levare l’ embargo.

Estero. La svolta americana sulle tecniche di interrogatorio della Cia. Il presidente Usa: “riflessione non vendetta”

 Il presidente americano concede l’ immunità agli agenti che hanno usato maniere forti con i detenuti. L’ era Bush è finita, il capitolo degli abusi e delle torture negli interrogatori va superato con la riflessione e non con la vendetta. Il presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato così la svolta americana sui metodi di detenzione e sulle tecniche di interrogatorio impiegati dalla Cia. Un cambiamento rivelato con un comunicato in cui il presidente ha fatto sapere di non aver intenzione di perseguire gli agenti della Cia implicati e accompagnato da quattro documenti in cui, nero su bianco, si descrivono le durissime tecniche avallate dall’ Amministrazione Bush.

Detenuti tenuti svegli per undici giorni di seguito; sbattuti contro le pareti con uno speciale collare al collo e poi rinchiusi in un container ermetico al buio insieme a insetti; detenuti lasciati completamente nudi e al freddo per giorni, senza cibo, oppure ammanettati per periodi prolungati; simulazioni di annegamento, il famigerato waterboarding. Non solo, i memo rivelano anche il quadro legale entro il quale agire senza problemi nella base di Guantanamo e nelle altre carceri Usa.

Le tecniche furono usate contro 14 detenuti che secondo gli Usa avevano un valore particolare, dopo gli attacchi dell’ 11 settembre: tra gli altri, l’ uomo considerato il cervellò dell’ 11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, che si era inizialmente rifiutato di rispondere agli interrogatori; e l’ amministrazione Bush si convinse che proprio gli interrogatori rafforzati usati successivamente contribuirono ad evitare ulteriori attentati, come lo schianto di un aereo dirottato contro una torre di Los Angeles. “Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona fede – ha spiegato Obama – basandosi sui consigli legali del Dipartimento di Giustizia non saranno perseguiti”.

Estero. Obama milionario. Non per la sua carica di presidente Usa, ma per i ricavi prodotti dai libri che scrive

 Svelato il reddito del presidente degli Stati Uniti. Obama punta tutto sull’ educazione. Lui e la moglie Michelle, infatti, l’ anno scorso hanno speso per l’ istruzione delle figlie oltre 47mila dollari. E sono anche di più i soldi versati nei fondi di risparmio di Sasha e Malia. Gli Obama possono dare il meglio alle loro piccole soprattutto grazie ai ricavi prodotti con i libri scritti dal presidente.

Se non fosse, appunto, il presidente americano, Barack potrebbe vivere bene con i diritti dei suoi libri, che costituiscono il grosso degli oltre due milioni e mezzo di dollari che gli Obama hanno guadagnato nel 2008. Ma se non fosse presidente i due volumi che illustrano la sua visione dell’ America e la sua strada verso il sogno americano non sarebbero dei best – seller.

I sogni di mio padre e Il coraggio della speranza sono stati in classifica rispettivamente per 67 settimane. Le vendite alimentate prima dalla corsa alla Casa Bianca, poi dalla trionfale elezione dello scorso novembre. Barack e Michelle hanno dichiarato al fisco per l’ anno scorso 2,65 milioni di dollari; hanno pagato 855mila dollari di tasse federali e quasi 70mila di imposte statali, mentre 172mila dollari sono andati in beneficenza a 37 organizzazioni.