“Oltre che sul nucleare il premier Berlusconi avrebbe fatto bene ad accordarsi con Sarkozy anche sulle politiche di sostegno alla famiglia che vedono la Francia molto più avanti. Nessun paese in assoluto riserva ai nuclei un trattamento di favore come quello applicato dai nostri dirimpettai”. Così dice Paola Soave, vice presidente del Forum delle associazioni familiari, che con numeri alla mano dimostra i vantaggi tributari che quel paese riserva alla famiglia. In Francia una famiglia di quattro persone, con coniuge e due figli a carico e un unico reddito di 25.000 euro, non paga praticamente nessuna imposta, appena 52 euro. Insomma, sul quoziente famiglia non c’ è partita. Anche perché qui da noi il quoziente famiglia si è smarrito per strada, in modo del tutto incomprensibile e irragionevole a nostri occhi.
Economia
Crisi al vertice Ue: “Nessun piano per l’ Est, ma nessun Paese verrà abbandonato”
Con un appello all’ unità dell’ Unione europea, il premier ceco, Mirek Topolanek, presidente di turno dell’ Ue, cerca di evitare che il vertice straordinario europeo dei 27 capi di Stato e di governo, convocato per oggi allo scopo di arrivare a regolamentare la finanza continentale, possa naufragare prima del previsto. L’ appello è accorato: “L’ Europa supererà la crisi solo se agiremo insieme”. In effetti, il rischio spaccatura è reale. Perché 9 Paesi dell’ Est, tra cui Ungheria e Lettonia, che sono al limite della bancarotta, salvati in extremis dalle istituzioni finanziarie, si riuniranno, per iniziativa del premier polacco Donald Tusk, prima che abbia luogo il summit internazionale. La preoccupazione dei vertici europei per una divisione tra Est e Ovest è grande.
Crisi economica: l’ Europa tra ripresa e previsioni non proprio rosee
La Commissione europea, alla vigilia del prossimo vertice europeo, tratteggia uno scenario preoccupante, sul fronte dell’ occupazione e della ripresa economica. Tuttavia non sembra opportuno che una personalità con responsabilità politiche e decisionali come il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, si metta a tracciare ipotetici scenari di desolazione, miseria e scontri sociali. Non con i mercati che sobbalzano ad ogni minimo respiro politico. I dati però, presentati nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, parlano da soli: solo quest’ anno è previsto un calo dell’ occupazione dell’ 1,6%, vale a dire 3,5 milioni di posti di lavoro in fumo. Nel 2010 il tasso di disoccupazione potrebbe salire, secondo le stime in mano all’ esecutivo Ue, al 10%.
Piano anticrisi: Obama dichiara guerra alle lobby
“Il sistema attuale può funzionare per gli interessi dei potenti che hanno governato Washington troppo a lungo. Ma io lavoro per il popolo americano”, ha detto il presidente americano Barack Obama nel suo intervento settimanale alla radio e su internet, nel corso del quale ha ribadito che la sua finanziaria – una manovra economica da 3.600 milioni di dollari – potrà aiutare milioni di americani, ma solo se il Congresso supererà la resistenza delle lobby che cercano di influenzare i deputati. “So che questi progetti si scontrano con gli interessi particolari e con i lobbisti che fanno business alla vecchia maniera e so che si stanno preparando a combattere, ha detto ancora Obama, e il messaggio che invio loro è questo: Anche io».
No al protezionismo: incontro Formigoni e Levene, Presidente dei Lloyd’s
Punti chiave dell’ incontro la situazione economica internazionale e le iniziative della Lombardia per fronteggiare la crisi e sui progetti per Expo 2015. Lord Peter Levene è stato sindaco di Londra alla fine degli anni ’90 ed è membro della Camera dei Lords. All’ incontro con Formigoni era accompagnato dal console inglese a Milano, Laurence Bristow-Smith. Con Lord Levene Formigoni ha riscontrato una forte coincidenza di giudizi: la crisi va fronteggiata tutti insieme, e non con iniziative scoordinate; non bisogna cedere alla tentazione del protezionismo; bisogna tornare a dare valore primario al lavoro, alla produzione e all’ impresa. Levene ha ricordato che l’ Europa è il mercato di riferimento dei Lloyd’s e che in area UE l’ Italia è il secondo mercato per l’ Istituto.
Per rilanciare l’ economia Obama promette: “Lotterò per il mio progetto di bilancio”
Affonda il Pil Usa nel quarto trimestre 2008, rivisto al ribasso rispetto alla precedente stima, passando da una contrazione del 3,8% a un calo del 6,2%. Il dato risulta peggiore anche rispetto alle attese degli analisti che avevano stimato un ribasso del 5,2%. E il presidente americano Barack Obama ha assicurato che lotterà (contro le prevedibili lobbies) per mantenere le promesse fatte riguardo al suo progetto di bilancio, che spazia dagli investimenti per l’ energia pulita all’ assistenza sanitaria, dichiarando che farà di tutto per portare avanti le misure al Congresso.
Summit a Bruxelles sui paesi a rischio. Il 5 aprile Obama a Praga con i leader europei
No a un blocco dell’ est all’ interno della nuova Europa. Non raccoglie consensi, al vertice straordinario di Bruxelles sui Paesi a rischio, la proposta del premier ungherese Ferenc Gyucsany di un piano complessivo per l’ Est da almeno 180 miliardi. La paura è quella di una sorta di ghetto economico in cui sarebbero in questo caso relegati i Paesi dell’ ex blocco sovietico. L’ annuncio di un piano per l’ Europa orientale potrebbe essere controproducente, provocando il panico. Sì, invece, ad aiuti caso per caso, allo sblocco dei canali del credito e al rafforzamento della stabilità finanziaria in tutta l’ Europa. Ribadito l’ appello a mantenere la solidarietà europea e resistere ad ogni tentazione di protezionismo, come ha sottolineato il premier polacco Donald Tusk durante il pre – vertice dei nove Paesi dell’ Europa centrale e dell’ est, che invitano ad affrontare la crisi con spirito europeo e coordinato, nel rispetto delle regole del mercato unico.
Barack Obama: un piano per rilanciare l’ economia
Per Obama è la prima, grande scommessa. Per giocarla, chiederà il voto dei leader del Partito Repubblicano per quel pacchetto da 825 miliardi di dollari con il quale il presidente spera di evitare il baratro della recessione e rilanciare l’ economia statunitense. Il consenso dei rappresentanti del Grand Old Party non è indispensabile: i democratici hanno la maggioranza assoluta alla Camera dei Rappresentati e al Senato. Potrebbero fare passare il provvedimento senza preoccuparsi dei voti repubblicani. Ma Barack Obama vuole che i primi passi della sua amministrazione, specialmente su un terreno così delicato come quello economico, siano all’ insegna dello spirito bipartisan e ottengano il massimo del gradimento anche da parte dell’ opposizione.
Altero Matteoli: “Per uscire dalla crisi bisogna realizzare infrastrutture”
I lavori per il Ponte sullo Stretto partiranno entro quest’ anno. “La stragrande maggioranza delle opere previste dal piano da 16,6 miliardi varato dal governo può partire entro il 2009, anche il Ponte sullo Stretto”. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, a “Radio anch’ io”, aggiungendo che a decidere sarà il Cipe di venerdì prossimo. Il ministro ha avvertito che se si parte con 16,6 miliardi di opere ci saranno 140mila posti in più, altrimenti 65mila posti saranno a rischio. “Per uscire dalla crisi – afferma Matteoli – bisogna realizzare infrastrutture. Noi ne abbiamo bisogno. Dal secondo posto in Europa per la realizzazione di infrastrutture che avevamo a inizio anni ’70 oggi siamo al diciannovesimo posto sui 27 paesi dell’ Unione europea”. Sulla Torino – Lione invece “noi stiamo discutendo con i sindaci, nei quali ho trovato grande senso di responsabilità e desiderio di varare un progetto definitivo. Ma non è possibile tornare indietro. A fine 2022 l’ opera sarà completata”. Afferma il ministro delle Infrastrutture.
Vertice a Roma: l’ Italia nucleare riparte da Parigi
Accordo Enel – Edf: sviluppo congiunto in Francia, poi nuove centrali anche da noi. La legge delega ancora langue al Senato, così come la difficile scelta sui siti adatti ad ospitarle. Il doppio accordo firmato ieri a Villa Madama è il primo passo concreto per il ritorno del nucleare in Italia. Un’ intesa di massima, firmata da Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, prevede un’ ampia collaborazione fra i governi, dalla realizzazione degli impianti allo smaltimento delle scorie. Il secondo accordo è invece quello che concretamente apre la strada alla costruzione di almeno quattro centrali di terza generazione Epr entro dieci anni. Firmato dai numeri uno dell’ Enel Fulvio Conti e di Edf Pierre Gadonnaix, prevede la nascita di un consorzio a maggioranza italiana aperto ai grandi produttori e consumatori di energia.