Mozione sui cambiamenti climatici. Intervento del sen. Fluttero, segretario della Commissione ambiente al Senato

di isayblog4 24 views0

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Signor presidente, sottosegretario, colleghi, intervengo a nome del gruppo del Popolo della Libertà per manifestare la condivisione sul testo della mozione in materia di cambiamenti climatici illustrata dal Senatore Possa. L’ allarmismo che negli ultimi anni si è scatenato sul problema del riscaldamento globale è molto probabilmente esagerato. I media hanno capito da tempo che l’ associazione di pensiero global warming uguale a paura, terrore e disastri fa vendere molte copie e pubblicare copertine particolarmente suggestive, molti politici, anche di centro destra come quelli citati dal collega Rutelli, hanno capito che promuovere politiche sui tagli alle emissioni di CO2 dà un’ ottima immagine di sé all’ opinione pubblica mondiale.

La paura da cambiamento climatico ha sempre colpito la fantasia delle persone, all’ inizio del XX secolo: nel 1912 il Los Angeles Times titolava che “La quinta era glaciale è in arrivo: la razza umana dovrà lottare contro il freddo per salvaguardare la propria esistenza”. Nessuno mette in dubbio che il clima cambi, non siamo negazionisti, ma la correlazione causa – effetto tra concentrazioni di gas serra e variazioni climatiche non è così certa ed in particolare le previsioni dei modelli basate sull’ effetto serra sono poco attendibili, anche perché ignorano le leggi della termodinamica, perché l’ equazione clima non è in funzione della sola temperatura, ma dell’ energia complessiva che circola sul pianeta in tutte le sue forme.

Evidenze sperimentali suggeriscono invece una forte correlazione fra cambiamenti climatici e attività solare. Le variazioni climatiche nella storia del nostro pianeta sono documentate dall’ analisi stratigrafica delle successioni rocciose. La lettura di questa storia ci documenta che il clima è sempre modificato; le variazioni climatiche sono avvenute ciclicamente, con il succedersi di periodi caldi e periodi freddi. I cicli non hanno avuto durata ed ampiezza omogenea.

Le variazioni di temperatura nel corso dei tempi geologici sono state sempre accompagnate dalle variazioni del tenore di metano e di CO2 nell’ atmosfera che hanno probabilmente amplificato gli effetti prodotti dalle cause astronomiche.

Le modificazioni climatico – ambientali documentate negli ultimi 2.500 anni si sono succedute ciclicamente. Così, le modificazioni tipo Effetto Serra si sono già verificate con durata di circa 150 – 200 anni, determinando differenti condizioni ambientali, favorevoli o sfavorevoli alle attività antropiche, in relazioni alle latitudini.

Il consenso scientifico sui mutamenti climatici spesso evocato come ampio e privo di dubbi esiste, peraltro con riserve, esclusivamente su tre punti:

1)La temperatura media è sempre mutevole. Infatti negli ultimi 60 anni è alternativamente aumentata e diminuita più volte. Nell’ ultimo secolo è aumentata di una misura compresa tra 0,6 e 0,15 gradi centigradi. Si è verificato quindi un moderato riscaldamento medio globale.

2)La CO2 è uno dei gas serra ed il suo aumento dovrebbe contribuire all’ aumento della temperatura. Qualora raddoppiasse la sua presenza in atmosfera provocherebbe l’aumento del 2% dell’ effetto serra che è dovuto principalmente al vapore acqueo ed alle nubi. L’ attività dell’uomo può essere responsabile del recente aumento della CO2, anche se molti fenomeni naturali possono causare tali aumenti.

3)Non ci sono dubbi quindi sull’ influenza dell’ attività umana sui livelli di CO2, ma i livelli potrebbero essere davvero limitati. Tutti gli scienziati sono però d’ accordo sul fatto che anche un pieno rispetto degli accordi di Kyoto non avrebbe un impatto significativo sul clima.

Ricordo ai colleghi che la CO2 rappresenta solo una piccola parte dei gas che determinano l’ effetto serra, che vale circa 3 milioni di megatonnellate, che l’ attività umana ne immette ogni anno 6.000 megatonnellate e che l’ applicazione degli impegni di Kyoto la ridurrebbe di poco, a 5.850 megatonnellate.

Se fossimo davvero certi della prossima catastrofe allora dovremmo smettere di utilizzare l’ energia elettrica prodotta da fonti fossili e tornare ad un modello di società preindustriale. Misure limitate come quelle attuali rischiano di essere ininfluenti sul clima ma dannose per la nostra economia.

Se si tratta invece di definire misure anticicliche a valenza ambientale allora possiamo e dobbiamo prendere in considerazione anche altri possibili obiettivi sui quali investire legati ad esempio all’ indipendenza energetica e alla riduzione drastica degli inquinanti chimico fisici prodotti dalle combustione delle fonti di energia fossile che sono sicuramente dannosi all’ ambiente ed alla salute umana.

Si è a lungo discusso inoltre sulla inefficacia di accordi di riduzione di emissioni di CO2 che non comprendessero gli Stati Uniti ed i Paesi emergenti come la Cina o l’ India. Confermando queste valutazioni segnalo che il disegno di legge in fase di definizione negli Stati Uniti prevede una riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 ma su base 2005, in pratica dopo averle aumentate abbondantemente in questi anni. Peraltro questo piano sarà varato non prima della fine del 2009 per i tempi necessari all’ approvazione al Congresso ed al Senato e consentirà di iniziare questa modesta riduzione solamente nel 2012.

La Cina invece sta mettendo in evidenza l’ esigenza di considerare il consumo pro capite come base per definire il punto di partenza per assumere impegni su piani di riduzione. Tale impostazione come è facilmente intuibile mette in luce la forte disparità di produzione di CO2 tra un cittadino cinese ed uno occidentale. Entrambi questi Paesi inoltre si dichiarano indisponibili ad accordi globali vincolanti chiedendo flessibilità delle regole ed impegni esclusivamente interni non dipendenti da trattati internazionali.

Evidenzio infine da più parti la funzione anticiclica degli investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni di CO2 ed anche le recentissime posizioni del Presidente americano Obama rimarcano tale aspetto. Vorrei dire che è anticiclico anche investire per scavare buche e riempirle. Evidentemente è necessario scegliere misure anticicliche valutando le reali utilità degli investimenti per il presente ed in prospettiva futura. E molte perplessità che ciò lo sia per gli investimenti finalizzati ad incidere sul clima ormai sono evidenti.

Considerato che l’ anno 2009 si prospetta come decisivo per una riconsiderazione delle politiche in materia di mutamenti climatici fino ad oggi elaborate a livello europeo, in considerazione degli eventi internazionali che avranno luogo principalmente in Italia (G8) ed a Copenhagen (COP 15 – dibattito su Kyoto post – 2012) ed apprezzata la posizione espressa dal Governo italiano nel vertice del dicembre 2008 a Bruxelles, che ha condotto il Consiglio dei Capi di Governo dell’ Unione europea ad approvare una clausola di eventuale revisione da trattarsi nel marzo 2010 a seguito degli esiti del vertice mondiale di Copenhagen la nostra mozione, sulla quale annuncio il voto favorevole del gruppo PdL si propone di raccomandare al Governo di:

Mantenere la linea espressa a Bruxelles nella rinegoziazione dell’ accordo cosiddetto 20-20-20 con una minore cogenza degli obiettivi quantitativi e temporali ed evitando inasprimenti inutili dal punto di vista climatico ma dannosi per la nostra economia. Rinegoziazione che consentito di limitare i danni causati dagli impegni sconsiderati ed irresponsabili assunti dall’ allora ministro Pecoraro Scanio e dal Governo Prodi per “farsi belli” a livello europeo senza tenere in considerazione i danni all’ economia reale del Paese.

Impegnarsi per accordi che coinvolgano il maggior numero di Paesi emergenti

Evitare che in sede europea
prevalgano atteggiamenti dogmatici creando invece le condizioni perché prosegua il dibattito scientifico tramite il pieno coinvolgimento di quella consistente parte del mondo scientifico portatrice di valutazioni scettiche in tema di mutamenti climatici antropogenici.

Sostenere politiche ambientali ed anticicliche che oltre alla riduzione della CO2 prodotta dall’ attività umana concentri gli investimenti nella ricerca di tecnologie da fonti rinnovabili e del nucleare che consentano la riduzione della dipendenza energetica, la riduzione degli inquinanti chimico fisici, quali le micropolveri e le diverse sostanze chimiche come gli ossidi ed i biossidi di azoto e zolfo pericolose per l’ ambiente e la salute umana.

Sostenere le iniziative tese all’ aumento dell’ efficienza energetica in campo industriale, civile abitativo e trasportistico nei Paesi occidentali e nei Paesi in via di sviluppo.

Ascoltata l’ illustrazione delle mozioni presentate e del dibattito che ne è scaturito annuncio altresì il voto favorevole del gruppo del PdL alla mozione della Lega nord, di astensione alla mozione dell’ UDC e contrario alle mozioni di Italia dei Valori e PD.

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