Luca Cordero di Montezemolo: “No a riforme per piacere a qualcuno”

 Montezemolo, presidente di Fiat e Ferrari, afferma con chiarezza: “La riforma della giustizia è necessaria, ma non per far piacere a qualcuno. È bene intervenire sul funzionamento della giustizia, sulla sua efficienza e sui tempi dei processi, ma attenzione al rispetto delle istituzioni perchè in caso contrario vuol dire tagliare il ramo sul quale siamo seduti. Il rispetto per le istituzioni è fondamentale”.

Assolutamente contrario alle elezioni anticipate. “Questo governo, dice, ha preso un impegno con i cittadini in campagna elettorale su tutte le riforme importanti da fare e auspico che vengano fatte in fretta a maggior ragione vista la situazione che abbiamo. Dopo di che, come tutti i Paesi democratici del mondo, anche questo governo sarà sottoposto al giudizio dei cittadini”.

Dopo la sentenza della Consulta, Berlusconi: “Possibile la dialettica con Napolitano, ma in Italia nessuno è “super partes”

 “Sono il miglior premier di sempre. Ringrazio gli italiani per il sostegno che mi continuano a dare. Il mio dovere è governare per 5 anni. Questa è la democrazia, dove c’è un solo sovrano: il popolo”.

“Per il futuro – dice Berlusconi – sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra Quirinale e governo, ma è chiaro a tutti che in Italia non c’ è nessuno che si possa considerare super partes. Quanto alle campagne giudiziarie, non si può ignorare che Berlusconi è la persona che ha subito più processi nel mondo e in ogni epoca”.

E sui rapporti con il Presidente della Repubblica spiega: “Sapete a quale parte politica appartiene. È un fatto che Napolitano è sempre stato un protagonista della sinistra, e nulla può cambiare la sua storia politica. Bisogna sgombrare il campo dalle troppe ipocrisie, la coabitazione tra due parti politiche non è mai facile, in nessun Paese”.

Il Guardasigilli, Angelino Alfano annuncia una nuova ventata riformatrice a partire dalla giustizia: “Ora voglio solo contribuire con le riforme sulla giustizia, di anni ne restano ancora tre. C’ è il tempo per fare la riforma costituzionale in questa materia e concorderemo con la coalizione l’ impostazione da seguire”.

Giustizia: riforma al via

 Berlusconi dice no all’ appello se un imputato viene assolto. E intanto sono state rafforzate difesa e polizia. Ci sarà una riforma costituzionale, grazie alla quale un cittadino assolto in primo grado non deve più subire l’ iter travagliato del secondo e terzo grado, devastante per lui e la sua famiglia. Già la legge Pecorella si è pronunciata sull’ inappellabilità delle sentenze di assoluzione, ma è stata bocciata dalla Consulta. Ma Silvio Berlusconi avverte che il governo intende apportare cambiamenti anche al processo di appello.
Con il ddl Alfano di 32 articoli varato nei giorni scorsi il governo ha iniziato il cammino in questa direzione: meno poteri ai pm, più autonomia alla polizia giudiziaria, competenze più ampie per la corte d’ Assise e i banchi delle parti “posti allo stesso livello di fronte all’ organo giudicante”.

Intercettazioni: Alta tensione Lega-Berlusconi

 La Lega cade dalle nuvole, dalle parti di Bossi non risulta che ci sia un’intesa con Berlusconi sul divieto di intercettare. O meglio: l’accordo raggiunto a suo tempo, dopo non poche discussioni, riguardava il disegno di legge Alfano, che ora si trova all’esame del Parlamento dove segue il suo corso. Altre novità non risultano, per cui vengono lette con stupore le dichiarazioni del premier: «Ne ho parlato con Bossi e con Maroni, che mi hanno dato via libera…». Oggetto del contendere sono i reati contro la pubblica amministrazione. Così numerosi che, teme il Cavaliere, di fatto i pm avrebbero la scusa per intercettare qualunque telefonata. Dunque vorrebbe correggere il testo Alfano limitando l’ascolto delle conversazioni ai soli delitti di mafia, di terrorismo e a quelli con pene edittali superiori a 15 anni di galera. Omicidio sì, corruzione no.

«A noi sta bene il disegno di legge già presentato», aveva sostenuto invece ieri sulla «Stampa» il capogruppo del Carroccio alla Camera, Cota. E Calderoli, lette le esternazioni del premier, scuote perplesso il capo: «Non c’è motivo di scostarsi dal testo Alfano. Ricordiamoci sempre che il meglio è il peggior nemico del bene».

Berlusconi: Presidenzialismo viene dopo. Prima federalismo, poi giustizia

 Sono stati ancora una volta i giornali a «montare la panna»: il presidenzialismo «non è all’ordine del giorno». Lo ha detto Silvio Berlusconi in una intervista a Sky Tg24. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che nella conferenza stampa di fine anno aveva già chiarito che il presidenzialismo non era tra i temi da affrontare in questa fase, e che lo sarebbe stato «eventualmente nella seconda parte della legislatura», ma sempre «con il concorso di tutti». «Ma i direttori dei giornali si sono telefonati e hanno deciso di montare la panna e hanno fatto disinformazione». Tornando alla scala delle priorità il presidente del Consiglio ha aggiunto: «Prima il federalismo poi la giustizià. A seguire – ha aggiunto – faremo le altre importanti riforme».

MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE – «Una parte specifica della Costituzione si può cambiare ma si deve avere il consenso di tutte le forze politiche» ha poi precisato il premier. «Lo faremo da soli se vi saremo costretti per un comportamento irragionevole dell’altra parte» ha concluso.

OTTIMISMO, NESSUN CALO NEI CONSUMI – Per affrontare la crisi, secondo Berlusconi «l’importante è essere ottimisti e far sì che questa annunciata crisi non sia terribile, ma sia una cosa che tutti insieme possiamo superare e bene. E per fare questo dobbiamo avere fiducia e dobbiamo continuare nel nostro stile di vita e casomai aiutare chi può meno». «Ho sentito il presidente dei Carlo Sangalli commercianti – ha aggiunto Berlusconi – e mi ha detto che non c’è stato nessun calo per gli alimentari. E gli altri generi si sono mantenuti sui livelli degli altri anni». Il premier ha anche detto di aver parlato con il presidente dei Commercianti, Sangalli, e di non aver registrato un calo nei consumi, in particolare nel settore degli alimentari.

Berlusconi: Sulle riforme si comincia da giustizia e intercettazioni

 AMELIA (TERNI) – «Per quanto mi riguarda sarà un anno terribile quello che ho davanti per il governo del Paese: dovremo fare le riforme a cominciare da quelle delle intercettazioni e della giustizia che ci occuperanno molto». Queste le priorità espresse dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante un collegamento telefonico da Milano con la comunità «Incontro» di Amelia, di Don Gelmini. Il premier ha però sottolineato di essere «sereno» e «ottimista» sull’iter delle riforme in quanto il Pdl dispone di «due gruppi, alla Camera e al Senato, che ci garantiscono la vittoria».

IL VOTO E IL G8 – Berlusconi ha quindi citato le elezioni tra gli impegni del prossimo anno. «Ci sarà da fare – ha detto – la campagna elettorale per le amministrative, molto importanti, di giugno, insieme alle importantissime elezioni europee». Particolare importanza poi rivestirà il voto per la Regione Sardegna che dopo le dimissioni del governatore Soru, è stato fissato per domenica 15 e lunedì 16 febbraio 2009. «Stasera (venerdì, ndr) cercherò Maurizio Gasparri, perché dobbiamo trovare l’accordo sul candidato da proporre ai sardi» ha annunciato il Cavaliere. «Oltre a tutto questo – ha affermato ancora Berlusconi – mi trovo poi, per la terza volta, ed è un record assoluto perché Kohl e Mitterand furono presidenti per due volte, ad essere presidente del G8 e del G14. Pensa che viaggi dovrò fare», ha aggiunto il premier rivolto a don Gelmini, citando «Cina, India, Giappone, Sud Africa, Egitto, Messico, Brasile, Canada, Stati Uniti» e i «paesi europei».

Cicchitto (PdL): Prima la riforma federale e poi quella della giustizia

 “Il ministro Alfano sta facendo una serie di consultazioni con le forze della maggioranza e dell’opposizione. Poi sarà il ministro della Giustizia a predisporre il testo che dovrà essere approvato dal consiglio dei ministri; quindi si aprirà il confronto in Parlamento”.

Lo ha affermato il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, spiegando “in sostanza, verranno fatte tutte le consultazioni possibili e ci auguriamo che esse ottengano risultati positivi. In ogni caso il Governo e la maggioranza hanno il diritto-dovere di fare approvare dal Parlamento la riforma della giustizia, che costituisce un preciso impegno nei confronti degli elettori”. Guardando poi allo scontro politico che si è concentrato in questi giorni proprio sulla riforma della giustizia e, di riflesso, su quella federalista, Cicchitto – nel ribadire che seguiranno il percorso già previsto, “prima la riforma federale, poi quella della giustizia” – precisa che da parte del premier c’è stata solo una replica agli attacchi ricevuti.

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Giustizia, il pacchetto slitta a gennaio. Alfano prova a riaprire dialogo col Pd

 Slitterà a gennaio 2009 il “pacchetto” giustizia contenente la riforma del processo penale e misure per affrontare l’emergenza sovraffollamento carceri, inizialmente preannunciato per il consiglio dei ministri della prossima settimana. La decisione – secondo quanto si è appreso in ambienti del governo – è stata presa dopo che il Guardasigilli Alfano, sentito il premier Berlusconi, ha concordato sul tentativo di riannodare il filo del dialogo con l’opposizione almeno sulle modifiche con legge ordinaria al processo penale, visto che sulle riforme costituzionali resta la netta contrarietà del Pd. La prossima settimana, dunque, Alfano incontrerà il ministro “ombra” della Giustizia Lanfranco Tenaglia e tornerà a vedersi anche con Michele Vietti (Udc), oltre che con i capigruppo di maggioranza.

La bozza del testo era fino a ieri in fase di limatura al ministero della Giustizia per approdare al consiglio dei ministri del prossimo 19 dicembre, ma ha ricevuto uno ’stop’ nelle ultime ore. Se ne riparlerà solo dopo che Alfano avrà ricevuto una serie di proposte dalla Lega Nord (intenzionata ad insistere sui giudici di pace eletti dal popolo) e soprattutto dopo aver incontrato, tra martedì e mercoledì, il ministro “ombra” del Pd, Tenaglia, e Vietti dell’Udc. La bozza di ddl in fase di limatura fino a ieri sera prevedeva, tra l’altro, modifiche al codice di procedura penale per dare maggiore autonomia investigativa alla polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero (che non avrebbe più potuto acquisire autonomamente la notizia di reato ma soltanto riceverla) e misure per risolvere l’emergenza sovraffollamento carceri puntando soprattutto su modifiche alle norme sulle gare di appalto per costruire nuovi penitenziari (così da evitare che in caso di contenzioso si blocchino i lavori).

Berlusconi: Modifiche alla Costituzione sulla Giustizia, poi parola alla gente

Nessun dialogo con questi individui. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiude ogni spiraglio di un possibile confronto con l’opposizione sulla riforma dell’ordinamento giudiziario: «Fin quando sarò al governo non mi siederò mai ad un tavolo con questi individui – ha detto il premier – Ha ragione Bonaiuti quando dice che sono marxisti, leninisti. Ci vuole un cambio di generazione per avere da noi una socialdemocrazia. Non accetto di parlare con questo tipo di persone». Berlusconi, dopo aver assicurato che mai dialogherà con l’opposizione per la riforma della giustizia, lascia però aperta la via di una riforma in Parlamento. «Poi in Parlamento i gruppi parlamentari potranno decidere come più riterranno opportuno», dice.

Il premier: cambio la Carta, poi parola ai cittadini. «La Costituzione si può cambiare e poi l’ultima parola spetta ai cittadini – aggiunge Berlusconi – Ci sono due votazioni con 6 mesi di tempo l’una dall’altra poi a decidere se la riforma sarà giusta saranno i cittadini. Questa è la democrazia».

Sì alla separazione degli ordini. «Ritengo sia giusto separare gli ordini – dice ancora Berlusconi – perché un pubblico ministero deve far parte di un ordine diverso e deve avere gli stessi diritti e doveri dell’avvocato e cioè andare dal giudice, bussare alla porta e prendere un appuntamento. In questo modo i cittadini sono garantiti».