La riforma più ambiziosa dai tempi della Grande Depressione. Così è stato definito dagli esperti il progetto di riordino del sistema di regolamentazione e controllo del settore finanziario che il presidente Barack Obama annuncia mercoledì, con l’ obiettivo di evitare il ripetersi di una crisi come quella in atto.
Vigilanza sui livelli di liquidità e capitali delle banche e regolamentazione di tutti i grandi operatori, fondi speculativi compresi, sono i pilastri della riforma che prevede un riallineamento dei poteri tra le diverse agenzie governative che dettano le regole di condotta per banche, istituti di credito, società di gestione del risparmio ma anche alle attività di carte di credito, prestiti, mutui e fondi d’ investimento.
Il progetto è destinato ad avviare un grande dibattito in seno al Congresso diviso tra favorevoli e chi considera i provvedimenti della Casa Bianca troppo deboli o troppo intrusivi per un sistema di libero mercato come quello americano.
“Da un punto di vista macroeconomico la riforma ci appare appropriata”, spiega Tim Ryan, numero uno della Securities Industry and Financial Markets Association, tra le principali associazioni del settore. Obiettivo dell’ amministrazione è colmare le lacune emerse nell’ attuale sistema finanziario, quattro elementi di debolezza che hanno contribuito a scatenare il terremoto di Wall Street.
Aprire subito, a gennaio, un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare la crisi. E’ il messaggio che il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani invia al governo parlando al direttivo dell’organizzazione alla quale ha proposto un calendario di iniziative per sostenere le richieste della Cgil e proseguire la mobilitazione che culminerà con una manifestazione a Roma per la fine di marzo. ‘’E’ necessario avviare un tavolo sulla crisi’’, precisa Epifani, perché in questa fase e con l’avvio del nuovo anno (quando fra gennaio ed aprile si manifesterà il picco negativo della crisi economica) bisognerà concentrarsi sulle modalità con le quali affrontare gli effetti di questa situazione. ‘’Serve il contributo di tutti ed è necessario prima confrontarsi, poi tocca naturalmente al governo decidere – ha sottolineato Epifani – Fare il contrario, come è accaduto con la riforma della scuola, determina solo confusione e incertezze. Deve essere chiaro però che il tavolo di confronto, richiesto anche recentemente dalla Confindustria, non può riguardare solo le conseguenze della crisi, e cioè la gestione degli ammortizzatori sociali, ma deve partire dalle scelte di politica macroeconomica e industriale’’.
Conferenza stampa di fine anno del premier Silvio Berlusconi, che torna a chiedere un giro di vite sulle intercettazioni, ribadisce che non si siederà al tavolo con il Pd e annuncia la riforma della giustizia a gennaio. Quasi due ore di conferenza stampa per parlare anche della crisi («c’è troppo pessimismo», ribadisce il premier) annunciare la costruzione di nuove centrali nucleari e dichiararsi favorevole a una riforma presidenzialista entro questa legislatura.