Assoedilizia informa. Nuova ondata di accertamenti catastali. Riclassamento per tranches nelle microzone. Discrezionalità

 L’ Agenzia del Territorio sta procedendo per tranches al riclassamento nelle microzone. Grave motivo di iniquità e di sperequazione. Sulla base di quali criteri e con quale discrezionalità?

In relazione a quanto riferito da Italia Oggi del 10 dicembre, secondo cui l’ Agenzia del Territorio della Lombardia ha riconosciuto che “gli avvisi che stanno partendo rientrano nella operazione di revisione del 2008 e riguardano le categorie speciali (banche ecc.), che richiedono tempi più lunghi”, il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici dichiara:

«Procedere per tranches al riclassamento degli immobili, nell’ ambito dell’ operazione di revisione generale per microzone (con accertamenti notificati in parte entro il 31 dicembre 2009 – anche a società immobiliari – ed altri in tempo successivo ed a distanza quanto meno di un anno) come l’ Agenzia del Territorio ammette stia avvenendo per soggetti quali banche, società immobiliari e compagnie di assicurazioni ecc. presenta un ulteriore aspetto di sperequazione e di iniquità fiscale: chi vien colpito prima e chi poi.

Fisco. Nuova ondata di accertamenti catastali in arrivo dalla Agenzia del Territorio di Milano

 Colombo Clerici: “La prima fase dell’ operazione del 2008 ha portato a un incremento dell’ Ici pari a 16 milioni”

Mentre i prezzi degli immobili sono in deciso calo assieme ai valori delle locazioni, nel comune di Milano una nuova ondata di notifiche di avvisi di accertamento catastale si profila all’ orizzonte, ad opera della Agenzia del Territorio, dopo l’ ondata della fine 2008 che ha interessato circa 30.000 unità e 14.000 proprietari. Fra gli accertamenti in partenza, sembra siano compresi anche molti riguardanti gli immobili appartenenti a soggetti (fra questi, società immobiliari, banche e compagnie di assicurazione) risparmiati nella prima fase.

Economia. Allarme credito per la Confindustria italiana e quella tedesca. Conseguenze per investimenti e occupazione

 Siamo di fronte ad una stretta creditizia: le banche, preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi, concedono prestiti a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie. Ma la scarsa liquidità potrà avere conseguenze drammatiche per gli investimenti e l’ occupazione. Pertanto la Confindustria italiana e quella tedesca hanno deciso di portare la questione a livello comunitario, con una lettera congiunta al presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e al primo ministro svedese, Fredrik Reinfeld, presidente di turno del Consiglio europeo.

Anche in questo caso, come nella battaglia sull’ ambiente, Italia e Germania si trovano a fianco, perché in entrambi i Paesi è ancora forte il peso del manifatturiero. Troppe aziende, in particolare le piccole, si sentono negare il prestito allo sportello. A monte di questa situazione, le regole di Basilea 2, entrate in vigore due anni fa. In particolare quel meccanismo di valutazione sul rischio patrimoniale delle banche basato su rating automatici, che di fatto, in un contesto di crisi, ha ridotto l’ offerta di finanziamenti.

“L’ accesso al credito sta diventando sempre più difficile, specie per le Pmi”, scrivono i due presidenti di Confindustria e Bundesverband der Deutschen Industrie (Bdi), Emma Marcegaglia e Hans Peter Keitel sollecitando la Ue a prendere urgentemente tutte le iniziative necessarie.

Le banche hanno inasprito la loro offerta di credito per una serie di motivi, ma vorremmo evidenziare, in particolare, i nocivi effetti dell’ Accordo di Basilea2 sui requisiti patrimoniali degli istituti di credito. Le regole sono strutturate in modo tale da determinare una restrizione dell’ offerta di credito in un contesto di crisi. Gli effetti prociclici dei requisiti di Basilea2 – precisano i presidente di Confindustria italiana e tedesca – sono stati ampiamente riconosciuti, ad esempio dal Rapporto De Larosie’ re e dalle conclusioni del Consiglio Ecofin del 7 luglio.

Verso un maxiemendamento al decreto anticrisi. Fini: “Lo valuteremo”

 Il governo porrà la fiducia su un maxiemendamento al decreto anticrisi. Il testo messo a punto dal governo è stato presentato ed è al vaglio della presidenza della Camera per l’ ammissibilità, mentre già circola una bozza che contiene modifiche sulle riserve auree, che elimina la sanatoria sulle slot machine e le modifiche al testo originario sulle banche.

I deputati hanno deciso ieri mattina di interrompere in anticipo il dibattito generale e iniziare la discussione sul complesso degli emendamenti per accelerare i tempi, visto che il passaggio parlamentare del dl 78 si sta confermando piuttosto complicato. Il vaglio che attende il maxiemendamento sarà molto rigido da parte del presidente della Camera Gianfranco Fini che anche stamani ha ribadito l’ intenzione di sottoporre l’ eventuale maxiemendamento a un rigoroso e attento esame. Nel caso Fini bocciasse alcune delle richieste, l’ esecutivo potrebbe solo introdurre le modifiche in Senato, ma si prospetterebbe per Montecitorio una terza lettura agostana.

Economia. Relazione annuale dell’ Antitrust. “Non scaricare la crisi sui consumatori” è l’ appello lanciato alle imprese

 Il presidente dell’ Autorità, Antonio Catricalà, nella relazione annuale invia anche un monito al Parlamento: lo stillicidio delle leggi smonta le riforme, mentre alle banche chiede più trasparenza perché la loro reputazione è compromessa. “Occorre vigilare – ha sottolineato – affinché i costi della crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti”.

Inoltre è necessario scoraggiare lo stillicidio di iniziative parlamentari che rischia di smontare le riforme, di frenare le liberalizzazioni e di innescare un’ ondata di restaurazione. “In Parlamento – ha affermato Catricalà – va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato, a detrimento dei consumatori”.

Per il presidente dell’ Antitrust, la modernizzazione del quadro giuridico in senso pro concorrenziale è un processo graduale che richiede perseveranza nel contrastare i rischi di una fenice corporativa alimentata dai gruppi tutori degli interessi di categoria. Riguardo alle banche ha puntualizzato che non c’ è dubbio che gli enti creditizi siano imprese e debbano perseguire logiche di profitto, ma stabilità e redditività discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi: parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori. A questo – ha ammonito – si può e si deve rimediare: vanno fatti ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza.

Al festival dell’ economia di Trento una giuria di universitari processa gli economisti colpevoli della crisi finanziaria

 Condannato Alan Greenspan, ex presidente della Fed, la banca centrale americana, giudicato colpevole della crisi finanziaria e rappresentante dei regolatori troppo distratti. Per gli economisti la condanna emessa è stata piuttosto soft; per chi doveva vigilare sui mercati e per i politici, è in arrivo un verdetto severo; oggi si giudicheranno i banchieri e c’ è da prevedere il massimo della pena. La giuria popolare di questo processo all’ americana ha dovuto districarsi tra molte raffinate versioni dello scaricabarile escogitate dagli avvocati difensori; opportunamente, si tratta di 30 giovani studenti di economia scelti tra i migliori.

La sorpresa dell’ udienza di ieri l’ ha portata un testimone che aveva previsto il fattaccio, e non era stato ascoltato. Lo ha convocato l’ economista Luigi Spaventa, pubblico ministero di turno al “Tribunale della crisi”, spettacolo centrale del Festival dell’ Economia trentino. Il teste è William White, un canadese ora in pensione che era capo economista della Banca dei regolamenti internazionali a Basilea.

White, al corrente di tutti i dati più delicati, aveva lanciato l’ allarme – insieme con il suo vice, l’ italiano Claudio Borio – nei rapporti Bri 2006 e 2007. Ora rivendica il suo primato senza accusare nessuno: “Erano inadeguate le regole sul capitale delle banche. Erano insufficienti, specie negli Stati Uniti, le istituzioni di vigilanza, anche perché guardavano alla stabilità di ogni singola banca senza occuparsi di che cosa sarebbe accaduto in caso di difficoltà per tutto il sistema. E poi c’ era la psicologia, che negli anni di vacche grasse rende difficile prevedere tempi peggiori”.

Una casa a prova di scossa. Tutte le regole da seguire: in caso di crollo l’ assicurazione non paga mai

 Di fronte al terremoto sono molti oggi a chiedersi se la propria casa sia a prova di sisma oppure sia una possibile fonte di pericolo. Vediamo quali sono gli elementi da considerare e le possibili soluzioni, con l’ aiuto di esperti: il professor Gian Michele Calvi, presidente della Fondazione Eucentre di Pavia e componente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, e il professor Vincenzo Petrini, docente di scienza delle costruzioni al Politecnico di Milano. Con fonti bancarie e assicurative, invece, affrontiamo il tema dei danni e dei mutui.

1)Come è fatta una casa resistente al terremoto?
Le accortezze nascono già durante la progettazione: una casa a pianta quadrata sarà meno a rischio di una a forma di serpente. Più una struttura è rigida (come in muratura portante) più sarà importante collegare bene tra di loro gli elementi come fossero parti di una scatola cosicché, in caso di sisma, tutto si muova all’ unisono. Più le strutture sono flessibili (come con l’ acciaio) più bisogna prestare attenzione agli elementi non portanti, affinché assorbano in armonia le sollecitazioni.

Crisi. Pessimismo delle banche. L’ indagine di Bankitalia e il Sole 24 ore

 Le imprese italiane restano pessimiste sulla situazione economica, ma i giudizi sulle condizioni operative “mostrano alcuni segnali di recupero”. Cattive notizie arrivano però dall’ indicatore sui consumi di Confcommercio che registra un nuovo calo. Secondo l’ indagine trimestrale condotta da Banca d’ Italia e Il Sole 24 Ore, l’ 88% delle aziende giudica peggiorata la situazione economica del paese.

Giuseppe Roma, direttore del Censis: “Viviamo in un Paese invischiato nella mucillagine dell’ evasione fiscale”

 Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, così si esprime: “È evidente che le dichiarazioni dei redditi di troppi italiani non sono veritiere. Gli ultimi dati diffusi dal ministero dell’ Economia confermano un’ ampia area di evasione. E farebbe ridere, se non fosse tristemente vera, la considerazione che quasi l’ 80 per cento dei redditi Irpef deriva dal lavoro dipendente o dalle pensioni: che fine ha fatto il Paese degli imprenditori, dei lavoratori autonomi, dei professionisti e dei consulenti? Non esiste più”.