Immigrazione clandestina: doppia condanna dall’Onu e dal Vaticano

Ferma condanna dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Louise Arbour e un nuovo stop da parte del Vaticano per la politica del governo italiano nei confronti degli immigrati clandestini.

L’ONU
La Arbour ha stigmatizzato la “recente decisione di rendere reato l’immigrazione illegale” e i recenti attacchi contro i rom e, intervenendo al Consiglio dell’Onu sui diritti umani riunito in sessione a Ginevra, ha affermato che “in Europa, le politiche repressive, così come gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti, contro l’immigrazione irregolare e minoranze indesiderate, sono una seria preoccupazione”.
“Esempi di queste politiche ed atteggiamenti sono rappresentati dalla recente decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro i campi rom a Napoli e Milano”, ha affermato la Arbour.
La delegazione italiana ha immediatamente preso la parola per esprimere “stupore” per il riferimento alla situazione in Italia, “un Paese da sempre in prima linea nella battaglia contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”, ha affermato l’ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri.
La delegazione italiana ha inoltre precisato che l’Italia non ha ancora introdotto il reato di immigrazione clandestina e che il relativo progetto di legge deve essere ancora esaminato dal Parlamento.

2 giugno, Napolitano: La Costituzione fondamento e simbolo della Repubblica

 Il primo atto della cerimonia di celebrazione per la Festa della Repubblica, giunta alla sua 62° edizione (e che ha come momento centrale la parata militare su via dei Fori imperiali) è stato, come da tradizione, la deposizione da parte di Giorgio Napolitano di una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto, all’Altare della Patria.
Il Presidente della Repubblica non ha preso la parola, ma ha affidato le sue considerazioni sull’evento a una nota di saluto inviata alle forze armate: il 2 giugno 1946, vi si legge, è “simbolo e fondamento della democrazia del nostro Paese”.
“Rivolgo il mio deferente omaggio, senza distinzione, – prosegue la nota- a tutti gli uomini e le donne che sono caduti perché quel giorno potesse finalmente giungere ed a tutti quelli che, dopo di loro, hanno perso la vita perché i valori che avevano ispirato la conquista della democrazia potessero durare nel tempo e consolidarsi.”

Vendola: obsoleta distinzione fra regioni “ordinarie” e “autonome”

 Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha sottolineato che bisogna cominciare a fare i conti con “un dato della realta’: il carattere obsoleto della distinzione tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto autonomo. Un federalismo solidale e’ una forma nuova che rende obsolete e vetuste quelle vecchie forme”, perche’ secondo Vendola “si entra in una stagione nuova in cui ciascuno mette a frutto i propri elementi di autonomia regionale e li mette a disposizione del sistema paese”. Per il presidente pugliese “il Sud fa bene se accetta la sfida quando la sfida e’ quella della responsabilizzazione dei territori, della condivisione di una battaglia generale contro gli sprechi, la corruzione, la dissipazione delle risorse pubbliche. Credo che non si possa sfuggire a questo tema: della crescita del senso di responsabilita’”. “Il federalismo e’ un tema che va affrontato con competenza e delicatezza anche perche’ nella nostra vicenda c’e’ un dato eccentrico rispetto alle storie del federalismo. E’ un federalismo che parte da un dato dell’unita’ nazionale

Berlusconi: E’ necessaria una legge sulle intercettazioni che garantisca il diritto primario alla privacy

Nell’occasione offerta dal ricevimento ai giardini del Quirinale per la Festa del 2 Giugno, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è rivolto direttamente al presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana Roberto Natale, per affermare la necessità di una legge sulle intercettazioni che sanzioni i giornali che pubblicano gli stralci dei verbali: “La prima cosa è il diritto alla privacy. Tutto il popolo italiano ha il diritto, quando alza la cornetta, di non essere intercettato. Comunque la legge dovrà andare in Parlamento e non si tratta di fare cose straordinarie: penso a multe per gli editori che pubblicano intercettazioni.

Bossi da Pontida: o riforme o lotta di liberazione

 Sì al dialogo, ma se non vengono le riforme sarà lotta di liberazione nazionale. Umberto Bossi dal palco di Pontida, dove oggi si è tenuta la tradizionale festa della Lega Nord di fronte a oltre 50.000 simpatizzanti provenienti da tutte le nazioni della Padania, ha scandito quale sia l’imperativo: il cambiamento. La strada scelta è quella pacifica del confronto serio e leale anche con l’opposizione. Ma niente scherzi, come ha avuto modo di sottolineare anche Roberto Calderoli: “Non vogliamo che succeda mai più che una legge votata dal Parlamento, come quella sulla devolution, venga poi affossata con un referendum”. Stessa determinazione anche da parte di Roberto Maroni, che ha ribadito di non voler indietreggiare di un millimetro: “tolleranza zero è il nostro obiettivo – dice – e lì arriveremo. Ve lo posso garantire”. Il ministro dell’Interno ha poi illustrato i contenuti del suo provvedimento, respingendo al mittente le accuse di xenofobia e razzismo:

Il messaggio del Presidente Giorgio Napolitano in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 L’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica rende noto il testo del messaggio che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica ha rivolto dalle sale del Quirinale in cui è ospitata la mostra “L’Eredità di Luigi Einaudi”: “Per voi che ascoltate auguro innanzitutto che la festa del 2 giugno possa rappresentare un momento di serenità. Ricordiamo in queste settimane – con la mostra che vedete – la figura di Luigi Einaudi, grande studioso, maestro di vita civile e uomo delle istituzioni, che nel 1948 fu eletto Presidente della Repubblica. Ma questa giornata è l’occasione per ricordare anche come nacque, oltre sessant’anni fa, la Repubblica: tra grandi speranze e potendo contare sulla volontà allora diffusa tra gli italiani di ricostruire e far rinascere il paese, in un clima di libertà, attraverso uno sforzo straordinario di solidarietà e unità.

I sindacati a Brunetta: Pronti a discutere di riforma ma provvedimenti legislativi solo dopo il confronto

 I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti hanno inviato oggi una lettera al Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta nella quale confermano l’impegno delle confederazioni a discutere di tutti gli aspetti relativi alla riforma della pubblica amministrazione. Chiedono però che non si possa prescindere dalla presenza al tavolo negoziale dei rappresentanti delle categorie e dallo strumento della contrattazione.
“Riteniamo – affermano i segretari generali nella lettera – che gli elementi portanti di una riforma delle Pubbliche Amministrazioni debbano essere l’efficienza dei servizi pubblici, l’efficacia delle risposte alle esigenze dei cittadini e delle imprese, il ruolo insostituibile dei lavoratori pubblici, le modalita’ con cui valutare e valorizzare il lavoro, e siano alcuni aspetti fondamentali per ridisegnare una funzione dei servizi pubblici orientata ad accompagnare un processo di crescita competitiva del nostro sistema produttivo”.

Trattato di Lisbona, il Cdm lo approva ma la Lega pensa al referendum

Tutti pronti a perdere l’identità nazionale in nome di una Europa unita. Già ma unita a che e a chi? Unica forza parlamentare a porre qualche dubbio la Lega Nord. Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del Trattato di Lisbona, che modifica il Trattato sull’Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea. Lo riferisce il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione.

«Il mio è stato un sì con riserva – ha commentato Calderoli -. E le riserve sono rispetto alla perdita di sovranità. Ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto alla convenzione, ma con il voto di maggioranza c’è una perdita di sovranità notevole. Pensiamo che la consultazione popolare, su questo punto, non possa e non debba essere evitata. Per questo proporremo in sede parlamentare una legge costituzionale ad hoc per consentire il referendum». La Lega è da sempre il più «euroscettico» tra i partiti del centrodestra e anche giovedì nel primo voto alla Camera, quello sui cosiddetti «obblighi comunitari», nella dichiarazione di voto gli esponenti del Carroccio hanno preso le distanze da Bruxelles.
Il voto del governo è di fatto il varo del disegno di legge che dovrà poi essere approvato da Camera e Senato, un percorso che potrebbe arrivare alla meta entro il mese di luglio.

Draghi: L’Italia può tornare a crescere, ma le tasse vanno ridotte

 Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi fa l’ analisi dello stato di salute dell’economia e dei conti pubblici e spiega che la debolezza dell’economia internazionale proseguirà “almeno per l’anno in corso” ma il Paese “ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere”.
Una crescita senza la quale sarà difficile migliorare i risultati dei conti pubblici che quest’anno “si prospettano meno favorevoli”.
E i protagonisti della rinascita italiana dovranno essere i giovani, aggiunge Draghi, “oggi mortificati da un’istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un’organizzazione produttiva che troppo spesso non premia il merito e non valorizza le capacità”.
Quindi, indica cause e ricette: innanzitutto il contenimento della spesa che va ridotta rispetto al pil e i criteri da seguire sono “efficienza e crescita” senza i quali il risanamento dei conti pubblici viene reso più difficile, ma anche un fisco troppo pesante – 3 punti sopra la media europea, molto di più rispetto ad altri Paesi come Usa e Giappone – per il quale è necessario un piano per la “pluriennale riduzione di alcune importanti aliquote d’imposta” che “migliorerebbe le aspettative di famiglie e imprese”.

Consiglio di Stato: Governo applichi sentenza UE su Europa 7

Il governo dovrà decidere sull’istanza di Centro Europa 7 per l’assegnazione delle frequenze tv nazionali analogiche.

Lo afferma il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso in appello proposto da RTI Spa (Mediaset) contro Centro Europa 7, con il quale si chiedeva l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del settembre 2004. I giudici di Palazzo Spada ritengono “la persistenza del dovere del Ministero (delle Comunicazioni, ndr) di rideterminarsi motivamente sull’istanza di Centro Europa per l’attribuzione delle frequenze”.