A s s o e d i l i z i a. Richiesta al Governo Italiano di moratoria dei termini per le certificazioni energetiche degli edifici

 Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici.

“Dopo la sentenza, in data 23 settembre 2009, del Tribunale U.E. rischia di andare in pezzi tutto il sistema europeo impositivo dei tetti di emissione di gas serra. L’ operazione comporta costi individuali e sociali elevatissimi, senza equivalenti benefici sul piano della riduzione delle emissioni. Perché nel mondo e nei diversi settori di attività si interviene a macchia di leopardo.

Infatti, non si attivano (o si attivano in modo diseguale) tutti i paesi ed all’ interno dei singoli paesi le diverse regioni; e non si attivano tutti i settori economici. E ciò è particolarmente grave in un momento di crisi economica: a fronte di attuali costi sociali ed individuali ingentissimi, scarsissimi sono i risultati ed il beneficio futuro assolutamente non proporzionato al sacrificio.

In questo quadro la nostra Regione, nell’ attuare la legge nazionale, procede
acriticamente con il rigidissimo sistema normativo delle certificazioni energetiche, prevedendo addirittura un pesante sistema sanzionatorio, in termini monetari. Come se si trattasse di questione di ordine superiore.

Estero. Nucleare iraniano. L’ allarme giunge al G20 di Pittsburgh: in Iran c’ è un altro impianto nucleare

 Teheran ha comunicato all’ Aiea, l’ Agenzia Internazionale delle Nazioni Unite per l’ Energia Atomica, di aver quasi completato un secondo impianto per l’ arricchimento dell’ uranio.

Il presidente americano, Barack Obama ha chiesto, insieme al presidente francese, Nicolas Sarkozy e al premier britannico, Gordon Brown, l’ accesso immediato degli ispettori Onu al nuovo impianto. In base alle informazioni ricevute dalla Casa Bianca, il nuovo impianto è ancora incompleto ma potrebbe ospitare fino a 3mila centrifughe.

Secondo il New York Times si trova sotto una montagna nei pressi di Qom, città santa sciita 160 chilometri a sud di Teheran. La sua esistenza è stata ammessa dalle autorità iraniane in una lettera risalente a lunedì scorso, inviata al direttore generale della stessa Aiea, l’ egiziano Mohamed ElBaradei.

Finora era noto soltanto un unico impianto di arricchimento situato a Natanz, nell’ Iran centrale, sul cui funzionamento vigilano da tempo gli ispettori Onu. Nel presiedere la seduta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite coincidente con l’ annuale sessione ordinaria dell’ Assemblea Generale, Obama aveva ottenuto l’ approvazione all’ unanimità di una risoluzione, presentata appunto dagli Stati Uniti, contro la proliferazione nucleare.

Clima. Barbara Helfferich a Bruxelles: “I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni non sono più negoziabili”

 I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni (Nap) che ogni Stato membro dell’ Ue ha stabilito per il periodo 2008 – 2012, con l’ approvazione della Commissione europea, non sono più negoziabili. Lo ha affermato a Bruxelles Barbara Helfferich, portavoce del commissario europeo all’ Ambiente, Stravos Dimas, rispondendo alle domande dei cronisti sulla lettera che il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha scritto al capo dell’ Esecutivo comunitario, Josè Manuel Barroso, lamentando i sovracosti del piano italiano di riduzione delle emissioni, e annunciando l’ apertura di un negoziato con lo stesso Dimas.

I tetti nazionali alle emissioni “sono stati stabiliti, i piani nazionali di assegnazione sono stati adottati con una procedura fissata dalla legislazione europea, e non sono più negoziabili”, ha detto Helfferich. Quanto alla sentenza del Tribunale di primo grado dell’ Ue, che ha annullato le decisioni con cui la Commissione aveva imposto una riduzione dei tetti delle emissioni di Polonia ed Estonia, la portavoce ha ribadito che i servizi di Bruxelles stanno ancora studiando il caso, in vista di un eventuale ricorso in appello.

La sentenza di mercoledì, negando alla Commissione il potere di stabilire dei tetti alle emissioni degli Stati membri, nei casi specifici di Polonia ed Estonia, rischia in effetti di avere conseguenze di principio, se si estendesse il ragionamento a tutti i paesi membri, creando così una situazione di incertezza giuridica alla base dell’ intero sistema europeo di commercio delle emissioni, stabilito nell’ ambito della legislazione per l’ attuazione del Protocollo di Kyoto nell’ Ue.

“Sole per tutti”, un impianto solare su ogni tetto. La richiesta allo Stato di Legambiente per fermare i cambiamenti climatici, in vista di Copenaghen

 Con una petizione che raccoglierà firme in tutta Italia, Legambiente lancia la nuova campagna “Sole per tutti” e chiede allo Stato italiano di adoperarsi perché ogni casa abbia un pannello solare sul tetto. A Copenhagen, a dicembre, il Mondo deve decidere come fermare i cambiamenti climatici. Serve infatti una riduzione delle emissioni di CO2 nei Paesi industrializzati per salvare milioni di persone dalle catastrofi causate dai cambiamenti climatici che produrranno anche l’ aumento della povertà e dell’ emigrazione.

“Non c’ è più tempo e servono risposte immediate sui cambiamenti climatici – dice Andrea Poggio, vicedirettore Nazionale di Legambiente – Noi siamo come sempre in prima fila e faremo la nostra parte: con questa petizione chiediamo al Governo impegni seri e concreti, a sostegno delle nostre proposte che potranno anche rilanciare l’ economia in crisi.

Copenhagen è un’ occasione da non perdere ma tutti possono fare la propria parte per fermare i cambiamenti climatici. Lo Stato dovrà dare una risposta alle migliaia di firme dei cittadini italiani e aiutarci perché sul tetto di ogni italiano ci sia un impianto solare. Siamo o non siamo il Paese del Sole?”

Ecco gli impegni che la petizione di Legambiente chiede allo Stato:

*un metro quadrato a testa di solare termico. Oggi in Austria vi sono 40 volte più collettori per abitante dell’ Italia, noi vogliamo arrivare a un metro quadrato a testa di collettore per scaldare l’ acqua per gli usi domestici. Si può fare se il Governo assicura anche in futuro la detrazione dalle tasse del 55% delle spese. Produrre e installare 1 metro di collettore solare a testa creerebbe 400 mila posti di lavoro. L’ energia risparmiata, 42 Twh termici, sarebbe pari a quella consumata da 4 grandi centrali.

Immigrazione. Stop dell’ Onu ai respingimenti

 Ieri a Bruxelles, Antonio Guterres, l’ Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni unite, ha ribadito, le sue forti riserve nei riguardi dei respingimenti di clandestini effettuati dalle motovedette italiane nel Mediterraneo, considerando fortemente carenti, in Libia, le condizioni di protezione adeguate ai richiedenti asilo.

Guterres, durante una conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio dei ministri Ue degli Affari interni, ha dichiarato: “La nostra posizione è molto chiara: noi non pensiamo che in Libia ci siano condizioni che permettano la protezione dei richiedenti asilo: la situazione attuale non lo consente”.

In Libia, ha proseguito l’ Alto commissario Onu, “ci sono condizioni di detenzione spaventose, e c’ è il rischio effettivo che persone che meriterebbero la protezione internazionale siano rimandate nei paesi d’ origine. Per questo abbiamo espresso le nostre forti riserve verso l’ Italia, sul respingimento delle persone verso la Libia in queste circostanze”.

Afghanistan – Il ministro degli Esteri Franco Frattini: “La missione deve cambiare”

 Cinquecento soldati italiani, inviati in Afghanistan per controllare il regolare svolgimento del voto, rientreranno nei prossimi giorni, nelle prossime settimane in accordo con gli altri paesi che hanno a loro volta aumentato i loro contingenti per le elezioni. È la promessa che Silvio Berlusconi fa da Bruxelles, nel giorno del lutto per i sei soldati italiani morti laggiù.

Ma a Bossi che chiede di riportare tutti i nostri militari a casa per Natale, il Cavaliere risponde che per ora si può parlare di una transition strategy, di una diminuzione di organici. Anche per onorare i morti, perchè certo non possiamo, dopo aver fatto tanto anche in termini di sacrifici umani, abbandonare l’ impresa in seguito ad eventi così drammatici e dolorosi.

“Si deve finire il lavoro iniziato in Afghanistan per una democrazia essenziale in quel paese ma anche per proteggere il resto del mondo dal terrorismo. E si deve farlo con una forte riduzione del contingente italiano, ma senza ipotizzare passi indietro solitari perchè nessun paese può assumere decisioni univoche, questo tradirebbe l’ accordo e la fiducia degli altri paesi presenti”.

Questa la linea che il premier Silvio Berlusconi traccia a Bruxelles, in questa giornata dolorosa, per ribadire, di fronte ai capi di stato e di governo dell’ Unione, che l’ Italia al momento rimane. Nonostante abbia già dato tanto in termini di sacrifici umani: ventuno giovani vite in 5 anni.

Bruxelles. Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, replica alla richiesta di Berlusconi

 Il Presidente del Consiglio, come si ricorderà, aveva richiesto nei giorni scorsi le dimissioni di tutti i funzionari coinvolti nel caso Berlusconi – Ue riportato martedì 1° settembre. Immediata la replica di Josè Manuel Barroso, che ha difeso oggi a Bruxelles il suo servizio stampa e tutti i suoi portavoce, affermando che hanno tutta la sua fiducia e il suo sostegno nel loro lavoro quotidiano di informare i cittadini, ciò che costituisce “non solo un diritto ma un dovere” per l’ esecutivo comunitario.

Durante la presentazione del programma politico per il suo secondo mandato destinato all’ europarlamento che voterà la sua conferma nelle prossime settimane, Barroso ha sottolineato la peculiarità del metodo comunitario, e delle istituzioni sovranazionali che lo incarnano, l’europarlamento e la Commissione europea.

Riferendosi alle polemiche di Berlusconi contro le esternazioni dei commissari e portavoce Ue, il capo dell’ esecutivo comunitario ha quindi osservato: “Ci sono persone che a volte non comprendono l’ originalità della Commissione, che ha non solo il diritto, ma il dovere di dare informazioni a tutti i cittadini. È ciò che fa ogni giorno con il servizio dei portavoce, di cui non c’ è nessun altro organismo amministrativo a livello internazionale che si metta ogni giorno al servizio dei cittadini. Il servizio dei portavoce, perciò, ha tutta la mia fiducia e tutto il mio sostegno. Io sono intransigente nella difesa delle prerogative delle istituzioni europee e in particolare della Commissione che deve comunicare su una base di lealtà verso gli Stati membri”.

Europarlamento: il nuovo presidente è Jerzy Buzek (Ppe)

 L’ ex premier polacco, Jerzy Buzek (Ppe), è il nuovo Presidente del Parlamento europeo. Nel corso della sessione inaugurale a Strasburgo, i deputati europei si sono espressi a larghissima maggioranza per l’ elezione di Buzek, che succede così al Presidente uscente, il tedesco Hans – Gert Poettering, il quale oggi ha aperto i lavori a Strasburgo.

Buzek di fatto non ha avuto sfidanti, dopo il ritiro dell’ italiano Mario Mauro, nessuna chance per l’ unica candidata della sinistra radicale, la svedese Eva – Britt Svensson. Il candidato del Ppe, dopo aver vinto la sua battaglia interna con il candidato italiano, ha ottenuto l’ appoggio anche del gruppo Asde (Alleanza dei Socialisti e Democratici) e dell’ Alde (Alleanza liberaldemocratica). Anche il leader dei Verdi, Daniel Cohn-Bendit, ha annunciato oggi il sostegno del suo gruppo alla persona, ex membro di Solidarnosc, di cui ha detto di aver apprezzato il lavoro come eurodeputato nella scorsa legislatura, pur non essendo sempre d’ accordo con lui.

Durante il suo intervento davanti all’ Assemblea di Strasburgo, ieri mattina, prima delle operazioni di voto, l’ ex premier polacco ha detto che la cosa più importante per l’ Europarlamento sarà ascoltare i cittadini europei, e ha indicato brevemente le priorità attuali della politica europea nelle iniziative per uscire dalla crisi enconomica e finanziaria, per assicurare la sicurezza energetica (su cui Buzek pone l’ accento molto più che sulle politiche climatiche), per affrontare quelli che ha definito i problemi dell’ immigrazione, e per rilanciare la cosiddetta strategia di Lisbona per la competitività economica dell’ Ue.

Mediazione creditizia, nuovo regolamento per una maggiore professionalità del settore, a tutela di banche e consumatori

 Si è tenuto a Roma il primo convegno dedicato alla nuova regolamentazione del mercato della mediazione creditizia, nel corso del quale sono stati illustrati e approfonditi gli impatti del decreto legge 2320 – bis – B (Art 33), approvato in via definitiva dal Parlamento.


Organizzata da Assomea, associazione che si fa portavoce dei principali operatori nel comparto della mediazione creditizia e degli agenti in attività finanziarie, la tavola rotonda ha analizzato e chiarito i punti chiave previsti dal nuovo regolamento, che consentirà una maggiore professionalità del settore, a tutela di banche e consumatori.
 Sono intervenuti Eustacchio Allegretti, presidente di Assomea, Enrico Quadri, vicepresidente di Assomea, Fabio Picciolini, segretario generale di Adiconsum e Andrea Ciani, segretario generale di Assocred.


Obiettivo di questo primo incontro è creare informazione e contribuire ad accelerare i processi che porteranno all’ applicazione pratica della nuova delega di legge, consentendo così al mercato di crescere in trasparenza, professionalità e valore creato.


“Uno degli aspetti più importanti della legge prescrive per i mediatori creditizi obblighi di trasparenza sulle commissioni, oltre che l’ adozione dI una forma giuridica societaria per l’ esercizio dell’ attività adeguatamente capitalizzata – spiega Eustacchio Allegretti, Presidente di Assomea – Lo stanziamento di un capitale minimo per accedere alla professione significa migliorare il mercato, premiando la serietà a scapito di una inesperienza diffusa che spesso abbiamo osservato in questo settore”.


Il testo approvato in via definitiva dal Parlamento prevede, inoltre, l’ istituzione di un organismo associativo incaricato di provvedere alla tenuta dell’ elenco dei soggetti abilitati, disciplinato dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze e sottoposto alla vigilanza della Banca d’ Italia, a maggior tutela dei cittadini e della categoria professionale.