Il Premier. Opinioni a confronto: Veltroni e…gli altri

 La “tavola rotonda” di Veltroni, Cicchitto, D’ Alema, Bocchino, Di Pietro: una conversazione a cinque per un tema comune: Silvio Berlusconi.
“Se lo tolga dalla testa Berlusconi: al Quirinale non ci andrà mai. In quella carica si sono succedute personalità che hanno garantito l’ unità della nazione e il rispetto della Costituzione. Lui non è in grado di garantire unità, ma solo divisione. Il suo è un disegno scellerato e autoritario”. L’ opinione è del segretario del Pd, Walter Veltroni, intervistato da L’ Unità.
Per Veltroni, Berlusconi vuole portare il potere legislativo in una sola mano, nella sua. È questo
il suo atteggiamento nei confronti dell’ opposizione, della magistratura, dell’ informazione, dei sindacati.
“L’Italia, dice Veltroni, non è un’ azienda di sua proprietà, ma un paese che appartiene a sessanta milioni di italiani. Negli ambienti ben informati circola la tesi che Berlusconi vorrebbe andare alle elezioni anticipate per assicurarsi che il Parlamento che eleggerà il prossimo capo dello Stato sia più controllabile. Interessi assolutamente privati a fronte di un paese che vive una crisi economica e sociale gravissima”.

Giustizia: riforma al via

 Berlusconi dice no all’ appello se un imputato viene assolto. E intanto sono state rafforzate difesa e polizia. Ci sarà una riforma costituzionale, grazie alla quale un cittadino assolto in primo grado non deve più subire l’ iter travagliato del secondo e terzo grado, devastante per lui e la sua famiglia. Già la legge Pecorella si è pronunciata sull’ inappellabilità delle sentenze di assoluzione, ma è stata bocciata dalla Consulta. Ma Silvio Berlusconi avverte che il governo intende apportare cambiamenti anche al processo di appello.
Con il ddl Alfano di 32 articoli varato nei giorni scorsi il governo ha iniziato il cammino in questa direzione: meno poteri ai pm, più autonomia alla polizia giudiziaria, competenze più ampie per la corte d’ Assise e i banchi delle parti “posti allo stesso livello di fronte all’ organo giudicante”.

Economia e crisi: consumatore più fiducioso, ma più prudente negli acquisti

 Un periodo durissimo da superare, ma che le famiglie italiane (veramente non proprio tutte) vivono con una buona dose di ottimismo. Anzi, stanno meglio di quanto si potesse prevedere. Ed è ovvio. Le famiglie italiane hanno un grandissimo pregio: la propensione al risparmio, per poter attingere ai propri fondi nei momenti peggiori, senza indebitarsi. E questo rende meno drammatica la situazione per chi segue uno stile di vita risparmioso. Ma solo con una politica di risparmi fiscali l’ Italia potrà sostenere il potere di acquisto delle famiglie.

Secondo un rapporto Censis, l’ indice di fiducia è tornato a salire dopo i mesi bui della fine del 2008. Certo, l’ economia nazionale non va, ma quella di buona parte delle famiglie italiane sembra riprendere fiato. Secondo Coldiretti, tra i settori in crescita aumenta del 6% la spesa in vini pregiati e cresce dell’ 8% la percentuale di acquisti di prodotti a denominazione di origine (28%) e del 23% i consumatori che comperano cibi biologici.

Lega: Su Gaza, Onu assente. La comunità internazionale si faccia sentire

“Se nella striscia di Gaza ci fosse stato il petrolio la Comunità Internazionale avrebbe sicuramente già affrontato e risolto il problema della crisi medio orientale, ma trattandosi di soli diritti umani non sempre se ne è interessata come avrebbe dovuto. Giusti gli appelli al cessate il fuoco rivolti ad entrambe le parti, giusti gli appelli alla ripresa della diplomazia e del dialogo, ma la Comunità Internazionale, Europa compresa, si deve battere il petto per essersi interessata a corrente alternata del problema israelo-palestinese, e di essersene interessata davvero solo a fronte di episodi di violenza, come quelli a cui stiamo assistendo, non attivandosi come avrebbe dovuto, invece, nei periodi di tregua, proprio quelli in cui l’azione diplomatica avrebbe potuto produrre maggiore effetto. La questione medio-orientale in tante occasioni ha concretamente rappresentato il rischio del venir meno della pace internazionale: adesso sarà bene operare non solo perché i venti di guerra vengano a cessare quanto prima, ma in modo che, una volta tornata una stabile tregua, si operi affinché la questione venga finalmente risolta fino in fondo una volta per tutte”.

Immigrazione: Secondo La Russa, non serve la linea dura con la Libia

 “Non dobbiamo fare i duri con i libici, non serve a niente”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, ministro della Difesa, in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando che è meglio evitare le porteste e i toni forti perché “sono sicuro che Gheddafi rispetterà gli accordi: solo che i suoi sono tempi libici, un po’ levantini. Con i leader libici è necessario imbastire una trattativa lenta, continua”.

La Russa ha evidenziato poi che “siamo noi in difetto, dobbiamo ammettere le nostre colpe con chiarezza, siamo inadempienti, perché ci troviamo in ritardo sui tempi previsti. Andrà tutto bene appena il Parlamento avrà fatto il suo lavoro: deve rendere ancora definitivamente esecutivo l’accordo di Amicizia e Cooperazione firmato alla fine di agosto con la Libia”.

Intercettazioni: Alta tensione Lega-Berlusconi

 La Lega cade dalle nuvole, dalle parti di Bossi non risulta che ci sia un’intesa con Berlusconi sul divieto di intercettare. O meglio: l’accordo raggiunto a suo tempo, dopo non poche discussioni, riguardava il disegno di legge Alfano, che ora si trova all’esame del Parlamento dove segue il suo corso. Altre novità non risultano, per cui vengono lette con stupore le dichiarazioni del premier: «Ne ho parlato con Bossi e con Maroni, che mi hanno dato via libera…». Oggetto del contendere sono i reati contro la pubblica amministrazione. Così numerosi che, teme il Cavaliere, di fatto i pm avrebbero la scusa per intercettare qualunque telefonata. Dunque vorrebbe correggere il testo Alfano limitando l’ascolto delle conversazioni ai soli delitti di mafia, di terrorismo e a quelli con pene edittali superiori a 15 anni di galera. Omicidio sì, corruzione no.

«A noi sta bene il disegno di legge già presentato», aveva sostenuto invece ieri sulla «Stampa» il capogruppo del Carroccio alla Camera, Cota. E Calderoli, lette le esternazioni del premier, scuote perplesso il capo: «Non c’è motivo di scostarsi dal testo Alfano. Ricordiamoci sempre che il meglio è il peggior nemico del bene».