Caos nel Pd: le dimissioni di Veltroni

di isayblog4 17 views1

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L’ esito delle elezioni sarde provoca un terremoto nel Pd: il segretario Walter Veltroni comunica al coordinamento del partito la decisione di lasciare l’ incarico. Tutto avviene al termine della riunione dell’ organismo convocato al mattino dal segretario, proprio mentre dal centro destra arrivano i primi entusiastici saluti alla vittoria di Ugo Cappellacci. Spiegando la sua decisione irrevocabile di dimettersi da segretario del Partito democratico, Veltroni si è assunto la responsabilità dei suoi errori e anche della sconfitta in Sardegna, ma ha spiegato di non voler rimanere per non togliere al Pd la possibilità di continuare a esistere. Poi dice: “Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto”. Veltroni ha spiegato, infatti, che se il partito è da tempo dilaniato da divisioni e fibrillazioni interne è perché le critiche si concentrano sulla linea politica da lui scelta e sulla sua persona, dunque se “per molti sono un problema – ha detto Veltroni – io sono pronto ad andarmene per il bene del partito”.

Per il Pd è stata una giornata difficile. I risultati delle elezioni sarde confermano il pesante arretramento del partito nell’ isola, mentre il fronte interno è tutt’ altro che saldo in vista delle elezioni europee e della conferenza programmatica. Veltroni decide una pausa di riflessione, sospende la riunione, ma alla fine, dopo 16 mesi alla guida, conferma le sue dimissioni. Naturalmente ci sono dichiarazioni contrarie alla sua decisione, ma Veltroni è irremovibile. L’ immediato post Veltroni è una segreteria di transizione. Tocca a Dario Franceschini il compito di gestire questa fase, seguendo le norme previste dallo statuto. Il primo a commentare la notizia è il ministro ombra dell’ Ambiente: “Ritengo un atto sbagliato le dimissioni di Veltroni, perché non vedo nel Pd oggi una sintesi possibile diversa da Veltroni” dice Ermete Realacci, che paventa il rischio di “passare mesi a ragionare intorno a temi che non ci servono a ricostruire il nostro rapporto con il Paese”.

Il capogruppo alla Camera Antonello Soro lancia un appello alla buona volontà collettiva: “Ora il partito ha la necessità dell’ impegno di tutti. I passi successivi si decideranno collegialmente. Dobbiamo essere molto grati a Veltroni per la conduzione di questi mesi”. Bisognerà attendere una conferenza stampa dello stesso Veltroni sui motivi che lo hanno spinto alla decisione. Per il momento, l’ ipotesi più probabile per la guida del partito è quella di una segreteria di transizione, appunto. Potrebbe essere proprio un segretario di transizione, con un mandato temporale limitato, quello chiamato a gestire il partito per i prossimi mesi. Questa l’ ipotesi verso la quale propenderebbe il dibattito all’ interno del Pd per il dopo Veltroni.

Se ne è discusso ieri, nel corso del coordinamento, prendendo in esame le varie ipotesi sul tappeto e le soluzioni più praticabili, considerando che il partito è atteso al risolutivo appuntamento elettorale delle europee. Se dovesse essere adottata la soluzione del segretario – ponte, allora, con tutta probabilità sarebbe l’ attuale numero due Dario Franceschini a prendere in mano le redini del partito. Finora si tratta solo di ipotesi che andranno via via valutate e stabilite collegialmente. Nel partito le reazioni non si fanno attendere. Massimo D’ Alema preferisce limitarsi a dire che “è una situazione molto delicata che credo dovrà essere affrontata con senso di responsabilità nei luoghi appropriati”, Linda Lanzillotta parla invece di fatto grave per il futuro.

Commenti (1)

  1. riconfermate Veltroni il tempo gli darà ragine della sua linea politica, mandate a casa
    tutti quei generali che ormai sono antiquati e non portano più consensi.Il mondo cambia velocemente, e che Walter non PARLI di Berlusconi che non aiuta.
    Se Walter va a casa,devono dare le dimissioni tutti i segretari reg.prov. e comunali
    i quali anno sottoscritto la sua linea politica grazie.
    Francesco

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