Poco prima dell’ alba, un’ autobomba è esplosa davanti al dormitorio di una caserma della Guardia Civil a Burgos, nel nord, ferendo in modo lieve 55 tra agenti e loro familiari. Parte della facciata posteriore della caserma è stata sventrata. L’ Eta torna a colpire in Spagna.
In ospedale sono stati medicati una cinquantina feriti, ma la maggior parte di loro ha riportato solo tagli ed escoriazioni dopo che le finestre degli edifici circostanti sono andate in frantumi. Tra i feriti ci sono 22 donne e cinque bambini tra le oltre 120 persone che risiedevano nel dormitorio della caserma.
I separatisti baschi non hanno preannunciato l’ esplosione con una telefonata, come al solito, ma gli inquirenti hanno pochi dubbi sulla matrice dell’ attentato. L’ autobomba, imbottita con più di 200 chili di esplosivo (secondo alcune fonti 500), ha lasciato un cratere di sette metri di diametro sulla strada. Danneggiati anche un edificio e una casa adiacenti.
“Un grande attentato fallito che puntava a causare morti”, ha commentato il ministro dell’ Interno spagnolo, Alfredo Perez Rubalcaba, “lì dormivano donne e bambini e questo dimostra come fosse un attacco canagliesco”. Solo un miracolo ha infatti impedito una strage.
“Non accettiamo lezioni dagli spagnoli, che sono stati i primi a sparare sui clandestni. Noi li abbiamo qui e dobbiamo trovare il modo di mandarli via”. Umberto Bossi è stato molto chiaro risondendo alle domande dei giornalisti a margine delle celebrazioni per il 156° anniversario della Polizia di Stato a Varese al quale ha partecipato insieme al collega ministro Roberto Maroni, che ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche con il governo Zapatero, sostenendo che dopo che il numero uno della Moncloa ha smentito le accuse di xenofobia nei confronti di palazzo chigi lanciate dalla vicepremier Vega “l’incidente è chiuso”. Sempre sul tema immigrazione e sicurezza e sui recenti episodi di intolleranza a Napoli verso i campi rom, Bossi è tornato a spiegarli come il campanello d’allarme sull’inefficenza dello Stato