Intercettazioni: Alta tensione Lega-Berlusconi

 La Lega cade dalle nuvole, dalle parti di Bossi non risulta che ci sia un’intesa con Berlusconi sul divieto di intercettare. O meglio: l’accordo raggiunto a suo tempo, dopo non poche discussioni, riguardava il disegno di legge Alfano, che ora si trova all’esame del Parlamento dove segue il suo corso. Altre novità non risultano, per cui vengono lette con stupore le dichiarazioni del premier: «Ne ho parlato con Bossi e con Maroni, che mi hanno dato via libera…». Oggetto del contendere sono i reati contro la pubblica amministrazione. Così numerosi che, teme il Cavaliere, di fatto i pm avrebbero la scusa per intercettare qualunque telefonata. Dunque vorrebbe correggere il testo Alfano limitando l’ascolto delle conversazioni ai soli delitti di mafia, di terrorismo e a quelli con pene edittali superiori a 15 anni di galera. Omicidio sì, corruzione no.

«A noi sta bene il disegno di legge già presentato», aveva sostenuto invece ieri sulla «Stampa» il capogruppo del Carroccio alla Camera, Cota. E Calderoli, lette le esternazioni del premier, scuote perplesso il capo: «Non c’è motivo di scostarsi dal testo Alfano. Ricordiamoci sempre che il meglio è il peggior nemico del bene».

Berlusconi: Presidenzialismo viene dopo. Prima federalismo, poi giustizia

 Sono stati ancora una volta i giornali a «montare la panna»: il presidenzialismo «non è all’ordine del giorno». Lo ha detto Silvio Berlusconi in una intervista a Sky Tg24. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che nella conferenza stampa di fine anno aveva già chiarito che il presidenzialismo non era tra i temi da affrontare in questa fase, e che lo sarebbe stato «eventualmente nella seconda parte della legislatura», ma sempre «con il concorso di tutti». «Ma i direttori dei giornali si sono telefonati e hanno deciso di montare la panna e hanno fatto disinformazione». Tornando alla scala delle priorità il presidente del Consiglio ha aggiunto: «Prima il federalismo poi la giustizià. A seguire – ha aggiunto – faremo le altre importanti riforme».

MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE – «Una parte specifica della Costituzione si può cambiare ma si deve avere il consenso di tutte le forze politiche» ha poi precisato il premier. «Lo faremo da soli se vi saremo costretti per un comportamento irragionevole dell’altra parte» ha concluso.

OTTIMISMO, NESSUN CALO NEI CONSUMI – Per affrontare la crisi, secondo Berlusconi «l’importante è essere ottimisti e far sì che questa annunciata crisi non sia terribile, ma sia una cosa che tutti insieme possiamo superare e bene. E per fare questo dobbiamo avere fiducia e dobbiamo continuare nel nostro stile di vita e casomai aiutare chi può meno». «Ho sentito il presidente dei Carlo Sangalli commercianti – ha aggiunto Berlusconi – e mi ha detto che non c’è stato nessun calo per gli alimentari. E gli altri generi si sono mantenuti sui livelli degli altri anni». Il premier ha anche detto di aver parlato con il presidente dei Commercianti, Sangalli, e di non aver registrato un calo nei consumi, in particolare nel settore degli alimentari.

Berlusconi: Sulle riforme si comincia da giustizia e intercettazioni

 AMELIA (TERNI) – «Per quanto mi riguarda sarà un anno terribile quello che ho davanti per il governo del Paese: dovremo fare le riforme a cominciare da quelle delle intercettazioni e della giustizia che ci occuperanno molto». Queste le priorità espresse dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante un collegamento telefonico da Milano con la comunità «Incontro» di Amelia, di Don Gelmini. Il premier ha però sottolineato di essere «sereno» e «ottimista» sull’iter delle riforme in quanto il Pdl dispone di «due gruppi, alla Camera e al Senato, che ci garantiscono la vittoria».

IL VOTO E IL G8 – Berlusconi ha quindi citato le elezioni tra gli impegni del prossimo anno. «Ci sarà da fare – ha detto – la campagna elettorale per le amministrative, molto importanti, di giugno, insieme alle importantissime elezioni europee». Particolare importanza poi rivestirà il voto per la Regione Sardegna che dopo le dimissioni del governatore Soru, è stato fissato per domenica 15 e lunedì 16 febbraio 2009. «Stasera (venerdì, ndr) cercherò Maurizio Gasparri, perché dobbiamo trovare l’accordo sul candidato da proporre ai sardi» ha annunciato il Cavaliere. «Oltre a tutto questo – ha affermato ancora Berlusconi – mi trovo poi, per la terza volta, ed è un record assoluto perché Kohl e Mitterand furono presidenti per due volte, ad essere presidente del G8 e del G14. Pensa che viaggi dovrò fare», ha aggiunto il premier rivolto a don Gelmini, citando «Cina, India, Giappone, Sud Africa, Egitto, Messico, Brasile, Canada, Stati Uniti» e i «paesi europei».

Berlusconi: Il mio ottimismo nasce dalla realtà delle cose

 “In questi primi mesi di governo abbiamo lavorato bene e a fondo per mantenere gli impegni elettorali, per iniziare a risolvere le pesanti eredità del passato, per affrontare le emergenze vecchie e nuove. Di fronte alla crisi globale siamo stati i primi al mondo, il 10 ottobre 2008, a garantire che nessuna banca sarebbe fallita e che nessun risparmiatore avrebbe perso un solo euro dei suoi depositi.

Ancora per primo il governo è intervenuto per un totale di 80 miliardi di eruo, a sostegno dei più deboli, delle famiglie e delle imprese, investendo sul futuro del Paese: il capitale umano e le infrastrutture. Guardiamo la realtà senza farci influenzare dagli allarmismi, a volte interessati: gli italiani possono mantenere le abitudini di vita di sempre, ciascuno secondo i propri mezzi.

PD: Da Berlusconi una deriva di onnipotenza

 Un nuovo deliro di onnipotenza. Tutto va bene, tutto è migliore di prima. Abbiamo fatto questo, fatto quest’altro e continuiamo a promettere di fare altro ancora. Insomma il solito Berlusconi che davanti le telecamere ed evitando ogni confronto possibile, dà il resoconto di fine anno di quanto sia stato bravo e di quanto lo sarà anche il prossimo anno. Un copione sbagliato, trito che ormai non incanta più nessuno ma che evidenzia gli ultimi colpi a salve del declino del berlusconismo.

Nei 46 minuti del suo discorso, Berlusconi ha elencato tutte le manovre compiute e poi promesso nuove riforme come quella della giustizia, alla ripresa dei lavori parlamentari e con il prossimo Cdm, più la riforma degli ammortizzatori sociali. Ma non solo. Il ritorno al nucleare e il riavvio delle grandi opere. E soprattutto ottimismo, tanto ottimismo, come la cura per risolvere ogni male. Del resto, la colpa della crisi a suo giudizio è dell’opposizione e dei giornalisti perché sono troppo pessimisti.

Il colpo di scena questa volta è la promessa della riforma dell’interno ordinamento e il passaggio al presidenzialismo. Peccato che solo l’indomani della dichiarazione choc è arrivata subito la prima smentita da parte della Lega che con Bossi prima e Calderoli poi hanno bocciato le proposte del premier. “Il presidenzialismo? E’ un’idea che ha sempre avuto Berlusconi. Noi non abbiamo mai pensato al presidenzialismo”. Così il ministro per le Rforme che ha aggiunto “ora pensiamo al federalismo poi vediamo…”. “Presidenzialismo? Io con ‘ismo’ conosco solo il federalismo”, ha chiosato invece con una battuta il ministro della Semplificazione normativa.

Conferenza di fine anno per il Presidente del Consiglio Berlusconi

 Conferenza stampa di fine anno del premier Silvio Berlusconi, che torna a chiedere un giro di vite sulle intercettazioni, ribadisce che non si siederà al tavolo con il Pd e annuncia la riforma della giustizia a gennaio. Quasi due ore di conferenza stampa per parlare anche della crisi («c’è troppo pessimismo», ribadisce il premier) annunciare la costruzione di nuove centrali nucleari e dichiararsi favorevole a una riforma presidenzialista entro questa legislatura.

Tasse ed evasione. «Tutto ciò che recupereremo nella lotta all’evasionefiscale sarà utilizzato per abbattere le tasse», ha poi detto il presidente del Consiglio, sottolineando come ancora «tanti italiani troppo furbi sottraggono al fisco almeno il 20,25 per cento del pil facendo in modo che chi le paga, paga di più».

Troppo pessimismo. «Purtroppo il clima negativo, la canzone della crisi che da giorni emerge dai giornali e dalla tv, che mette paura ad ascoltarla, ha portato a ridurre i consumi anche per quelle categorie di lavoratori, come i dipendenti pubblici, che hanno aumentato il loro potere d’acquisto» e che non rischiano certo il posto di lavoro, ha poi sottolineato il presidente del Consiglio, ribadendo che la soluzione della crisi sta nella ripresa dei consumi. Berlusconi fa riferimento al fatto che il contratto degli impiegati pubblici è stato rinnovato con un aumento maggiore di quento non sia il tasso di inflazione. Per questo, sottolinea gli statali «hanno quest’anno proporzionalmente più risorse da spendere rispetto all’anno passato». Senza contare, aggiunge, i risparmi dovuto al calo delle tariffe per la riduzione del costo del petrolio.

Verdini: Un milione e 800 mila ai gazebo nonostante pioggia e freddo, un grande viatico per Berlusconi

“Ancora una volta gli italiani e i nostri simpatizzanti hanno risposto nel migliore dei modi a questo nuovo modo di far politica, che coinvolge direttamente il popolo nelle scelte del partito. Se in un week end martellato dalla pioggia e dal freddo, con una situazione ancor più grave a Roma, dove si è rischiata l’esondazione del Tevere, quasi un milione e 800 mila persone si sono recate presso i gazebo per partecipare alla formazione della nuova classe dirigente del Pdl, rappresentata dalla platea congressuale del Pdl, vuol dire che non solo gli italiani continuano a sostenere convintamente la svolta impressa da Silvio Berlusconi il 14 aprile scorso, con la scelta di unire sotto un unico simbolo quasi tutto il popolo del centrodestra, ma che essi reagiscono positivamente ogni qual volta vengono coinvolti direttamente nelle scelte da operare.

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Il PD reagisce agli attacchi di Berlusconi all’opposizione

 Il dialogo no! Chissà se Silvio Berlusconi ha mai pensato ad un riadattamento della popolare canzone di Renato Zero. Certo è che per l’exploit di ieri sulla questione giustizia, sarebbe difficile trovare un titolo più appropriato. “Fin quando sarò al governo non mi siederò mai ad un tavolo con questi individui” ha tuonato il premier, riferendosi all’opposizione, durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa.

Definendo il Partito Democratico come un covo di “Marxisti leninisti”, ha targato il suo governo come il “Paradiso, che promette all’Italia il cambiamento necessario”. Un cambiamento che partirà dalla riforma della giustizia, da fare contro tutto e tutti. Anche calpestando la Costituzione, perché no? È lo stesso cavaliere a chiarire le sue intenzioni: “Cambieremo la Costituzione con i soli voti della maggioranza” e ancora “si può cambiare dando poi l’ultima parola ai cittadini, perché questa è la democrazia”. In effetti questa idea di democrazia è perfettamente in linea con l’idea di opposizione, vista come un annoso problema di cui liberarsi alla svelta. Ed è parente stretto del suo personale concetto di parlamento, quale mero ratificatore delle decisioni dell’esecutivo.

Berlusconi: Modifiche alla Costituzione sulla Giustizia, poi parola alla gente

Nessun dialogo con questi individui. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiude ogni spiraglio di un possibile confronto con l’opposizione sulla riforma dell’ordinamento giudiziario: «Fin quando sarò al governo non mi siederò mai ad un tavolo con questi individui – ha detto il premier – Ha ragione Bonaiuti quando dice che sono marxisti, leninisti. Ci vuole un cambio di generazione per avere da noi una socialdemocrazia. Non accetto di parlare con questo tipo di persone». Berlusconi, dopo aver assicurato che mai dialogherà con l’opposizione per la riforma della giustizia, lascia però aperta la via di una riforma in Parlamento. «Poi in Parlamento i gruppi parlamentari potranno decidere come più riterranno opportuno», dice.

Il premier: cambio la Carta, poi parola ai cittadini. «La Costituzione si può cambiare e poi l’ultima parola spetta ai cittadini – aggiunge Berlusconi – Ci sono due votazioni con 6 mesi di tempo l’una dall’altra poi a decidere se la riforma sarà giusta saranno i cittadini. Questa è la democrazia».

Sì alla separazione degli ordini. «Ritengo sia giusto separare gli ordini – dice ancora Berlusconi – perché un pubblico ministero deve far parte di un ordine diverso e deve avere gli stessi diritti e doveri dell’avvocato e cioè andare dal giudice, bussare alla porta e prendere un appuntamento. In questo modo i cittadini sono garantiti».