Stati Generali delle costruzioni. Berlusconi: “Risorse Cipe disponibili subito per aprire i cantieri rapidamente”

 Agli “Stati generali delle costruzioni” a Roma Paolo Buzzetti ha presentato le richieste. “Abbiamo visto – dice il presidente dell’ Ance – impegni e stanziamenti sicuramente importanti, il piano delle infrastrutture, un miliardo per la riqualificazione delle scuole, un miliardo per le piccole opere degli enti locali. Condividiamo, ma questi impegni sono ancora sulla carta, annunci, programmi di là da venire. Ora bisogna passare ai fatti concreti. Ci sono 250mila persone che corrono il rischio di perdere il lavoro”.

Al Governo Buzzetti ha puntualizzato un elenco in 12 punti: dall’ estensione della Cassa integrazione al piano di housing sociale a una vera qualificazione delle imprese. “Siamo stanchi di fare i prefetti e gli esattori fiscali per controllare i nostri fornitori” ha detto e ha chiesto che siano le Prefetture a controllare i subappaltatori.

Silvio Berlusconi è andato anche oltre aprendo, ad esempio, alle richieste di imprese ed enti locali sul patto di stabilità. “Stiamo studiando – ha spiegato – la possibilità che i Comuni più bravi a risparmiare possano poi investire in infrastrutture”. In pratica un allentamento dei vincoli che andrebbe a sbloccare proprio quelle piccole opere subito cantierabili tanto care alle Pmi dell’ Ance e agli stessi sindaci sul territorio.

Il premier ha anche rivelato che è allo studio un piano per le carceri da 1,5 miliardi, “un miliardo per nuove strutture e 500 milioni per la manutenzione”. Per le grandi infrastrutture egli ha dato priorità al terzo Valico (Da fare subito per Genova), ma ha anche ricordato proprio il piano per le piccole opere, i fondi per l’ housing sociale e per l’ edilizia scolastica.

Immigrazione, l’ Italia chiede il vertice Ue

 Con la caduta delle frontiere interne all’ Europa, l’ immigrazione è divenuta un tema di interesse comune, ma le istituzioni europee hanno fatto meno del dovuto per fronteggiare l’ emergenza. Dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, arriva una linea che riecheggia nelle parole con le quali il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, accusa di sostanziale immobilismo l’ Onu e le sue Agenzie.

“Come è già avvenuto nel passato per l’ ex Jugoslavia, per il Ruanda, adesso per il Darfur il comportamento dell’ ONU – dice infatti Cicchitto – è molto discutibile. Non parliamo dell’ Unhcr che finora operativamente ha fatto assai poco e che invece ha parlato molto. Il governo italiano non deve aver complessi di inferiorità e deve mettere queste strutture internazionali di fronte alle loro responsabilità”.

Frattini preferisce ricordare che gli immigrati clandestini che arrivano a Lampedusa, non si fermano a Lampedusa: l’ 80 per cento migra verso nord, verso altri Paesi europei e dunque auspicare che nel prossimo futuro, vi sia finalmente un’ azione decisa da parte delle istituzioni europee.

Immigrazione. Il ddl sicurezza, approvato dalla Camera, torna al Senato per il sì definitivo

 La tripla fiducia ha dato il via libera ai tre maxiemendamenti del decreto. Per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: “È una legge assolutamente necessaria. Bisogna affrontare il fenomeno dell’ immigrazione con senso della giustizia, ma anche con determinazione, perché non possiamo lasciare che la situazione resti quella che c’ era con la sinistra, che incentivava l’ immigrazione clandestina”.

Netta la presa di posizione del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli: “La retorica pubblica non ci appartiene. La Lega e il governo hanno scelto la strada non delle parole, ma dei fatti e del rigore contro un fenomeno, quello dell’ immigrazione clandestina, che è già emergenza. La retorica è di chi, attraverso l’ immigrazione incontrollata, vorrebbe scatenare una guerra dei poveri”.

Intanto, il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, conferma che il contrasto del traffico di esseri umani è un obbligo morale e che proseguirà in ogni modo e con ogni mezzo. Questo non vuol dire chiudere le porte a chi scappa dalla guerra e dalla fame. Con l’ approvazione del ddl sicurezza le forze dell’ ordine avranno altri strumenti, che però non possono essere sufficienti se manca la collaborazione internazionale.

Il Consiglio d’ Europa all’ Italia: “Stop alla politica di respingimento dei migranti”

 Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini sottolinea la necessità di “verificare i requisiti per il diritto di asilo” prima di rimandare indietro i clandestini. La linea dura inaugurata in questi giorni dal Governo raccoglie le critiche delle istituzioni, mentre dall’ opposizione continuano ad arrivare le accuse di razzismo.

Anche le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi contro l’ Italia multietnica sollevano polemiche: ancora Fini, Dario Franceschini, Massimo D’ Alema, Pier Ferdinando le giudicano insensate e fuori dalla storia. Il presidente della Camera respinge letture semplicistiche e invita a riflettere sulla complessità del fenomeno migratorio: “Fermo restando che respingere l’ immigrato clandestino non viola il diritto internazionale, noi italiani come tutti gli altri Paesi abbiamo il dovere di verificare se fra coloro che vengono respinti ci sono alcuni che hanno diritto di chiedere asilo. Perché un conto è un immigrato clandestino, un altro conto chi gode della possibilità di chiedere asilo: due condizioni che non possono essere trattate allo stesso modo. E questo rende complicata la vicenda”.

Sullo stesso punto, insiste anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d’ Europa, Thomas Hammarberg, secondo il quale “l’ iniziativa italiana viola il diritto di ogni essere umano di ottenere asilo politico”. E auspica che l’ Italia “non vada avanti con questa politica”, perché “gli stranieri che raggiungono l’ Italia devono avere una chance per ottenere asilo. Ora in Italia tutto questo diventa impossibile”.

Il commissario ha però speso anche qualche parola in favore del ministro dell’ Interno Roberto Maroni, chiedendo all’ Unione Europea di fare di più per sostenere i Paesi che devono fronteggiare gli sbarchi degli immigrati: “Credo che il ministro Maroni agisca in questo modo perché a Bruxelles ha trovato soltanto il silenzio dell’ Ue, invece anche l’Unione europea deve essere più responsabile e seria, mettendosi all’ ascolto di quei Paesi come l’ Italia o Malta che a nome di tutta l’ Unione devono affrontare questa sfida. Spero davvero che l’ Unione europea aiuti maggiormente l’ Italia”.

Il Presidente del Consiglio: “Gradimento al 75% malgrado la campagna di falsità”

 Il Pdl al 45% e il gradimento per il presidente del Consiglio al 75%. In un intervento telefonico alla festa per l’ Europa organizzata dal Popolo della libertà a Torino, Silvio Berlusconi, scusandosi per la mancata presenza, sfodera i sondaggi della settimana e torna indirettamente sulla vicenda del divorzio: “Mi aspettavo un calo legato alla battaglia mediatica nei miei confronti scatenata sulla base di un cumulo di falsità, invece gli italiani hanno capito bene, in maniera intelligente”.

Come spesso accade in queste occasioni, il discorso del premier è a tutto campo. Dalla crisi “non ancora finita ma il peggio è alle nostre spalle” alla Fiat che “sta realizzando un sogno che ci rende tutti orgogliosi”, dalla polemica sulle candidate del Pdl all’ Europarlamento non veline ma plurilaureate” all’ Unione europea che avrebbe bisogno di “un premier prestigioso come Aznar o Blair” e di “un drizzone”.

Gradimento premier al 75%. “Ho ricevuto questa mattina i sondaggi della settimana – afferma Berlusconi – il Pdl è al 45% e il gradimento del presidente del Consiglio è al 75%. Significa che tre italiani su quattro apprezzano l’ operato del governo. Questo credo sia significativo perché in un momento di crisi economica, risultati simili non si registrano in nessun altro Paese europeo. Avevamo detto che il nostro obiettivo era arrivare al 51% e siamo sulla strada giusta. Mi aspettavo un calo di gradimento verso di me, ma questa campagna mediatica che si è scatenata in questi ultimi giorni sulla base di un cumulo di falsità, è stata letta dagli italiani con intelligenza”.

Porta a Porta? Sono stato costretto. Berlusconi ha quindi giustificato la propria partecipazione a Porta a Porta dicendo che non è andato al programma di Bruno Vespa volentieri, ma “costretto dai giornali che hanno costruito un castello di accuse false ed infondate per colpire me come leader della maggioranza, perché di questa maggioranza e di questo leader non possono accettare un consenso così elevato”.

Il caso Berlusconi – Lario: un sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it

 Il divorzio Berlusconi – Lario divide gli italiani. Ma non sposta gli equilibri. Caso mai li cristallizza. Li radicalizza. Almeno per ora. Il divorzio, mediatico, tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi non provoca mutamenti significativi negli elettori. Che tendono a considerarla una vicenda dalle scarse influenze sulle loro scelte politiche.

Il sondaggio Ipr Marketing realizzato per Repubblica.it è chiaro. Dopo la partecipazione a Porta a Porta del premier, i numeri danno gli elettori del centrodestra arroccati intorno al Cavaliere e quelli del centrosinistra che traggono ulteriore linfa per criticare il premier. Ed anche un malessere dei cattolici che appare molto inferiore alle previsioni. Nonostante la dura reprimenda dell’ Avvenire.

Stando ai numeri la fiducia nel premier dopo Porta a Porta resta invariata (66%). Uno stallo che si registra anche nella parte degli elettori che si dicono cattolici praticanti (61%). Fiducia in calo per il 20% e in aumento per il 13%. Positiva anche l’ impressione fatta dal premier nel salotto di Vespa: convincente per il 57%, sincero per il 51%, rilassato per il 52%. Percentuali che diventano plebiscitarie tra gli elettori del Pdl (80% circa). Di altro avviso il 47% che l’ ha trovato provocatorio e presuntuoso (42%).

Traballa, invece, la tesi “del complotto organizzato dalla sinistra e dalle sue gazzette”. Per il 59% non c’ è stata nessuna macchinazione (lo pensano anche il 27% degli elettori del Pdl). Gli irriducibili complottisti, invece, si attestano al 28%.