Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta attacca Tremonti: “Non è un economista”

 A proposito della politica di rigore di Giulio Tremonti Brunetta ha detto “Il ministro Tremonti ha perfettamente ragione. Io sono più rigorista di lui, ma nel rigore si può fare sviluppo”. Il portavoce di Renato Brunetta chiarisce in una nota: “Nessun attacco, nessuna polemica. Ha soltanto ricordato che se lui è professore ordinario di politica economica e finanziaria, il ministro Giulio Tremonti è invece professore ordinario di scienza delle finanze e di diritto finanziario. Il primo è quindi un economista, mentre il secondo è un giurista”.

Brunetta: donne in pensione a 65 anni

 Le donne dovranno in futuro andare in pensione a 65 anni. Cominciando da quelle che lavorano per la pubblica amministrazione. Ne è convinto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che intervenendo a Stresa al Forum della Terza Economia ha spiegato che «è necessario porre al centro dell’agenda politica l’obiettivo della perequazione verso l’alto dell’età pensionabile di maschi e femmine». «Per quanto mi riguarda – ha aggiunto l’esponente del governo – sono datore di lavoro di tre milioni e 650 mila persone e mi applicherò con determinazione al perseguimento di questo obiettivo». Un’uscita, quella del ministro, che ha scatenato molte reazioni, soprattutto dal fronte sindacale. Ma anche la politica ha commentato la proposta. E qualche sorpresa arriva anche dall’interno del Pdl, con il leghista Roberto Calderoli che da ministro alla Semplificazione la semplifica con un gioco di parole: «Brunetto-scherzetto». «Prendiamo come una battuta quella detta sulle pensioni dal ministro Brunetta – ha precisato Calderoli – su un argomento di questa importanza, che avrebbe dovuto essere oggetto di un’approfondita discussione politica all’interno della maggioranza. Discussione approfondita che vi è già stata proprio in occasione dell’ultima riforma previdenziale».

Crisi, il governo pensa al taglio dell’acconto Irpef-Ires. Difficile la detassazione delle tredicesime

Niente detassazione delle tredicesime, che costa troppo. Ma una possibile riduzione degli acconti fiscali di fine anno, per i quali a novembre i lavoratori sono ora chiamati a versare il 97% dell’Irpef e le imprese il 100% dell’Ires. A secondo delle risorse, inoltre, questa misura potrebbe essere limitata ai redditi più bassi: le riduzioni ipotizzate sono infatti tra i 3 e i 4 punti percentuali che, se estese a tutti i contribuenti, potrebbero costare anche più di 2 miliardi. Sull’ipotesi, che per ora non sarebbe ancora stata definita nei dettagli, starebbe lavorando il governo in vista del varo del decreto per rilanciare l’economia in Italia, sostenendo la liquidità del sistema Paese, che poi si traduce in maggiori consumi e crescita.

CON UN OCCHIO AI CONTI – L’intervento avrebbe il pregio di aumentare le risorse degli italiani, ma anche di tenere i conti pubblici del 2009, quando comunque le imposte «a saldo» andranno pagate. Ma sul piatto degli interventi che si stanno delineando – che arriva ad 80 miliardi con gli interventi previsti per il rilancio degli investimenti, per la garanzia del sistema creditizio, e per il rifinanziamento dei consorzi Fidi in favore delle Pmi – potrebbe arrivare anche qualche alleggerimento legato all’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive che viene pagata da imprenditori e imprese.

Brunetta: I fannulloni sono stati sempre difesi dalla sinistra sindacale

 “Quanto nervosismo sui fannulloni a sinistra. E’ bastata una frase e ’apriti cielo’” . Cosi’ il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha risposto alle polemiche. “Se e’ vero che i fannulloni non sono ne’ di destra ne’ di sinistra ma si sono sempre configurati come una categoria eterna dell’opportunismo lavorativo, e’ altrettanto vero e dimostrato che un certo sindacalismo di sinistra ha sempre difeso i fannulloni anche quando questi erano indifendibili. E’ altresi’ vero che il sindacalismo di sinistra ha sempre rifiutato la meritocrazia, il controllo gerarchico, quello di produttivita’, premiare i migliori, punire gli opportunisti. Ribadiamo se i fannulloni non sono ne’ dei destra ne’ di sinistra, certamente i loro difensori si trovano nella sinistra sindacale piu’ o meno estrema.

Statali, Brunetta attacca la Cgil: Legittimo non firmare, ma no disinformazione

 «È legittimo non firmare un accordo. Non è però legittimo disinformare». Lo afferma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a proposito del protocollo sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego, non firmato dalla Cgil, replicando alle affermazioni del segretario generale della Funzione pubblica, Carlo Podda.

Sono «ridicole e pretestuose», secondo il segretario generale Fp Cgil, le affermazioni che «in queste ore i segretari generali della Cisl Bonanni, e della Uil Angeletti, vanno facendo sull’accordo che hanno sottoscritto a Palazzo Chigi sul contratto degli statali. O sono in cattiva fede o non sanno di cosa parlano e francamente non so quale delle due ipotesi sia la più allarmante per i lavoratori», ha sottolineato Podda. «Le cose certe di quell’intesa – ha agiunto – sono: un aumento di 60 euro lordi, quando nei due bienni contrattuali precedenti con un’inflazione che era la metà di quella odierna, abbiamo ottenuto aumenti rispettivamente di 103 e 101 euro».

Brunetta: Riforma della Pubblica Amministrazione, al via la fase due

 Il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta, in accordo con i Ministri La Russa, Maroni e Sacconi, ha presentato al Parlamento alcuni emendamenti al disegno di legge 1441 in discussione alla Camera, tesi a perfezionare e chiarire le norme del decreto legge 112 relative alle assenze per malattia. In particolare, è stato presentato un emendamento per evitare la riduzione del trattamento economico del personale del comparto sicurezza e difesa (ivi compresi i Vigili del Fuoco) in caso di assenza per malattia. Il Governo ha così accolto quanto richiesto dal Sindacato Autonomo di Polizia. Un emendamento che vanifica tutte le polemiche di coloro che non hanno saputo aspettare e che hanno tentato di sminuire l’autorevolezza di una meritoria azione del Governo di riforma della Pubblica Amministrazione nel suo complesso. Tante volte è stato ripetuto dal Presidente Berlusconi che tutto è migliorabile, aspettare il pacchetto già pronto e confenzionato è tipico di coloro che non hanno la capacità di proposta e di riflessione, ma che si pongono rigidi, proprio come nei regimi, aspettando la longa mano del potere che gli scodella la pappa in bocca.