PD: La Direzione nazionale si riunirà il 19 dicembre

 Appuntamento al 19 dicembre con la Direzione nazionale. L’ha deciso il coordinamento del PD e sarà l’occasione per una proposta forte di innovazione per affrontare i mesi fino alle europee di giugno. Una relazione già ribattezzata dai cronisti la “Lingotto 2”, riferendosi al discorso con il quale Veltroni accettò la candidatura alle primarie del PD. Il dibattito in direzione verificherà se sulla relazione ci sarà un ampio consenso o se si dovrà ricorrere ad un congresso anticipato, che però ad oggi tutti vogliono riconfermato all’autunno 2009.

Il segretario ha incentrato il suo discorso su due idee guida: innovazione e coesione. Rispetto a quando è nato il partito lo scenario politico è completamente cambiato. La crisi finanziaria internazionale ha messo sotto gli occhi di tutti che l’ideologia iper-liberista è stata un inganno ed ha prodotto macerie; la vittoria di Barack Obama ha sancito questa sconfitta innanzi tutto culturale oltre che politica; e ora anche l’opinione pubblica europea e italiana sta maturando la bocciatura del pensiero della destra.

Il presidente della Sardegna Soru lascia per contrasti con il Pd

 Un vero e proprio colpo di scena. Il presidente della Regione Sardegna si è dimesso dall’incarico con una comunicazione in Consiglio regionale che stava per approvare la nuova legge urbanistica. Le dimissioni saranno formalizzate mercoledì con una lettera che sarà inviata al presidente dell’Assemblea sarda, Giacomo Spissu.

LA VICENDA – La situazione politica in Sardegna era diventata in serata molto tesa dopo che il Consiglio regionale aveva bocciato a scrutinio palese (con 55 contrari e solo 21 a favore) la prima parte di un emendamento fortemente voluto dallo stesso governatore a uno degli ultimi articoli della nuova legge urbanistica, argomento sul quale si erano registrate divisioni e forti contrasti nel gruppo del Pd. Non appena il presidente dell’Assemblea ha comunciato l’esito della votazione, Soru ha lasciato l’aula e si è chiuso con i più stretti collaboratori in un ufficio. Il clima è poi diventato «incandescente» quando alla ripresa momentanea dei lavori, l’assessore dell’Urbanistica al quale il presidente si era rivolto per chiedere il parere della giunta su un altro emendamento in discussione, ha spiegato di non ritenere di poter esprimere nessun parere perchè «il presidente sta assumendo delle decisioni».

PD: Ricostruire la Giustizia con un piano di riforma del sistema giudiziario

 Si è svolta oggi, presso il Residence di Ripetta, la conferenza nazionale del Partito Democratico “Ricostruire la Giustizia” dove sono state lanciate le proposte innovative e realistiche dei democratici per la riforma dell’ordinamento giudiziario “dalla parte di cittadini”.

Le proposte del PD vertono principalmente su due obbiettivi: semplificare e razionalizzare i processi da un lato; certificare i tempi della giustizia e l’effettività del processo e della pena dall’altro.

“Le riforme non si impongono, si cerca di condividerle attribuendo alla fine alla sfera politica la responsabilità di assumere decisioni. E’ un invito che noi facciamo alla maggioranza anche se mi rendo conto che non è tempo di cose razionali ma di isteria, di urla e di contumelie”. Così è intervenuto Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico.

“Bisogna decidere – ha continuato il leader del PD – perché una democrazia che non decide è un’assemblea di condominio, ma si deve decidere dopo l’ascolto e avendo cercato il punto di unità massimo possibile”.

Veltroni (PD): Il Paese prima di tutto

 “L’elezione di Obama ha cambiato alla radice la storia politica che viene dal ‘900″. Walter Veltroni, nel suo intervento alla giornata di studi promossa dal Partito Democratico su elezioni americane e crisi finanziaria, parla del grande passaggio che la storia si trova ad affrontare: il memorabile voto americano, ora tanto carico di aspettative, e una crisi finanziaria ed economica dai risvolti imprevedibili e preoccupanti. Due eventi che, proprio perché così radicali e di segno opposto, possono rappresentare una reale cesura capace di determinare un nuovo tempo della storia.

Un tempo che si caratterizza dalla necessità , sottolineata proprio dall’esperienza d’oltreoceano, di “due grandi campi politici che diano risposte a questa società e non a quella del Novecento. Prima si comporranno “meglio sarà per l’Europa”. Da questo punto di vista il Partito democratico, sottolinea Veltroni, “è una grande forza democratica libera dai condizionamenti del passato che fa politiche anche più radicali” dei partiti tradizionali. Secondo il leader democratico dunque, bisogna saper “mettere insieme le energie migliori” che ci sono in campo capaci “di mettere a punto nuove risposte che devono caratterizzare due nuovi campi” politici. Questa è la scommessa del Pd: “costruire una grande forza democratica, libera dai condizionamenti del ‘900 capace ad esempio di fare politiche inclusive più libere. Perché la cosa peggiore non è la moderazione, ma il moderatismo del ‘900 in caccia di legittimazione”.

Caso Villari, l’Idv lascia la Vigilanza Rai

 Lo strappo era nell’aria. Leoluca Orlando e Francesco Pardi hanno annunciato le loro dimissioni dalla commissione di Vigilanza sulla Rai. I due rappresentanti dell’Italia dei valori hanno deciso di lasciare in seguito all’elezione di Riccardo Villari (Pd) alla presidenza della Vigilanza (elezione avvenuta con i voti della maggioranza e contro il parere del Partito democratico, che appoggiava invece Orlando). «Nonostante il distacco manifestato dal presidente del Consiglio – ha spiegato Orlando – egli ha pubblicamente pronunciato un veto verso di me e gli altri esponenti del mio partito. Rassegno le mie dimissioni dalla Vigilanza come contributo alla denuncia di una inaccettabile mortificazione del Parlamento e della commissione di Vigilanza». «Anche io – ha aggiunto Pardi – ho deciso di rassegnare le mie dimissioni dalla commissione perché la vera vigilanza è ad Arcore»

DI PIETRO – Nella conferenza stampa, i capigruppo di Camera e Senato hanno annunciato che l’Idv «non procederà alla designazione di nessun altro rappresentante in commissione di Vigilanza». Il leader del partito, Antonio Di Pietro, ha poi spiegato che «non ci sarà nessuna resa dei conti con il Pd e con Veltroni», che invece ringraziano come il resto dell’opposizione. «Deleghiamo a Veltroni la ricerca di una soluzione condivisa se Villari si dimette, anche se ovviamente l’Idv non ci sarà».

Proposte del PD per la stabilità del sistema creditizio. Non solo aiuti alle banche

 I decreti “salva-banche” hanno cominciato il loro percorso per l’approvazione in Parlamento. Intanto, il Governo sta decidendo ulteriori modifiche all’apparato del “nuovo” intervento pubblico nel settore bancario e finanziario a cui hanno aperto la strada, sulla scia della crisi, le recenti decisioni europee e internazionali. Le motivazioni che stanno alla base di un intervento pubblico di urgenza per evitare fallimenti, o situazioni di difficoltà, di istituti bancari sono condivisibili, e hanno a che fare con la natura pubblica del risparmio, non a caso tutelato dalla Costituzione.

Messaggio di congratulazioni da Veltroni a Obama

 “Caro senatore Obama la sua vittoria può cambiare il mondo. La straordinaria affermazione da lei conseguita nel voto per la casa Bianca ci ha riempito di gioia: è un evento straordinario, un vero e proprio cambio destinato a riflettersi nella storia del suo paese ed insieme a modificare, come un grande vento, le speranze e gli assetti del mondo. Noi, democratici italiani, abbiamo seguito con passione la sua campagna elettorale, l’affermarsi di una nuova leadership e di nuove idee capaci di conquistare i cuori e la mente degli americani e di affermare una visione del mondo fatta di progresso, solidarietà, uguaglianza, sviluppo compatibile.

PD aperto al confronto sul federalismo ma senza aut aut

 Il Partito Democratico è pronto al confronto sul federalismo, ma non accetta i toni ultimativi di Umberto Bossi, che è tornato a minacciare soluzioni ‘drastiche’ in caso di mancata attuazione della riforma tracciata dalla bozza scritta dal ministro Roberto Calderoli. A chiarirlo è Antonello Soro, capogruppo dei deputati Pd alla Camera. “Che significato hanno le minacce di Bossi? Abbiamo da tempo manifestato la volontà di un confronto non rituale con la Lega e con quanti abbiano interesse e responsabilità per una seria riforma che promuova il federalismo fiscale, siamo interessati a uscire rapidamente dalle premesse per passare al merito, con rigore e trasparenza”.

Con altrettanta nettezza, però, “vogliamo rinnovare la nostra indisponibilità per qualunque dialogo subordinato alla logica della rozza propaganda di fazione, magari mascherata dai toni di falsa goliardia populista”. La Lega, dice Soro, “viaggia a fasi alterne: ogni tanto dà segnali di voler discutere seriamente per arrivare ad un risultato concreto, ma poi ripropone, ultimamente sempre più spesso, il vecchio armamentario logoro e anacronistico di minacce e allusioni. Se Bossi ha tanto a cuore, come ce l’abbiamo noi, questa riforma allora deve smetterla di adoperare toni ultimativi che non portano da nessuna parte. E’ auspicabile invece che il parlamento inauguri, in tempi certi e nella sede propria, la stagione delle riforme senza aut aut né inutili provocazioni”.

Casini (UDC): Decisivi i valori per le eventuali alleanze

 L’intervista ad ‘Avvenire’ del leader Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Decidere oggi tra Pd e Pdl? Mi sembra fuorviante. In Parlamento continueremo il ruolo di opposizione che ci hanno assegnato due milioni e centomila elettori».
Pier Ferdinando Casini ha chiuso ieri a Todi il seminario di Liberal e ora traccia in un’intervista il percorso dell’Udc per i prossimi mesi. La bussola per il partito, che lavora per allargare l’area di centro, è rappresentata dai valori. «Saranno decisivi» ha spiegato Casini, anche nella scelta delle eventuali alleanze. «Vedremo in Parlamento se, come ed eventualmente con chi costruire convergenze».

Le alleanze? Non abbiamo la vocazione a stare all’opposizione a vita ma decidere oggi tra Pdl o Pd mi sembra fuorviante. Vedremo in Parlamento se, come e, eventualmente, con chi costruire convergenze sii valori e programmi».
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che ha chiuso ieri il seminario di Liberal sul bipolarismo inesistente , non intende sbilanciarsi sulla futura collocazione del suo partito.
«Per il momento spiega in questa intervista lavoriamo per costruire e rafforzare un’area di centro, capace di andare al di là dell’Udc, mettendo insieme quelle forze del cattolicesimo liberale e della liberaldemocrazia che non si riconoscono in questo sistema politico. In Parlamento continueremo il ruolo di opposizione che ci hanno assegnato due milioni e centomila elettori, nonostante il tentativo di Berlusconi e Veltroni di estrometterci».

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Veltroni: Il risveglio dall’ulteriore illusione berlusconiana sarà brusco

 “Il risveglio dall’ulteriore illusione berlusconiana sarà brusco. Noi dovremo farci trovare pronti, essendo noi stessi e pensando a noi stessi. Dobbiamo rappresentare la grande riserva di pulizia e speranza della società italiana”. Lo spazio dibattiti della Festa dell’Unità di Roma è gremito. Finalmente, dopo un mese di interviste, discussioni, dibattiti politici, tocca al segretario del Partito Democratico Walter Veltroni parlare davanti al popolo del Pd capitolino. Per l’ex sindaco è un ritorno a casa, un bagno di folla prima tra gli stand della festa e poi, appunto, nello spazio adibito ai dibattiti politici.

Ad intervistare il leader democratico, c’è, sul palco insieme a Riccardo Milana, il direttore del Tg1 Gianni Riotta. Dopo l’inno di Mameli – un omaggio a tutti quegli italiani che non tollerano che venga gettato fango sui simboli del proprio Paese – un lungo colloquio in cui Veltroni va a toccare alcuni dei temi di più stretta attualità politica, dalla giustizia, alla manovra economica, dalla questione delle alleanze a quella del dialogo con la maggioranza.