Eluana Englaro: un caso da non dimenticare

Con la morte di Eluana Englaro il Senato abbandona l’ esame del ddl varato dal governo per impedire lo stop all’alimentazione e all’idratazione della ragazza in stato vegetativo da 17

Vigilanza Rai, Villari sfida il Pd: Stimo Zavoli ma resto qui

 Riccardo Villari non si dimette da presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Ho un obbligo da rispettare e intendo portarlo avanti» ha spiegato. Dopo giorni di tira e molla, insomma, è arrivato l’atteso strappo tra il senatore Pd e il suo partito (che nel frattempo, tramontata l’ipotesi Orlando per la presidenza della Vigilanza, aveva trovato l’accordo con il Pdl sul nome di Sergio Zavoli). Lo stesso Pd ha annunciato che non parteciperà ai lavori della Commissione finché Villari non rassegnerà le dimissioni (a questo punto sarebbe a rischio la nomina del presidente della Rai per la quale in Vigilanza servono i due terzi dei voti dei commissari). Non solo: fonti del Pd assicurano di essere pronti a «espellerlo dal partito».

PRESIDENTE LEGITTIMO – «Ho deciso di mantenere il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza che mi è stato affidato col voto di parlamentari che hanno svolto legittimamente la loro funzione» afferma Villari, chiedendo «rispettosamente a tutti i colleghi della Commissione di compiere un atto di coraggio e di permettere a questo organo di garanzia di svolgere il suo delicato e impegnativo lavoro». Villari chiede anche «alla politica dei partiti di fare un passo indietro», e precisa che, pur avendo «la massima stima e considerazione per il senatore Zavoli», si sente a sua volta «un esponente e un uomo del Partito Democratico, e sottolineo democratico, e per questo so che il valore delle istituzioni precede il peso delle segreterie».

Di Pietro spiega il suo attacco a Berlusconi sul caso Villari

Riporto la mia intervista di oggi a “il Caffè”, di Corradino Mineo, a RaiNews24. Un’intervista che non lascia spazio ad alcun dubbio. I cittadini valutino da soli la credibilità del sottoscritto e di Silvio Berlusconi.

Corradino Mineo: Allora, Di Pietro, lei andrà dai magistrati per denunciare Berlusconi di essere stato un corruttore, di aver provato a corrompere Villari, Orlando e lei stesso?
Antonio Di Pietro: Innanzitutto non conosce neanche il diritto. Semmai deve andare dal magistrato per denunciarmi per diffamazioni, mentre per calunnia deve rispondere lui se dovesse andare dal magistrato a fare una denuncia del genere, perché io ho detto semplicemente il vero e lui, senza accorgersene, ha pure confessato.
Primo, fino a quindici giorni fa ha sempre detto che non mi aveva mai offerto il posto da ministro, e ora lo ha ammesso. Dice che lo ha fatto in quel momento perché non sapeva chi ero io. Quel momento era maggio 1994: mi ha richiamato o no nel febbraio 1995, signor Berlusconi? Allora dopo andavo bene? Quando mi ero già dimesso dalla magistratura e stavo per entrare in politica? Evidentemente dice il falso.
Poi, è vero o non è vero che in contemporanea al passaggio di De Gregorio dal centrosinistra al centrodestra, diventando con i suoi voti, di Forza Italia, Presidente della commissione Difesa? E’ vero. Ed è vero o non è vero che ha fatto, legittimamente perché lo ha pure denunciato, c’è la prova documentale, un finanziamento di sei-sette cento mila euro ad Italiani nel Mondo di De Gregorio?

Caso Villari, l’Idv lascia la Vigilanza Rai

 Lo strappo era nell’aria. Leoluca Orlando e Francesco Pardi hanno annunciato le loro dimissioni dalla commissione di Vigilanza sulla Rai. I due rappresentanti dell’Italia dei valori hanno deciso di lasciare in seguito all’elezione di Riccardo Villari (Pd) alla presidenza della Vigilanza (elezione avvenuta con i voti della maggioranza e contro il parere del Partito democratico, che appoggiava invece Orlando). «Nonostante il distacco manifestato dal presidente del Consiglio – ha spiegato Orlando – egli ha pubblicamente pronunciato un veto verso di me e gli altri esponenti del mio partito. Rassegno le mie dimissioni dalla Vigilanza come contributo alla denuncia di una inaccettabile mortificazione del Parlamento e della commissione di Vigilanza». «Anche io – ha aggiunto Pardi – ho deciso di rassegnare le mie dimissioni dalla commissione perché la vera vigilanza è ad Arcore»

DI PIETRO – Nella conferenza stampa, i capigruppo di Camera e Senato hanno annunciato che l’Idv «non procederà alla designazione di nessun altro rappresentante in commissione di Vigilanza». Il leader del partito, Antonio Di Pietro, ha poi spiegato che «non ci sarà nessuna resa dei conti con il Pd e con Veltroni», che invece ringraziano come il resto dell’opposizione. «Deleghiamo a Veltroni la ricerca di una soluzione condivisa se Villari si dimette, anche se ovviamente l’Idv non ci sarà».

Vigilanza Rai, Villari a Veltroni: Al momento non mi dimetto

Non ci saranno dimissioni fino a quando non si arriverà ad una candidatura condivisa. Non cambia idea neppure dopo l’incontro con Walter Veltroni Riccardo Villari, il senatore del Pd eletto a presidente della commissione di vigilanza della Rai con i voti del Pdl. “Fino a che il partito non risolve l’impasse con una candidatura condivisa io vado avanti. Ho degli obblighi istituzionali”, ha detto all’uscita dalla sede del Pd. E ha reso noto che un passo in avanti c’è stato perché il partito democratico “ha chiaramente manifestato la volontà di un superamento della candidatura di Orlando. Quanto all’ipotesi di una sua espulsione dal partito, ventilata dal Pd, risponde: “Non esiste proprio”. E aggiunge: “Il Pd è casa mia, non me ne vado”.

L’atteso faccia a faccia con il segretario del partito democratico Veltroni e il vicesegretario Dario Franceschini non ha quindi portato quindi ad una soluzione della crisi apertasi nel Pd dopo l’elezione a sorpresa del senatore Villari alla presidenza della commissione di vigilanza della Rai.

Commissione Vigilanza RAI: Il centro-sinistra si ribella alla nomina di Villari

 “No all’arroganza, è un atto inimmaginabile da regime, non da democrazia”. Questo è stato il primo commento di Walter Veltroni all’ennesimo colpo di mano da parte del maggioranza. Un atto di “goliardia arrogante” ossia l’elezione di Riccardo Villari, senatore democratico, alla presidenza della Commissione di Viglilanza sulla Rai. Una decisione improvvisa e fuori da tutte le regole della consuetudine italiana di nomina della presidenza della commissione da parte dell’opposizione.

Il segretario del PD ha dichiarato ai cronisti che “la maggioranza non può impedire ad un gruppo parlamentare scelto dai cittadini di avere un proprio rappresentante nelle Istituzioni. Il centrodestra ha compiuto un atto di goliardia arrogante che è andato a sbattere contro il buonsenso e le regole”.

Di Pietro (IdV): Veltroni gioca a golf, io a rugby

 Intervista rilasciata da Antonio Di Pietro a Corriere.tv, in riferimento alle dichiarazioni di Walter Veltroni di scioglimento dell’alleanza con l’Italia dei Valori.

Corriere: Qual’è stata la sua prima reazione a questa dichiarazione “alleanza finita”?
Antonio Di Pietro: Beh, detta da Veltroni ho pensato subito che in realtà volesse dire “alleanza finita, ma anche”.
In realtà qualsiasi persona e qualsiasi dirigente politico di buonsenso sa che di fronte al fenomeno Berlusconi c’è necessità di fare opposizione dura, determinata e pura. Una opposizione che finalmente Veltroni si è accorto di dover fare, e paradossalmente, nel momento in cui se n’è accorto, se la prende con me che me ne sono accorto dal primo giorno.

Sinistra in piazza contro il governo. Di Pietro: raccolte 250mila firme, via lodo Alfano

Le piazze e i leader restano nettamente separati e distanti. Ma il bersaglio è uno solo: il governo di Silvio Berlusconi. Le sinistre e Antonio Di Pietro scendono in piazza a Roma nelle stesso giorno unite nella raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano, promosso dall’Idv, e dall’obiettivo di smantellare gli atti dell’esecutivo, dalla riforma Gelmini, all’economia. Ma anche per rivendicare l’opposizione dura all’esecutivo, contrapposta a quella “gentile” del Pd, che scenderà in piazza il 25 ottobre.

Per la sinistra radicale, che sfila da piazza della Repubblica alla Bocca della Verità, la manifestazione ha il valore della rinascita dopo il terremoto elettorale e le guerre intestine dentro Rifondazione. «Oggi è la fine del ritiro», annuncia il segretario Prc Paolo Ferrero. Molto più baldanzoso appare Di Pietro che torna a piazza Navona con 12 gazebo per la raccolta delle firme e l’orgoglio della «piazza che nessuno riesce a zittire».

Via a campagna contro il lodo Alfano. In una piazza Navona gremita da migliaia di persone Di Pietro ha dato il via alla raccolta delle firme contro il lodo Alfano. In un giorno sono state raccolte 250.000 firme per il referendum che dovrebbe «cancellare l’impunità di Silvio Berlusconi». La kermesse dell’Idv ribattezzata “Prima giornata nazionale della legalità” farà da apripista ad una serie di iniziative sparse per l’Italia. «Non lasciarti sfuggire di mano la tua libertà. Hai il dovere di fermare la dittatura del Berlusconi IV», è l’invito rivolti ai partecipanti dall’Idv. Spazio alla politica, ma anche all’intrattenimento con musica (con Simone Cristicchi) e alla satira (sul palco Andrea Rivera).

Veltroni interviene a ‘Ballarò’: La situazione è drammatica

 Walter Veltroni, ospite di ‘Ballarò’, inizia il suo intervento in trasmissione chiarendo di “non temere Berlusconi per quello che è o per quello che fa. Ciò che mi preoccupa – spiega il leader del Pd – è lo stato del nostro Paese, il suo ‘andazzo. Temo che le mie preoccupazioni siano fondate. Mi preoccupa che mentre il presidente del Consiglio va in giro a raccontare barzellette o racconta delle sue nottate… Il Paese vive una situazione drammatica”.

Abbiamo il diritto di fare un’opposizione che non sia una melassa gelatinosa ma una cosa seria. Subito il segretario elenca le proposte del PD contro la crisi economica: “occorre istituire subito un fondo per le micro e piccole imprese, perchè se crolla questa parte del Paese crolla il sistema.

Cesa (UDC): Su giustizia disponibili al dialogo, no a linea Di Pietro

L’Udc apre al governo e alla maggioranza sulla riforma della giustizia in autunno.
In una intervista al quotidiano on line Affaritaliani.it, Lorenzo Cesa dice di essere disposto a trattare con il centrodestra ‘Anzi -spiega il segretario dei centristi- abbiamo promosso per il 2 e il 3 settembre un’iniziativa dove abbiamo invitato tutti i rappresentanti dei partiti che si occupano di giustizia e non solo, quindi anche personalità che hanno rilievo in questo settore: ex presidenti di Corte Costituzionale e professori universitari.

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