Estero. Obama all’ Onu per la prima volta: “Insieme per la pace”. La Casa Bianca ad una svolta

 Nel suo primo discorso alle Nazioni Unite, il presidente americano Barack Obama ha battezzato una “nuova era” per la comunità internazionale, con una vera e propria svolta rispetto all’ unilateralismo di George W. Bush.

“La democrazia non può essere imposta a una nazione dall’ esterno” ha detto a chiare lettere Obama nel suo intervento all’ apertura della 64esima Assemblea Generale, “la speranza e il cambiamento sono possibili”. Il presidente americano ha presentato al mondo i “quattro pilastri” della politica americana: “Disarmo, pace, clima ed economia”.

E ha lanciato un appello per una nuova era di impegno: “Coloro che criticavano l’ America perché agiva da sola sul piano internazionale – ha fatto notare – non possono ora tirarsi indietro e aspettarsi che sia l’ America a risolvere da sola i problemi del mondo”.

Problemi che Obama ha elencato: “Estremisti che stanno cercando di seminare il terrore, conflitti che si protraggono all’ infinito, genocidi e atrocità di massa, sempre più nazioni con armi nucleari, calotte polari che si sciolgono, persistente povertà e malattie pandemiche”. Il presidente Usa ha parlato di una direzione nuova, della necessità di un impegno comune per il reciproco rispetto.

Ha toccato le questioni del disarmo e della pace, la crisi economica, il clima e il Medio Oriente. “Sono consapevole dell’ aspettativa che circonda il mio incarico – ha dichiarato – ma so che non ha radici in quello che io rappresento, quanto nel fatto che il mondo è scontento dello stato attuale delle cose e vuole cambiare. L’ America è pronta a guidare questo cambiamento”.

Allarme occupazione. Per l’ Ocse nel 2010 le persone senza lavoro potrebbero superare anche il 10%

 Ora le politiche economiche devono concentrare gli sforzi sul mercato del lavoro, perché secondo l’ Ocse è una vera emorragia occupazionale quella che la crisi economica si sta lasciando alle spalle: una crisi del lavoro con 57 milioni di disoccupati in più nelle economie avanzate per la fine del 2010, di cui oltre un milione in Italia.

L’ ente parigino lancia il suo allarme con il rapporto annuale sul lavoro, pubblicato a pochi giorni dal G20 dei capi di Stato e di governo del 24 – 25 settembre a Pittsburgh. Per la fine del prossimo anno i tassi di disoccupazione raggiungeranno o supereranno il 10 per cento, livelli prossimi a nuovi massimi dal dopoguerra, dice l’ Ocse.

I governi devono evitare che questa ecatombe si trasformi in disoccupazione di lungo termine. Altrettanto allarmanti le previsioni per l’ Italia, dove il peggio della crisi in termini occupazionali deve ancora arrivare. Secondo l’ Ocse si registreranno un milione e centomila disoccupati in più per la fine del 2010, rispetto ai livelli del 2007, con il tasso di disoccupazione che balzerà dal 6,1 al 10,5 per cento. E come se non bastasse i salari in Italia crescono più lentamente rispetto alle altre economie avanzate ed europee, e sono più bassi.

Economia. L’ Ocse rileva in Italia forti segnali di ripresa in gran parte dei Paesi industrializzati

 L’ Ocse ha reso noto il superindice relativo al mese di luglio 2009: la media delle economie dei Paesi industrializzati ha segnato un incremento di 1,5 punti rispetto a giugno 2009 (-1,9 punti rispetto a luglio di un anno fa) e una flessione di 1,9 su luglio 2008.

Tra i Paesi che hanno registrato un incremento maggiore figura l’ Italia, che ha recuperato 2,7 punti su base mensile e 8 punti rispetto a luglio 2008, e per la quale l’ Ocse prevede una possibile espansione dell’ economia nei prossimi mesi. Per l’ organizzazione internazionale mostrano chiari segnali di ripresa, oltre all’ Italia, tutte le altre economie del G7, tra cui in particolare la Francia.

Segnali incoraggianti anche da Cina, India e Russia. Gli indicatori economici del Brasile dove, rileva l’ Ocse, “si sta toccando il picco negativo della crisi, sono in ogni caso più incoraggianti di quelli registrati negli scorsi mesi”.

Secondo i dati dell’ Ocse, l’ economia dell’ area euro segna un incremento del superindice di 1,9 punti rispetto a giugno 2009 e di 1,4 punti rispetto ad un anno fa; quella americana mostra un aumento su base mensile (+1,6 punti), ma resta ancora 4,3 punti sotto il livello toccato a luglio 2008.

Economia. Allarme credito per la Confindustria italiana e quella tedesca. Conseguenze per investimenti e occupazione

 Siamo di fronte ad una stretta creditizia: le banche, preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi, concedono prestiti a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie. Ma la scarsa liquidità potrà avere conseguenze drammatiche per gli investimenti e l’ occupazione. Pertanto la Confindustria italiana e quella tedesca hanno deciso di portare la questione a livello comunitario, con una lettera congiunta al presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e al primo ministro svedese, Fredrik Reinfeld, presidente di turno del Consiglio europeo.

Anche in questo caso, come nella battaglia sull’ ambiente, Italia e Germania si trovano a fianco, perché in entrambi i Paesi è ancora forte il peso del manifatturiero. Troppe aziende, in particolare le piccole, si sentono negare il prestito allo sportello. A monte di questa situazione, le regole di Basilea 2, entrate in vigore due anni fa. In particolare quel meccanismo di valutazione sul rischio patrimoniale delle banche basato su rating automatici, che di fatto, in un contesto di crisi, ha ridotto l’ offerta di finanziamenti.

“L’ accesso al credito sta diventando sempre più difficile, specie per le Pmi”, scrivono i due presidenti di Confindustria e Bundesverband der Deutschen Industrie (Bdi), Emma Marcegaglia e Hans Peter Keitel sollecitando la Ue a prendere urgentemente tutte le iniziative necessarie.

Le banche hanno inasprito la loro offerta di credito per una serie di motivi, ma vorremmo evidenziare, in particolare, i nocivi effetti dell’ Accordo di Basilea2 sui requisiti patrimoniali degli istituti di credito. Le regole sono strutturate in modo tale da determinare una restrizione dell’ offerta di credito in un contesto di crisi. Gli effetti prociclici dei requisiti di Basilea2 – precisano i presidente di Confindustria italiana e tedesca – sono stati ampiamente riconosciuti, ad esempio dal Rapporto De Larosie’ re e dalle conclusioni del Consiglio Ecofin del 7 luglio.

Ocse. La recessione rallenta nei Paesi industrializzati, la ripresa arriverà prima del previsto ma sarà lenta

 “Le notizie economiche sono state in larga parte favorevoli negli ultimi mesi”, spiega l’ Ocse, che segnala il buon andamento dei mercati finanziari, la ripresa già in corso in economie emergenti come la Cina e la stabilizzazione del mercato immobiliare in Usa e Gran Bretagna, anche se la stretta sul credito prosegue e la salute del sistema bancario desta ancora preoccupazioni.

L’ organizzazione parla di una ripresa più vicina di quanto previsto alcuni mesi fa e di una conseguente attenuazione del deterioramento senza precedenti del mercato del lavoro. Tuttavia, il ritmo della ripresa sarà probabilmente modesto per un certo periodo avverte l’ organizzazione di Parigi. Per vari fattori: la crescita della disoccupazione e la stagnazione delle retribuzioni, che manterranno sotto pressione la domanda privata.

Per quanto riguarda l’ inflazione, il recente rincaro dei prezzi delle materie prime fa sì che i rischi di deflazione riguardino il solo Giappone. Nel rapporto l’ Ocse ha migliorato le stime sul Pil dei paesi del G7. Secondo le nuove previsioni, il Pil dei paesi dell’ area calerà del 3,7% nel 2009, mentre le stime di giugno parlavano di un calo del 4,1%. Per quanto riguarda l’ Italia, la contrazione stimata passa da un 5,5% a un 5,2%.

Cernobbio. Meeting dell’ economia Ambrosetti. Denuncia del Presidente di Assoedilizia

 Partecipando al meeting Ambrosetti dell’ economia, che si tiene a Cernobbio, il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici, denuncia le iniquità e la antieconomicità della fiscalità immobiliare. La fiscalità immobiliare distorta rovina i bilanci delle piccole imprese e degli investitori del risparmio negli immobili.

“Non è accettabile che lo Stato italiano, di fronte alle legittime richieste dei
proprietari immobiliari rappresentate da Assoedilizia che ha, nel corso degli ultimi mesi, denunciato le iniquità della fiscalità del settore, continui a fare orecchi da mercante.

Questo atteggiamento dello Stato, improntato alla massima del chi ha avuto ha avuto , non va affatto bene. A noi, lo Stato mercante non piace. A noi piace lo Stato dispensatore di giustizia e di equità, responsabile delle sorti dei propri amministrati, non il furbetto.

Ebbene, come si fa a tollerare che si debbano pagare le imposte sul reddito anche quando questo non c’ è più ? O che lo Stato presuma un reddito sulla base di un parametro fissato arbitrariamente dallo stesso, con riferimento ad un valore immobiliare stabilito peraltro unilateralmente e di fatto insindacabilmente sempre dallo Stato stesso?

Alludiamo da un lato all’ obbligo fiscale del proprietario dell’ immobile di pagare l’ Irpef sui canoni di locazione commerciale anche se il conduttore è insolvente; senza che sia previsto alcun meccanismo di credito fiscale. La Corte Costituzionale ha lanciato un monito in proposito, ma né il legislatore, né le interpretazioni ministeriali lo hanno recepito.

D’ altro lato pensiamo alla verifica di congruità dei canoni della locazione, sulla base del 10 % del valore catastale capitalizzato: verifica che apre la strada agli accertamenti. Ebbene, i canoni, per via della crisi economica, diminuiscono: ma i valori catastali, spinti al rialzo dai Comuni alla disperata ricerca di incrementi del gettito ICI, continuano ad aumentare. E la congruità è sempre più lontana.

Rebus antiriciclaggio. Il ministero dell’ Economia non ha ancora risposto completamente ai quesiti su riciclaggio e terrorismo

 Dal 1991 la lotta al riciclaggio è entrata a far parte delle “squadre finanziarie”, mentre dal 2006 sono stati chiamati come soggetti obbligati alle verifiche sul riciclaggio e terrorismo anche gli Agenti Immobiliari e i Mediatori Creditizi. Questo, in base a precise disposizioni della Comunità Europea e del GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale), organismo internazionale che si occupa di contrastare la criminalità finanziaria, dopo aver introdotto nuove regole dettate dall’ U.I.C. Ufficio Italiano Cambi, oggi soppresso a favore dell’ U.I.F., Ufficio Informazione Finanziaria, sotto controllo di Banca Italia.

Una delle novità più significative di questa III direttiva europea è la richiesta di mutare l’ approccio complessivo: non solo contrasto al riciclaggio di denaro proveniente da attività criminose, ma anche azioni di raccolta di beni o di denaro pulito a scopo di finanziamento del terrorismo. Infatti nelle sue considerazioni iniziali si afferma che sfruttare il sistema finanziario per trasferire fondi di provenienza criminosa, o anche denaro pulito a scopo di finanziamento del terrorismo minaccia chiaramente l’ integrità, il funzionamento regolare, la reputazione e la stabilità di tale sistema.

Lo scopo di evitare l’ inquinamento del sistema finanziario da tali proventi criminali continua, quindi, ad essere assicurato anche dal convinto impegno dei soggetti obbligati, quali consueti conoscitori e garanti delle regole, cui è affidato, inoltre, il compito di prevenire che gli introiti di qualsiasi delitto, taluni dei quali di rilevante allarme sociale, siano per il loro inconsapevole tramite reintrodotti nell’ economia legale.

Il significato finale che è possibile ascrivere a questa evoluzione normativa, spesso resa complessa ed anche convulsa dalla sovrapposizione di piani di intervento successivi e non sempre del tutto coordinati, deve ricostruirsi in termini di nuove e compiute opportunità non solo per il sistema giuridico economico.

Proprio il ruolo dei soggetti obbligati è da non confondere mai con un soggetto investito di funzioni investigative: non mero esecutore di decisioni altrui, ma attento consulente, onerato anche di attivare i controlli e le verifiche delle autorità pubbliche ogni qual volta si prefiguri il rischio di una violazione tale che, se non repressa e se destinata a proliferare, darebbe luogo ad un sistema dominato dalla violazione sistematica di ogni regola, per fini illeciti e di profitto brutale.

Estero economia. Il presidente americano ha annuncito ieri l’ inizio del secondo mandato dell’ ex docente di Harvard. “È riuscito ad evitare la depressione”, ha detto

 Barack Obama ha riconfermato Ben Bernanke alla guida della Fed per i prossimi quattro anni, riconoscendogli il merito di aver allontanato l’ economia da una depressione. Obama, da Martha’ s Vineyard dove si trova a trascorrere le vacanze con la famiglia, ha annunciato che l’ accademico resterà presidente della Fed fino al 2014.

Harvard, il prestigioso Mit e infine l’ insegnamento a Princeton, prima di approdare al board della Federal Reserve e poi presiedere il pool di economisti della Casa Bianca: è d’ impronta decisamente accademica la carriera di Ben Bernanke, e i suoi trascorsi hanno rappresentato la principale discontinuità con i predecessori, più a loro agio a Wall Street che sui libri.

Nominato da George W. Bush nell’ ottobre del 2005, inizierà da oggi il suo secondo mandato quadriennale alla guida della banca centrale, fortemente voluto da Obama, nonostante l’ estrazione repubblicana dell’ ex docente universitario. Bernanke ha dovuto imparare a conoscere approfonditamente Wall Street, in vista della crisi che si è trovato ad affrontare e delle misure eccezionali che è stato costretto a prendere per evitare che l’ economia scivolasse in una seconda depressione.

Obama ritiene che “Ben abbia fatto un gran lavoro in qualità di presidente della Fed, aiutando l’ economia ad affrontare la peggiore recessione dal 1930 e allontanandola dall’ orlo di una nuova depressione. Nel combattere la crisi finanziaria – spiega un rappresentante dell’ amministrazione Obama – Bernanke si mostrato audace e brillante. La decisione di riconfermarlo è stata assunta – aggiungono dall’ amministrazione – per favorire la stabilità dei mercati e ridurre il rischio di potenziali perdite per l’ economia e per i mercati finanziari”.

Energie rinnovabili per il risparmio energetico: ok agli incentivi per gli interventi sugli edifici esistenti

 Nel corso della presentazione del rapporto Enea “Energia e ambiente 2008” il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha assicurato che il governo non intende ridurre gli incentivi al solare termodinamico. Qualche settimana fa la maggioranza aveva presentato in Senato una mozione che reindirizzava i fondi dal solare termodinamico alle altre fonti rinnovabili e al nucleare.

La mozione aveva suscitato le immediate critiche soprattutto da parte di Enea che rivendica la centralità del sistema nel quale l’ Italia è tra i leader mondiali. Il presidente di Enea, Luigi Paganetto, ha così dichiarato: “Per vincere la sfida energetica l’ Italia deve puntare sull’ efficienza e investire nelle nuove tecnologie”.

“L’ efficienza energetica ha ambiti di applicazione assai vasti, combinando insieme nuove tecnologie e integrazioni settoriali di attività. Occorre concentrare l’ attenzione sugli usi finali dell’ energia nel residenziale, nei trasporti e nell’ industria, anche per gli effetti positivi sul sistema economico”.

Il d.g. Ricerca ambientale e sviluppo del ministero, Corrado Clini, ha detto che il ministero dell’ ambiente punta sullo sviluppo dell’ energia rinnovabile mettendo in moto investimenti di 3,5 miliardi per biennio 2009 – 2010, e inoltre sta pensando a fondi rotativi, ovvero finanziamenti a credito agevolato per le imprese allo scopo di promuovere il sistema di cogenerazione energetica fino a coprire il 25 per cento della domanda.