Slitterà a gennaio 2009 il “pacchetto” giustizia contenente la riforma del processo penale e misure per affrontare l’emergenza sovraffollamento carceri, inizialmente preannunciato per il consiglio dei ministri della prossima settimana. La decisione – secondo quanto si è appreso in ambienti del governo – è stata presa dopo che il Guardasigilli Alfano, sentito il premier Berlusconi, ha concordato sul tentativo di riannodare il filo del dialogo con l’opposizione almeno sulle modifiche con legge ordinaria al processo penale, visto che sulle riforme costituzionali resta la netta contrarietà del Pd. La prossima settimana, dunque, Alfano incontrerà il ministro “ombra” della Giustizia Lanfranco Tenaglia e tornerà a vedersi anche con Michele Vietti (Udc), oltre che con i capigruppo di maggioranza.
La bozza del testo era fino a ieri in fase di limatura al ministero della Giustizia per approdare al consiglio dei ministri del prossimo 19 dicembre, ma ha ricevuto uno ’stop’ nelle ultime ore. Se ne riparlerà solo dopo che Alfano avrà ricevuto una serie di proposte dalla Lega Nord (intenzionata ad insistere sui giudici di pace eletti dal popolo) e soprattutto dopo aver incontrato, tra martedì e mercoledì, il ministro “ombra” del Pd, Tenaglia, e Vietti dell’Udc. La bozza di ddl in fase di limatura fino a ieri sera prevedeva, tra l’altro, modifiche al codice di procedura penale per dare maggiore autonomia investigativa alla polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero (che non avrebbe più potuto acquisire autonomamente la notizia di reato ma soltanto riceverla) e misure per risolvere l’emergenza sovraffollamento carceri puntando soprattutto su modifiche alle norme sulle gare di appalto per costruire nuovi penitenziari (così da evitare che in caso di contenzioso si blocchino i lavori).
Due giorni fa, sulla giustizia, Pier Ferdinando Casini, aveva usato parole che sono musica per le orecchie del Cavaliere: apertura di un tavolo di confronto tra maggioranza e opposizione sulle riforme e conseguente esclusione di Antonio Di Pietro. E ieri in un’intervista per il mensile «Pocket», Silvio Berlusconi ha lanciato verso gli ex dc un segnale di disgelo: «Per Casini le porte del Pdl non sono aperte, sono spalancate. Casini ha deciso di non far parte della Pdl e ha scelto una strada che lo sta portando su posizioni che hanno deluso elettori ed ex dirigenti dell’Udc. Speriamo che cambi idea».
In un´intervista che compare sul Foglio di venerdì 5 dicembre, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta gli ultimi avvenimenti legati al caso De Magistris e allo scontro fra le procure di Catanzaro e Salerno. Alfano avverte che “per la responsabilita’ che la Costituzione mi assegna, non posso non ravvisare l´onta che finisce per coprire l´intero ordine giudiziario”. Spostandosi sul versante piu’ prettamente politico, Alfano “si augura che la ferma presa di posizione di Napolitano faccia aprire gli occhi al Pd e lo induca a votare con noi le riforme costituzionali. Il partito di Veltroni non ha altra strada: o accetta, con noi, il percorso delle riforme liberali o accetta di farsi scrivere il programma da Antonio Di Pietro. Non esiste altra via che quella di una buona riforma della giustizia per segnare un confine certo tra il Pd e il cosiddetto partito dei giudici.