Autotrasporto: confermato il blocco per la fine del mese

 Le associazioni dell’autotrasporto (Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Conftrasporto-Fai, Fiap/L., Unitai Sna Casartigiani) confermano lo stop dei tir dal 30 giugno al 4 luglio. La decisione è arrivata al termine dell’incontro con il ministro dei Trasporti Altero Matteoli.

Nel corso dell’incontro è stata tuttavia decisa l’istituzione di un tavolo permanente per affrontare i vari problemi del settore, cui parteciperanno tecnici oltre che del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero del’Economia, dello Sviluppo Economico e del Lavoro.

“Siamo consapevoli – ha dichiarato il ministro Altero Matteoli – del’emergenza che vive il settore del’autotrasporto anche a causa del’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio. Abbiamo espresso la volontà politica di trovare soluzioni il più possibile concordate per far sì che si possa scongiurare il fermo annunciato e per trovare rimedi ai vari temi posti”. “”bbiamo riscontrato tra i rappresentanti dell’autotrasporto – ha concluso Matteoli – senso di responsabilità e questo è un atteggiamento che desideriamo sottolineare positivamente”.

Udc: con Consiglio nazionale, via alla costituente di Centro

“Oggi diamo vita alla costituente di Centro che possa intercettare i tanti che abbiamo incontrato in campagna elettorale e nell’obiettivo di un rinnovamento della politica, dando vita a qualcosa di importante che si colleghi alla grande tradizione del popolarismo europeo”.
Pier Ferdinando Casini, arriva alla riunione del Consiglio nazionale del suo partito e spiega il significato della riunione, la prima del suo partito, dopo il risultato delle elezioni politiche.
Secondo il leader dell’Udc, sullo scenario politico non ci devono essere infatti “solo due contendenti. Non si possono scippare – spiega – i cittadini del diritto di esprimere la politica”.
Casini dice quindi ‘no’ all’idea di togliere le preferenze anche nelle prossime elezioni europee: “Se Berlusconi e Veltroni dovessero togliere le preferenze e quindi il libero voto – dice – sarebbe un fatto fortemente negativo”.
“L’attuale tendenza al bipartitismo – dice – è tutt’altro che scontata, mentre il Pdl non chiarisce il suo percorso e vediamo molti movimenti anche nel Pd. Intendiamo quindi intercettare le novità e le insoddisfazioni con la nostra presenza nel Parlamento e nel Paese”.

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Intercettazioni, coro di proteste

Continua la polemica sulle intercettazioni. Dopo le proteste lanciate dall’Associazione Nazionale Magistrati, anche all’interno della maggioranza ci sono dubbi sulle decisioni del premier Berlusconi. Ancora una volta a sollevare perplessità c’è l’opposizione. Una posizione appoggiata dal sindacato dei giornalisti, che si dice pronto ad ogni azione per contrastare il progetto del governo in nome del diritto all’informazione.

“Le intercettazioni sono uno strumento insostituibile per le indagini non solo contro la criminalità organizzata e il terrorismo, ma contro l’usura, la criminalità economica, il riciclaggio, gli omicidi, i sequestri, la pedofilia”, così il segretario del sindacato delle toghe, Giuseppe Cascini, intervistato da Sky Tg24. Ed ha precisato: “senza le intercettazioni telefoniche, l’azione di contrasto nei confronti del crimine diventa più debole e più difficile”.

Questa la dichiarazione della magistratura in merito all’intezione del governo Berlusconi di introdurre il veto alle intercettazioni telefoniche, a partire dal prossimo Consiglio dei ministri, escludendo quelle che riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo.

Intercettazioni, l’Anm frena: Sono indispensabili

Il giorno dopo l’annuncio del Presidente del consiglio Silvio Berlusconi sul prossimo varo da parte del governo di un divieto delle intercettazioni telefoniche, scende in campo l’ Associazione nazionale magistrati definendo lo strumento delle intercettazioni “indispensabile” nella lotta al crimine.
“Occorre prevedere una selezione del materiale necessario per il processo e l’eliminazione di quello che non serve”, ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm.
“Noi – ha spiegato – riteniamo che i fatti relativi alla vita privata degli indagati e delle persone estranee alle indagini, le cui conversazioni siano casualmente captate, non possano e non debbano essere divulgati o pubblicati”.

Veltroni: Sulle intercettazioni, provvedimenti gravi e sbagliati che impediscono le indagini

 Bandire l’uso delle intercettazioni. Dopo il reato di immigrazione clandestina, per il premier Silvio Berlusconi è questa la priorità per l’Italia. Guerra quindi a chi ne fa ricorso, una guerra che coincide anche con il carcere. Il nuovo presidente del Consiglio ha detto chiaramente durante il congresso dei giovani imprenditori, tenutosi a Santa Margherita Ligure, che la vera urgenza è bandire l’uso delle intercettazioni nelle indagini dei magistrati e punire duramente che le fa e chi le pubblica, per questo ha anche annunciato che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato un provvedimento che vieterà in maniera assoluta l’uso delle intercettazioni telefoniche, tranne che per quelle indagini su mafia, camorra, ndrangheta e terrorismo. Resteranno fuori dunque i reati finanziari e altre cose. E non è finita qui, perché Berlusconi ha anche fatto sapere che sarà prevista una pena di cinque anni per chi le ordina, cinque per chi le esegue e cinque per chi le pubblica. In poche parole un’altra legge ad personam e un vero attacco alla libertà di stampa. Difatti ha anche avvisato che gli editori che le pubblicheranno saranno previste “penalizzazioni finanziarie importanti”.

Loiero e Lombardo contro provvedimento Ici

 Al primo confronto istituzionale tra il Governo e le Regioni, tenutosi l’altroieri a Palazzo Chigi, il presidente della Calabria, Agazio Loiero, ha sottolineato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l’ingiusta decisione di far pesare su Calabria e Sicilia il costo dell’abolizione dell’Ici.
Loiero e’ intervenuto subito dopo la relazione di apertura del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e rivolgendosi a Berlusconi ha ricordato che ”le risorse per finanziarie il taglio dell’Ici provengono in gran parte dagli impegni assunti nella precedente legislatura a favore dello sviluppo infrastrutturale e sociale di Calabria e Sicilia”.
”Credo di interpretare anche lo stato d’animo della Regione Siciliana, che come noi ricorrera’ alla Corte Costituzionale per impugnare il provvedimento, se affermo – ha continuato Loiero – che non e’ stata proprio una bella scelta quella di penalizzare le due Regioni del Mezzogiorno anche per il messaggio inviato al nostro paese, con i significati simbolici che esso comporta”.

Berlusconi ai giovani imprenditori: Per pagare meno tasse, devono pagarle tutti

Il premier Silvio Berlusconi ribadisce, davanti alla platea dei giovani industriali, la propria linea in politica economica, ricordando la ormai celebre “equazione del benessere: meno tasse per le famiglie, il lavoro, le imprese vuol dire più consumi, più produzione, più posti di lavoro, più soldi nelle casse dell’erario. Il che consente di investire nelle infrastrutture e anche di ridare qualcosa a quella parte della società più emarginata”.
“Per pagare tutti meno tasse, bisogna che tutti le paghino e quindi dobbiamo continuare la lotta all’evasione fiscale”, ha detto il premier nel corso del suo intervento al convegno dei giovani imprenditori.
“Dobbiamo continuare la lotta all’evasione se è vero che ci sono 100 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato”, ha spiegato, sottolineando come la riduzione della pressione fiscale rappresenti una delle priorità del governo.

Casini (UDC): Berlusconi ora fa il dc, ma vedremo i fatti

 L’intervista del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, a ‘Il Messaggero’

Onorevole Casini, Berlusconi è stato dal Papa. In Parlamento i cattolici non sono molto rappresentati. Lei come vede il rapporto tra governo e Chiesa?
«E’ molto importante questa visita sul piano dei governi. La Repubblica trae dalla presenza della Santa Sede in Italia un grande elemento di ricchezza e di forza. Pensare che il Vaticano, qui da noi, sia un impaccio o un condizionamento, significa avere una considerazione molto provinciale della politica internazionale. Questa è una grande platea per l’Italia, una grande opportunità. Pone Roma al centro delle diplomazie di tutto mondo. Ritengo che il governo debba alimentare questa specialità di rapporto».

Un filo diretto che vi può tagliare fuori?
«La pluralità di opzioni nel mondo cattolico c’è ormai da oltre 30 anni. Credo che la Chiesa abbia, nei confronti di Berlusconi, lo stato d’animo che hanno gli italiani: stanchi di lotte fratricide. Hanno dato una delega a Berlusconi, poi valuteranno sulle soluzioni che darà ai problemi».

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