Baio e Ferrante (Pd): Per Presidenza Senato da Pdl nomi non all’altezza

 Ad appena due giorni dalle elezioni il centrodestra già litiga sugli incarichi di governo e mostra le evidenti divisioni della coalizione”. Lo dichiarano i senatori del Partito democratico Emanuela Baio e Francesco Ferrante.
“Ancor più preoccupante per il futuro del Paese è vedere il dibattito che si sta sviluppando intorno alla nomina del Presidente del Senato.

La sensazione – aggiungono – è che si stiano facendo nomi senza riflettere troppo sulla statura istituzionale e sulla cultura politica necessari a ricoprire un ruolo prestigioso qual è quello della seconda carica dello Stato”.

Consiglio federale dei Verdi il 10 e 11 maggio

 “L’esecutivo nazionale dei Verdi ha deciso di convocare il congresso straordinario, dopo il tracollo elettorale che ha cancellato la Sinistra Arcobaleno in Parlamento. Il 10 e l’11 maggio si riunirà il Consiglio federale del Sole che ride per stabilire il percorso verso il congresso, la data e le modalità di ascolto delle realtà territoriali”. Lo ha reso noto oggi un comunicato stampa dei Verdi, che ha specificato che al Consiglio federale, “il presidente e l’intero esecutivo nazionale si presenteranno dimissionari”.
“E’ stata una sconfitta netta al di là delle previsioni – commentava ieri Alfonso Pecoraro Scanio – il meccanismo dell’astensione da una parte e di una campagna elettorale truffaldina dall’altra in cui sono state oscurate le forze politiche che non fossero Pd e Pdl, hanno contribuito, con una legge elettorale pessima, a questo risultato”.

I Verdi tedeschi, nel ’90, ricordava Pecoraro “non capirono cosa successe con l’unificazione e non riuscirono a entrare in Parlamento ma da fuori del Parlamento hanno saputo ricostruire le ragioni di un rafforzamento che poi e’ avvenuto con le coalizioni successive: dovremmo fare lo stesso”.

“E’ necessario aprire una riflessione all’interno dei Verdi e con gli amici della Sinistra Arcobaleno sulle prospettive future”, spiegava sempre ieri Angelo Bonelli. “Il risultato è talmente negativo che non si può fare finta di nulla”. Per Bonelli “è mancata la capacita’ di comunicare una proposta politica significativa e moderna. Per questo bisogna aprire una riflessione all’interno dei verdi ma, per correttezza, anche con gli amici della Sinistra”.

Prc, l’ora della verità. Fine settimana Cpn, a luglio il congresso

 Cinque ore di discussione: tanto è durata, nella sede nazionale, la segreteria più difficile di Rifondazione comunista, convocata già lunedì sera quando la dimensione del disastro elettorale era ormai evidente. Facce scure e volti tirati di chi non ha dormito. Lo tsunami che ha spazzato via la Sinistra arcobaleno, una tragedia umana oltre che politica, ha conseguenze immediate: la convocazione urgente degli organismi dirigenti (direzione venerdì e comitato politico sabato e domenica), e congresso anticipato a luglio.

Sul tavolo numeri impietosi: 3,2% al Senato; 3,1% alla Camera. Cioè zero senatori e zero deputati: tre milioni di voti spariti nel nulla. Ma non è solo (si fa per dire) questo. E’ che il disastro è omogeneo, da Nord a Sud; non si è salvata, praticamente, nessuna roccaforte rossa, né vecchia né nuova, né piccola, né grande. Anche se, va detto, il voto locale (comuni e province) sta restituendo una fotografia meno drammatica. Una debacle tale da suscitare, a destra e a sinistra, reazioni di stupore e preoccupazione per l’assenza dal parlamento di un forza “estrema”. Goffredo Bettini, braccio destro di Veltroni, sostiene che «il fatto che la sinistra non sia in Parlamento non è positivo per la dialettica democratica. Un pezzo dell’Italia non è rappresentata e questo è un problema» (davvero curioso che lo dica lui); c’è persino chi evoca scenari di nuovo terrorismo. Ma intanto la Lega può vantarsi di essere «il partito nuovo dei lavoratori».

Veltroni lancia il governo ombra

 Un governo dell’opposizione per aprire una dialettica nuova con l’esecutivo di centrodestra. E’ questa l’idea lanciata in conferenza stampa da Walter Veltroni per continuare l’opera di europeizzazione del quadro politico italiano. “Avrà lo stesso numero di ministri del governo che si insedierà a Palazzo Chigi e in ogni decisione che esso prenderà stabilirà un nuovo rapporto dialettico. Il governo ombra – o shadow cabinet, come viene definito nei paesi anglosassoni – esiste in tutte le democrazie più avanzate”.

E’ sereno il segretario del PD, il giorno dopo la sconfitta elettorale. Come già aveva fatto ieri, ammette che il risultato è “inequivoco” e che la coalizione formata da Pdl, Lega Nord e Movimento per le Autonomie, “avrà il dovere e l’onore di governare il Paese”. Parlando davanti ai giornalisti nella sala predisposta vicino al quartier generale del PD, Veltroni fa un punto per analizzare i dati elettorali e per ribadire che ciò quanto avviato in campagna elettorale dovrà ora essere proseguito ed accentuato.

Lombardo nuovo Presidente della Sicilia

 Raffaele Lombardo, eletto con il 65 per cento dei voti, è il nuovo Presidente della Regione Siciliana. Nato a Catania il 29 Ottobre 1950, ha studiato presso i padri Salesiani, finito il liceo, si è iscritto a medicina e chirurgia, laureandosi con una tesi in psichiatria forense sul “nesso tra tradizioni popolari e costruzioni deliranti”. Negli Anni Settanta ha iniziato la sua attività politica nel Movimento della Gioventù della DC catanese. Tra gli anni ’80 e ’90, Lombardo ha rivestito diverse cariche politiche: consigliere, assessore al Comune di Catania, deputato alla Regione Sicilia, in seguito Assessore Regionale agli Enti Locali. Alla fine degli anni ’90, è eletto, per due volte, al Parlamento Europeo, per il Centro Cristiano Democratico. Nel 2000 è stato vicesindaco di Catania. Nel 2005, ottiene l’incarico di segretario generale regionale dell’UDC, nello stesso anno esce dal partito e fonda il Movimento per l’Autonomia (MPA). Il Movimento nasce prevalentemente nel Sud, con l’intenzione di costituire una sorta di terzo polo, in alternativa ai tradizionali schieramenti.