Sulle intercettazioni, interpellanza al Ministro della Giustizia da Antonio Di Pietro

 Poco fa ho presentato, presso la Camera del Deputati, un’interpellanza urgente rivolta al Ministro della Giustizia Alfano in relazione al tema delle intercettazioni telefoniche. Riporto di seguito il rapporto stenografico dell’intervento:

“Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, noi del gruppo dell’Italia dei Valori abbiamo presentato questa interpellanza urgente, perché siamo tra quelli che pensano che le interpellanze si debbano presentare prima, non dopo che il fatto è accaduto, in quanto, dopo che il fatto è accaduto, si può solo piangere sul latte versato.
Dico ciò, perché ho già sentito dire nei corridoi o anche in affermazioni pubbliche da parte di rappresentanti del Governo frasi del tipo: «Non abbiamo ancora approvato niente, di che cosa vi lamentate?»

Il PD insiste sulla necessità delle intercettazioni

Il governo tira dritto sul disegno di legge che dovrebbe limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche a fini giudiziari. Lo ha confermato ieri il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha portato come dimostrazione della presunta “voracità” dell’uso delle intercettazioni, “calcoli empirici che testimoniano che la grandissima parte del Paese è intercettata”. Una fantomatica emergenza, che in realtà non esiste, come dimostra anche l’articolo di Luigi Ferrarella pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Parole volutamente allarmistiche che nascondono la volontà di accelerare su uno dei cavalli battaglia dichiarati del governo Berlusconi, ossia la guerra alle tanto “odiate” intercettazioni telefoniche.

Sconcerto nel PD per l’editoriale di Famiglia Cristiana

Sconcertano le parole di Famiglia Cristiana. In un editoriale il settimanale ha attaccato la linea del PD, sostenendo che avrebbe tradito le attese dei cattolici a favore dei radicali, paventando una scissione.
Un articolo ingeneroso subito contestato dagli stessi cattolici democratici a partire da Giuseppe Fioroni. Il coordinatore dell’organizzazione del PD giudica l’editoriale “ingiusto e troppo radicale. Noi stiamo lavorando per un nuovo modo di fare opposizione, confrontandoci su temi e progetti e su risposte alternative sui singoli problemi, basti pensare alla sicurezza o alla giustizia. Dobbiamo costruire un’alternativa a Berlusconi – aggiunge Fioroni – e sappiamo quanto sia indispensabile dimostrare una reale capacità di attrazione dell’elettorato moderato. Molti osservatori ci criticano con la stessa severità ma per ragioni opposte. Spesso dipingono un PD afflitto dall’insofferenza e dall’attivismo dei cattolici. La verità è che compete anche a noi, eredi della tradizione degasperiana, impegnarci per proporre le ‘idee ricostruttive’ di un nuovo riformismo democratico e solidarista attorno a cui coagulare la maggioranza del popolo italiano”.

Capezzone (PdL): Veltroni sbaglia a cavalcare la polemica sulle intercettazioni

 “Mi pare che in questo weekend Veltroni si sia cacciato in guai ancora piu’ gravi, cavalcando la polemica sulle intercettazioni e – di fatto – inseguendo Di Pietro. Errore doppio: intanto, perche’ cosi’ il Pd non conquista un credibile profilo ’maggioritario’, ma si colloca sulla linea minoritaria degli ultimi combattenti e reduci del giustizialismo; e in secondo luogo perche’, per quanto Veltroni possa gridare, Di Pietro urlera’ sempre piu’ di lui. Se il Pd pensa di competere con l’Idv sul terreno del giustizialismo, sbaglia drammaticamente. Basteranno i prossimi sondaggi a dimostrarlo”. Lo ha dichiarato Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia:

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Udc: con Consiglio nazionale, via alla costituente di Centro

“Oggi diamo vita alla costituente di Centro che possa intercettare i tanti che abbiamo incontrato in campagna elettorale e nell’obiettivo di un rinnovamento della politica, dando vita a qualcosa di importante che si colleghi alla grande tradizione del popolarismo europeo”.
Pier Ferdinando Casini, arriva alla riunione del Consiglio nazionale del suo partito e spiega il significato della riunione, la prima del suo partito, dopo il risultato delle elezioni politiche.
Secondo il leader dell’Udc, sullo scenario politico non ci devono essere infatti “solo due contendenti. Non si possono scippare – spiega – i cittadini del diritto di esprimere la politica”.
Casini dice quindi ‘no’ all’idea di togliere le preferenze anche nelle prossime elezioni europee: “Se Berlusconi e Veltroni dovessero togliere le preferenze e quindi il libero voto – dice – sarebbe un fatto fortemente negativo”.
“L’attuale tendenza al bipartitismo – dice – è tutt’altro che scontata, mentre il Pdl non chiarisce il suo percorso e vediamo molti movimenti anche nel Pd. Intendiamo quindi intercettare le novità e le insoddisfazioni con la nostra presenza nel Parlamento e nel Paese”.

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Intercettazioni, coro di proteste

Continua la polemica sulle intercettazioni. Dopo le proteste lanciate dall’Associazione Nazionale Magistrati, anche all’interno della maggioranza ci sono dubbi sulle decisioni del premier Berlusconi. Ancora una volta a sollevare perplessità c’è l’opposizione. Una posizione appoggiata dal sindacato dei giornalisti, che si dice pronto ad ogni azione per contrastare il progetto del governo in nome del diritto all’informazione.

“Le intercettazioni sono uno strumento insostituibile per le indagini non solo contro la criminalità organizzata e il terrorismo, ma contro l’usura, la criminalità economica, il riciclaggio, gli omicidi, i sequestri, la pedofilia”, così il segretario del sindacato delle toghe, Giuseppe Cascini, intervistato da Sky Tg24. Ed ha precisato: “senza le intercettazioni telefoniche, l’azione di contrasto nei confronti del crimine diventa più debole e più difficile”.

Questa la dichiarazione della magistratura in merito all’intezione del governo Berlusconi di introdurre il veto alle intercettazioni telefoniche, a partire dal prossimo Consiglio dei ministri, escludendo quelle che riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo.

Veltroni: Sulle intercettazioni, provvedimenti gravi e sbagliati che impediscono le indagini

 Bandire l’uso delle intercettazioni. Dopo il reato di immigrazione clandestina, per il premier Silvio Berlusconi è questa la priorità per l’Italia. Guerra quindi a chi ne fa ricorso, una guerra che coincide anche con il carcere. Il nuovo presidente del Consiglio ha detto chiaramente durante il congresso dei giovani imprenditori, tenutosi a Santa Margherita Ligure, che la vera urgenza è bandire l’uso delle intercettazioni nelle indagini dei magistrati e punire duramente che le fa e chi le pubblica, per questo ha anche annunciato che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato un provvedimento che vieterà in maniera assoluta l’uso delle intercettazioni telefoniche, tranne che per quelle indagini su mafia, camorra, ndrangheta e terrorismo. Resteranno fuori dunque i reati finanziari e altre cose. E non è finita qui, perché Berlusconi ha anche fatto sapere che sarà prevista una pena di cinque anni per chi le ordina, cinque per chi le esegue e cinque per chi le pubblica. In poche parole un’altra legge ad personam e un vero attacco alla libertà di stampa. Difatti ha anche avvisato che gli editori che le pubblicheranno saranno previste “penalizzazioni finanziarie importanti”.