Il sindaco di Pescara arrestato per concussione

Il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, che è anche segretario regionale del Pd, è stato arrestato questa sera dalla polizia giudiziaria su ordine della procura della repubblica di Pescara con l’accusa di concussione. D’Alfonso è agli arresti domiciliari.

Assieme all’esponente del Pd sono state arrestate altre due persone: l’imprenditore dei servizi cimiteriali di Pescara, l’imprenditore Massimo De Cesaris, e l’ex braccio destro del sindaco Guido Dezio, dirigente dell’ufficio appalti e patrimonio del Comune, già arrestato a maggio per concussione e tentata concussione. Anche loro sono ai domiciliari.

L’inchiesta riguarda la gestione dei cimiteri, affidata da qualche tempo dall’amministrazione ad alcuni privati. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa, falso e peculato.

Giustizia, Fini: Necessaria una riforma condivisa

Una riforma condivisa, per garantire l’efficienza del sistema giudiziario, che intervenga anche sull’assetto della magistratura. E’ quanto auspica il presidente della Camera Gianfranco Fini . “E’ necessaria una riforma – dice Fini conversando con i cronisti a Montecitorio – che abbia come obiettivo condiviso ciò che è auspicato da tutte le forze politiche, e cioè l’efficienza del sistema giudiziario. Al di là delle ricorrenti polemiche e strumentalizzazioni, è innegabile che allo stato attuale la durata dei processi preclude la tutela dei diritti dei cittadini e ciò è davvero inaccettabile”. “Credo che in quest’ottica sia doveroso, ferme restando l’indipendenza e l’autonomia, riflettere anche sull’assetto della magistratura, se davvero si vuole – conclude Fini – che sia all’altezza delle proprie funzioni costituzionali”.

La Lega, però, ribadisce le sue priorità. “E’ necessario portare a casa il federalismo”, insiste il ministro delle Riforme Umberto Bossi. Riforma fiscale e quella della giustizia camminano “ognuna con le proprie gambe” ma, precisa, ”il federalismo è già in commissione e per forza va avanti prima”. Quindi chiarisce: “Se si possono fare tutti e due è meglio”, anche se “non so se sono così bravo a fare due cose insieme”.

Alfano: Abbiamo i numeri per fare la riforma della giustizia da soli

 “Lo scontro tra procure fa emergere qualcosa di gravissimo e incomprensibile per i cittadini, crea allarme e confusione. Dobbiamo, invece, preservare la fiducia dei cittadini nella giustizia”. Cosi’ si è espresso in un’intervista a ’Il Messaggero’, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha parlato di “patologie oltre ogni limite” che non fanno che confermare “l’urgenza di approvare le riforme per la giustizia con il contributo del Pd e dell’Udc, ma avendo la maggioranza i numeri e la voglia di farle da sola”. Alfano, quindi, insiste “sulla seprazione delle carriere di pm e giudici” e dice di voler “rendere effettivo il principio della responsabilita’ civile dei magistrati. Gli italiani hanno approvato il principio a larga maggioranza. Ora va reso effettivo”.

Il Csm avvia le procedure di trasferimento per i procuratori di Salerno e Catanzaro

Si è chiusa con una conferenza stampa una delle giornate più lunghe del Csm, chiamato a giudicare, e a fermare, lo scontro tra le due procure di Salerno e Catanzaro. La decisione presa dalla Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli, a conclusione della giornata di audizioni, è quella di avviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale a carico del procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, e del procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli. La decisione è stata assunta all’unanimità, ha spiegato il presidente della Commissione, Ugo Bergamo. L’intervento dell’organo di autogoverno della magistratura, ha rivendicato Bergamo, è stato “tempestivo”: «E’ un passo importante per restituire al Consiglio autorevolezza e, soprattutto, credibilità alla magistratura». Dalle audizioni – ha anche detto Bergamo «sono emersi tutti gli elementi che hanno fatto percepire in maniera inequivoca l’esistenza di una situazione di difficoltà nella gestione operativa della giustizia in queste realtà».

«DENUDATI DURANTE LE PERQUISIZIONI» – Nel pomeriggio erano stati ascoltati i vertici delle procure di Salerno e Catanzaro, protagoniste dello scontro relativo alle indagini dell’ex pm Luigi de Magistris, combattuto a colpi di sequestri del fascicolo «Why not» e scambi di avvisi di garanzia. Il procuratore di Catanzaro Enzo Iannelli ha denunciato che le perquisizioni ordinate dalla procura di Salerno nelle abitazioni dei pm di Catanzaro hanno avuto modalità «sconcertanti» e che alcuni di loro sarebbero stati addirittura denudati. Un trattamento – ha spiegato – riservato al pm Salvatore Curcio. Durante la perquisizione in casa sua – cominciata alle 6 del mattino – sarebbero stati controllati anche gli zainetti dei figli. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha detto che dalle audizioni sono emersi «fatti sconcertanti». Le audizioni erano state decise venerdì, all’indomani dell’intervento del presidente Napolitano.

Alfano: Mi abbaglia l’imbarazzato silenzio dell´Associazione nazionale dei magistrati

 In un´intervista che compare sul Foglio di venerdì 5 dicembre, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta gli ultimi avvenimenti legati al caso De Magistris e allo scontro fra le procure di Catanzaro e Salerno. Alfano avverte che “per la responsabilita’ che la Costituzione mi assegna, non posso non ravvisare l´onta che finisce per coprire l´intero ordine giudiziario”. Spostandosi sul versante piu’ prettamente politico, Alfano “si augura che la ferma presa di posizione di Napolitano faccia aprire gli occhi al Pd e lo induca a votare con noi le riforme costituzionali. Il partito di Veltroni non ha altra strada: o accetta, con noi, il percorso delle riforme liberali o accetta di farsi scrivere il programma da Antonio Di Pietro. Non esiste altra via che quella di una buona riforma della giustizia per segnare un confine certo tra il Pd e il cosiddetto partito dei giudici.

Caso De Magistris, Mancino mette le mani avanti. Napolitano chiede gli atti

I latini dicevano “excusatio non petita…”, ma in politica si sa che è così. Quindi non stupisce, anzi avrebbe stupito il contrario, che dopo la pubblicazione di alcune indiscrezioni di stampa su un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Salerno sul tentativo di delegittimare l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il vice presidente del Csm Nicola Mancino va all’attacco. “Non vorrei che su di me ci fosse l’ombra del sospetto – ha detto -. Se una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia, non esiterei a togliere l’incomodo”.

Lo sfogo di Mancino è avvenuto durante la riunione del plenum del Csm. Il vice presidente ha espresso “stupore e amarezza” per la vicenda e ha incassato la solidarietà dei consiglieri di tutti i gruppi togati e laici. Al suo intervento è seguito un dibattito nel corso del quale non sono mancati toni molto preoccupati.

“C’è un attacco fortissimo al Csm come Istituzione costituzionale”, ha detto Giuseppe Maria Berruti di Unicost, che ha parlato di “un mix oggettivo di cattivi magistrati e cattiva politica che rifiutano i percorsi della democrazia”. “C’è un attacco al sistema delle regole e ci sono magistrati che guardano con sospetto ai controlli”, ha aggiunto con parole che sembrano riferirsi alla Procura di Salerno.

PD: Ricostruire la Giustizia con un piano di riforma del sistema giudiziario

 Si è svolta oggi, presso il Residence di Ripetta, la conferenza nazionale del Partito Democratico “Ricostruire la Giustizia” dove sono state lanciate le proposte innovative e realistiche dei democratici per la riforma dell’ordinamento giudiziario “dalla parte di cittadini”.

Le proposte del PD vertono principalmente su due obbiettivi: semplificare e razionalizzare i processi da un lato; certificare i tempi della giustizia e l’effettività del processo e della pena dall’altro.

“Le riforme non si impongono, si cerca di condividerle attribuendo alla fine alla sfera politica la responsabilità di assumere decisioni. E’ un invito che noi facciamo alla maggioranza anche se mi rendo conto che non è tempo di cose razionali ma di isteria, di urla e di contumelie”. Così è intervenuto Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico.

“Bisogna decidere – ha continuato il leader del PD – perché una democrazia che non decide è un’assemblea di condominio, ma si deve decidere dopo l’ascolto e avendo cercato il punto di unità massimo possibile”.

G8, sentenza per la Diaz: Assolti i vertici della polizia

Dopo quasi 11 ore di camera di consiglio è stata emessa la sentenza per i 29 poliziotti, tra agenti e dirigenti, accusati delle violenze nella scuola Diaz durante il G8 di Genova. Assolti i funzionari di vertice della polizia di stato, Franco Gratteri, ex capo dello Sco ora direttore dell’Anticrimine, Gianni Luperi, ex vicedirettotre Ucigos, oggi numero tre dell’Aisi, e Gilberto Calderozzi, ex vicedirettore Sco e ora a capo del Servizio centrale operativo della Polizia, Spartaco Mortola, ex dirigente della Digos genovese. La sentenza arriva a sette anni e due mesi dai fatti, dopo duecento udienze e quattro anni di processo.

Tredici le condanne per un totale di 35 anni e sette mesi. Il Pm aveva chiesto in totale oltre cento anni di reclusione. Fra le accuse mosse lesioni, calunnia, falso, arresti illegali.

E nell’aula del tribunale qualcuno ha gridato «Vergogna!» contro la decisione della sezione penale del Tribunale di Genova, presieduta da Gabrio Barone, giudici a latere Anna Leila Dellopreite e Fulvia Maggio. All’esterno di Palazzo di Giustizia una cinquantina di persone: tutti parlano sottovoce, si abbracciano, qualcuno piange. «Questa sera è morta la giustizia», continua a ripetere un giovane.

Berlusconi: Processo politico a Mediaset. La Gandus è un nemico politico

 “Un giudice non deve essere soltanto imparziale. Deve anche apparirlo. È curioso sostenere, come ha fatto la Corte d’Appello, che Nicoletta Gandus, pur essendo un mio palese nemico politico, nel momento in cui arrivasse a scrivere una sentenza nei miei confronti saprebbe non venir meno al vincolo d’imparzialità impostole dalla Costituzione”. Lo dice Silvio Berlusconi a Bruno Vespa per il libro «Viaggio in un’Italia diversa» in uscita venerdì 3 ottobre per Mondadori-Rai Eri. «Mi sono trovato di fronte – aggiunge Berlusconi, riferendosi al processo Mills – a un processo con due anomalie evidenti: le prove a mio discarico sono state intenzionalmente ignorate e il giudice che deve emettere la sentenza è un giudice politicamente impegnato, un mio avversario dichiarato».