L’ incubo di Berlusconi: la telecamera

 La grossa trappola che teme il il premier, di qui alle elezioni, non consiste nelle rivelazioni osé dei giornali nemici, come li battezza lui, gruppo “Repubblica” in testa. Il vero incubo di Berlusconi, quello che in queste ore ne attizza gli sfoghi semipubblici, ha l’ aspetto a lui molto familiare di una telecamera. Che l’ attende al varco dopo il comizio, la manifestazione pubblica, la passeggiata tra la gente.

E riprende un gruppo di contestatori, magari semplici figuranti, che spuntano fuori come dal nulla, peraltro inquadrati in modo da sembrare folle oceaniche. E la contestazione organizzata fa subito il giro del mondo, creando l’ evento simbolico della dissacrazione, come fu per Bettino Craxi il famoso lancio di monetine in via del Corso, prologo della sua fine politica.

Questo raccontano dalle parti di Berlusconi. Un segnale d’ allarme l’ ha captato lui personalmente domenica, dopo la sconfitta del Milan contro la Roma. Le cronache riferiscono di una lunga sosta negli spogliatoi per catechizzare la squadra. Però circola un’ altra cruda versione. Secondo la quale in realtà Silvio avrebbe lungamente atteso nel garage di San Siro che i tifosi defluissero, per timore che qualcuno degli scalmanati gli urlasse papi, oppure Noemi davanti alla famosa telecamera.

Non certo targata Mediaset, si può giurare. E magari neppure di mamma Rai. Però ci sono altre reti. Sky, ad esempio. Nell’ entourage di Berlusconi si punta l’ indice contro Murdoch. Qualcuno della guardia pretoria arriva ad additare il magnate australiano, l’ ex alleato del Cavaliere diventato rivale acerrimo, addirittura come possibile artefice del trappolone mondiale, appunto.

Opel. Berlino continua a rimandare in attesa che migliorino le offerte

 Nelle prossime ore il governo tedesco si riunirà per valutare le tre offerte presentate per Opel da Fiat, Magna e Rhj, ma difficilmente arriverà una decisione sul futuro partner della casa tedesca. Con la bancarotta della controllante General Motors ormai alle porte, per l’ esecutivo di Berlino appare tuttavia più urgente trovare un accordo su una soluzione ponte.

Il portavoce del governo Ulrich Wilhelm ha detto di aspettarsi che le trattative proseguano con almeno due investitori. Il ministro delle Finanze Peer Steinbrueck ha valutato come abbastanza probabile la concessione all’ azienda di un prestito ponte da 1,5 miliardi di euro. Il consiglio di sorveglianza di Opel ha intanto approvato la separazione legale da General Motors, che porterà sotto il controllo della società teutonica tutte le fabbriche Opel fuori dai confini tedeschi e altri asset di Gm Europe, compresi gli impianti del marchio britannico Vauxhall.

Sull’ argomento è intervenuto anche il ministro dell’ Economia tedesco Karl – Theodor zu Guttenberg che ha detto: “Sia Fiat che Magna devono migliorare molto” l’ offerta per Opel. Il ministro però non si aspetta che dalla riunione di stasera emerga un’ intesa che individui un unico candidato preferenziale per la cessione di Opel. Guttenberg precisa anche che l’ esecutivo si aspetta ulteriori dettagli dai cinesi di Baic sulla propria offerta, sulla quale attualmente dispone soltanto di un documento di due pagine. Per il ministro infine, Gm deve appoggiare il modello dell’ amministrazione fiduciaria per Opel, o l’ insolvenza resterà un’ opzione.

Ambiente. Dal 29 maggio stop ai sacchetti di plastica. Si useranno le ecobuste

 Il governo rimanda l’ impegno a passare alle buste ecocompatibili e la grande distribuzione lo scavalca muovendosi autonomamente, in sintonia con gli impegni europei e i paesi industrializzati che hanno deciso di mettere al bando i vecchi shopper in plastica. Dal 29 maggio i sacchetti di plastica saranno vietati in tutti i 98 punti vendita di Unicoop Firenze. Al loro posto arriveranno i sacchetti biodegradabili che possono essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti organici e diventare compost, un terriccio utile in agricoltura e giardinaggio.

Le Coop partono sostituendo 60 milioni di shopper a Firenze e puntano a estendere rapidamente la rivoluzione dei contenitori ecologici in tutta Italia. Già nell’ ultimo anno e mezzo sono state distribuite gratuitamente 660 mila sporte adatte a fare la spesa e durare nel tempo. Un altro mezzo milione di borse, con il marchio l’ Ambiente in mente è stato acquistato da soci e clienti che si sono attrezzati per fare a meno dei sacchetti usa e getta. Ora si passa all’ abolizione completa degli shopper che imbrattano fiumi e campagne sostituendoli con borse in cotone o con i sacchetti della Mater – Bi, la plastica biodegradabile che viene dal mais.

Berlusconi intervistato dalla Cnn. Denuncia dell’ Idv: il Tg1 e il Tg3 avrebbero modificato delle immagini

 La Rai: “Nessuna immagine taroccata. Il video è stato ripreso lunedì da Tg1 e Tg3, ma nelle immagini si nota una differenza. Nel filmato messo in onda dalla Rai accanto al Cavaliere che parla, appare il logo elettorale del Pdl, con la scritta Berlusconi presidente. Del simbolo non c’ è traccia nell’ intervista originale realizzata dalla tv americana”.

La denuncia è dell’ Idv. “Il Tg1 delle 20 ed il Tg3 delle 19 lunedì hanno mandato in onda un servizio con immagini taroccate dell’ intervista che la Cnn ha fatto al presidente Berlusconi. Compare infatti alla sinistra del premier il simbolo elettorale del Pdl, con la scritta Berlusconi Presidente, che difficilmente si può credere sia stato inserito dal montaggio della rete televisiva americana”, accusa il senatore Francesco Pancho Pardi, capogruppo in commissione di Vigilanza.

“Da indiscrezioni risulterebbe che le immagini mandate in onda dalla Rai, senza alcun vaglio, siano opera di una emittente locale sarda, Videolina, di proprietà di casa Berlusconi. Questo grandioso spot elettorale deve essere chiarito al più presto: mi rivolgo quindi al presidente Zavoli e ai direttori delle testate giornalistiche per avere chiarimenti immediati sull’ accaduto. Mi riservo infine un’ interrogazione urgente al ministro competente”. Viale Mazzini replica tuttavia che si tratta di due interviste diverse: una della Cnn e una all’ emittente locale Videolina, realizzate in momenti diversi. In quella realizzata dalla tv regionale sarda, appare il logo del Pdl.

Estero. Obama ha scelto la giudice ispanica Sonia Sotomayor per la Corte suprema

 Donna, ispanica, di umili origini, decisamente liberal. La scelta di Barack Obama per la Corte Suprema è arrivata ieri mattina. Se sarà confermata dal Senato, Sonia Sotomayor sarà il primo giudice ispanico della storia dell’ alta corte Usa, la terza donna nominata al massimo scranno giuridico dell’ ordinamento americano, dopo Sandra Day O’Connor (che si è ritirata) e Ruth Bader Ginsburg, ancora in carica anche se molto malata.

Sotomayor andrà a sostituire David Souter, 69 anni, che si è ritirato, e che era conosciuto per le sue posizioni tendenzialmente progressiste. Gli equilibri all’ interno della Corte, composta da nove giudici, dovrebbero rimanere dunque sostanzialmente inalterati. Ma è possibile che la scelta di Obama incontri comunque le resistenze dei repubblicani in Senato.

Il giudice che salvò le World Series
Nel totonomine della vigilia, quello della 54enne magistrato di origine portoricana, nominata da Bill Clinton nel secondo Circuito di New York, era tra i nomi più controversi. I democratici la suggerirono a George W. Bush come possibile rimpiazzo quando Sandra Day O’ Connor annunciò le proprie dimissioni dalla Corte suprema nel 2005. In un caso di alto profilo, ora all’ esame della Corte, Sotomayor aveva preso nettamente una posizione pro azioni positive difendendo la municipalità di New Haven, nel Connecticut, per aver bloccato le promozioni nel locale dipartimento dei vigili del fuoco in quanto non c’ erano abbastanza neri.

La sua sentenza più famosa è però probabilmente quella con cui mise fine allo sciopero dei giocatori di baseball che bloccò per dieci mesi le World Series, per la prima volta in 90 anni. Fu lei infatti che nell’ aprile del 1995, allora giudice distrettuale, mise fine alla protesta dei campioni con una sentenza che penalizzava i proprietari delle squadre e le fece guadagnare l’ affetto dei tifosi e le celebrazioni della stampa specializzata.

Orfana di padre da quando aveva 9 anni, l’ infanzia passata nelle case popolari del Bronx con il sostegno agli studi perseguito dalla madre – eravamo gli unici bambini ad avere l’ Enciclopedia britannica a casa, ricorda – è un esempio di success story per tutte le minoranze etniche. E un vero mastino in aula, dicono i suoi colleghi. Parla spesso dei tribunali come di ultimo rifugio degli oppressi e si autodefinisce come una pragmatica con i piedi per terra. Divorziata, senza figli, è considerata per opinione comune una grande appassionata del suo lavoro. Ma anche molto intransigente e poco incline al compromesso.

Estero. Una richiesta dagli Usa all’ Italia: ospitare due prigionieri tunisini di Guantanamo

 Gli Usa considerano “vitale la collaborazione della comunità internazionale” per la chiusura di Guantanamo e hanno chiesto all’ Italia di accogliere due detenuti tunisini del super carcere nella base navale a Cuba. Ma a Roma la decisione non è stata ancora presa, anche se il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che vedrà venerdì prossimo l’ attorney general americano Eric Holder jr. per chiedere chiarimenti in merito, fa sapere che si tratta di una richiesta da “considerare innanzitutto con spirito positivo”.

Ovviamente, ha spiegato il ministro, bisogna valutare “i singoli casi, che non conosciamo, sulla base di un quadro europeo, perché in Europa c’ è un regime di libera circolazione Schengen e quindi non possiamo prendere una persona e imprigionarla”. La posizione italiana – fanno notare fonti vicine al titolare della Farnesina – è infatti quella di esaminare caso per caso sulla base delle regole comuni europee.

La richiesta, che Washington non commenta, sarebbe stata al centro, nelle scorse settimane, di colloqui tra la diplomazia americana e rappresentanti dei ministeri degli Esteri e degli Interni italiani. “L’ assistenza della comunità internazionale è vitale per permettere di chiudere la struttura”, ha spiegato comunque in serata Dean Boyd, portavoce del ministero della Giustizia Usa, sottolineando che gli Stati Uniti continuano a lavorare in stretto contatto con i partner internazionali per ottenere questo obiettivo.

Fiat rilancia su Opel. Ma il ministro dell’ Economia tedesco non ritiene sufficienti le offerte

 La cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) appoggia indirettamente il piano di Sergio Marchionne per l’ acquisto di Opel, ma il ministro dell’ Economia tedesco Karl Theodor zu Guttenberg (Csu) definisce insufficienti le tre offerte pervenute finora per l’ acquisizione della casa automobilistica tedesca, fatte da Magna, Fiat e del fondo statunitense Ripplewood. Perciò boccia i piani: vuole più garanzie.

Secondo informazioni della Bild am Sonntag, la leader conservatrice boccia l’ offerta fatta dal gruppo austriaco – canadese Magna, con il partner russo Sberbank Rossii, nel caso in cui all’ impianto Opel di Bochum, nel Land Nord Reno Westfalia, siano tagliati 2.200 posti.

Fiat, dal suo canto, migliora l’ offerta per la casa automobilistica tedesca. Il Lingotto è intenzionato a giocare tutte carte possibili. Infatti, ha messo fine alla guerra di cifre sul piano per il salvataggio di Opel, precisando le stime sugli eventuali esuberi europei. Ma il numero uno della casa torinese, Sergio Marchionne, avverte: “Non chiedo l’ elemosina. Se Opel non ci vuole non mi deprimerò”.

E se per il premier Silvio Berlusconi l’ accordo Fiat – Opel non è ancora un’ occasione perduta, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha ribadito che la proposta del Lingotto sul piano industriale è di maggiore prospettiva e, per questo motivo, lui resta ottimista. Ad annunciare le modifiche all’ offerta di Fiat è stato il ministro dell’ Economia di Berlino, Karl – Theodor zu Guttenberg. “Abbiamo ricevuto nelle ultime ore un piano più ampio”, ha spiegato Guttenberg. In particolare, il Lingotto ha ritoccato alcuni punti come l’ aumento del rischio che l’ azienda italiana prenderebbe a proprio carico e una maggiore quota Fiat nel capitale di Opel. Dalla casa automobilistica torinese, tuttavia, non arriva nessun commento.

Mediazione Creditizia: dura battaglia con il Governo

 L’ On. Santelli (Pdl) e l’ On. Marsilio (Pdl) presentano degli Ordini del Giorno, in difesa delle linee politiche sindacali dei mediatori su Forma Societaria e Formazione Continuativa. Dura battaglia con il Governo sulla mediazione creditizia alla Camera dei Deputati per un atto di indirizzo parlamentare voluto da Fiaip sul Disegno di Riforma della Professione dei mediatori creditizi.

Con questi Ordini del Giorno l’ intento di Fiaip era quello di voler assicurare una maggiore trasparenza e professionalità dei soggetti che operano nel settore della mediazione creditizia tenendo conto che, nel fissare le soglie minime di accesso alla professione mediante l’ obbligo di costituzione di società di capitali, si rischia di compromettere gravemente la libertà di iniziativa economica ed imprenditoriale di coloro che oggi esercitano la professione di mediatore, in maniera trasparente e professionale, senza disporre di grandi patrimoni. L’ obiettivo era quello di consentire ai piccoli mediatori creditizi di operare al meglio in un contesto legislativo di indirizzo politico più chiaro da parte dello stesso Governo.

Grazie al lavoro di pressione sul Parlamento ed all’ attività di tutti i Delegati Regionali alla Mediazione che hanno con me collaborato per la presentazione di una Proposta di Legge Ventucci (C.2055), sulla riforma della professione del mediatore, indirizzata da Fiaip e condivisa dalle principali Associazioni di Settore, oggi la Federazione, unica associazione in Italia, ha cercato nuovamente di convincere i membri del Governo, grazie agli Ordini del Giorno presentati da Jole Santelli (Pdl) ed altri, e da Marco Marsilio (Pdl), a tener conto delle istanze rappresentate da Fiaip.

Con gli Ordini del Giorno si raccomandava al Legislatore di imporre a tutti gli operatori del Settore l’ iscrizione all’ elenco, previa frequentazione di un corso di formazione organizzato dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative sul piano nazionale, con la supervisione del costituendo organismo associativo che provvederà alla tenuta dell’ elenco dei mediatori creditizi.

Obama deciso a chiudere il carcere militare di Guantanamo: per la sicurezza nazionale

 Il presidente americano Barack Obama ha ribadito l’ intenzione di chiudere il carcere militare a Cuba entro il prossimo gennaio: “La prigione di Guantanamo ha indebolito la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e va quindi chiusa. Gli Stati Uniti però non metteranno in libertà alcun detenuto di Guantanamo che si riveli una minaccia per la sicurezza nazionale”.

Il presidente ha spiegato che gli attuali 240 detenuti saranno divisi in cinque categorie. Alcuni saranno processati in tribunali ordinari, altri in corti militari speciali, altri ancora saranno trasferiti all’ estero o in prigioni di massima sicurezza negli Usa. Ma resterà un nucleo di terroristi che non possono essere processati e che costituiscono un pericolo per la sicurezza, e non verranno rimessi in libertà né potranno essere sottoposti a processi: verranno sviluppate procedure per valutare cosa fare di loro.

Obama ha poi aggiunto che “Al Qaeda sta attivamente pianificando di attaccarci di nuovo e gli Stati Uniti sono in guerra con Al Qaeda e le sue affiliazioni. Sappiamo che esiste questa minaccia che sarà con noi per lungo tempo, e che dobbiamo usare tutte gli elementi in nostro potere per sconfiggerla”.

Per la riforma del Parlamento Berlusconi rilancia il ddl di iniziativa popolare

 “Sto veramente pensando di portare i deputati a 300 e i senatori a 150. Perché un testo di iniziativa popolare? Perché voglio vedere il Parlamento non votare positivamente una legge presentata con il sostegno di milioni di elettori”.

Berlusconi rilancia il ddl di iniziativa popolare per riformare il Parlamento in una intervista a Rtl. Il premier tenta di smorzare i toni usati all’ assemlea di Confindustria e definisce il Parlamento pletorico (e non inutile). Berlusconi è chiaro: “630 deputati sono troppi, a causa di questo regolamento per fare una legge ci vogliono venti mesi. Non si può pretendere di essere uno Stato moderno se andiamo avanti così”.

Poi una battuta sul caso Mills che “sarà ancora una volta un boomerang che rafforzerà la mia parte politica e indebolirà la sinistra e i suoi giudici. L’ obiettivo del Pdl è molto di più del 40 per cento. I sondaggi ci danno al 45 per cento e io al nostro congresso ho indicato come obiettivo il 51 per cento, come risultato da attingere nei prossimi anni per il nostro partito”.

Il premier non perde di vista l’ appuntamento elettorale del 6 – 7 giugno e avverte: “Bisogna mandare in Europa gente non solo capace ma che sia presente, entrando a far parte dell’ Europarlamento. Se gli italiani non disperderanno il loro voto sulle piccole formazioni o sulla sinistra, il nostro gruppo parlamentare avrà la possibilità di essere determinante in Europa. Anche perché dobbiamo dare un drizzone all’ Europa». Il premier ha ribadito che a suo avviso serve un presidente del Consiglio europeo che non duri in carica solo sei mesi.