L’ incubo di Berlusconi: la telecamera

di isayblog4 15 views0

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La grossa trappola che teme il il premier, di qui alle elezioni, non consiste nelle rivelazioni osé dei giornali nemici, come li battezza lui, gruppo “Repubblica” in testa. Il vero incubo di Berlusconi, quello che in queste ore ne attizza gli sfoghi semipubblici, ha l’ aspetto a lui molto familiare di una telecamera. Che l’ attende al varco dopo il comizio, la manifestazione pubblica, la passeggiata tra la gente.

E riprende un gruppo di contestatori, magari semplici figuranti, che spuntano fuori come dal nulla, peraltro inquadrati in modo da sembrare folle oceaniche. E la contestazione organizzata fa subito il giro del mondo, creando l’ evento simbolico della dissacrazione, come fu per Bettino Craxi il famoso lancio di monetine in via del Corso, prologo della sua fine politica.

Questo raccontano dalle parti di Berlusconi. Un segnale d’ allarme l’ ha captato lui personalmente domenica, dopo la sconfitta del Milan contro la Roma. Le cronache riferiscono di una lunga sosta negli spogliatoi per catechizzare la squadra. Però circola un’ altra cruda versione. Secondo la quale in realtà Silvio avrebbe lungamente atteso nel garage di San Siro che i tifosi defluissero, per timore che qualcuno degli scalmanati gli urlasse papi, oppure Noemi davanti alla famosa telecamera.

Non certo targata Mediaset, si può giurare. E magari neppure di mamma Rai. Però ci sono altre reti. Sky, ad esempio. Nell’ entourage di Berlusconi si punta l’ indice contro Murdoch. Qualcuno della guardia pretoria arriva ad additare il magnate australiano, l’ ex alleato del Cavaliere diventato rivale acerrimo, addirittura come possibile artefice del trappolone mondiale, appunto.

Siamo al fanta – complotto. D’ altra parte, ai radar di via del Plebiscito non poteva sfuggire l’ approccio parecchio sbarazzino con cui il flemmatico Times (proprietà di Murdoch) ha trattato Berlusconi nella vicenda Noemi, fino al punto di incorrere in un errore nell’ intervista alla mamma della ragazza e doverle chiedere pubblicamente scusa.

La sindrome da assedio dilaga incontrollata. Il ministro Rotondi è certissimo che la congiura esiste eccome (Noemi come Wilma Montesi e come le feste di Leone al Quirinale). Racconta il seguente episodio: quattro giorni esatti prima della visita del premier a Casoria per la celebre festa di compleanno, “si stava predisponendo un altro agguato mediatico, che per fortuna del presidente Berlusconi non ha avuto esito. E qui mi fermo!”, soggiunge sibillino Rotondi…

Il premier pare ne sia ben consapevole. Confida a “Libero» che queste cose me le dicono in troppi per non essere vere, e mi preannunciano che non è ancora finita, c’ è un piano preciso. Mostra di crederci lui stesso. In collegamento telefonico con i suoi fan milanesi (perché ormai di persona non si muove quasi più) protesta veemente, “c’ è una sinistra malata di odio politico, ogni giorno mi stanno gettando del fango addosso, hanno messo in campo una ventina di giornalisti per inventare storie false e disarcionarmi…”.

Tutto questo mentre a Montecitorio il gossip contagia rispettabilissimi esponenti del Pdl. Dov’ è stata raccolta la seguente voce (smentita dalle fonti ufficiali): Noemi sarebbe in realtà la nipote segreta del Cavaliere… Figurarsi se la Chiesa, nella sua millenaria esperienza, si lascia trascinare in un gorgo simile. Interpellato per conto della Cei su Berlusconi e le giovinette, monsignor Crociata svicola con sapienza: “Di questioni morali ce ne sono tante, occorre tenerle vive tutte senza dover esprimere giudizi a ogni piè sospinto…”. Un modo intricato per dire semplicemente: “No comment”.

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