Confindustria contro Governo su riforme, per la Silipigni reazione tardiva

 ”Dov’è stata Confindustria fino ad oggi? Cosa faceva, mentre il Governo proseguiva nella sua tassazione scellerata all’indotto industriale, con dei provvedimenti che non permettono la tanto attesa crescita?

La confederazione avrebbe dovuto iniziare, già da tempo, un dialogo costruttivo col Governo, mettendo in luce gli aspetti più critici del tessuto industriale italiano. Ad esempio, si potevano osservare più nel dettaglio i dati statistici relativi alla delocalizzazione produttiva e discutere in maniera più approfondita sulle sue conseguenze. Perché non è stato fatto?”. Antonella Silipigni, responsabile per le Attività produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, commenta con tono polemico l’intervento in Parlamento di Giampaolo Galli, direttore generale di viale dell’Astronomia, il quale ha criticato il Piano nazionale di riforme proposto dalla maggioranza per consentire la ripresa dell’industria nazionale.

A.N.P.A.R., scandalo Parmalat, quasi dieci anni di udienze. Risultato? Tutte le banche assolte

 Cosa c’è sotto? Come si sa il fallimento della Parmalat è costato l’azzeramento del patrimonio azionario ai piccoli azionisti, mentre i risparmiatori che avevano investito in ”bond” secondo la sentenza difficilmente potranno recuperare quanto perso.

Questo è il messaggio che sta passando. Così non è, afferma Pecoraro, presidente dell’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’ANPAR. ”C’è una positiva speranza di recuperare buona parte di quanto perso”. Come? Con la mediazione civile, visto che la materia bancaria è una di quelle il cui esperimento del tentativo di conciliazione è obbligatorio. È vero, dice Pecoraro, che questa è una sentenza che tende all’aggravamento dei conflitti sociali, fosse stata già in vigore l’obbligatorietà alla mediazione civile tutto questo, forse non sarebbe successo.

Nucleare, Comitato vota sì: più che stop è pit stop, governo non rinuncia

”Ora dopo ora, più che uno stop quello del governo sembra un pit stop, una pausa strumentale e transitoria per evitare di ricevere una mazzata dagli italiani al referendum e pure alle amministrative.

Ma senza cambiare rotta”. Con questa parole il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ – oltre 70 associazioni unite nella battaglia per il referendum del 12 e 13 giugno – commenta le dichiarazioni del ministro Paolo Romani al Senato, mentre si discute del dl omnibus. ”Il piano nucleare del governo, insomma, non finisce nel secchio, va solo nel cassetto, pronto a tornare in auge alla prima occasione”.

Nucleare: il governo fa retromarcia… a metà

Palazzo Chigi ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus l’abrogazione di tutte le norme per la realizzazione degli impianti. Ma ci sarebbe il trucco. Secondo il WWF “si abrogano solo le disposizioni sottoposte a referendum ma non l’intero complesso di norme sul nucleare”. Un modo come un altro per depotenziare i referendum del 12 e 13 giugno. Stop al programma: inserita nella moratoria l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di nuovi impianti. E potrebbe decadere il referendum.

Casini: tornare subito alle urne

Il leader dell’Udc Casini al Corriere della Sera: ”No a sante alleanze, Montezemolo e Marcegaglia scendano in campo. Berlusconi su un punto dice una cosa vera: è doveroso restituire la

Indignazione profonda di De Pierro contro prescrizione breve che favorirà corruzione

Il presidente dell’Italia dei Diritti: ”Nessuno venga a dirci che questa non è una legge ad-personam in quanto mira a tutto quanto serve a Berlusconi per l’impunità nel processo ‘Mills’. Da oggi, sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale. Sono profondamente indignato di fronte a quanto successo, se c’era ancora qualche dubbio, adesso possiamo essere certi che ci troviamo di fronte ad una Maggioranza che ha legiferato e legifera per rispondere agli interessi di Berlusconi.