Magistrati contro il reato di clandestinità

di isayblog4 19 views0

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L’ Associazione nazionale magistrati torna a bocciare l’ ipotesi della superprocura e di un giudice collegiale per le misure cautelari in materia di rifiuti in Campania. Ed esprime solidarietà ai magistrati napoletani.
“Siamo consapevoli che la gravità della situazione campana richieda uno sforzo congiunto e consapevole di tutte le istituzioni sul territorio e che sia necessario e urgente intervenire anche con strumenti eccezionali”, ma questi , ha ammonito il presidente Luca Palamara, devono essere “organici al sistema e rispettosi dei principi di legalità”.
Il leader del sindacato delle toghe ha quindi ribadito le “perplessità” sull’accentramento di competenze al procuratore di Napoli e al giudice collegiale su tutte le inchieste che riguardano la Campania: così si determina “la costituzione di un giudice straordinario non consentito dal nostro ordinamento”.
Quanto all’introduzione del reato di clandestinità, il presidente dell’Anm Luca Palamara ha sottolineato che si rischiano “gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario”.
Nella relazione in riferimento al pacchetto sicurezza Palamara ha ricordato infatti di aver espresso al ministro della Giustizia Angelino Alfano “condivisione per gli interventi in tema di circolazione stradale e di accelerazione del processo penale, ma abbiamo espresso perplessità sulla proposta di introdurre un delitto di ingresso illegale nel territorio dello Stato con pena fino a 4 anni di reclusione e arresto obbligatorio in flagranza”.
Al di là delle valutazioni politico-criminali, Palamara ha quindi sottolineato che questo nuovo reato creerebbe gravissime disfunzioni soprattutto “nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali e sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorni centinaia di udienze di convalida dell’arresto e processi per direttissima. Tutto ciò –ha aggiunto senza alcun reale beneficio in termini di effettività delle espulsioni e riduzione del fenomeno dell’immigrazione clandestina”.
Ulteriori perplessità sono state espresse anche espresse riguardo l’ aggravante comune “legata alla condizione di irregolarità dello straniero sul territorio nazionale che, ove non diversamente calibrata potrebbe determinare un aumento della pena esclusivamente in ragione della condizione soggettiva del colpevole anche nei casi in cui non si ravvisi alcuna incidenza sul disvalore del fatto determinando in tal modo una eventuale incompatibilità con il principio di uguaglianza”.

Nella relazione introduttiva del congresso nazionale del sindacato delle toghe Palamara ha inoltre invitato i magistrati a evitare derive individualistiche.
“L’Associazione nazionale magistrati è la casa di tutti i magistrati, il luogo nel quale gli stessi dibattono e si confrontano nel rispetto delle diversità delle idee e non un luogo nel quale si realizza un carrierismo giudiziario ed extragiudiziario”, ha detto. Poi, riferendosi alle accuse rivolte al ruolo delle correnti ha aggiunto: “Le correnti devono essere solamente espressione dei diversi modi di intendere il mestiere del magistrato”.
Il presidente dell’Anm ha quindi toccato il tema della separazione delle carriere, sottolineando la sua contrarietà.
L’assetto della magistratura disegnato dalla Costituzione, ha spiegato, è “tra i valori fondamentali e irrinunciabili”. Per questo la magistratura continuerà a “difendere con fermezza l’unità dell’ordine giudiziario e il mantenimento della composizione e delle competenze del Csm, anche con riferimento alla giurisdizione disciplinare”.
La giustizia è “in una gravissima crisi di efficienza” che si sta trasformando in “crisi” della sua credibilità, ha quindi proseguito Palamara osservando che i “rimedi non stanno in nuovi interventi sull’assetto della magistratura”, ma in uno “sforzo per migliorare il funzionamento della giurisdizione”.
A suo avviso, infatti, il “problema centrale” sta proprio nella “durata eccessiva dei processi”.
Il trend, infatti, non smette di crescere e, secondo quanto riportato dall’Associazione, il contenzioso in materia negli ultimi cinque anni è costato circa 41,5 milioni di euro, di cui 17,9 nel solo 2006.

Sulla stessa linea di Palamara si è pronunciato anche un giudice di Milano, Oscar Magi, che ha definito “irragionevole” la nuova aggravante della clandestinità.
Nel processo a carico di un giovane cileno, accusato di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, il giudice ha fatto rilevare che il reato di cui era accusato il 18enne era già “aggravato”.
Nulla quindi rilevava la nuova aggravante della clandestinità. Il processo si è concluso con il patteggiamento a sei mesi dell’immigrato e con la sua scarcerazione. Il giudice, pur non investendo della questione la Corte Costituzionale, ha ritenuto però “fondata” l’eccezione di costituzionalità dell’articolo 61 numero 11 bis del Codice penale.

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