Il provvedimento per l’attuazione degli obblighi comunitari è stato approvato con 282 voti favorevoli e 250 contrari (quattro gli astenuti) dopo un cammino tormentato alla Camera, dove è stato oggetto di un durissimo ostruzionismo da parte delle opposizioni.
Il decreto passa ora al Senato per la conversione in legge che dovrà avvenire entro l’8 giugno.
Oggetto del contendere, in particolare, un emendamento del Governo che, nel prevedere la riassegnazione delle frequenze per le trasmissioni televisive in digitale terrestre, conteneva la norma cosiddetta ‘Salva-Rete4’.
Alla fine, però, il Governo ha accettato di eliminare la misura contestata, mentre l’ordine del giorno presentato dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, per dar seguito alla sentenza della Corte di giustizia per le frequenze da assegnare a ‘Europa7’ è stato respinto.
salva rete 4
Frequenze tv: via la norma “Salva-Rete 4”
Via la norma ‘Salva-Rete 4’ dal decreto legge sull’attuazione degli obblighi comunitari.
Dopo le contestazioni delle forze di minoranza, il Governo ha infatti riformulato l’emendamento sulle tv eliminando sostanzialmente una parte del comma 3.
“Questa nostra scelta – afferma il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani – spiega quanto la cattiva interpretazione della norma fosse ingiustificata”.
Soddisfatte le forze di opposizione, del Pd e dell’Udc.
Frequenze tv: UDC contraria, ma senza abbandonare l’aula
Infuria lo scontro in Aula alla Camera sulla cosiddetta norma ‘salva-Rete4’.
Parte dell’opposizione ha tentato di far mancare il numero legale nell’Aula per rallentare l’esame del decreto legge sull’assolvimento di obblighi comunitari.
Tutti i deputati di Pd e Idv hanno infatti lasciato l’Emiciclo, mentre quelli dell’Udc sono rimasti al loro posto.
“Il ricorso all’ostruzionismo e all’abbandono dell’Aula è un metodo che si può usare solo in condizioni del tutto straordinarie e eccezionali, altrimenti si finisce per svilire il ruolo del Parlamento. Pur non condividendo e votando contro siamo presenti in Aula e ci resteremo”, ha annunciato nell’Aula della Camera il capogruppo dell’Udc Pier Ferdinando Casini. “Quella di abbandonare l’Aula – ha ribadito Casini – non può essere una prassi, soprattutto all’inizio di una legislatura”.