Gianpaolo Tarantini, l’ imprenditore al centro dell’ inchiesta di Bari: “Dalla D’ Addario solo bugie”

 “Se avessi saputo che Patrizia D’ Addario faceva la escort non l’ avrei mai frequentata e tantomeno l’ avrei portata ad una cena col presidente”. Ecco la verità di Gianpaolo Tarantini, l’ imprenditore al centro dell’ inchiesta di Bari, nell’ intervista a Il Giornale.

“Lei si era presentata come figlia di un imprenditore del settore edile. Ho letto che avrebbe chiesto a me e al presidente di intervenire su una pratica edilizia. Ma vi rendete conto? Ma come si può pensare che il presidente potesse fare qualcosa in un Comune, in una Provincia, in una Regione, tutte amministrate dalla sinistra? Una vera assurdità. Ne viene fuori – dice ancora Tarantini nell’ intervista al quotidiano milanese – che questo è stato soltanto un alibi per coprire la vera missione“.

Tarantini, appena lette le rivelazioni della D’ Addario, non ha infatti avuto dubbi: “Ho pensato quello che hanno pensato tutti: che qualcuno avesse progettato con lei di tendere un’ imboscata al presidente a fini politici e che tutto fosse stato progettato con cura. Il registratore, le testimonianze delle amiche e infine quella dichiarazione davvero incredibile: “Io sono una escort e costo mille euro a prestazione”. Quanto deve farsi dare una persona per una patente di questo tipo che le segnerà la vita? La risposta di tutti è: molti, molti soldi”.

Decretone estivo. Contro la crisi sgravi fiscali alle imprese e bonus lavoro per chi assumerà lavoratori in cassa integrazione

 Detassazione per chi reinveste gli utili in macchinari, rimborsi al 70% per gli obbligazionisti della vecchia Alitalia, bonus occupazione per chi assumerà lavoratori in cassa integrazione. E poi una miniriforma del mercato del gas e molte proroghe: da quella degli sfratti nelle grandi città al termine per l’ entrata in vigore della class action o al bando ai sacchetti di plastica non biodegradabili.

Fino al consiglio dei ministri di domattina sono possibili modifiche e novità dell’ ultim’ ora, ma lo schema del decretone del governo è pronto. Giulio Tremonti, accompagnato da Gianni Letta, è salito al Quirinale per esporne una bozza di 36 articoli al presidente Napolitano. La novità alla quale tiene di più Berlusconi, ansioso di rilanciare l’ azione di governo dopo settimane di altri affari, è la cosiddetta Tremonti – ter, un meccanismo con il quale le imprese potranno detrarre parzialmente gli utili reinvestiti nell’ acquisto di nuovi macchinari. I pochi, fortunati o abili imprenditori che quest’ anno riusciranno a fare profitti, potranno così puntare tutto sulla ripresa.

Ieri Tremonti ha dato il via libera ad un rimborso più ampio per azionisti e obbligazionisti della vecchia Alitalia. I titolari di bond, pronti alla battaglia legale dopo la decisione del governo di rimborsarli solo al 30%, entro il 31 agosto potranno cedere al ministero i titoli ed avere in cambio poco più del 70% di controvalore. Gli azionisti avranno invece un rimborso simbolico, pari al prezzo medio dell’ ultimo mese di contrattazione ridotto del 50%.

Giorgio Napolitano: “Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia. Servono punti fermi”

 Tenere i piani ben distinti. Non confondere la crisi della politica con quella della democrazia e delle istituzioni. Se la prima c’ è, questo non significa che abbia contagiato anche il resto. “Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia e bisogna trovare un punto di riferimento nelle istituzioni che hanno bisogno del necessario rispetto” dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’ archivio storico del Quirinale.

Guarda al presente il capo dello Stato e osserva che siamo nel momento in cui si discute molto, in Italia e fuori del nostro paese, della crisi e delle difficoltà della democrazia rappresentativa. Un’ ondata di sfiducia che Napolitano vede come un fatto negativo. Ha un’ impressione Napolitano, quella che talvolta si discuta in modo astratto o per formule, cercando una definizione nella fase complessa e senza dubbio difficile che stiamo attraversando. Una generalizzazione che rischia di unire, in un unico calderone, le difficoltà della politica spacciandole anche per quelle delle istituzioni e della democrazia.

Dario Franceschini si è ricandidato ufficialmente alla segreteria del Pd

 In un video pubblicato sul suo sito internet, dal titolo “Per non tornare indietro”, Franceschini spiega: “Mi candido per portare il Pd nel futuro, per cambiare, per non tornare indietro. Io non posso – aggiunge – consegnare il partito a quelli che c’ erano prima di me, molto prima di me”.

“Non farò nessun accordo di palazzo, nessuno scambio tra leader nazionali, nessun patto, nessuna garanzia per nessuno. La mia proposta organizzativa e programmatica sarà offerta direttamente alla base”. Lo garantisce Dario Franceschini nel video in cui annuncia la sua ricandidatura alla segreteria.

“Ascolterò chi ha avuto ruoli di responsabilità nel governo e in politica dal ’96 ad oggi, ma ho intenzione di investire in una nuova squadra di donne e uomini cresciuti nella militanza: sindaci, amministratori, segretari locali, coordinatori di circolo. Fuori da ogni vecchio schema, fuori da ogni superata appartenenza. Vanno costruite nuove alleanze per battere la destra ma anche, poi, per governare il paese”.

Economia. L’ altra faccia della crisi economica. Le stime di Confindustria

 Il calo del prezzo del petrolio e la discesa dei tassi di interesse sui mutui immobiliari porterà alle famiglie italiane un risparmio di circa 3.500 euro nel 2009. È quanto stima il Centro studi di Confindustria nell’ ultimo rapporto sugli scenari economici. Nonostante il raddoppio del prezzo del greggio dai minimi toccati in marzo, in media quest’ anno il costo dell’ olio nero, sottolinea Viale dell’ Astronomia, sarà più basso rispetto al 2008, con il Brent in calo del 33%. I risparmi per le famiglie, calcola Confindustria, arriveranno a 13,4 miliardi di euro, pari, tra carburanti, gasolio per riscaldamento, elettricità e gas, a 546 euro per nucleo familiare.

In particolare i prezzi di benzina e diesel, ricorda il CsC, sono diminuiti con ritmi a due cifre: a gennaio, ad esempio, il calo è stato del 25,7% rispetto ai massimi di luglio 2008 (anche se poi i listini sono risaliti del 3,4% fino ad aprile). Le tariffe elettriche e del gas, che seguono il prezzo del Brent con un ritardo maggiore rispetto ai carburanti (circa sette mesi) e con meccanismi mitigati dall’ Autorità per l’ energia, sono diminuiti a partire da ottobre 2008 e il calo sta proseguendo ancora quest’ anno (-6,8% finora ma è prevedibile un ulteriore diminuzione a luglio).

Da un’ indagine Eurostat. Tasse sul lavoro: l’ Italia prima nell’ Ue per il carico fiscale sul lavoro

 L’ Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro: lo ha reso noto Eurostat in base al confronto effettuato sui dati relativi al 2007. Nel 2007 ha raggiunto il 44% contro il 34,4% della media comunitaria (34,3 % nella zona euro). I livelli più bassi spettano a Malta (20,1%), Cipro (24%) e Irlanda (25,7%), mentre i più dati alti, dopo quelli italiani, si trovano in Svezia (43,1%) e Belgio (42,3%).

Nel complesso, la pressione fiscale in Italia nel 2007 ha raggiunto il 43,3%, in aumento rispetto al 42,1% del 2006, e contro una media europea del 39,8% e del 40,4 dei Paesi della zona euro. Le tasse sul lavoro, segnala Eurostat, rimangono la principale fonte di reddito fiscale per i governi dell’ Ue, visto che rappresentano quasi la metà di quello che il fisco incassa dai contribuenti ogni anno, in quanto il 23% proviene dalle tasse sul capitale, mentre il 28% dalle imposte sul consumo.

Soddisfazione per Berlusconi: bene nonostante le accuse

 Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi esprime soddisfazione per l’ esito del voto amministrativo. In una nota il premier sottolinea una nuova, sonora sconfitta della sinistra. Un risultato che rafforza il governo, la Lega e il Pdl in una competizione amministrativa influenzata dalle distorsioni mediatiche e dagli attacchi eversivi rivolti da un gruppo editoriale contro il presidente del Consiglio e il suo governo.

“La sinistra registra una nuova, sonora sconfitta. Un dato solo – afferma Berlusconi – toglie di mezzo ogni discussione: prima di queste elezioni provinciali il Popolo della Libertà governava 5 milioni di persone interessate dal voto. Adesso ne governa ben 21 milioni. Altra cifra: delle 62 province al voto, il Popolo della Libertà ne governava 9, oggi ne governa 34, ovvero più della metà. È in atto un profondo cambiamento della geografia politica del Paese. La sinistra arretra nel Nord, dove perde anche la provincia di Venezia, e subisce una vera disfatta in Lombardia, dove cede anche l’ ultima roccaforte: la provincia di Milano”.

“Prima di questa tornata amministrativa, di 30 comuni capoluogo interessati dal voto il Popolo della Libertà ne governava solo 5, adesso ne ha conquistati 14. Sono state strappate alla sinistra città come Savona, Crotone e Prato, 190 mila abitanti, terza città del centro Italia, bastione rosso ininterrottamente da 63 anni”.

“Cronaca di una morte annunciata”, dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, commentando l’ esito del referendum

 Il presidente della Camera legge nel risultato referendario un significato politico assai legato al momento politico attuale: “Sbaglieremmo se dicessimo che oggi non è accaduto nulla, che era tutto prevedibile, spiega Gianfranco Fini. Anzi, la scarsa partecipazione al referendum rappresenta un campanello d’ allarme, un segnale che gli italiani stanno lanciando alle classi dirigenti e che noi dobbiamo cogliere, per mettere in campo le contromisure necessarie per riappassionare gli italiani alla politica”. Di fronte alla dichiarazione, il coordinatore del Pdl Denis Verdini alza le spalle: è solo che “la materia della legge elettorale alla gente interessa poco”.

Il quorum, indispensabile per un quesito abrogativo, non è stato raggiunto, come in molti speravano o temevano e come accade da 14 anni. Mai l’ affluenza è stata così bassa. Per le tre schede da mettere nell’ urna è andata ai seggi una media di poco superiore al 23 per cento di italiani. E poco consola i referendari Mario Segni e Giovanni Guzzetta che, poi, di quella quota insufficiente di italiani oltre l’ 80 per cento si sia orientata per il .

E poiché si trattava di modificare l’ assegnazione del premio di maggioranza, alle liste e non alle coalizioni, il più entusiasta dell’ esito è Pier Ferdinando Casini, gli italiani hanno detto un secco no al bipartitismo.

Naturalmente, difficile che da un esito referendario a così bassa partecipazione si possa trarre come conseguenza una valutazione dei cittadini sull’ attuale legge elettorale, anche se qua e là, trasversalmente nei partiti, c’ è chi solleva il problema. Per ora, tutti sono all’ attacco dell’istituto referendario.

Elezioni 2009. Berlusconi: “Se questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così”

 Nella seconda tornata il Pd ha tenuto soprattutto nelle sue roccaforti del centro – sud, anche se il centrodestra ha confermato la sua avanzata. Berlusconi interviene con ironia: “Una vittoria del Pd? Vogliamo sempre perdere così…”.

“La campagna elettorale – spiega il premier – si è conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province. Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (Monza – Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini. Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250.592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province”.

“Il centrodestra – spiega Berlusconi – ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata. Se questa per l’ opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti parla di una colossale vittoria, mentre il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto la definisce una vittoria inequivocabile.

Silvio Berlusconi rassicura i suoi sulla stabilità del governo e risponde agli attacchi dell’ opposizione

 “Certo che tengo duro”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, approfitta dei sostenitori che lo attendono davanti alla scuola Dante Alighieri di Milano, dove ha votato, per rassicurare i suoi sulla stabilità del governo e rispondere agli attacchi dell’ opposizione, dopo le indiscrezioni dei giornali sulla sua vita privata.

Schiva le domande dirette sull’ inchiesta di Bari e le feste a Palazzo Grazioli e ai giornalisti che lo attendono all’ uscita del seggio dice: Sapete che oggi non posso parlare, appellandosi al silenzio elettorale. Poi però alla folla non rinuncia e con i suoi sostenitori non si risparmia tra strette di mani, sorrisi, foto ricordo e conversazioni degli argomenti più vari. Dice anche che non venderà Villa Certosa, la sua residenza in Sardegna violata dagli obiettivi di fotografi indiscreti. Ma gli argomenti su cui si spende di più riguardano il Milan, il programma di governo e il presidenzialismo.

A chiederglielo sono proprio i suoi sostenitori. Un gruppo di tifosi gli fa domande sul Milan, su Kakà, Pato e Pirlo. Lui risponde volentieri: “Adesso i prezzi del calcio sono una follia pura, bisogna avere un minimo di senso pratico e di decenza. Io ho intenzione di fare delle cose al riguardo perchè è diventato inammissibile”.

Ad un laureando in giurisprudenza, impiegato di banca, che si fa spazio tra folla, fa una vera e propria lezione di diritto costituzionale sulla riforma presidenzialista: “Su riforme così importanti – spiega – bisogna che la maggioranza del paese sia decisa, non puoi farla con una divisione così assoluta tra una parte e l’ altra”. Qualcuno gli chiede conto del programma di governo e lui ammette che “è tutto da realizzare, ci sono cose impossibili perché abbiamo ricevuto un’ eredità pesante“. Ma in un incontro che si terrà a breve con la squadra dei ministri metteremo giù il programma per il prossimo anno, un programma che rispetterà quello che ho promesso agli elettori .