“E’ ridicolo pensare di affrontare il tema delle intercettazioni con un decreto. Si può pensare invece a un disegno di legge”.
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini intervistato da Radio24 interviene nelle polemiche degli ultimi giorni e spiega: “Chi ritiene, come Di Pietro, che non bisogna toccare la disciplina sulle intercettazioni è fuori dal mondo”.
“Un ddl è opportuno – insiste.- E l’opposizione deve dare il suo contributo anche con un voto favorevole”, aggiunge.
Quanto al tema delle immunità delle alte cariche dello Stato, l’ex presidente della Camera dice: “Non è un’eresia che si discuta di questo. L’eresia semmai è che per bloccare un processo se ne siano bloccati 100.000, immettendo in un decreto sicurezza qualcosa di estraneo per materia e che non era stato sottoposto al vaglio del capo dello Stato”.
opposizione
Bocchino (PdL): Opposizione responsabile? E’ una chimera
“Finalmente il gioco è palese: l’accordo è venuto a galla. Le promesse di dialogo con la maggioranza sono solo un grande bluff”. E’ quanto dichiara Italo Bocchino, vicepresidente vicario del
Di Pietro (IdV) parla di “magnaccia di governo”
Poco fa mi sono espresso senza mezzi termini di fronte alla stampa sulle intercettazioni tra Berlusconi e Saccà, definendo questa classe politica più simile a dei magnaccia intenti a piazzare veline a destra e manca, a spese del contribuente, piuttosto che occuparsi dei loro problemi.
Penso anche che il presidente del Consiglio farebbe molti meno sforzi, e rischierebbe molto meno, visti i recenti sviluppi, se facesse queste dubbie intermediazioni con le proprie televisioni, piuttosto che con quelle pubbliche.
Il problema è sempre lo stesso, utilizzare ruoli pubblici per gestire affari privati. Lo dimostra il fatto che per vincere le elezioni Berlusconi e Bossi hanno utilizzato l’allarme sociale, amplificandolo a dismisura, sull’immigrazione clandestina. Ecco che in tutta fretta l’immigrazione clandestina diviene reato. L’Europa condanna, il Governo ignora. Dopo tutto la strada verso la dittatura dolce è già segnata. Il Governo ha ignorato l’Europa sul prestito ponte Alitalia, l’ha ignorata sulla sentenza contro l’occupazione abusiva delle frequenze da parte di Rete 4, nulla impedisce di farlo anche per l’immigrazione clandestina.
Camera approva il decreto sugli obblighi Ue
Il provvedimento per l’attuazione degli obblighi comunitari è stato approvato con 282 voti favorevoli e 250 contrari (quattro gli astenuti) dopo un cammino tormentato alla Camera, dove è stato oggetto di un durissimo ostruzionismo da parte delle opposizioni.
Il decreto passa ora al Senato per la conversione in legge che dovrà avvenire entro l’8 giugno.
Oggetto del contendere, in particolare, un emendamento del Governo che, nel prevedere la riassegnazione delle frequenze per le trasmissioni televisive in digitale terrestre, conteneva la norma cosiddetta ‘Salva-Rete4’.
Alla fine, però, il Governo ha accettato di eliminare la misura contestata, mentre l’ordine del giorno presentato dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, per dar seguito alla sentenza della Corte di giustizia per le frequenze da assegnare a ‘Europa7’ è stato respinto.
Finocchiaro (PD): Faremo la nostra parte senza ambiguità
“Noi le offriamo una opposizione laica e asciutta. Senza svolazzi, senza eccessi, ma, per usare una parola araba, anche senza ‘giulebbi’. Pur sempre un’opposizione, presidente. Abbiamo un dovere nei confronti di noi stessi, della nostra identità”. A prendere la parola nell’Aula del Senato, è Anna Finocchiaro. La capogruppo del PD a Palazzo Madama è chiara, usa parole che non lasciano spazio ad ambigue interpretazioni, e che, nella sostanza, ricalcano quelle pronunciate dal segretario Walter Veltroni alla Camera dei deputati.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma senza ambiguità, nell’ era dialogante del bipolarismo italiano – afferma la presidente dei 118 senatori del PD – se cadono le pregiudiziali e le barriere ideologiche, non cadono le differenze. Il Pd – spiega Anna Finocchiaro – ha un’idea dell’Italia che dovrebbe farsi, diversa dalla vostra. A mio giudizio più moderna, più utile”. La senatrice dà atto a Berlusconi di “aver arricchito il lessico politico che aveva adoperato dalla campagna elettorale con la parola cambiamento”, ma al tempo stesso sottolinea come “il Pdl non sia la forza di innovazione che fu, nel ’94, Forza Italia”. Ora, dice, è una forza “più conservatrice, tradizionale, e dunque rassicurante: più soldi in busta paga, via gli immigrati, più sicurezza ma nessuna domanda strutturale, nessuna risposta strutturale”.
Dichiarazione di voto dal segretario del Partito Democratico Walter Veltroni
“Piero Calamandrei, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione, scrisse che «il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza», e aggiungeva: «quest’ultima, a sua volta, deve avere rispetto per la legittimità elettorale della maggioranza e la legittimità costituzionale del Governo».
Il diritto dell’opposizione e il rispetto della legittimità della maggioranza sono l’anima di una democrazia che funzioni. Questo Parlamento, nel Novecento, ha conosciuto tragicamente un tempo in cui veniva negato il diritto di opporsi. Da allora, al prezzo di sacrifici e di dolore, il nostro Paese ha fatto davvero molta strada e in questi mesi credo abbia accelerato la sua corsa verso la possibilità di essere una salda e ben funzionante democrazia europea.
Di Pietro attacca: L’Idv non abbocca e non cade nella tela del ragno
Dopo il Cavaliere, la prima dichiarazione di voto tocca ad Antonio Di Pietro.
E il leader dell’Idv è molto duro con il premier: “Noi non abbocchiamo – afferma l’ex pm -. Non intendiamo cadere nella tela del ragno. Abbiamo memoria e non intendiamo perderla”.
Interruzioni dai banchi della maggioranza, ma Di Pietro va avanti: “Non intendiamo abboccare alla sua strategia della pacca sulla spalla e del ‘volemose bene’. Non cadremo nella sua trappola. Conosciamo bene le sue bugie. Conosciamo bene la sua storia personale e politica e soprattutto conosciamo bene la sua storia personale giudiziaria e quella dei tanti suoi dipendenti e sodali”, prosegue Di Pietro.
Casini (UDC): Difficile dissentire dal discorso di Berlusconi, ma no alla fiducia
La sicurezza, il quoziente familiare, l’emergenza rifiuti. Ma anche le liberalizzazioni, la ristrutturazione della spesa, l’abolizione delle province e del Cnel.
Sono questi i temi, illustrati a Montecitorio dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, nel corso della sua dichiarazione di voto sulla fiducia, su cui l’Udc attende al varco il governo.
Nel ribadire che quella dell’Udc sarà “un’opposizione repubblicana”, “non pregiudiziale” ma “sui contenuti” perché se il Governo lavorerà bene “farà il bene dell’Italia”, Casini ha sottolineato che “é difficile dissentire dalle dichiarazioni programmatiche del governo”.
Tuttavia, l’Udc non voterà la fiducia al governo Berlusconi IV anche perché il problema “non è cosa fare, ma come fare”.
Incontro al Quirinale fra il Presidente Napolitano e la delegazione PD guidata da Veltroni
“C’è disponibilità a fissare insieme le regole del gioco e a fare la legge di bilancio”, così Walter Veltroni al termine dell’incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, nell’ambito della seconda e ultima giornata di consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Veltroni: Ripartiamo dal territorio
Un grande partito, unito, strutturato sul territorio, pronto a fare un’opposizione inflessibile ma responsabile e a dialogare con le altre forze, sia quelle rappresentate, sia quelle non rappresentate in Parlamento. E’ questa la rinnovata fisionomia del Partito Democratico che esce dalla riunione tenutasi a Milano, tra il gruppo dirigente e tutti i segretari regionali, a cui ha preso parte anche Walter Veltroni.
E’ lo stesso leader del PD a prendere parola davanti ai giornalisti presso la sala consigliare del Pirellone, sede della Regione Lombardia. Nessuno spezzettamento in vista nel partito, sulla base di macro Regioni, ma un coordinamento tra segretari regionali, sindaci, presidenti di Provincia e di Regione per promuovere maggiore strutturazione, radicamento, coinvolgimento e partecipazione.
“Dobbiamo strutturare meglio la nostra organizzazione. Non ci saranno spezzettamenti, ma delle sedi per la promozione delle iniziative che tengano insieme il partito. Al nord come al Sud. Ci sarà un coordinamento che promuoverà iniziative e riflessioni su temi ritenuti più utili e importanti. Penso sia la strada giusta per un partito a base federale come da Statuto”.