Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta attacca Tremonti: “Non è un economista”

 A proposito della politica di rigore di Giulio Tremonti Brunetta ha detto “Il ministro Tremonti ha perfettamente ragione. Io sono più rigorista di lui, ma nel rigore si può fare sviluppo”. Il portavoce di Renato Brunetta chiarisce in una nota: “Nessun attacco, nessuna polemica. Ha soltanto ricordato che se lui è professore ordinario di politica economica e finanziaria, il ministro Giulio Tremonti è invece professore ordinario di scienza delle finanze e di diritto finanziario. Il primo è quindi un economista, mentre il secondo è un giurista”.

Afghanistan – Il ministro degli Esteri Franco Frattini: “La missione deve cambiare”

 Cinquecento soldati italiani, inviati in Afghanistan per controllare il regolare svolgimento del voto, rientreranno nei prossimi giorni, nelle prossime settimane in accordo con gli altri paesi che hanno a loro volta aumentato i loro contingenti per le elezioni. È la promessa che Silvio Berlusconi fa da Bruxelles, nel giorno del lutto per i sei soldati italiani morti laggiù.

Ma a Bossi che chiede di riportare tutti i nostri militari a casa per Natale, il Cavaliere risponde che per ora si può parlare di una transition strategy, di una diminuzione di organici. Anche per onorare i morti, perchè certo non possiamo, dopo aver fatto tanto anche in termini di sacrifici umani, abbandonare l’ impresa in seguito ad eventi così drammatici e dolorosi.

“Si deve finire il lavoro iniziato in Afghanistan per una democrazia essenziale in quel paese ma anche per proteggere il resto del mondo dal terrorismo. E si deve farlo con una forte riduzione del contingente italiano, ma senza ipotizzare passi indietro solitari perchè nessun paese può assumere decisioni univoche, questo tradirebbe l’ accordo e la fiducia degli altri paesi presenti”.

Questa la linea che il premier Silvio Berlusconi traccia a Bruxelles, in questa giornata dolorosa, per ribadire, di fronte ai capi di stato e di governo dell’ Unione, che l’ Italia al momento rimane. Nonostante abbia già dato tanto in termini di sacrifici umani: ventuno giovani vite in 5 anni.

Formigoni lancia l’ Università e la Fiera Euro – Mediterranea

 Un’ Università euro – mediterranea con scambio di studenti, docenti e ricercatori. E una Fiera euro – mediterranea che coinvolga la principali manifestazioni espositive dei paesi europei e nordafricani. Sono le due proposte forti, imperniate su capitale umano e sviluppo delle relazioni economiche, che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha lanciato intervenendo alle conclusioni del Forum economico finanziario del Mediterraneo, svoltosi martedì (con la partecipazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) e ieri (con la chiusura del ministro degli Esteri Franco Frattini) al Palazzo Mezzanotte di Milano.

Si tratta di due proposte che per il presidente lombardo sono strategiche per centrare l’ obiettivo di un Mediterraneo davvero sostenibile, un obiettivo per il quale non bastano ambiente e energia, ma occorrono anche welfare e sanità, cultura e integrazione sociale, educazione e innovazione.

I due elementi principali per vincere la sfida di una autentica sostenibilità – sottolinea Formgioni – sono le persone, il capitale umano, specialmente i giovani, e le imprese, il sistema economico e produttivo.

Ateneo
“La prima proposta, l’ Ateneo Euro – Mediterraneo – ha spiegato Formigoni – ha come obiettivo quello di valorizzare i giovani, dando vita non ad un luogo fisico, ma ad un’ Università virtuale e al tempo stesso reale, che metta in rete tutte le Università dei nostri Paesi, a cominciare dai 12 Atenei lombardi, favorendo lo scambio di docenti, di studenti, di ricercatori”.

Formigoni pensa a un programma che metta insieme finanziamenti pubblici e privati per fornire borse di studio, opportunità di alloggio, facilitazioni sui visti, che favorisca quindi la circolazione delle conoscenze e delle persone.

“Per questo – ha esortato Formigoni – invito i giovani lombardi a incrementare lo studio della lingua araba. Così facendo sarà più facile per loro recarsi nella sponda sud, dialogare con un mondo vicino geograficamente, ma troppo spesso lontano culturalmente, senza perdere la propria identità. Ed egualmente sono certo che anche molti giovani di lingua araba saranno stimolati per gli stessi motivi a studiare l’ italiano e le altre lingue”.