Donne, Alitalia e Giustizia. Sono i tre temi sui cui il PD intende concentrare l’attenzione del nuovo governo e degli Italiani.
Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, a margine della terza riunione del “governo ombra” tenutasi a Roma, ha aperto la conferenza stampa nella quale ha illustrato, insieme a Enrico Letta, ministro del Welfare, Vittoria Franco, ministra delle Pari Opportunità, Pier Luigi Bersani, ministro dell’Economia, Andrea Martella, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia, le tre questioni su cui si sta muovendo. Due proposte di legge, una per incrementare l’occupazione femminile e un’altra per ridare efficienza alla giustizia. Poi ancora Alitalia, su cui il Governo deve dare risposte.
Dopo il prestito ponte da 300 milioni “elargito” dal governo Prodi ad Alitalia sembra prendere corpo la famosa cordata italiana evocata da Berlusconi in campagna elettorale. Lo schema a cui sta lavorando da qualche settimana Bruno Ermolli, il consulente incaricato dal Cavaliere di sondare alcuni investitori per un eventuale intervento in Alitalia, in realtà è molto semplice. Le risorse complessive da mettere in campo sono stimate tra 700 milioni e un miliardo di euro da suddividersi in tre diverse categorie di investitori. Un terzo dovrebbe spettare a Carlo Toto, il patron di AirOne che potrebbe conferire la sua compagnia aerea, dotata di preziose opzioni su nuovi aerei, in cambio di una partecipazione azionaria importante ma non maggioritaria; un altro terzo delle risorse verrebbe versato dalle banche e l’ultimo terzo da una cordata di imprenditori privati. Una volta costituito questo “nocciolone” di investitori tutti battenti bandiera italiana si avrebbe la base sufficiente per negoziare una partnership con una importante compagnia straniera, da posizioni di forza e senza essere costretti ad accettare proposte irricevibili come quella sollecitata ad Air France-Klm. Tra questi investitori ci sarà sicuramente Salvatore Ligresti, uscito ieri allo scoperto dopo le ultime indiscrezioni, ma è possibile che anche la Pirelli di Marco Tronchetti Provera possa mettere una piccola quota giustificando l’intervento con la necessaria salvaguardia di Malpensa. Ma anche finanzieri di lungo corso come Francesco Micheli potrebbero non tirarsi indietro di fronte alla possibilità di mantenere Alitalia in mani italiane e magari fare anche un buon affare.