Verso il congresso Pd. Pierluigi Bersani traccia le linee della sua politica basata su “Alleanze, territorio e rinnovamento”

 Pierluigi Bersani, illustrando la sua mozione congressuale, ribadisce la sua fede nel progetto del Pd anche se sottolinea la necessità di ridefinire la rotta, a partire dalla identità del partito, dalla forma – partito e dalle alleanze.

“Questo è un grandissimo progetto, mi ci metto dentro mani e piedi ma indietro non si torna. So che ci sono dubbiosi ma il senso c’ è e resta valido, basta correggere un po’ di cose”. Il candidato segretario ricorda inoltre che “le primarie restano uno strumento valido ma penso vadano corrette perchè non vorrei che un naziskin si candidasse”.

Bersani insiste anche sulla necessità del radicamento sul territorio, polemizza con la scelta fatta da Dario Franceschini di candidare europarlamentari alle segreterie regionali e sul rapporto tra elettori ed iscritti, evidenzia come “sia un errore contrapporre elettori ed iscritti, chiamare gli elettori alle primarie e poi abbandonarli dando poi troppo potere agli iscritti nei processi di scelta”.

Il Pd verso il Congresso: polemiche, critiche, divergenze di opinioni

 L’ attacco a Pierluigi Bersani, uomo di “apparato”, la polemica con Massimo D’ Alema che è l’ opposto del “progetto del Pd” e la preferenza a Dario Franceschini perché “simpatico” non potevano passare inosservati. L’ intervista a Debora Serracchiani apparsa su Repubblica scatena la prima vera polemica prcongressuale tra i sostenitori del segretario in carica e quelli dell’ ex ministro.

L’ outsider del Pd, diventata famosa per un intervento di pancia pronunciato durante una riunione dei circoli democratici lo scorso marzo, si schiera con Franceschini, polemizza con l’ ex ministro degli Esteri e divide in due il partito, secondo lo schema vecchio – nuovo già usato dal segretario la scorsa settimana.

Parole che immediatamente provocano la reazione del fronte opposto: “Serve un confronto serio – chiede Vasco Errani, schierato con Bersani – Chi conosce Bersani sa che certe rappresentazioni non sono vere: se pensiamo all’ apparato nell’ accezione contenuta nell’ intervista odierna della Serracchiani allora dico che Bersani è una cosa del tutto diversa”.

La Serracchiani viene criticata anche per aver spiegato di preferire Franceschini perché “più simpatico“. Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma ha ironizzato: “Anche Totò e Tina Pica erano simpatici, sarebbero stati un ticket straordinario”. E Barbara Pollastrini aggiunge: “Potrei rispondere “sapete perché preferisco Bersani? perchè sa cantare…”. Ma per favore, non scherziamo! Cerchiamo di rispettarci di più e di saperci ascoltare”.

Pd verso il congresso. Franceschini: “Farà bene al Pd in quanto momento di consolidamento del partito”

 Il congresso farà bene al Pd. Dario Franceschini si presenta così alla direzione del partito che ha dato il via libera al percorso che porterà alle Assise approvando, con 7 voti contrari, il regolamento che fissa le tappe congressuali: il 21 luglio è il termine ultimo per le candidature alla segreteria. Il 24 luglio è invece la data stabilita per la formalizzazione delle candidature. Il congresso, ovvero l’ assemblea dei delegati chiamati a votare le candidature stesse, si terrà l’ 11 ottobre. La data fissata per le primarie è invece il 25 ottobre.

Un intervento a braccio, quello del segretario, che ha toccato vari temi caldi, dall’ analisi del voto amministrativo fino alla questione del congresso e della necessità di svolgerlo in ottobre senza rinvii. Ma anche l’ analisi sullo stato dell’ arte del partito, la situazione al nord così come al sud che, però, riguarda un quadro da guardare nel suo insieme.

Il messaggio e l’ identità che il Pd deve dare e deve avere per candidarsi alla guida del paese. Proprio relativamente alle Assise, Franceschini aveva detto chiaramente di essere contrario ad un rinvio della data e che non bisogna, avrebbe spiegato, avere paura del congresso, perché farà bene al Pd in quanto momento di consolidamento del partito. In vista degli appuntamenti delle regionali: il Pd ha bisogno di un confronto serio, preciso e magari anche duro perché alla fine del percorso bisogna avere una guida forte e una piattaforma politica forte.

Mentre il comitato direttivo traccia la road map, però, non si ferma la caccia al terzo uomo, la figura che potrebbe inserirsi fra i duellanti Franceschini e Bersani, e lo scontro interno al partito si sposta anche sulle regole. L’ ex presidente del Senato Franco Marini ha attaccato duramente lo statuto del Pd, documento nato «dalle fantasie di uno Stranamore». Nel suo intervento alla direzione, Marini spiega che il congresso va fatto, ma subito dopo bisogna prendere l’ impegno di dare mandato ad un comitato di riformare lo statuto perché, aggiunge, “se questo statuto lo buttate…..”, non sarebbe un danno. “È un’ arma – dice – che può distruggere qualsiasi forza politica”.

In autunno il congresso tematico del PD

 Un congresso tematico per avviare una grande riflessione sui temi che sono stati al centro della campagna elettorale. La proposta emerge dalla riunione che si è tenuta oggi fra Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, vice segretario, Andrea Orlando, responsabile Organizzazione e i segretari regionali.
Il congresso si terrà in autunno mentre nei prossimi giorni il PD darà il via anche ad un tesseramento, tra l’altro previsto nello Statuto.

Tra le proposte, che saranno discusse e approfondite durante il coordinamento nazionale, in programma la prossima settimana dopo il giuramento e il voto di fiducia del nuovo governo previsto il 12 maggio, anche una giornata di assemblee in tutti i circoli del Pd. Annunciata anche una campagna capillare di confronto nei territori.

Veltroni: Le istituzioni appartengono a tutti. Alle opposizoni le vicepresidenze di Camera e Senato

 A Camera e Senato due vicepresidenti alle opposizioni. E’ l’assetto richiesto dal segretario del PD, Walter Veltroni,a marginde del Congresso delle Acli, prefigurando per i democratici un vicepresidente sia alla Camera che al Senato: “Penso che alla Camera una vicepresidenza vada al Pd e una all’Udc e al Senato una al Pd e una all’Idv. Dal voto sono uscite diverse opposizioni, e con queste diverse opposizioni bisognerà avere un rapporto corretto a cominciare dai primi passaggi istituzionali delle vicepresidenze”.

Boselli (Ps) : il Congresso sceglierà il nuovo leader

 Netta vittoria della Pdl alla Camera e al Senato, crolla la sinistra e per la prima volta nella storia della repubblica i socialisti non sono presenti in Parlamento. Questi i risultati del voto di domenica e lunedì, che a scrutinio non ancora ultimato, dà Il Pdl-Lega Nord e Mpa raggiungono insieme il 46,8% mentre il Pd-Idv e’ al 38,5%.Il Popolo della Libertà risulta raggiungere il 40,1% dei consensi con la Lega Nord al 5,6% mentre il Movimento per l’autonomia e’ all’1,1%. Per quanto riguarda il Pd raggiunge il 33,5% mentre il partito di Di Pietro si assesta al 5%. L’Unione di centro raggiunge il 5,9%, la Sinistra l’arcobaleno il 3,6% la Destra il 2,3%, il Partito socialista lo 0,’9%. Una responsabilità “gravissima” quella di Walter Veltroni che con la scelta di andare da solo ha aperto le porte di Palazzo Chigi a Silvio Berlusconi.