Il governo pone la fiducia sul Ddl sicurezza. Il voto finale ci sarà oggi

 Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha posto la questione di fiducia sul ddl sicurezza all’ esame nel Senato. Il ministro ha spiegato in Aula al Senato che il governo attribuisce grande importanza a questo provvedimento. È stato il primo ad essere approvato dal primo Consiglio dei ministri che si tenne nel maggio dell’ anno scorso a Napoli nell’ ambito di un più ampio pacchetto di norme in materia di sicurezza.

“La Camera dei deputati ha approvato poche e limitate modifiche – dice Vito – al testo licenziato dal Senato e pertanto il governo ritiene opportuno a questo punto giungere alla definita approvazione del testo. Pertanto autorizzato dal Cdm pongo la questione di fiducia sull’approvazione di ciascuno dei tre articoli del ddl nel testo approvato dalla camera”.

Il Senato entro domani in tarda mattinata voterà tre voti di fiducia al ddl sicurezza. Un voto per ciascuno dei tre articoli del ddl nel testo approvato dalla Camera. Lo ha deciso la Conferenza dei Capigruppo del Senato, decisioni riassunte al termine ai giornalisti dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri.

Referendum, si vota il 21 e 22 giugno. Le indicazioni del Viminale

 Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 22 della domenica e dalle ore 7 alle ore 15 del lunedì. I tre quesiti abrogativi riguardano la legge elettorale per Camera e Senato.

Domenica 21 giugno e lunedì 22 si svolgeranno le operazioni di voto per tre referendum popolari abrogativi. Lo ricorda il Viminale in una nota, spiegando che le operazioni di voto si svolgeranno contestualmente dalle ore 8 alle ore 22 della domenica e dalle ore 7 alle ore 15 del lunedì. Le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì, al termine delle votazioni e dell’ accertamento del numero dei votanti, procedendo subito allo scrutinio delle schede referendarie.

I tre quesiti chiedono se abrogare alcune disposizioni dei testi unici per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Su ogni scheda referendaria vengono riportati il numero del referendum, la denominazione ed il quesito così come approvati dall’ Ufficio centrale per il referendum. Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto tracciando con la matita copiativa un segno sul riquadro corrispondente alla risposta da lui prescelta: Sì o No. Il ministero dell’ Interno ricorda che gli elettori, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire, oltre ad un valido documento di riconoscimento, la tessera elettorale.

Per il Referendum 1 (scheda di colore viola), sull’ elezione della Camera dei Deputati, il quesito propone di abrogare la possibilità di collegamento tra liste e l’ attribuzione alla coalizione di liste più votata del premio di maggioranza nazionale. Alla Camera dei Deputati, in caso di vittoria del Sì, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla lista singola, non più alla coalizione di liste, che ottiene il maggior numero di voti validi nelle circoscrizioni del territorio nazionale.

Riforma del Parlamento. Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi: due opinioni a confronto

 Ancora una volta il presidente della Camera ribadisce il suo punto di vista: “È una questione che non si pone, dice a proposito della possibilità di fare proposte di legge di iniziativa popolare, come annunciato dal premier, e sostiene che la strada indicata da Berlusconi, anche nel caso di argomenti da lui citati (come la riduzione del numero dei parlamentari), non produce da sé il risultato auspicato.

“Una proposta di legge di iniziativa popolare – spiega infatti Fini – non sostituisce il Parlamento. È una delle modalità previste dai costituenti per l’ avvio dell’ iter legislativo. Chi può dare il via a una legge? I cittadini, i parlamentari o il governo. Ma è sempre il Parlamento che decide”.

E poco dopo anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, interviene sulla questione: “Ci sono sono tante altre riforme da fare, con un Parlamento più snello si potrebbe procedere a passo più veloce. Il governo in un anno ha già riformato la scuola, ha tagliato migliaia di leggi inutili, ridotto sprechi e lentezze burocratiche, ha avviato un’ autentica rivoluzione nella pubblica amministrazione”.

Formigoni con Fini: “Sia, l’ Europa, la patria della sussidiarietà”

 L’ Europa come grande laboratorio della sussidiarietà portata a tutte le sue conseguenze operative. “Sussidiarietà vuol dire democrazia, diritti, libertà, ma anche efficienza”, ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, alla quarta edizione delle assise delle Regioni d’ Europa sulla sussidiarietà, svoltasi a Milano.

La Lombardia ha volutamente ospitato questa edizione del summit europeo per rilanciare con forza un messaggio, non a caso alla vigilia delle elezioni del Parlamento di Strasburgo: la governance dell’ Europa non può essere una burocrazia piramidale, ma una rete di soggetti in cui le persone, le identità territoriali, le associazioni, la società civile sono protagonisti dei processi democratici e decisionali.

La Regione Lombardia si è affermata in questi 14 anni di governi Formigoni come la regione della sussidiarietà per antonomasia, avendola applicata in numerosi settori, a cominciare da quello chiave della sanità con la sua storica riforma del ’97. Ma non era solo la Lombardia, oggi, a sostenere questo ruolo di spinta: accanto si è trovata le massime istituzioni nazionali: la Camera dei Deputati, con il presidente Gianfranco Fini; il Senato con la presidente della Commissione Affari costituzionali, Rossana Boldi; il Governo, con il ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi; il Comitato delle Regioni d’Europa, con il suo presidente Luc Van den Brande. Una linea alla fine fortemente condivisa dall’ assemblea che ha approvato una dichiarazione congiunta nella quale appunto si parla di centralità della persona, della sua espressione sociale, del suo diritto di iniziativa.

Fiducia e partecipazione
“La sussidiarietà – ha affermato il presidente Formigoni introducendo i lavori – è il principio sul quale la Regione imposta, da 14 anni, la propria politica. Sussidiarietà come una nuova idea di Stato, che supera la concezione dell’ esercizio del potere come controllo, per un nuovo modello ispirato alla fiducia e alla responsabilità di tutta la società civile: donne e uomini, singoli e associati che porta con sé istanze e ipotesi di soluzione e che non ha bisogno di concessioni ma di riconoscimento. Sussidiarietà, in questo senso, vuol dire anche più efficienza, non solo più libertà, democrazia e responsabilità”.

“Proprio perché riconosce e valorizza le competenze e le responsabilità di tutta la società civile – ha proseguito Formigoni – la sussidiarietà può essere un’ ottima risposta alla crisi in cui ci troviamo; può essere il migliore antidoto alla crisi di fiducia verso le istituzioni. Sfiducia e distanza confermata anche dalle recenti indagini che indicano un calo nella partecipazione al voto”.

Cedolare secca. Disegno di legge 2378 di iniziativa dell’ On. Laboccetta. Camera dei Deputati

 “Bene la tassazione dei canoni di locazione uniformata a quella delle SIIQ. “Le case a disposizione” non possono definirsi sfitte o esservi assimilate. Linea di incentivi e non di deterrenti per favorire la locazione”.

Dichiarazione del Presidente Achille Colombo Clerici
“Nell’ esprimere apprezzamento per i contenuti ed il pensiero sotteso alle linee guida del disegno di Legge 2378 di iniziativa del Deputato On.le Laboccetta, pensiero indicato da Assoedilizia nel corso del Convegno PARADIGMA tenutosi a Milano, in data 3 marzo 2008, ci si richiama alle conclusioni rassegnate nel corso del Convegno stesso.

In quella sede si suggeriva l’ equiparazione, sul piano fiscale, dei contribuenti soggetti alle imposte sui redditi derivanti dalla locazione immobiliare, alle SIIQ.

In merito al disegno di legge osserviamo, tuttavia, che la previsione della lettera (L dell’ art. 1. (misure disincentivanti le case sfitte e a disposizione) penalizza il dinamismo delle grandi città, nelle quali la spiccata attrattività e la esigenza di competitività implicano la presenza di una quota rilevante di abitazioni a disposizione da parte di non residenti.

Expo Milano 2015: approvata alla Camera dei Deputati un’ apposita Mozione

 L’ Aula della Camera dei Deputati ha discusso le varie Mozioni concernenti le iniziative in vista dello svolgimento dell’ EXPO Milano 2015. Al termine è stata approvata la Mozione n. 1 – 00150 nel testo modificato nel corso della seduta, mentre risultano gli altri Atti di indirizzo. Nelle premesse dell’ Atto di indirizzo approvato, viene ricordato, in particolare, l’ impegno assunto dal Governo ad adempiere a tutti gli obblighi internazionali assunti nei confronti del Bureau international des expositions che ha designato la città di Milano quale sede per l’ esposizione universale del 2015.

Viene evidenziato, tra l’ altro, che in data 1° dicembre 2008 è stata costituita la società Expo 2015 spa, avente come oggetto sociale lo svolgimento di tutte le opere individuate nel dossier di candidatura come essenziali, consistenti nelle opere di preparazione e costruzione del sito espositivo, nelle opere infrastrutturali di connessione al sito, nelle opere riguardanti la ricettività, nelle opere di natura tecnologica, nonché in tutte le attività di organizzazione e gestione dell’ evento.

In parlamento. È legge il decreto anticrisi

 Approvato definitivamente dal Senato, con la seconda votazione di fiducia, il decreto legge 5 / 09 recante “Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi” (DDL 1503 / S Relatori il Sen. Riccardo Conti per la Commissione Finanze e il Sen. Cesare Cursi per la Commissione Industria), nel testo già licenziato, in prima lettura e con la stessa procedura fiduciaria, dalla Camera dei Deputati.

Il provvedimento contiene alcune disposizioni di interesse. In particolare, in materia di tutela dell’ occupazione viene previsto, tra l’ altro, che in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, il Ministro del Lavoro potrà disporre, in deroga alla normativa vigente, le concessioni, anche senza soluzione di continuità, di trattamenti di cassa integrazione guadagni, mobilità, di disoccupazione speciale, anche con riferimento a settori produttivi e ad aree regionali e viene modificato l’ articolo 18 del DL 185 / 08, convertito dalla L. 2 / 09, concernente la riassegnazione delle risorse per formazione e occupazione e per interventi infrastrutturali.

Inoltre, vengono introdotte norme di deroga al Patto di stabilità interno per le Regioni e gli Enti locali con l’ esclusione dal saldo del Patto di stabilità interno 2009, tra l’ altro, dei pagamenti in conto residui concernenti spese per investimenti e i pagamenti per spese in conto capitale per impegni già assunti.

Eliminate le ronde dal decreto di sicurezza

 Il governo ha accettato di eliminare dal decreto sicurezza le norme sulle ronde duramente contestate dall’ opposizione. L’ accordo è stato raggiunto nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Soddisfatta l’ opposizione, che interromperà il suo ostruzionismo, consentendo di dare il via libera al testo a Montecitorio entro la giornata di oggi.

La detrazione del 20% sull’ acquisto di mobili concessa a chi acquista la prima casa, anche senza ristrutturazione

 Modifiche al Decreto Legge 5 / 2009 (Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi) proposte dalla Commissione Ambiente della Camera, che ha espresso parere favorevole al disegno di legge di conversione. Il bonus sui mobili è concesso a chi acquista la prima casa, anche senza ristrutturazione. In sintesi le modifiche: estendere la detrazione del 20% per l’ acquisto di mobili ed elettrodomestici anche ai casi di acquisto della prima casa non sottoposta a ristrutturazione edilizia; concedere gli incentivi per l’ acquisto di tutti gli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, indipendentemente dagli interventi di recupero edilizio; prevedere ulteriori incentivi per l’ acquisto di mobili prodotti con legno proveniente da foreste gestite in modo ecosostenibile.

Il Federalismo Fiscale approvato dalla Camera

 La grande riforma avrà la definitiva lettura a Palazzo Madama nel prossimo mese di aprile. Il disegno di legge delega punta a responsabilizzare i centri di spesa, ad accrescere la trasparenza dei meccanismi finanziari e il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti, superando il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento.
Per l’ attuazione del federalismo fiscale viene istituita una Commissione bicamerale, composta da trenta membri tra deputati e senatori e affiancata da un comitato delle autonomie locali. Il Comitato è composto da dodici membri dei quali sei in rappresentanza delle regioni, due in rappresentanza delle province e quattro in rappresentanza dei comuni.